(foto di poetella)
E dopo, dopo che il mondo
ha smesso di rivoltarsi, dopo che l’onda
l’ha travolto
trascinato, l’ha fatto vorticare
e dondolare dolcemente e ribollire
e sussultare e tremare
dopo che il mondo s’è lasciato scivolare fino al fondo più fondo
del suo più nero fondo
più rosso,
più bianco di un lenzuolo di lino
che il sole scalda e il vento schianta
e spande profumo.
Dopo che il mondo è riemerso e s’è accasciato,
s’è voltato, spianato e sollevato come una cordigliera
preistorica e crollato come
una diga e sprofondato
accecato di luce
luce che toglie la luce
luce che tinge di buio
e di azzurro
e di giallo
come il sole sugli occhi chiusi
abbacinati
storditi.
Dopo che il mondo ha tremato/pulsato/vibrato
per l’urlo di mille angeli caduti
mille angeli
precipitati dannati
persi affondati in un abisso d’inferno infocato
eterno
dopo che tutto è stato silenzio
a parte un leggero soffiare di vento
[il tuo, il mio respiro riprendevano spazio]
allora
sei il mio pane, ho pensato
la mia grappa di mirto
e veleno, veleno. Veleno
che ogni volta mi uccide
…
…
(by poetella)