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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

Poetella's Blog

Archivi Mensili: Maggio 2012

‘n accidenti…

31 giovedì Mag 2012

Posted by poetella in amore?, basta!, consapevolezza, foto di poetella, le cose importanti, libertà, malinconia, quasi racconti, saggezza

≈ 11 commenti

(foto di poetella)

ascolta poetella

 

 

Il distacco. ‘n accidenti proprio. Imparare il distacco. Andare verso il distacco. Guadagnare il distacco (s’accende una sigaretta. Aspira fondo, la testa un po’ indietro, poi butta fuori tutto il fumo).  Quale cacchio di distacco? Siamo umani, no? Bipedi (guarda sua sorella, che tace). Camminiamo. Vogliamo il duro sotto i piedi. Ci serve.

 

Altro che distacco. Visto mai uno che cammina per aria? Come gli amanti o le mucche di Chagall? Visto mai? (sua sorella non parla. La guarda. Non fuma)

 

Io mi sarei proprio scocciata di tutte queste stronzate sul distacco. Sul lascia che sia. Sul vivi l’adesso. Ma sì, cavolo, sì che lo vivo l’adesso. Come no? Mica mi serve che me lo ricordino. Che me lo consiglino. L’adesso si vive sempre. Finché si vive(la guarda. Quella, zitta. La guarda, fuma e parla). C’è qualcuno che non lo vive, l’adesso? Ti risulta?

 

È che vogliamo sapere. Vogliamo controllare. Vogliamo qualche drittina su quanto durerà quest’adesso. Sia che si voglia che finisca, sia che continui, ‘sto cavolo di adesso.

(e la sorella zitta, buona, beve il tè e guarda una farfalletta che svolacchia sui gerani)

 

Ma sì, sì, sì, sì! Certo che si vivrebbe meglio. Meglio, a non avere bisogno di programmare, pronosticare, o magari solo prevedere, con un piccolissimo margine di dubbio.  Senza andare a cercare conferme da tutte le parti. Meglio, si vivrebbe. Senza cercare nei fondi del caffè o nei rametti di millefoglie.

 

Ma come fai? Come cazzo fai? Balle, il distacco. Balle.

Vaglielo a dire a  quelli che gli è crollata la casa, la vita addosso. Vaglielo a dire a loro, il distacco.

O vienimene a parlare tra un po’.

Quando sarò vecchia. E lui non ci sarà più.

 

Sai che risate.

…

…

…

(by poetella)

 

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Poi era scappata via…

29 martedì Mag 2012

Posted by poetella in amore clandestino, amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, Bellezza che salva, biografia..., crescere con l'amore, emozione, fiabe, foto di poetella, quasi racconti

≈ 6 commenti

(foto di poetella)

 

Poi era scappata via, la porta che si chiudeva dietro di lei, ancora il sorriso.

Le scale, a piedi. Troppo ferma, in ascensore. Doveva camminare. Muoversi. Veloce.

Al primo pianerottolo, una sigaretta. E giù, di corsa, per le scale. Fino a fuori. Ancora chiaro. Neanche una nuvola. Gente in giro. Gente ferma a chiacchierare. Gente che entrava nei negozi.

E lei che scivolava come un’ombra. Le sembrava di sorvolare il terreno. Di scorrere come fiume calmo, colmo. Lento. Consapevole.

Tutti i gesti, le parole, Che bella che sei! Tu, bello, tu! Lo sfiorarsi, il serrarsi, il guardarsi. I capelli sugli occhi, la pelle sotto le labbra. Le mani. Le mani! Le gambe, le braccia, il collo, le spalle, quel petto largo, l’impasto di sussurri, il sudore. Quel darsi parossistico. Come fosse la fine.

Straziarsi. Sfinirsi. Sfibrarsi. Provvista di piacere. Di Bellezza.

Tutto che le rimbombava dentro, che cantava, che urlava. Coccolava, addolciva. Ancora  di più.

 

Ripensava a tutto e tornava a viverlo. Le parole! Tornava a viverle, per strada, alla fermata dell’auto. Riascoltava quella voce. Sull’auto, tra gli scossoni, i fiati, la stanchezza e gli odori della giornata degli altri. E il suo profumo. Ancora il profumo addosso. Il profumo che copriva tutti gli altri odori. I pensieri che coprivano tutti gli altri pensieri. Le sensazioni ancora nella carne, che coprivano tutte le sensazioni. Poi in metro. Aveva aperto il libro, ne  portava sempre uno  dietro,  poi richiuso. Niente libro. Non c’era posto per niente.

Tutta la mente occupata a rivedere, ricostruire, riproiettare percezioni, emozioni, sussulti di meraviglia.

Niente libro. E niente messaggio. Silenzio. Aveva imparato.

Granello  a granello, riedificava il desiderio.

Lo nutriva. Lo custodiva e alimentava.  Fino a

…

…

…

(by poetella)

 

Ciaikowski – Panorama

 

 

 

 

 

.

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avrei dei validissimi motivi per…

28 lunedì Mag 2012

Posted by poetella in attesa, biografia..., consapevolezza, foto di poetella, le cose importanti, Mahler, malinconia

≈ 6 commenti

…stare  allegra.

Uno, almeno, uno molto, molto valido.

e invece… me ne sto qui a struggermi con questa musica, ed il ricordo della pioggia che poi, adesso, ha smesso…

Ma io lo so cos’è. Lo so cosa m’ammolla i pensieri. Lo so cosa m’affievolisce l’allegria che dovrei, sicuro che dovrei avere. Oggi.

lo so.

E adesso lo dico: sono due giorni che non riesco a scrivere un cacchio. E sì che ne avrei di idee…ma mi sfuggono. Non si fermano. Non le catturo.

Beh…ascoltiamo la musica, va…

Mahler – Adagietto della 5ª sinfonia

.

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Finito!

27 domenica Mag 2012

Posted by poetella in Louis Ferdinande Cèline

≈ 12 commenti

 

sette giorni per 554 pagine di pura meraviglia!

adesso mi prende lo sconforto.

Non riuscirò mai a scrivere così. Cacchio schifo.

 

Pazienza.

Non mollo lo stesso.

Ecco.

 

 

(by poetella)

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poetella indomita…

26 sabato Mag 2012

Posted by poetella in amore?, un nuovo romanzo.

≈ 15 commenti

(foto di poetella)

…sta provando a scrivere un altro romanzo. Una prova difficile. Vuole scrivere in prima persona…o forse in terza, non sa, ma la cosa singolare è che …sarà un uomo! Sì, il protagonista dello scritto è un uomo.

Riuscirà, poetella, nell’intento? Vedremo!

Intanto, questo l’incipit…

—————————————————————

– Bene. Questo è fatto. Qui, qui anche. E anche qui, ok. Accendiamo questa. E si esce.

Si esce. Parla da solo.(Parlo da solo)

Si guarda attorno, la mano sulla porta di casa, già sul pianerottolo. Tutto a posto. Finestra socchiusa, persiane accostate. Il crollcroll – crollcroll della lavatrice, canto solitario, nel silenzio. Niente giacca. È caldo. La chiave, chiude casa

Uno, due, tre, quattro. E ciao. 

Scende a piedi, mentre l’ascensore galleggia scivolando nella gabbia di ferro battuto, da un piano all’altro, da un piano all’altro, lento, scricchiolante. Faccio prima a piedi, pensa. Faccio prima. E fuori, sole.

                                 L’edicola. Una signora che chiede giornali coi concorsi. Quanti ne sta comprando. E cerca sul banco, cerca appesi agli stand, cerca nella vetrina dietro il banco. Rovista e cerca. Estrae, controlla, rimette a posto. Gli occhi mobili. Cerca, prende. Non finisce mai. Tutte probabilità di sicurezza. Ecco, tocca a lui, pare.  Quella sta pagando. Repubblica, grazie. Preso. Paga. Col giornale sotto braccio, adesso, sigarette in tasca. Che giornata. Che cielo. Roma. E tutto il tempo che vuole.  Davvero tutto il tempo. Almeno quest’oretta passerà. Spera. Scorrerà via come acqua verde di fiume. Quello che adesso sta guardando mentre cammina lento, quello che scorre sotto il muretto basso.

Roma è una festa di sole, il fiume che sussurra oltre i platani che tremano di foglie e foglie, grandi, stese al vento e ombreggiano la strada, le macchine parcheggiate, chi passa correndo in calzoncini corti e sudore e i suoi pensieri. Tutto all’ombra. Gli piace l’ombra. È discreta. Timida. Amabile. Amica.

                             Poche macchine a quest’ora sul lungo Tevere. Sono già tutti a lavorare. O ancora a casa. O in giro, da un’altra parte. O dove diavolo vogliono. E il fiume scorre rilassato dietro i campi da tennis, sdoc, sdoc, le palline ritmano la calma, sdoc, sdoc, e il fiume se ne frega e scorre carezzando l’argine, cantando piano.

                               Lui, veloce, il fiume se ne frega, verso il piccolo bar coi tavolini sotto il tendone verde a righe. Con le sedie di ferro battuto e i fiori freschi nei vasetti. Di campo. Ma dove andranno, per prati, a cercarli? Gran bel bar. No, piccolo bel bar. E si vede il fiume. Che se ne frega, appunto. Impara, ragazzo. Impara. Ecco, vede la tenda verde.

[…segue]

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poetella è indaffaratissima!

24 giovedì Mag 2012

Posted by poetella in comunicazione di servizio, le cose importanti

≈ 42 commenti

sta correggendo le bozze del suo romanzo.

 

probabilmente per un po’ non scriverà…

sorry!

 

baci a tutti

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Quando me ne sto qui…

22 martedì Mag 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, foto di poetella, poesia

≈ 13 commenti

(foto di poetella)

 

Quando me ne sto qui

e fuori che piove e piove

impreca l’acqua, sbraita e sbuffa

s’azzuffa

 

c’è una tale quiete dentro – strano –

un calore un tepore di culla

in questo mio stare acquattata

 sprofondata

nel palpito d’acqua

 

a pensare a te

che lontano disegni d’azzurro

l’aria che respiri

e ti respira. Beata.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

 

.

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poetella legge Mariangela Gualtieri…

22 martedì Mag 2012

Posted by poetella in Mariangela Gualtieri, poesia

≈ 4 commenti

Ascolta poetella

 

 

Non so se il vento ha un colore

non so se il vento nel suo

manto di polveri, in quel suo

frettoloso scostare e sbattere

troppo impaziente per le mie

celebrazioni, non so

se il vento con le sue vocali

soffiate sotto la porta

abbia la sgarbataggine a volte

di certe mani grossolane

o sia piuttosto un capitano

di vele battagliere su onde

spaventose. Se il vento abbia

in sé più fiato della folla dei morti

e ceneri e pollini viaggiatori

insieme all’ape

se il vento con le corolle

non faccia turpi balletti

scendendo di sotto nel campo

slabbrato d’attesa

e ingravidi tutte le bocche

di questa primavera col suo

rotondo di spire con riccioli

di vento e refoli e plotoni

d’aria e battaglioni che si gettano

increduli in tanta larghezza

di tanta fiduciosa attesa

di piante morbide

che piegano o favolisticamente

inclinano le chiome al sovrano

che senza parlare precipita e comanda.

 

 

Da BESTIA DI GIOIA di Mariangela Gualtieri

Einaudi  2010

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Non importa…

21 lunedì Mag 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, consapevolezza, crescere con l'amore, desideri..., foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà, poesia

≈ 22 commenti

(foto di poetella)

 

Non importa.

Me lo dico e ridico. Convinta. Non importa

Non ti cerco, non chiamo. Non scrivo. Ho da fare parecchio.

Le mani occupate. Tutt’e due.

Uno due tre quattro. Cinque giorni. Sei giorni

Sette otto.

Non mi lascio impressionare dalla voglia.

Che si rimescoli il vortice.

Che cresca il monte. Si sollevi. Viaggino tutte le barche.

Carico scarico. C’è da fare parecchio.

Questo il segreto di Pulcinella.

 

Senti come non scrivo? Vedi?

Senti come s’allarga il vuoto? Lo senti?

Senti l’elastico della fionda?

Come tira? Tira ancora, dai. Tendi al massimo.

 

Questo voglio.

 

Non fanno per noi le pantofole a quadretti.

L’armadio in comune, carta di Varese e lavanda.

Non se ne parla proprio.

Niente Che vuoi a cena?

Noi, niente vestaglia, niente pigiama.

Niente consumato, messo due volte.

Ripiegato per dopo.

Tutto perfetto. Depilato. Profumato.

 

Vuoi trasalire? Eccomi.

Ti vuoi stupire? Vuoi la grande onda?

Eccomi.

Quando sarà. Improvviso come il lampo.

Come il tuono.

Nuovo. Una lingua sconosciuta. Musica.

 

Quando sarà.

 

Quando l’acqua sarà quasi al petto, al collo, al mento.

Quando sarà vuota, più vuota del vuoto più vuoto

di rimbombi, la stanza dei giochi.

Lo sai che so giocare, no? Sono maestra.

Quando urlerà di voglia, tremerà, smanierà la stanza dei giochi.

 

Quando mi suonerà il tuo Mi manchi.

Prima no. Non cerco. Non chiamo. Non scrivo.

 

Contaci. Sono la tua strega.

…

…

…

(by poetella)

Ascolta poetella

 

 

 

 

.

 

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e adesso…

20 domenica Mag 2012

Posted by poetella in emozione, felicità, le cose importanti, Louis Ferdinande Cèline

≈ 2 commenti

si comincia!

…silenzio

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Avevano fatto un patto…

19 sabato Mag 2012

Posted by poetella in libertà, quasi racconti

≈ 18 commenti

Tag

buio e silenzio

(foto di poetella)

Avevano fatto un patto.

Solo buio e silenzio.

Non si sarebbero conosciute, prima, le due donne,

Dopo. Dopo, sì.

Lei sarebbe arrivata a casa sua. Di lui. Dell’amico.

Amico, poi. Beh, sì. Amico.

Treno, tre ore di viaggio. Taxi fino a casa. Poi, davanti alla porta, un trillo di cellulare. Lui avrebbe aperto. Al buio. Senza parole.

Poi, il resto.

Aveva accettato. Voleva distruggere il buio pesto che aveva in petto, in quei giorni. Voleva cancellare il pensiero fisso. Lo strazio. La paura della perdita definitiva.

Aveva accettato. Emozioni forti, ci volevano. La vita normale non bastava a bruciare tutti i sogni spezzettati.

Follia. Ci voleva follia. Questa cosa era quella giusta. Aveva accettato.

In treno si godeva il viaggio. Aspettava.

Conoscere una donna strana. Che sarebbe stata al gioco. Mai vista prima. Non sapeva neanche se fosse bella o brutta.

No. Impossibile, brutta. L’amico aveva gusto. Gusto raffinato.

Il sole spadroneggiava sulle campagne. Sarebbe arrivata col caldo del mezzogiorno. Con la luce accecante del mare. Ma non in casa, la luce. Come cavolo avrebbe fatto lui ad oscurare tutto?

Diceva che sì, sarebbe riuscito.

Le veniva quasi sonno col dondolio del treno. Sensazione di potenza, di libertà, viaggiare da sola. Cercava di non pensare. Di non tirare fuori ricordi. Di cancellare. Stava andando a giocare.

 

Arrivata nella minuscola stazione, aveva trovato il taxi. Uno solo. Bastava.

Una donna guidava. Chiacchiere. E dove va? Sola sola? Ospite? Amici? Chi?

Lei era rimasta sul vago. Discrezione.

S’era fatta lasciare nella piazzetta. Poi era scesa da una scaletta stretta stretta, fino alla casa. Dietro, il mare. Calmissimo. Azzurro.

Aveva preso il cellulare e fatto il numero dell’amico. Uno squillo. Basta.

Poi s’era avvicinata al portoncino. Era socchiuso. La porta. Socchiusa. Era entrata. Buio pesto, negli occhi ancora il sole di fuori. Di luglio.

Due mani l’avevano guidata. Sentiva il profumo della pipa. Il profumo noto dell’amico. Sentiva i tappeti, sotto i piedi. Silenzio. L’amico le aveva fatto scivolare la giacca a terra. Poi la camicia. Poi tutto il resto. Non sapeva dove cadevano le cose. Ci avrebbe pensato dopo.

Presa per mano e condotta, dove? Il centro della stanza, forse. Ricordava la stanza. Grande. Quadri, tappeti. Piante. Porcellane. Sperava di non far danni. Le mani dell’amico continuavano a sospingerla con garbo. Sedersi a terra. Il tappeto era molto morbido, sotto la pelle nuda. Anche lui s’era seduto. Silenzio.

Silenzio. Buio e silenzio.

Poi un trillo di cellulare.

Aveva sentito l’amico alzarsi. Un fruscio. Poi la porta. Una sottile lama di luce e una sagoma che scivolava dentro. Le sembrava avesse le sue stesse proporzioni. Ma poi, buio. Di nuovo. E silenzio.

Poi immobilità.

 

Chi sei? Chi sarai? Come sarai? Non vedo niente. Poi, le mani. Le mani di lei , l’altra a cercare le sue. Piccole. Piccolissime. Le mani dell’amico sulle sue cosce. Lei a sfiorarla. Non sentiva timidezza. Niente imbarazzo. Sono una sfacciata. Era bello. Molto intenso. Pregnante. Catturava.

I capelli dell’altra. Cortissimi. La pelle calda. La stanza riluceva di minuscoli riflessi. Gli occhi si stavano abituando. Distingueva appena la sagoma dell’altra. Dell’amico. Sagome fluide. Si toccavano. Si conoscevano con le mani. Le sembrava molto bella, la donna. Liscia. Sottile. Fragile. L’amico largo, saldo, caldo. Odore di muschio e gelsomino. Il suo sapore. La stava baciando. Acre di tabacco. Poi altre labbra. Fresche. Liquerizia, forse. O menta. Buono. E le mani. Due, quattro, sei mani che si cercavano, si studiavano, s’accarezzavano. Si stringevano. Esplorazione .

Nel silenzio. Poi, qualche filo di sospiri. Lievi. Trattenuti. Bellissime voci impastate, intrecciate in sordina. Piacere. Scambio di piacere. Grande intensità. Respiri più veloci. Vortici di piacere nel buio. Stupore. Niente che esistesse oltre. Tutto risucchiato da un buio complice. Una grotta col fuoco in fondo. Col fuoco dentro. Con la terra che tremava. Con l’universo che si voltava e rideva. E piangeva. E crollava. Tre universi concentrici crollati all’unisono.

Poi, pace.

i respiri che si tranquillizzano.

Nel patto, al battito delle mani, si sarebbe accesa la luce.

Uno, due, tre. Luce.

E lei, guardando l’amica, la sconosciuta, aveva detto Sei bella. E l’altra, Anche tu. E avevano sorriso.

 

Poi, amiche. Per sempre.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

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mai così!

19 sabato Mag 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, Bellezza che salva, Bellezza della natura, felicità, foto di poetella, primavera

≈ 10 commenti

che voglia dire qualcosa?

[che c’entri con Venere, con Giove, con Dioniso e il Nodo Nord…

e la Bilancia e Nettuno…

e tutta l’allegra brigata?

o forse….

…

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e non sono le mie quelle pantofole accanto alle tue…

18 venerdì Mag 2012

Posted by poetella in amore clandestino, amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, Bellezza che salva, crescere con l'amore, felicità, foto di poetella, poesia, primavera

≈ 14 commenti

Tag

gioia, mai

(foto di poetella)

 

Ma tu, tu

– anche se –

tu, per quella parete

di gelsomino in fiore

[visto? Mai fiorito così]

che mi sale davanti

come il monte Ararat

 

e per le rose

superbe, sprigionate rose

che schiamazzano colori e odori

nel meccanismo accelerato di questa mia

imbizzarrita primavera

per come batte il suo cuore

 di ragazza che va sposa

per come è grosso il suo fiato

di primule e malva e margherite

e già papaveri e spighe e acacie

tu, per questo

per tutto questo scellerato canto

fabbrica di bellezza

per tutto questo, tu

 

e per i voli, le grida che finiranno

ma ora no, pilotano la gioia

 

tu giurami, giurami, giurami

che mai

mai finirà questo mio amarti

 

festoso e gentile e terribile e scapestrato. Mai.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

.

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Gli oggetti. Maledetti…

17 giovedì Mag 2012

Posted by poetella in basta!, biografia..., consapevolezza, foto di poetella, le cose importanti, quasi racconti

≈ 13 commenti

Gli oggetti. Maledetti.

Aveva letto un libro, un paio d’anni prima.

Un mondo senza oggetti. Titolo.

Buon libro. Scrittore esordiente. Marco Sette.

Senza oggetti. Giusto nei libri, pensava lei. O in quella casa che lui. L’altro.

 

Invece, tutte le domeniche mattina a girare per mercati, tra accozzaglie di finto antico, di vecchio, di rotto, di sporco, ogni tanto un brillio d’oro zecchino consumato, una luminescenza di porcellana rotta. E lui, lui cambiava faccia. Lui s’accendeva e toccava e palpeggiava e girava e rigirava nelle mani e guardava in controluce, e soppesava. E sorrideva. Lui che voleva, bramava. Manco fosse una bella femmina.

Un pezzaccio di legno tarlato, uno smaltino del ‘600, un rametto dipinto, una tela sbucacchiata, scolorita, col telaio sconnesso, scollato. Marcio.

E lo voleva.

Lei, l’aveva mai voluta così. Manco da ragazza. Lui.

E ora lei sapeva perché era rimasta tanti anni. Lo sapeva, ora, ma non aveva voglia di dirselo. Tanto…

E allora, dopo qualche Ma dai! Dove lo metti? Dove ce lo mettiamo? Diceva sì. Ok, compralo. Ok.

 

E pensava alla casa strabordante oggetti, scomoda, invivibile. Oggetti e oggetti incolonnati o sapientemente distribuiti, come un bottino di pirati.

Mucchi di porcellane, e Meissen, e Ludwigsburg, e Vienna, e Hochst, e Berlino e Samson e le ceramiche. Lodi, Savona, Albissola, Torino, Faenza, Urbino, e Napoli e Cerreto, e la Cina e il Giappone. E la Persia.  E gli avori. E i vetri. Tutto distribuito sui tavolinetti tondi o ovali o quadrati o polilobati e nelle vetrinette, nelle bachechine e sulle mensole. Quaranta mensole di tutti i materiali, di tutte le misure.

E sulla consolle e sul pianoforte e nella credenza. E per terra e a parete. Oggetti e oggetti, brigate di oggetti, battaglioni di oggetti. Intere divisioni di oggetti da non spostare neanche di un millimetro, tutto posizionato dopo stressanti, strazianti, scientifiche progettazioni infinite. Dice Quello è il bello!

Tutto virtualmente incollato al suo posto. Obbediente. Preservato per l’eternità.

Da spolverare con la mappa in mano. Chi ha spostato il piccolo panettiere? S’accorgeva dei millimetri. Spolveratelo te! Diceva lei.

E poi i tappeti! E il Malayer, il Sarough, il Lilian, i Kerman Laver, i Pechino, i Bukara (autentici, mica pachistani, che ti credi!)e quello, come si chiamava? Ah, sì, lo Shiraz.

Tutti antichi. Tutti delicati. Tutti da pulire rigorosamente a mano. Scherzi? L’aspirapolvere? Ma sei matta?

Fan culo!

Ma alla fine (non riuscirà mai, lei, ad avere una libreria. Non c’entra) alla fine diceva sì. Ok. compra.  Che mi frega. Tanto io. Un altro fagiolo nel barattolo. Ficcato dentro a forza.

Per fargli riempire il vuoto, per rimuovere la paura, per dimenticare la sconfinata solitudine alla quale non lavorava, però. Per non vedere la demoralizzante mancanza d’empatia, la durezza insindacabile di giudizio. Quel pover’uomo legato solo agli oggetti. Al passato. A se stesso.

 

Prima o poi, lei sperava, illusa, gli oggetti mi scalzeranno fuori di questa casa. Che odio.

Ma forse, purtroppo, no.

…

…

…

(by poetella)

 

Eddie Vedder – Guaranteed

 

 

 

 

.

 

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poetella legge Mariangela Gualtieri

16 mercoledì Mag 2012

Posted by poetella in Mariangela Gualtieri, poesia

≈ 8 commenti

Tag

mariangela gualtieri

Ascolta poetella

Un secolo di polveri pesa

sopra le nostre palpebre

calcinacci nella camere

del cuore. Appesa è

la leggenda

che ripete il suo no

detto controcorrente, non deponiamo

le altezze al primo mercante,

non abbassiamo il pilotaggio

dell’astronave.

 

Questa sfolgoranza in noi preme

per combustare in fuoco. Essiccare

in diamante. Quanta vastità

dentro l’umano

e il lieve involucro del corpo

è un aggregato intorno al suono

che ci chiamò.

 

Lo sento ora con una precisione

di parole che metto qui per te.

Dirti questa visione semplice.

Nessun metraggio ci contiene

nessun confine di sponda

nessun nome è bastante

in nessuna foto noi veniamo

nessuna telecamera riprende per intero

questo essere nostro che slegato si estende

tutto impastato di infinità.

 

La gioia si condensa

in particelle legate, si fa sfera rotante

e firmamento, si getta

nella vita danzante

senza perire, senza esaurire

immutata, intoccata, seducente.

Conduce a sé e il morire dei corpi non è

che l’entrare fuori misura.

Senza chili, senza metri, senza

particelle. Alleluiare

 

 

da “BESTIA DI GIOIA” di Mariangela Gualtieri

 

Einaudi- 2010

 

 

 

 

 

 

.

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È un fatto…

15 martedì Mag 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, Bellezza che salva, consapevolezza, crescere con l'amore, emozione, felicità, foto di poetella, le cose importanti, poesia

≈ 14 commenti

Tag

tuoi occhi

(foto di poetella)

 

È un fatto.

T’ho lasciato spadroneggiare conquistare

palmo a palmo

territori istruiti a dovere

sconfinati di sempre nuovi desideri

di piacere.

 

In lungo e in largo t’ho lasciato andare

e venire

aperte, violate tutte le serrature del castello

dispersi fanti cavalli e re

spodestati fuggiti spariti.

Rinserrati o ammutinati.

 

Si sono inginocchiati i voleri i poteri.

vinti, stravinti da quei tuoi occhi

bordati di notte.

 

T’ho lasciato piantare il tuo vessillo

su ogni radura

su ogni picco e strapiombo.

 

Nelle valli hai colto padrone grano e grappoli

mai sazio di pane

mai ebbro di vino nel cerchio delle danze.

 

Di quelle terre, poi, m’hai fatto regina.

 

Di lì si vede nascere e volare ancora, possente, l’aquila.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

.

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Che tu sia benedetto …

14 lunedì Mag 2012

Posted by poetella in amiche, atmosfere magice, crescere con l'amore, emozione, felicità, foto di poetella, le cose importanti, poesia

≈ 2 commenti

Tag

guardami, rido

(foto di poetella)

 

Che tu sia benedetto amore

forsennato

tua selvaggia onda

tuo miracoloso vento 

fragore di tuono di temerari sogni.

 

Che tu sia benedetto

come il grano come l’erba

che cresce da sola e inverdisce i campi

come luce che abbaglia

e faro azzurrino che guida. Nella notte

Schiusa di petto – di respiro

allerta di gioia.

 

 

Ti disegno nella polvere di granito bianco

nel mio giardino zen

di pensiero e sogno

A cerchi, a onde a strisce di fiato.

Ti progetto in petto

architetto del domani

Poi ti guardo come opera mia

 

E piango lacrime di luce. Felice. Guardami, tu. Piango e rido.

…

…

…

(by poetella)

 

 

(troppo stanca per registrare…domani…forse…)

 

 

.

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Eccola, arriva…

13 domenica Mag 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, emozione, foto di poetella, notturno, poesia

≈ 10 commenti

(foto di poetella)

Eccola, arriva.

Fuori della finestra la notte

s’intorbida di vento.

Quella nuvola nera inchiostro simpatico

s’allarga, si spande

La città è sospesa in attesa

in allarme e da te?

 

Ecco che inizia la pantomima dell’acqua

s’alza il sipario tutti zitti zitti

stiamo per assistere al pianto del cielo

al singhiozzo accorato disperato del cosmo

discorde

da questo cantare nella stanza segreta

(e t’aspetto. Lo sai che t’aspetto)

di questo mio cuore corridore bambino

questo mio cuore velocista dei sogni.

E da te?

Già scroscia?

 

Poveri fiori spaventati

Poveri fiori serrati serrati

uno contro l’altro

uno contro l’altro fagottini di colore

Non abbiate paura.

Passerà la nube.

Porterà solo scompiglio nel progetto

di bellezza.

Solo un po’. Giusto un po’.

 

Poi ricominceremo il lavoro. Noi, diligenti.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

.

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poetella legge Fosca Massucco

12 sabato Mag 2012

Posted by poetella in (52+1) POESIE, poesia

≈ 6 commenti

 

(foto di poetella)

 

Ci sono istanti di marzo che inducono all’attesa
e mi vedono scrivere, china, inutilmente –
il vento falso, qualche gemma impertinente
un fiore di serra acquistato l’altro dì.

Seduta, guardo fuori dai vetri la primavera,
il giardino immobile che chiama –
un passo, uno solo basterebbe.

Di nuovo mi imbroglierà – chi non dimentica
un impegno per il primo cinguettio dell’anno, chi sfugge
al fiato mozzo guardando il dito che indica la rondine?

Io mi incanto anche nel niente, non mi serve un motivo
per volare – poi atterro veloce. Ci sono panni e pannolini,
minestre e cure che mi tengono occupata,
non è facile il mestiere del poeta al giorno d’oggi.

 

Da (52+1) poesie di Fosca Massucco

 

 

Ascolta poetella

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appena preso il caffè…in questa festa di fiori

12 sabato Mag 2012

Posted by poetella in Bellezza che salva, Bellezza della natura, emozione, foto di poetella, primavera

≈ 8 commenti

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oggi niente parole…solo fiori

11 venerdì Mag 2012

Posted by poetella in Bellezza che salva, foto di poetella, primavera

≈ 3 commenti

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ancora i miei fiori…

10 giovedì Mag 2012

Posted by poetella in atmosfere magice, Bellezza che salva, Bellezza della natura, foto di poetella, primavera

≈ 3 commenti

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Ho appreso l’arte …

09 mercoledì Mag 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, Bellezza che salva, consapevolezza, crescere con l'amore, felicità, foto di poetella, le cose importanti, poesia

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(foto di poetella)

 

Ho appreso l’arte del fermare

l’arte del trattenere e rilasciare

scavalcare il fosso

tenermi la freccia in petto

aprire la finestra cambiare aria

vedere nella notte.

 

E me ne sto a guardare adesso questa cosa mia

ribaltamento del mio dentro

di terra scura

Ci sono incontri d’astri

che snebbiano il cielo

altri te più alti

che portano su, in cordata

 

Ribaltamento del mio dentro

di terra umida. Bene. Guardiamo

questo germinare, seme e seme dentro seme

e radici e fusto e foglie

sui rami spalancati alla luce

 

E tu! Ah tu, fiato

del mio campo

mio sapiente cultore

mia stagione dell’aratura

e della semina, della cura e raccolta

e del morso

 

Tu che m’hai fatto pianeta fertile

moto perpetuo

rotazione e rivoluzione

attorno alla chiara gioia

guarda, specchiati in me. E brilla!

…

…

…

(by poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

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Ma, e gli armadi?

08 martedì Mag 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, Bellezza che salva, Bellezza della natura, biografia..., foto di poetella, le cose importanti, quasi racconti

≈ 12 commenti

Tag

altra dimensione, cose che contano

(foto di poetella)

 

Ma, e gli armadi?

Gli stava sul petto e ogni tanto lo guardava, così, per ricordarsi di quanto era bello.

Che lui stava raccontando della casa, dei mobili della nonna che aveva restaurato. I tarli, sapessi!

E come hai fatto, aveva chiesto lei, lo sai che c’è un prodotto buono?

Ma lui sapeva. Lui sapeva sempre come, che fare. Quelle mani erano sapienti.

Illuminate.

Dal niente aveva tirato su un sogno. Quasi finito, adesso.

Che viverci dentro era come traslocare in un’altra dimensione, diceva. In un altro tempo.

Un altro respiro.

Anche i suoni, diversi. L’aria tratteneva e rilasciava tutto più lentamente, nella casa. Con quel legno, quel cotto, quei ferri, sapessi! E il paesaggio parlante. E gli alberi. E ora anche l’orto.

Che lui diceva Mica è una villa col giardino. Che ci fai con la villa col giardino. È come spostare la vita di città in campagna.  Condizionatore, televisore, aspirapolvere. Cumuli e cumuli di cose inutili. No. Lui voleva cambiare. Tornare al vero. Al fondo. All’antico di sempre.

Alle cose che contano. Alla semplicità.

Alla terra.

E ci stava riuscendo.

 

Ma gli armadi? aveva ancora chiesto lei.

Ce n’è uno piccolo, della camera di nonna. Basterà.

Ché lui voleva cambiare. Basta vestiti e vestiti, che stanno lì e non li metti mai. Basta comprare, accumulare, stratificare oggetti. Solo quello che serve. L’essenziale.  E la pulizia.

E lei aveva ripensato a nonna. Sua nonna. Due vestitini leggeri per l’estate, uno lava uno metti. La vestaglietta per casa. Un vestito buono per l’inverno, per andare alla funzione, uno per casa, la mantellina fatta ai ferri, quando il gelo s’intrufolava in quella grande casa, senza termosifoni. 

Un  soprabito. Se lo ricordava quel soprabito. Blu. Solo quello. Col colletto di volpe. E nonna era morta che lei aveva dieci anni. Mai visto un altro soprabito. Ed era sempre nuovo. Poi, unico vezzo, i cappelli. Quelli sì. Due. Uno per l’estate. Uno per l’inverno. Una signora non esce mai senza cappello.

 

Curare, conservare, riparare. Nonna era brava a riparare. A ricamare. A cucire.

E quella casa era larga, spoglia. Solo un quadro. Pochissimi mobili. Lei ci faceva le corse. E si nascondeva nel vano della credenza. Col gatto.

 

Lui continuava i suoi discorsi lenti. Dolci. Seri. Saggi. Ogni tanto la carezzava.

Gli ulivi, e i noccioli. E l’orto. E le piante aromatiche. E i gatti che s’erano accasati, dalle campagne vicine.

Una casa e la terra. La sua casa e la sua terra.

Cosa serve ad un uomo, di più?

 

Certo,  l’amore. Ma quello…

…

…

…

(by poetella)

 

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filastrocca dell’amore felice…

08 martedì Mag 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, Bellezza che salva, crescere con l'amore, emozione, felicità, foto di poetella, poesia

≈ 5 commenti

Tag

festa

(foto di poetella)

 

C’è una gran festa, guarda un po’

nelle stanze ventilate

dei pensieri

di questo maggio 

davvero una festa coi fiocchi

e fiorellini

 

coi fiocchi e i festoncini e poi coi piattini

e i bicchierini

e forchettine e tovagliolini

e seggioline

e pure un’orchestrina che suona

i valzerini

e si balla e si gira e si balla e si rigira

tutti allegri sotto i palloncini

su al soffitto come lampioncini

col filino che scende e appeso un

bigliettino

bigliettino rosso

verde giallo rosa viola e turchino

 

e se lo apri e leggi, indovina!

 

che tanto non te lo dico che c’è scritto, mio amore malandrino!

…

…

…

(by poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

 

.

 

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Apre la porta e Bello! vieni, vieni in cucina…

07 lunedì Mag 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, biografia..., consapevolezza, le cose importanti, quasi racconti

≈ 4 commenti

(foto di poetella)

Apre la porta e Bello! vieni, vieni in cucina, dice, mentre chiude. Sto stirando.

Niente di meglio, pensa. Fuori che piove bene bene, l’amichetta, le chiacchiere, che neanche t’accorgi che stiri. A ciccio.

 

Beh? Guarda la camicia, stira bene il colletto, poi lo spallone, poi poggia il ferro, la guarda e ancora Beh?scuotendo piano la testa. Indagando.

Al solito. Risposta secca. Smorfietta  della bocca. Accavalla le gambe. Accende una sigaretta.

Nessuna nuova, buona nuova. Tu?

Io? Iiiio? Ci  mette parecchie i e gli occhi sgranati come avesse aperto un forziere dei pirati.

Io alla grande! Cristì, proprio alla grande.

Ti si vede, sa’? bella faccia. E sorride, Cristina, niente invidiosa. Sono amiche da tanto.

Porca miseria, quasi sessant’anni e mica ti si vedono. Ma come cacchio fai?

Come? Intanto riprende a stirare. Allegramente, come una Cenerentola serena. Infaticabile.

Come faccio? Cremette. Cammino parecchio. Mangio poco. Prendo l’Aloe.

Te lo dico io che prendi te, fa Cristina. Ridono.

 

Fuori rinforza. Proprio un bel diluvio. Pure la grandine. Si sente il rumore saltellante. Angeli che scrivono a macchina. Tutti insieme. Come ci fosse una consegna, a breve. Diluvia.

Viene giù tutto il cielo.

Battaglia di dei, fa lei, tra gli sbruffi di vapore.

Ma tu ci credi? Se ne esce Cristina.

A che?

Agli Dei. A Dio.

Ma come ti vengono?discorsi teologici, oggi? Propensione al filosofeggiamento? Ha preso un tono di scherzoso sfottimento. Sorride. E stira. Pare che da un momento all’altro si metta a cantare.

Se fosse sola lo farebbe sicuro.

Comunque no, direi di no. Non ci credo.

Cristina va alla finestra e guarda il diluvio. Magari cerca qualche luce che esca dalle nubi. Tipo film biblico. Ma  niente. Tutto nero nero. Compatto.

Eppure, dice, una volta…

Eh, una volta. Ora no.

Cioè, aspetta, aspetta, fammi capire. Cristina scandisce le parole. Sei diventata atea?

Senti, fa lei. Posa  il ferro, appoggia tutte e due le mani sulla tavola da stiro, se la guarda e Senti.

Atea, non atea. Che ne so. Io non ci penso. Messo via. Accantonato. Altro da pensare. Fine.

 

E non preghi mai? Cristina pare quasi addolorata. Quasi costernata. Incredula. Spaventata da quest’ammissione. Inquieta, come davanti a un niente nero, con qualcosa in faccia che non si sa che è.

Pregare? Certo che prego.

Ah, ecco. Si tranquillizza.

E certo che prego. Prego lui…ti prego! Dammi un bacio. Subito. Adesso. Che se no mi calano gli zuccheri!

Scema, sbotta Cristina, sconsolata. Facciamoci il caffè, va’…che amica scema che c’ho.

..

…

…

(by poetella)

 

 

.

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Spettacolo d’albero bianco di fiori…

07 lunedì Mag 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, Bellezza che salva, buon quarto anniversario...., camminare guardando, crescere con l'amore, emozione, felicità, foto di poetella, le cose importanti, poesia

≈ 4 commenti

Tag

così celeste, dolci parole

(foto di poetella)

 

Spettacolo d’albero bianco di fiori

tremolante di gioia di vita

sulla strada del ritorno.

 

Gocciolare di bellezza profumata

che pare m’esca dal cuore

pare m’esca dal fiato

pare salga a disegnarmi il cielo

sparecchiato di nubi d’attesa

[quante ce n’erano poche ore fa!]

largo vasto così celeste

che ci ritrovo quasi la gioia

di perdermi

nello schianto dei tuoi occhi, prima,

la gioia del libero del tocco del gioco

del grande stupore

 

Ho ancora le parole, tue parole

quelle dolci parole

che mi rotolano in petto di qua, di là

Ho ancora una schiusa di fiori

di baci

di mani che afferrano serrano luce

stringono e saldano

scottano e marchiano. Ho ancora la festa

dell’esserti come sorso di menta

 

d’estate all’ombra in giardino.

…

…

..

(by poetella)

 

 

(Se riesco, poi…la voce…)

 

 

.

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finito!

06 domenica Mag 2012

Posted by poetella in Cèline- Viagio al termine della notte, emozione, felicità, le cose importanti

≈ 6 commenti

e mi domando come abbia mai potuto far passare tanto tempo senza averlo letto…

e l’idea che tanti, tanti altri libri ci siano ancora da leggere…

mi riempie di felicità. Ecco.

‘Notte!

.

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visto la luna, stasera?

05 sabato Mag 2012

Posted by poetella in atmosfere magice, Bellezza che salva, Bellezza della natura, camminare guardando, emozione, fiabe, foto di poetella, la luna, poesia

≈ 10 commenti

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eccolo qua, il criticatissimo tavolinetto! cattivi!

05 sabato Mag 2012

Posted by poetella in basta!, biografia..., comunicazione di servizio, foto di poetella, le cose importanti

≈ 18 commenti

 bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa……………!

Smettiamola per favore, che non vengo più a commentarvi.

(by poetellik)

 

 

–

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il terzo. Vincitore del Premio Mangiaparole-Romanzi

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