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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

Poetella's Blog

Archivi Mensili: marzo 2012

Sono tutta parole e parole…

30 venerdì Mar 2012

Posted by poetella in amore?, desideri..., emozione, foto di poetella, poesia

≈ 22 commenti

Tag

brahms lullaby

 

 

 

 

 

 

 

 

 

foto di poetella

 

Sono tutta parole e parole

filigrana d’accenti

cantilena lenta lenta di respiri

da tenere e rilasciare

 

Sono tutta una lingua antica

una lingua dolce appena nata

deciframi

studiami

traduci

comprendi

i passaggi più oscuri

comprendi i non detti

i segreti smaniosi

comprendi i sussurri i canti

 

Ritrova la chiave del tutto

È canto poetico è verso è rima

 

Leggimi. Scorri col dito su ogni parola

Scorri con gli occhi su ogni puntino

letterina

virgolina.

Tienimi sulle gambe dei sogni

Leggi e rileggi l’inizio e la fine

Fa da padrone

Il mio libro è tuo.

Leggi il durante il quando il quanto

leggi il come, il come vuoi tu

Ché sì, a te. Sempre sì. Stregati, adesso.

 

Assorbimi in ogni silenzio/buio/ fiato che manca

Fiato che torna sospiro

 

Sfogliami fino a notte e oltre

oltre la notte e tutte le albe

E imparami. Impara i passaggi più belli

Insegnami i versi più arditi

Fino all’ultimo accento.

Fino all’ultimo punto.

 

Poi posa il libro sul petto e riposa.

 

Lascialo – lasciami lì. Dormiamo, adesso.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

ascolta poetella 

 

 

 

 

 

.

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Adesso sento la tua risposta…

29 giovedì Mar 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, crescere con l'amore, desideri..., emozione, felicità, foto di poetella, le cose importanti, poesia, speranza

≈ 18 commenti

Tag

orfeo

 

 

 

 

 

 

 

 

(foto di poetella)

Adesso sento la tua risposta

Sento parole, fruscii,

si smuove l’aria.

 

Mi faccio bastare una piccola nota

un sonaglio nel tutto

che sfuma e scompare

e torna e tintinna

 

Sei tu, tu hai risposto.

 

È tua la voce, la nota, il piccolo

fiotto di luce

Tu che non dici mai, tu

 

misterioso intreccio di silenzi

tu galoppo selvaggio

mio nocchiero di sogni

Tu, tu sconfinata profumata prateria

dove rombano nubi danzanti

 

Ignoro se ami, io che brucio d’amore

Ignoro se brami se aspetti

se conti, se canti

sapevo che mai prometti. Ignoro il codice

dei tuoi bianchi silenzi.

 

Ma oggi m’hai concesso risposta

a spaccare la terra

a bagnare la gola.

 

Adesso ascolta. Ascoltami.

 

Sta qui a sentirne delle belle. Comincio.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Monteverdi-Toccata – Orfeo.

 

 

.

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La casa in penombra…

29 giovedì Mar 2012

Posted by poetella in atmosfere magice, crescere con l'amore, emozione, le cose importanti, nonni, quasi racconti

≈ 10 commenti

Tag

eddie vedder, modista

 

 

 

 

 

 

 

 

La casa in penombra.

Perennemente in penombra.

Finestre piccole. Addirittura mancanti.

Si passa veloci senza guardarsi alle spalle, senza ascoltare scricchiolii.

Il chiarore timido solo dalle porte a vetri piombati, dalla lunetta in alto.

Dall’amore.

E ghirigori a terra, da scavalcare con cautela.

 

Si tardava. S’aspettava il languire della luce che si ritirava dagli angoli.

Una pozza che s’asciuga.

S’aspettava ad accendere il lume perso, lassù, in alto in alto, quel soffitto così lontano. Così inesplorato.

 

La penombra stagnava dietro il cassettone altissimo, nelle sete verde muschio del divanetto in fondo alla stanza.

Resisteva sulla greca del pavimento che spariva sotto il grande letto di ferro nero.

Le piccole tessere di madreperla in testata ne rubavano briciole.

Poi me le ributtavano, me ne regalavano un po’. Per giocarci.

Per tessere storie. Per ingannare i silenzi.

Per confortare.

 

Poi, ecco. Arrivava la modista.

Luce  da tutte le lampade. Imprevedibile vortice di scatole tonde, un ragazzotto dietro, carico carico. Che poi se ne andava in anticamera ad aspettare, guardandosi i piedi. E i quadri enormi.

Senza interesse. Sbadigliando.

 

Nonna, in camera, braccia levate, che prova l’inclinazione, pizzi e veli. Fiori d’organza. Si gira di fianco, sorride allo specchio, cala velette e l’enorme specchio macchiettato approva.

 

La gatta, accorsa da chissà dove, felpata, inclina la testa a destra. Poi a sinistra. Dubbiosa nella scelta.

 

Io non vengo interpellata.

Troppo piccola.

Posso solo guardare. In silenzio. Seduta composta.

 

Da lì ho imparato la compostezza.

Da lì è nata la disordinata, dissennata, prorompente, scomposta furia delle mie voglie.

Mi sa.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 Eddie Vedder – Guaranteed.

 

 

 

 

.

 

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Come tutto mi canta…

27 martedì Mar 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, Bellezza che salva, camminare guardando, emozione, felicità, foto di poetella, poesia, primavera

≈ 8 commenti

Tag

amore, luce, nubi

 

foto di poetella

 

Come tutto mi canta

semplice, vigoroso

soffia fiato da maestro

 

tutto  bello armonizzato accordato

un po’ disordinato scapigliato

impastato

di luce

al mio dentro musicante

di laudi di grazie di kyrie eleison

 

[… anche tu, m’hai detto. Anche tu]

 

 

Come si danno la mano

una via l’altra una via l’altra

a cerchio i colori le gemme gli strascichi di odori

di suoni di luci sfamano i pensieri

 

queste peripezie delle nubi

bianche come spose e la festa

la festa è tutta vicina. Di più.

 

Mi vapora primavera di gioia espansa.

Ficcata in petto coccarda d’amore

Quest’amore a germinare

radicare

dilagare

toccando svegliando

scuotendo. Svelando-si

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

 

.

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poetella è feliceeeeeeeeeeeeeeee!

25 domenica Mar 2012

Posted by poetella in comunicazione di servizio, concorsi letterari, felicità

≈ 50 commenti

Tag

romanzo, vittoria

oggi…gran giorno!

la mia prima vittoria ad un concorso letterario!

Viva!

quanto prima verrà pubblicato (e, finalmente NON A MIE SPESE)

il mio primo romanzo!

che felicità!

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Non voglio ascoltare…

25 domenica Mar 2012

Posted by poetella in amore?, basta!, consapevolezza, crescere con l'amore, desideri..., dolore che guarisce, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, malinconia, nostalgia, poesia

≈ 20 commenti

Tag

misericordia

 

 

 

 

 

 

 

 

(foto di poetella)

 

Non voglio ascoltare

silenzio vociante di orchi di nani

e serpi a sonagli

Raduno strisciante

gracchiante a cerchio in petto

[vienimi dentro luce di misericordia

vienimi in fronte-in testa

mano che benedice]

 

Non ho scapolare che salvi

né immaginetta

ma in fondo alla tasca

ancora una caramella

per quando la fame

 

per quando l’amaro

per quando passata da troppo quell’ora del pranzo

e niente.

 

 

Non piange mai questa

[stupitevi ancora]

Non piange mai neanche se

 

No. Vedrete. Non piango

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

La voce di poetella…più tardi

 

 

 

.

 

 

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Queste mattine…

23 venerdì Mar 2012

Posted by poetella in atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, Bellezza della natura, consapevolezza, crescere con l'amore, emozione, foto di poetella, le cose importanti, poesia, primavera

≈ 12 commenti

Tag

fiori, fontana

 

 (foto di poetella)

 

Queste mattine così terse

così promesse di covature e schiuse

così cominciamenti di cinguettii

crepitii nel tepore

stupori di gemme fessurate

e tremanti

 

Queste mattine di poco vento rosato

queste mattine inginocchiate

a pregare non so

pregare il seme il coraggio il filo d’erba

flesso

il fiore la zolla svelata e smossa.

 

Queste mattine imbellettate del pensiero

dei fiori, ansante amante

e ronzii insistenti

e richiami e cicalecci di bimbi

in cortile

voci squillanti di fontana delle grazie.

 

Come faccio

come si fa

come si può ruminare tristezza

 

Starsene zitti e fermi e duri

 

come rami secchi d’inverno.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

.

 

 

.

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lo sai?

22 giovedì Mar 2012

Posted by poetella in basta!

≈ 12 commenti

ti ho aspettato talmente tanto

che

quando verrai

non ti riconoscerò.

credo

…

…

…

 

(by poetella)

Musica!

.

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La bambina sta seduta composta…

22 giovedì Mar 2012

Posted by poetella in atmosfere magice, attesa, crescere con l'amore, emozione, fiabe, nonni, quasi racconti

≈ 10 commenti

Tag

fiabe

 

 

 

 

 

 

 

(foto di poetella)

La bambina sta seduta composta.

Aspetta, guarda e ascolta.

I grandi attorno alla tovaglia di lino spesso. La bambina accarezza il tovagliolo liscio. Guarda e ascolta.

Aspetta, guarda e ascolta.

I grandi coi bicchieri di vino rosso. Il suo è rosa chiaro chiaro. Però è buono. Pizzica sulla lingua, la solletica, poi va giù veloce veloce.

Mica come il pane nel latte che s’impiglia in gola, la mattina.

 

La bambina sta aspettando che nonno Chi viene con me? alzandosi, il tovagliolo arruffato accanto al piatto, il gatto che salta giù dalle gambe, con l’aria seccata e scompare chi sa dove nel buio del corridoio, nel cavo di qualche stanza lontana, una dentro l’altra, una dopo l’altra profumate di lavanda e di cera, come un sogno del mattino, la greca del pavimento che diventa tonda, poi quadrata, poi ancora tonda, poi quadrata e ancora quadrata poi scompare in tanti pezzettini di luce marroni e viola e bianchi e rossi e blu. Coriandoli.

E lei non può più andarci in equilibrio come sulla greca, un piedino dopo l’altro, uno dopo l’altro, col libro di fiabe in testa

a fare la signorina

mentre l’Angelo di Tobiolo coi capelli d’oro le indica una via, dalla cornice nera. E la pendola rintocca lenta i suoi giorni lieti di bimba.

 

La  bambina sta seduta composta,

 ché ha finito di mangiare tutto tutto  e neanche una macchia sulla tovaglia, sul vestitino celeste di organza della domenica, attenta attenta, neanche una macchia sul tovagliolo.

Neanche una macchia sui suoi sogni perfetti di attese e favole vere nella casa dei nonni.

 

La bambina sta seduta composta

poi Chi viene con me? dice nonno. E come guizzano le righette attorno agli occhi chiari. Come brillano d’argento i capelli.

Chi viene con me? ed è già in piedi, alto alto, magro magro. Un mago delle fiabe.

E lei Io! E sorride.

E comincia la festa.

…

…

…

(by poetella)

 

ascolta poetella

 

 

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Lasciatemi andare …

21 mercoledì Mar 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, Bellezza che salva, canti gregoriani, crescere con l'amore, desideri..., emozione, foto di poetella, le cose importanti, musica

≈ 14 commenti

Tag

amore vero

 

 

(foto di poetella)

(dedicata ad A, un amico caro)

Lasciatemi andare all’indietro

all’interno

Note invoco

l’aspiro le ingoio

l’aspetto

Zattera che traversa queste ore faticate

di strapiombi bui e rapide

 

Aspetto nei tuoi spigoli duri

mondo – conficcata sghimbescia –

buona buona tra rumoracci e rintocchi

di selvatico urbano

 

Aspetto silenzio intriso di canto

 

Toccherò, toccherò sponda, tanto.

Terra! Terra! urlerò Griderò finito mare

tempestato

d’affanni inutili. E farò marameo

Marameo innalzata su quelle tue note (grazie!)

crome e biscrome alte alte

Palafitta su nero di palude.

 

Nessuna bestia, nessuna mai

per un po’

azzannerà il mio sereno

 

Ce ne staremo soli

quelle note con me

Quelle che m’hai mandato, amico

Gentile amico. Gentile gentile

 

Pali di castagno. Inattaccati dai tarli

 

Come l’amore vero è dal tempo

…

…

…

(by poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

 

.

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Lo vedi…

20 martedì Mar 2012

Posted by poetella in atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, camminare guardando, consapevolezza, crescere con l'amore, desideri..., emozione, fiabe, foto di poetella, indipendenza, libertà, poesia, speranza

≈ 14 commenti

Tag

gioia, memorie, nube

 

 (foto di poetella)

 

Lo vedi. In ogni nube

stanno mille e mille sguardi

e fanno pieghe fanno rabbuffi e riccioli

avvallamenti

e tracciati

 

lo vedi come c’insegnano

probabilità

sgombro di memorie. Traslochi.

Da non crederci. Solo vapore anche noi

in fondo

Proiezioni di sogni.

 

Così bianche, a volte

così sole. Girovaghe

 

Saltimbanche del cielo

 

E come m’invischio in questo loro

andare

Come lo sguardo mi si fa preghiera

Mi si fa voce. Mano che indica

e chiama.

 

Vado imparando che

non c’è paura, in loro. Non c’è perdita

come nel canto che lascia la gola.

 

Le vedo volare di gioia

verso lo scroscio.

 

Vedo come le aiuta il vento.

…

…

…

(by poetella)

 Ascolta poetella

 

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Parliamone se vuoi, dice…

19 lunedì Mar 2012

Posted by poetella in amore clandestino, assenza prersenza, attesa, consapevolezza, crescere con l'amore, desideri..., foto di poetella, indipendenza, libertà, quasi racconti, saggezza, vecchiaia

≈ 16 commenti

Tag

la primavera, sto bene

 

 (foto di poetella)

Parliamone se vuoi, dice, di questo mio fare forsennato (agita le mani come un vortice) di questo mio non star mai ferma. Parliamone, dice.

Di questo arrabattarmi tra mille faccende. Inutili? Per chi inutili(quasi grida), per me? per loro?

Se faccio vuol dire che non è inutile. Poi, utile, inutile (sbuffando) chi lo sa cos’è utile?

Starci a mangiare il fegato in attese infinite. Questo è inutile.

M’hanno detto che ho gli occhi che sognano e aspettano (dice, con voce cantilenante). Aspettano. Certo. Che altro si può fare?

Che altro possiamo fare noi, gli indomiti. I perenni, sciagurati speranzosi in non so che. In non so come.

(si ferma. Immobile e si guarda attorno) Che dici? L’Archetipo del Viandante. Ah, sì. forse.

Che c’è da aspettare? chiedi che c’è da aspettare, dice.

Che ne so.

Magari la chiusa finale. E buona notte!

Dai, scherzo, dice (sorridendo tenera). Ci sarà ancora qualcosa di bello che non sia questo sperare nel bello. Nell’infocato che accende.

Ma dai, non sto parlando di lui. Ma che parlo sempre di lui? (scandisce le parole)

IO  NON  PARLO  SEMPRE  DI  LUI.

 

E non sto sempre ad aspettarlo. Lo sai, no? Lo sai, te l’avrò detto mille volte. Lui vuole che lo cerchi, che io lo cerchi, senza aspettarlo.

Ma che egoista! Quale egoista! Lo sapevo che dicevi così, dice. Non è egoismo. La pianti di dire che è egoismo?

Solo perché è un altro modo di vivere. Non è il tuo. Incasellato nel dare e avere. Nel pretendere.

 

Noi siamo liberi, dice.

Liberi.

Senza condizionamenti.

Ma sì che sto bene, che non si vede?

Faccio e faccio. Che? Che, dici?

Aspetto?

Ma facevo per dire. Tutti aspettiamo qualcosa. No, dice, non aspetto lui. Non è questo il punto.

Aspetto la primavera.

Lo so. Lo so che quella vera è arrivata. Non è quella che aspetto.

 

Che dici?

Che quella che aspetto io non verrà mai più? Che andiamo verso l’inverno?

 

No.

Non ci voglio pensare.

E non ci penso.

 

Lo vuoi un te? dice. E sorride.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Eddie Vedder – Guaranteed.

 

 

 

 

.

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Nel libricino della primavera…

19 lunedì Mar 2012

Posted by poetella in atmosfere magice, Bellezza che salva, camminare guardando, emozione, le cose importanti, poesia, primavera, saggezza

≈ 6 commenti

 

 

Nel libricino della primavera

a segnalibro

il ramo di pruno selvatico

rosa

nel bianco

dice un innesto di qualche anno fa

nel giardino stupito

a ridere, ridere un colore di fiori

sfacciatelli tra i fratelli modesti e  semplici

e bianchi.

 

E se ne stanno quieti

sfidando il mondo

e le geometrie prefissate

Quieti e forti

di sé, invitti.

 

Ignorati, credo, dai più.

 

Tutti assieme, i bianchi e i rosa

I bianchi e i rosa

eque proporzioni. Capriccioso colore.

Comune linfa

Comune tronco

Comune destino.

 

Irrinunciata identità

sdraiati sulla primavera

senza baruffe

dolci come una tela di Hokusay

senza cadute di fede o vessilli

 

Netti e splendenti

i bianchi e i rosa. Accanto

 

a farmi – farci bello il mondo

…

…

…

(by poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

.

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ancora la mia mania…

18 domenica Mar 2012

Posted by poetella in acquistini di maniaca..., atmosfere magice, Bellezza che salva, foto mie..., poesia

≈ 8 commenti

Tag

canto gregoriano

arrivato oggi a casa…dopo il restauro.

Fine ‘600, inizio ‘700 – L’angelo triste…

(ed io sono felice!)

Canto Gregoriano….

.

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Ma no, non è questo…

17 sabato Mar 2012

Posted by poetella in amore clandestino, assenza prersenza, consapevolezza, desideri..., emozione, fedeltà, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, quasi racconti

≈ 10 commenti

 

 

 

 

                                                      

 

                                                             (foto di poetella) 

 Ma no, non è questo, dice. Mica parlavo di qualcosa in particolare. In generale. Il mio, dice, è un discorso generale.(fa un ampio cerchio con le mani) Parliamone, no? Se no, dice, che siamo amiche a fare?

Sono anni, no? Anni che ti parlo di questa storia. Quanti?(fa come contare con le dita) Uno, due, tre? Quattro? Quattro, dice. Sono quattro anni che ti parlo, ti racconto, ti assillo con questa storia.

 

E adesso te ne esci con la fedeltà. Vuoi che parliamo della fedeltà.

In generale. Certo, dice. Mica relativo a me. a lui. Così(sempre ampio arco con le mani) in generale.

Ma che cavolo ne so io della fedeltà! Dice. Io so solo che se hai uno in testa gli altri, niente. Ombre. Nebbie. Io. Credevo. Mica vero.

 

Pure se c’hai uno in testa da, quanto? Uno, due. Tre, quattro anni. Certo. Quattro anni. Può succedere. Ma no. Non dico che sia successo a me, dice. Dico che può succedere che t’accorgi, una mattina, che stai pensando ad un altro. Magari perché, dice, quello ti sta vicino. Quello ti coccola, dice, ti cerca, ti tiene in testa e magari è pure bello/bravo/ buono, dice.

Ti sta vicino col pensiero, (si tocca la fronte) con le parole. Le cerca le parole per farti sentire che ti sta vicino, belle come lui. Ricche, dice, eleganti. Pure in versi, magari. Ecco, dice, pure in versi…

 

E allora ti viene in mente, una mattina. E a metà giornata t’accorgi che, dice, t’è venuto in mente almeno dieci volte. E quell’altro, quello che due, tre, quattro anni, lui il magnifico, lui che nessuno mai come lui, lui il superlativo, l’amante eccezionale, il bello come un dio, il fuori classe.

Quello, dice, non t’è venuto in mente (si tocca la fronte)da almeno quattro, cinque ore.

Ma che c’entra, dice, che c’entra con la fedeltà?

No?

…

…

…

(by poetella)

 

The entertainer (la Stangata).

 

 

 

 

.

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Cerchiamo una porta…

16 venerdì Mar 2012

Posted by poetella in attesa, Bellezza che salva, Bellezza della natura, consapevolezza, crescere con l'amore, desideri..., emozione, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, poesia, primavera, saggezza

≈ 6 commenti

Tag

ali, bambina, ombre, porta

(foto di poetella) 

Cerchiamo una porta

stamattina

tra i rosa verdi imbrillantati

e l’azzurro

 

Quest’azzurro disteso

senza peccati, sì e senza ombre

d’antiche

rinunce

 

 

Cerchiamo una porta e buttiamole fuori

Scomposizioni di aspettative

stracci, brandelli di E poi?

E dopo?

E allora?

 

Attese da baco muto

Spunteranno mai le ali?

Ci si staccherà?

Staccherà

sorvolando la carne

Sorvolando carne – avido sangue

Solo respiro nel sole

 

come l’uccellino che prima era Ingrid

la bambina che camminò sul pane.

 

Senza risposta.

…

…

…

(by poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

.

 

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haiku? [del vorrei che]

15 giovedì Mar 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, foto di poetella, haiku?, nostalgia, poesia, primavera

≈ 6 commenti

Tag

felix mendelssohn bartholdy, spring song

 

 

Divinamente noi qui

mentre là fuori

impazza primavera

…

…

…

(by poetella)

 

 

FELIX MENDELSSOHN – BARTHOLDY – spring song.

 

 

 

 

.

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a villa Borghese…

14 mercoledì Mar 2012

Posted by poetella in foto di poetella, poesia, primavera

≈ 2 commenti

IMG_5132

è proprio primavera!

 

 

 

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chi lo sa se…

13 martedì Mar 2012

Posted by poetella in crescere con l'amore, emozione, fiabe, mamma, quasi racconti

≈ 21 commenti

Tag

fa freddo, occhi verdi, strada nel bosco

 

 

 

 

 

 

 

 

(foto di poetella)

Le bambine dormono. Ancora.

Due fagotti tiepidi.

Più di un metro di vuoto oltre i piedi, nei lettini.

E già un chiarore. C’è un chiarore sottile che scivola dentro come una fata, tra le fessure delle persiane.

Dev’essere giorno, fuori. Da un po’.

La prima, la grande, si sveglia.

Un quarto d’ora di più, ma è la grande.

Anche pochi minuti contano in certe questioni.

 

Sarà venuta o no?

 

La prima domanda, sotto le coltri pesanti. La trapunta blu. L’altra è rossa. Tutto uguale, solo i colori diversi, per le bambine.

Ché sono gemelle, ma una moretta, vispa come un leprotto, l’altra chiara chiara, fitta di sogni, tutta lentiggini e due occhi verdi verdi,. Da rossa. Come la mamma. Anche se non è rossa.

E vorrebbe somigliare a papà.

Gli stessi colori non va bene, per le bambine diverse.  

 

Sarà venuta o no?

 

Ecco che anche l’altra.

E tirano fuori le capoccette come due funghetti nel bosco.

Si guardano. Si fanno coraggio.

Andiamo a vedere di là?

La grande, un quarto d’ora di più. Lei deve fare da apripista. Sempre.

Lei il coraggio. Lei l’iniziativa. Le che spinge e guida.

È grande.

Mica ci si deve far vedere coi dubbi. C’è la piccola

 

Sarà venuta o no?

 

S’alzano. Vanno. Le vestagliette, una rossa una blu, vanno come in processione. Due folletti minuscoli nellla sconfinatezza del corridoio. Eterno. Una strada nel bosco, di notte. Fa freddo. Forse è la paura.

Ecco la cucina, in fondo. Ecco la luce dell’albero che plic, ploc, plic, ploc, dalla porta a vetri chiama. Come una goccia di elisir magico.

 

La manina della grande sulla maniglia. Occhi alla sorella. Apre.

E negli occhi della piccola lo stupore.  

E guarda anche lei.

Nel centro del pavimento della cucina il tappeto della sala, quello bello coi disegni strani. Tutto coperto di minuscoli vestiti di bambola.

Un intero guardaroba. E calze. E scarpine di pelle, e gonnelline arricciate e camicette e cappellini. Tutto doppio. E cappottini di velluto col collettino di pelliccia e il bottone dorato. Tutto doppio. Anche due borsettine di panno rosso.Tutto attorno ad un armadio da bambole coi cassettini, gli scompartini, le stampelline e sedute accanto le loro  due vecchie bambole, non c’erano bambole nuove. In mutandine e canottiera, le vecchie bambole, tutte pettinate. Pronte per essere vestite.

 

È venuta! La Befana è venuta!

 

Ché mica può averli fatti mamma quei vestitini! Sono troppi.

Mamma va a scuola, la mattina, poi a casa fa tutto lei. E poi papà. E le bambine…le cura. Racconta favole. Aiuta nei compiti…

Mica può averli fatti lei quei vestitini!

E quando?

Di notte?

 

La Befana esiste. Sicuro.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Handel’s Minuet.

 

 

 

 

 

.

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da…”Ioviracconto”, splendido blog….

13 martedì Mar 2012

Posted by poetella in dai blog amici..., poesia

≈ 9 commenti

si consiglia vivamente di leggere questi versi…

(ho fatto pasticci col reblog…. vedo di rimediare…)

Tre movimenti 

 Largo, delle attese

 Nell’estate noi smorti dobbiamo frugare
 Con tenacia, uscendo da tali scomparti
 Di vetro e procedure, certo inabili
 Al suo fandango di magnolia densa.
 Pure mi sono infittito a pensarti
 Nell’aria del mattino, e poi trovato
 Esposto ai tuoi fianchi, al tuo  profilo
 Di pesca, appena esperto sulle gote.
 Ce ne saremmo andati per silenzi
 Rionali, nei giardini che non si curano
 Di chi li ignora e se ne stanno secchi.
 Lì, fra vecchi negozi e portiere occhiute,
 lungo l’attesa sciatta appostare l’amore
 celebrato, tirarlo sotto un poco
 verso gli odori sgomberati ed umili.
 Dirti comunque tutto non sarebbe mai il fatto
 E nessuna parola ci conduce
 Oltre questo varcare l’aria nobile
 Di viale Europa, spaesati nel nostro finire,
 Distratti dai tuoi ricci, dalla tua voce
 Nemmeno peculiare, dal mio scherzare stucchevole.

                        ^^^^^^^^    

                  Agitato, molesto

  Possedere il tuo amore e un indeciso
 orgoglio nel condurti oltre gli uffici
 potenti di cristallo e cubature,
 verso i momenti stolti di un giardino,
 a respirarci nelle bocche e irridere
 con dolcezza i doveri e i dispiaceri.
 Non avrai un altro amore così acceso
 mi dicevano i resti di saggezza.
Tu schiudevi le labbra di signora
sventata e profumata e le promesse
tintinnanti cadevano nel pozzo
della speranza che non ci disseta.

                   ^^^^^^

          Lento, decadente

 A tratti il mio ricordo si divincola
dal corpo, senza lasciarmi del tutto,
mi sorveglia dall’alto con l’acume
ossessivo che tiene il falco infisso.
Avevamo il disordine del frullo
e l’impeto arrogante che precipita
nel peccato, quando nell’ombra
dell’ultima ora ti tenevo stretta
finché i nostri sudori si seccavano
sull’orlo sterminato del coraggio
e il silenzio assolveva il disonore.
Mi piangono addosso, ora, le tue canzoni
ridicole, pittate di colori che stingono
la povera fortuna di non averti
mentre sfiorisci e mentre mi dimentichi.
Riemergo dai sogni col tuo sapore,
senza carne, profumo e conseguenze
e che pure si sperde, nel gorgo
degli attimi, cede alla luce, s’annulla
nell’alone di saziata sventura.

             ^^^^^

di Ioviracconto…

 

Ecco fatto…e buona lettura.

 

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– guarda, eh…

12 lunedì Mar 2012

Posted by poetella in amore?, camminare guardando, consapevolezza, le cose importanti, primavera, quasi racconti

≈ 2 commenti

Tag

fai male

 

(foto di poetella)

– guarda, eh…

– no, dai…(voce piagnucolante)

– guarda, guarda…(aria di sfida)

 

Il braccio teso, leggermente spinto indietro, il sacco

bene impugnato, scende dal marciapiede e lei guarda a destra. A sinistra.

 

– e dai che ti strappi (voce implorante protettiva scocciata)

 

Lei pensa: le macchine. Ora passa una  macchina e se lo porta. Magari! Dai, che magari… poveraccio. Tutto in un attimo.

 

Pensa: ti fai male. Ti strappi la spalla. Poi rompi per due mesi. Le pomate. Gli esercizi contro il muro. Ed i Chiamami il dottore, stamattina, dai. Ed i Mi dovrò operare. Allarmato.

Tutto in un attimo.

 

Pensa: guarda che sole. Che festa. Che spreco.

Tutto in un attimo.

 

Nell’attimo in cui lui porta ancora più indietro il braccio, poi avanti, sciolto, plastico, e molla la presa.

 

Il sacchetto della spazzatura sorvola la strada. Disegna un cavalcavia d’aria e si ficca nell’unico angolo libero del cassonetto aperto e strabordante.

Clock!

 

Lui la guarda fiero.

Eh? Che lancio, dice.

 

Dal balcone del primo piano la vedova Pandolfini Carpetti, in vestaglia un po’ slacciata sul seno, si sporge, sorride, applaude. Civetta.

 

E lei, mormorando

– sai fare solo cose che non servono a un cazzo. E sorride.

 

E non si capisce bene se il sorriso sia mosso da tenerezza o sconforto. O rassegnazione.

O sia mosso da tenerezza, sconforto e rassegnazione.

O rassegnazione, tenerezza e sconforto.

O sconforto, rassegnazione e tenerezza.

 

Cioè, lei lo sa. Chiaramente.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

.

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– Solo una cosa, – aveva detto…

11 domenica Mar 2012

Posted by poetella in camminare guardando, consapevolezza, malinconia, morte, quasi racconti, vecchiaia

≈ 12 commenti

Tag

tempo fa, una voce

(foto di poetella)

– Solo una cosa, – aveva detto,  – anzi, mezza.

Un vecchietto magro magro, cappelletto con visiera e camicia di lino. A quadretti. Due occhietti pizzuti, con la supplica dentro. Lo stupore.

M’ero fermata. Con una certa difficoltà, devo dire. Quasi una frenata.

Cammino sempre molto velocemente, l’avevo sfiorato e stavo per superarlo, ma lui aveva parlato. Fino fino, flebile. Una voce di passero.

Per quello la frenata. Avevo sorriso allora e Dica, con tutta la gentilezza che potevo tirare fuori in quel sole, in quel caldo.

Che non vedevo l’ora di tornare a casa. E  mi si scongelava pure il pesce.

– Mi saprebbe cortesemente indicare da che parte devo andare per piazzale Hegel? Di qua o di la?

L’avevo guardato meglio, sempre sorridendo. Dolce. Cercavo d’essere dolce. S’era perso. Sicuramente.

In mano un telefonino, vecchissimo modello.

– Ma è lontano, da qui… ci vorrà almeno una mezz’ora. Forse più. (io ci avrei messo mezz’ora, ma lui…) Dice a piedi?

– Certo. Non c’è problema per me.

Magro magro. L’avevo visto come procedeva lento. Malfermo. Un passetto alla volta. Ticchete tacchete. Un passetto alla volta.

Come faccio ad aiutarlo, pensavo.

– Che crede? Camminavo molto, io. Doveva avere visto come lo guardavo. Anche se cercavo di non…

– Certo, un po’ di tempo fa, camminavo. Un po’ di tempo…

– Ma è davvero molto, molto lontano. Potrebbe prendere l’auto.

– No, mi sbaglio. Già mi sono sbagliato. Con l’auto. Sbagliato.

– Ma glielo dico io, quale. La porta proprio lì… guardi, lì c’è la …

– No, grazie. Mi dica a piedi.

Risoluto. Ancora la voglia di dimostrarsi che ce la faceva.

Che tenerezza. No. Non era tenerezza. Era pena.

Così magro, ben vestito. Magari a casa c’era una moglie, una vecchia che già stava pensando ma che fine ha fatto. Già brontolava, con la tavola apparecchiata. Per non preoccuparsi. O un figlio, o una nuora insofferente. Magari era uscito per starsene un po’ in pace. E s’era perso.

Con quel sole. Con quel sole che mi splendeva addosso, io, col mio vestitino a fiori e le goccioline di sudore che mi brillavano sulla scollatura. E la gonna larga e il fiocco a stringere la vita. Io spavalda, allegra.

Sentivo una scheggia in gola.

– Allora, guardi, vede lì, quel carrozziere? Deve girare a destra

– Destra.

– Sì, la sua destra e poi andare sempre dritto. (mi capirà?) Seguire la strada. Che fa tanti ghirigori, ma la deve seguire. È tanta… ma arriva. Poi deve chiedere.

– Destra

– Sì, lì a destra, ma chieda, poi

– Chiedo, sì. Grazie.-  E s’era incamminato, via, alle mie spalle.  Ticchete tacchete.

Mi sentivo colpevole. Che potevo fare, però. Pure il pesce che mi si scongelava.

Magari l’accompagno. Ma no, come faccio. Magari lo metto sull’auto. A quell’età neanche deve pagare il biglietto. Quanti anni avrà avuto. Tanti. Ottanta. Novanta.

M’ero fermata. Ero rimasta due  minuti immobile. Tutti pensieri accavallati e la busta della spesa che pesava. Però sono giovane, in fondo, ancora. Ce la faccio. E la busta è bella pesante.

Ero così allegra, prima. Cavolo. Quasi cantavo. Anzi, mi sa che proprio cantavo, poco prima di vederlo.

Torno indietro. Ecco.

Non lo vedo. Poi, lì. Era vicino ad un ragazzotto. Quello, col suo telefonino in mano. Stava facendo un numero. Lui vicino, aspettava. Forse starà chiamando i suoi. È salvo. Lo verranno a prendere. Si prenderà i soliti rimproveri, povero vecchio. Chissà quante gliene dicono.

Improvvisamente un’idea mi s’è stagliata in testa. Come scritta davanti.

A fuoco, sulla pietra dei miei pensieri. Tipo tavole della legge.

Ecco, prima di diventare vecchia, m’ammazzo.

Sicuro.

Appena m’accorgo che ci siamo quasi, m’ammazzo. E buona notte.

…

…

…

(by poetella)

Borodin – In the Steppes of Central Asia

 

 

 

 

 

 

–

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Fastidioso questo vento di marzo…

10 sabato Mar 2012

Posted by poetella in atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, consapevolezza, desideri..., emozione, le cose importanti, malinconia, paura di non amore, poesia, primavera

≈ 8 commenti

Tag

azalea, gemma, perdono

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 (foto di poetella)

 

Fastidioso questo vento di marzo

e ancora non ci sono petali

in giro, è presto per la voglia di spogliarsi

o tardi

Non è tempo, insomma.

Chissà mai se…

 

e non ci resta che andarcene per

musei a fare Bellezza

[prenotiamo, dai]

 

quella che non mi trovi più addosso

quella che non cerco più

in te.

 

E si finge, si finge che basti

questo tepore incosciente o lo sbucare

sul ramo legnoso dell’azalea

nel nostro micro balcone

d’una minuscola gemma

custode di foglia

o di fiore

Piccola piccola verde verde di perdono

…

…

…

(by poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

 

 

.

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la promessa…

09 venerdì Mar 2012

Posted by poetella in amore clandestino, amore?, atmosfere magice, consapevolezza, crescere con l'amore, emozione, malinconia, quasi racconti

≈ 12 commenti

 

 

 

 

 

 

 

 

(foto di poetella)

 

– Senti…

Lo guarda. Lo guarda sorridendo. Non vuole che…

 

– Senti…

La voce è morbida. Intenerita. Una preghiera speranzosa.

E fuori diluvia.

Una battaglia di titani. Fragorosa.

Ed è già scuro.

 

Lui si gira, la moka in mano. Avvita e guarda. Sorride.

E lei, quegli occhi, quegli occhi le sembrano più grandi. Più larghi. Distanti.

Quegli’occhi si prendono tutta la luce, la risucchiano come in un vortice.

Gliela buttano addosso. Un lampo azzurro.

Quello sguardo, la vastità. Mare, ecco. Mare. Oceano. Da sperdersi, naufragare senza speranza.

Senza coste.

Senza progetti.

Senza avvenire.

È come se quando lo guarda lei dovesse dilatarsi.

Per contenere tutto quell’azzurro. Accoglierlo e affogarci.

 

– Cosa? Dice lui.

 

Lei rimette a posto il fermaglio delle perle, sul collo. S’era girato, prima.

Prima, quando il mondo si rivoltava e loro dentro. Centrifugati.

Prende in mano il cucchiaino d’argento e ci si guarda dentro. Forse per riposarsi da quello sguardo. Continua a sorridere. Nel cucchiaino vede le sue labbra. Niente più rossetto. Ma sono ancora rosse. Sembrano più grandi. Dev’essere il cucchiaino che …

 

Poi lo guarda. Dritta in fondo a quel mare. Sente le onde.

 

– Quando andrai via non…

– (…)

– non me lo dire.

– non lo so quando andrò via. – e sorride, scuote  un po’ la testa, come quando si legge una poesia malinconica

 

– quando lo saprai

– va bene.

– Non lo voglio sapere, ok?

– va bene.

– Neanche il giorno prima. Che parti.

– Va bene.

– Prometti. Sparisci. Prometti?

– Va bene. – e accende il gas.

 

La luce del lampadario giallo gli piove sulle spalle nude. Brillano.

La luce crea disegni, un solco sulla schiena.

La luce gioca coi suoi muscoli. Di  efebo classico nel suo tempio dorato.

Ombre fonde sulla pelle chiara.

 

Si gira ancora. La guarda.

Dove finisce lo sguardo azzurro comincia quello verde.

Un mare che accoglie il fiume.

Un fiume che cerca il mare. Per svanirci dentro. Finire lì. Mescolato al mare. Diventato mare.

 

Restano così.

Nudi e muti.

Ad aspettare il caffè. Che gorgoglia e sbruffa.

 

Mentre fuori la pioggia s’accanisce sul mondo e sul piccolo tavolo bianco in balcone.

 

E la grandine rimbalza violenta e schizza via. Lontano. Chissà dove.

A sciogliersi.

…

…

…

(by poetella)

 

.

Evgeny Kissin plays Scriabin Etude op.8 no.12

 

 

.

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Ecco, aveva chiuso la porta…

08 giovedì Mar 2012

Posted by poetella in 8 Marzo, consapevolezza, crescere con l'amore, indipendenza, le cose importanti, quasi racconti

≈ 17 commenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(FOTO DI POETELLA)

 

Ecco, aveva chiuso la porta.

Stava ancora sorridendo.

Casa in penombra.

Adesso in palestra. Gliel’aveva detto. Che fai ora, aveva chiesto lei, mentre si rivestiva. Vado in palestra. E lei l’aveva guardato sorridendo. Ma non sei stanco? No, aveva risposto.

No. Non era stanco. E andare in palestra gli piaceva.

Sudore, tensione dei muscoli. Forza. Pensare, oppure no. Sollevare pesi. Tenere lontana la morte. Misurarsi.

Ecco. Misurarsi. Lì almeno aveva chiare le sue potenzialità. Le possibilità. Dove poteva arrivare. Il limite da superare. Se ce n’era uno. Ma ce n’era sempre uno. E con lei?

S’era un attimo fermato, lo zaino azzurro appoggiato sul letto e in mano l’accappatoio. Il letto.

Era un disastro. Aveva preso un capello, lungo. Se ne stava sul cuscino a testimonianza. Se l’era tenuto in mano. Un po’. Guardandolo.

 

No. Non voleva pensare a lei, adesso. A prima. Prima era prima. Ora non si pensa. Non si pensa più a lei fino alla prossima possibilità.

Le scarpe da ginnastica. La tuta. Meglio quella leggera. È ancora caldo. Controlla se c’è il flacone del bagno schiuma. Non c’è. Ne va a prendere uno nell’armadietto del bagno. Il bagno è perfetto. Tutta casa è perfetta. La mette sempre in ordine quando viene lei. Pulisce tutto. Anche il lavello d’acciaio. Lo fa brillare. Questione di dignità, aveva detto una volta.

Lei gli aveva risposto che non conosceva nessun uomo dignitoso come lui, passandogli le mani lungo la schiena.

Che non conosceva nessun uomo come lui. Che disperava di conoscere un uomo come lui. Mai più. E gli aveva dato un piccolo morso su una spalla. Nuda.

 

No. Non deve pensare a lei. Lui sa come si fa. Conosce il metodo. Tutto quel desiderare, quel soffrire. Che gli altri pare che ci sguazzino in tutta quella bramosia. Sospiri. Tensione e veglia. Attenzione per tutto il resto assente. Tutto decolorato da un  unico interesse, un unico spasmodico desiderio. Lui no.

 

Quando era a un attimo dal raggiungere la soddisfazione, ok, allora ci poteva pensare. Se no, niente.

E chissà quando se ne riparlava, di stare di nuovo insieme.

Ma lui aveva l’interruttore. Spento. Acceso. Spento. Acceso. Ci penso. Non ci penso.

Lei diceva che gliel’aveva insegnato a fare così. Era stato il suo maestro. A forza di dolore e disperazione. A forza di strilli e tagli al cuore. A forza di assenze. Di distacco. E con la straordinaria, intensa presenza, quando c’era. Tutto per lei.

Aveva imparato. E funzionava. Proprio un metodo efficace. Diceva lei.

 

E adesso lui non ci pensava. Pensava di non pensarci, più che altro.

Ché ce l’aveva ancora davanti. Ancora addosso e dentro.

Sei di burro, le aveva detto prima, ricordava. E la vedeva. Bianca e morbida. Tenera. Accogliente.

Sto facendo tardi. Zaino pronto. Il telefono? Non ricordava se avesse riattivato i toni. Probabilmente no. Se no avrebbe sentito il suo messaggio. Glielo mandava sempre, prima, prima che “cambiasse” come diceva lei. Prima che capisse. Trovato il telefono. Riattivati i toni. Niente messaggi. Arriverà. Arriveranno quelle sue frasi. Una delle sue. Ci sa fare con le parole. Le parole l’avevano preso, all’inizio. Prima della sua pelle bianca. Prima degli occhi e di come si sentiva, con lei. Le parole. Quelle che sapeva dire. Come ci giocava. Avrebbe mandato un messaggio, sicuro. A ricordare qualche particolare momento del prima. Uno qualsiasi. Magari uno che lui non ricordava. Ma no.

Li ricordava tutti. Attimo per attimo. Da quando aveva aperto la porta e lei era entrata come la primavera. Come la luce del mattino dopo una notte di febbre.

Sorridente e festosa e l’aveva coperto di baci. Piccole raffiche. Come di bambina.

La finestra non la apro. Quando torno voglio sentire il suo profumo, aveva deciso. Ok. esco.

 

Il telefono non squillava.

 

…

…

…

(by poetella)

 

(piccole donne crescono ancora…)

 

Que sea sera – Connie Francis

 

 

BUON OTTO MARZO, DONNE!

 

 

.

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Scherzetto di primavera…

07 mercoledì Mar 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, Bellezza della natura, crescere con l'amore, emozione, le cose importanti, poesia, primavera

≈ 14 commenti

Tag

il mattino

 

 

 

 

 

 

(foto di poetella)

 

S’interroga il mattino

con quelle luci da passerella

laborioso tra i rami

con cori e ricami di feste

d’amore

 

S’interroga, vedi? davanti allo specchio

in forma di ramo di gemma

in forma minuta di fiore

 

Acrobazie d’ornamenti

spolverate di sole

che fischia lusinghe.

 

Lui chiede ma io

io che so, io rispondo.

Io dico che

Mattino, sì, tu sei bello

Sei bello come un re col castello

 

ma ce n’è uno che

lo conosco

uno che

è più bello, più bello di te. Invidialo.

…

..

…

(by poetella)

 

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

.

 

 

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– Allora? Come va? dici…

06 martedì Mar 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, attesa, crescere con l'amore, emozione, le cose importanti, primavera, quasi racconti

≈ 8 commenti

Tag

innamorata, prima volta, sto bene

 

 

foto di poetella

 

– Allora? Come va? dici.

E sorridi.

Mi ficco in macchina, scappando da un vento… da un’acqua…

Rimetti in moto. Riparti. Calmo, sempre calmo, tu.

E io, sorrisetto stampato e  capelli tutti sconvolti. Peggio di me. i capelli.

Me li sistemo con le mani. Mi butti uno sguardo.

Faccio la finta calma. E sto morendo.

Tieni, dici, e mi dai un biscottino.-  Li fanno da me. È buono! Mangia!

Cinque mesi!

Ma sono volati, cacchio. Chi se n’è accorto che sono passati cinque mesi?

Da quella prima volta? Che poi come t’è venuto di cercarmi. Anni e anni…

E poi?

Mica mi sei venuto in testa, quasi mai. Quasi. In tutto questo tempo…

 

Ci vediamo i primi della prossima settimana…dicevi e sparivi per due anni. Per tre.

Per quattro.

Facevi così, tu. Fai ancora così, pare. Quindici ne sono passati. E non ce l’hai in faccia. E io?

Che traffico. Che acqua. Bello stare in macchina.

 

Eravamo ragazzi. Che gli frega del tempo ai ragazzi? Ce n’hanno… ma ora?

 

– Stai bene, dici.- Ti trovo bene.

Sto bene sì. Anche troppo. Ma perché così tirata?

Che ci conosciamo da quarant’anni? Mi trema un po’ la bocca.

Me la sento che vibra. La bocca. Speriamo non si veda.

Tanto mi sgami. M’hai sempre sgamato. Quasi sempre.

 

Parliamo… c’è un traffico pazzesco.

– Dove andiamo? dico,  è presto per la pizza.

Piove.

Sempre più forte.

Fisso il tergicristallo per non guardarti.

È assurdo. Ti  vedo e hai ancora sedici anni.

Chissà se anche tu…

 

Che m’ero proprio innamorata di brutto a sedici anni. Tu no. Ma andava bene lo stesso. Va tutto bene a quell’età. Quando ci ripensi.

C’ero stata così male quando ci eravamo lasciati…un anno a piangere.

Madonna! Poi ero guarita. E poi eri ricomparso…

E m’era ricominciato tutto. Ogni volta. Ogni volta così.

 

Ma che penso a tutte queste cose! Sono sdoppiata.

Parlo e penso altro. Vedo un film. Sto bene, però.

Che storia!

Ci vediamo un giorno della prossima settimana, dicevi.

E sparivi per un paio d’anni.

E io…riguarivo.

E poi ci ricascavo. Mi bastava vederti.

Che mi eri pure apparso, una notte e m’ero spaventata da matti. Che mica dormivo…

Dice che queste cose succedono a persone particolarmente predisposte.

Ma io m’ero spaventata uguale.

 

E si faceva l’amore come bestioline. Come mi piaceva fare l’amore con te.

Adesso non te lo dico, però. Tanto lo sai.

E poi mi pentivo. Profondamente. E mi andavo a confessare.

 – Devi allontanare da te quest’uomo, ragazza. Beato te, pensavo, mentre il prete parlava… beato te!

Tanto s’allontana lui.

 Mi chiedevo sempre se contavo, per te. Ma che importava, in fondo?

Tornavi.

 

E poi…persi. Tanto, tanto tempo…anni, anni, anni…una vita.

Che cacchio t’è venuto in mente di cercarmi ancora?

 

– Andiamo a casa mia?

Dici. E mi  sento morire.

– Ma perché, ce l’hai ancora una casa, qui? Non l’hai venduta?

– Ce l’ho, dici, ci andiamo?

– Ok.

 

La macchina , adesso, s’intrufola nella pioggia. Sembra un’astronave. Piena di ossigeno rarefatto. Sto bene. Parliamo come se non ci fossimo mai salutati.

Ce ne sarà di cose da dirci. Dopo…

 

Strano. Ti sento più vicino di allora…

 

Chissà stavolta come butta…

…

…

…

 

(by poetella)

 

An Affair To Remember-Emile Pandolfi

 

 

.

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Non te ne andare…

05 lunedì Mar 2012

Posted by poetella in desideri..., emozione, fiabe, le cose importanti, poesia, speranza, voglia di sscrivere

≈ 8 commenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(foto di poetella)

 

Non te ne andare

parola

resta, resta con me parolina bella

a ricamarmi la veste

di piccoli punti

e forellini di luce.

Parola che colora

Che segna

Che impregna

 

Resta, resta con me

fammi

giocare coi tuoi riccioli folti

fatti pettinare buona buona

e sorridi

paroletta gentile

 

Sono tutta un’attesa di te

Tutta protesa

Tutta scoscesa di punti di suoni

Scalinatella verso il mio cuore

 

Stammi nelle mani

parola, negli occhi

Stammi sulla testa

 

benedizione commossa di madre

…

…

…

(by poetella)

 

 

[oggi non ho tempo di registrare… 😦  ]

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Tracciata in cielo…

05 lunedì Mar 2012

Posted by poetella in atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, Bellezza della natura, consapevolezza, crescere con l'amore, emozione, indipendenza, le cose importanti, poesia, primavera, saggezza

≈ 6 commenti

Tag

bianco, luce

(foto di poetella)

Tracciata in cielo

a pastelli grassi su ruvido

a spruzzi di bianco

di luce che ride

questa calma ritrovata

 

Ho riposto matita e calendario

Spento la lampada alla finestra

Aperta la radice del cuore

con lama sottile nella carne

 

Non servirebbe neanche il  canto,

adesso,

questo canto, il trillo del volo

il tramestio tra i rami

 

che conosco

che conosce e vive e palpita

di questo primo tepore

di liberazione.

Non servirebbe adesso

 

E dicono che

parrebbe difficile

nel fragore d’acqua di dubbi, di tuono

negli scrosci di grigi e sconforto

e delusione in bocca

 

nelle macchie di nero, di solo

nelle nebbie che velano la retta via

 

dicono che parrebbe strano scoprire che c’è

dietro, invece, un’immensità libera  

vorticante

Ché basta aspettare un po’, dico io

 

Appesi bene bene a se stessi, e

…

…

…

(by poetella)

 

 

Più tardi…la voce.prometto!

 

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il mio ranuncolo….

04 domenica Mar 2012

Posted by poetella in Bellezza che salva, emozione, foto mie..., le cose importanti, poesia, primavera

≈ 12 commenti

ma non è meraviglioso?

Ok…mi arrendo alla primavera….

 

 

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