Eccoti,
sei tornata dal tuo lungo viaggio, hai detto.
Dove sei stata?
Settantasette volte sette ho girato il mondo
[le mie parole sul tuo collo]
In un giorno, in due, in sette, in dieci
Settantasette volte sette ho visto
nascere e morire
il sole
ho aspettato ansiosa la luna
e le sue sorelle stelle
in un giorno, in due, in sette, in dieci
[bevi le mie parole, adesso. Respirale!]
e la voce del cielo
Settantasette volte sette ho guardato gli abissi
e scalato montagne
[il tuo corpo è il mio tronco di sequoia. Racchiudimi!]
e contato i grani di sabbia
stesi sui miei ricordi
[non riusciranno a soffocarmi i desideri]
Settantasette volte sette
ho cercato i passi del ritorno
e s’infiammavano di luce le ore
sulla scia azzurra dei tuoi occhi.
– Nel buio di grotta la via –
Eccomi, adesso. Tornata. Fammi stare con te. Dai.
…
…
…
(by poetella)
.
.
Settantasette volte brava… hai reso in modo magistrale l’infinito che torna su se stesso: pur non essendosi mai mosso.
Grazie
Roberto
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Roberto…
grazie a te per questo tuo attento e generoso seguirmi!
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ha la solennità di certi testi sacri, è un complimento neh?
🙂
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oh yes…avevo percepito uno scampanellio gradevole….;-)
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‘ste faccine mi faranno impazzzire!
😦
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è anche musica la tua poesia
ha cadenza poetica ed è uno spasso leggerti
le parole scivolano via verso il cuore…
grazie ancora
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sei un tesoro!
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