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Forse un uomo e una donna sono più vicini l’uno all’altro quando
non vivono insieme e sanno soltanto di esistere, quando sono
riconoscenti l’uno all’altro solo perché esistono e perché l’uno
sa
che l’altro esiste. E alla loro felicità questo basta.
(Milan Kundera)
poetella concorda
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intesomale ha detto:
intesomale dissente, provando una certa inspiegata tristezza
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poetella ha detto:
l’inspiegata tristezza…deriva dal dissenso!
Medita, intesomale…medita…
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intesomale ha detto:
no, purtroppo l’inspiegata tristezza deriva dai tentativi di ridiscutere l’amore in termini che giustifichino, a posteriori, le scelte di una generazione che temo abbia fallito. (Detto con tutto il mio seppur atipico progressismo, e con grande affetto per chi in questa modernità ha creduto).
Ricambio l’invito.
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poetella ha detto:
accetto l’invito…
Meditare fa parte di me. Non potrei farne a meno.
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senza ha detto:
Così, senza meditare troppo, do ragione a Intesomale. Non dico che arrivo a pensare alla favola della volpe e l’uva, ma ci ho pensato, lo confesso.
La riconoscenza è un sentimento che va condiviso, comunicato. Altrimenti è sterile sentire. Quindi…
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poetella ha detto:
caro senza, e chi ti dice che non vada condivisa? Riconoscenza e altro?
Qui si parlava del “vivere insieme” dello stare continuamente pappa e ciccia, culo e camicia, dalla mattina alla sera… di quello si parlava.
Certo, per essere riconoscenti l’uno l’altro, è chiaro che ci si deve vedere.
Conoscere a fondo, ammirare, stimare.
Gradire in ogni manifestazione.
Ci si deve approvare e riconoscere l’uno nell’altro…
Desiderare e gioire della vicinanza…
Chiaro il concetto?
ma questo non significa che si debba necessariamente vivere insieme!
ok?
Ecco.
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Milla ha detto:
Camilla annuisce.
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poetella ha detto:
ragazzina…sei avanti!
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Elena ha detto:
Concordo e adoro Kundera!
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poetella ha detto:
e tre…
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fernirosso ha detto:
“Nelle strade della città c’è il mio amore. Poco importa dove va nel tempo della separazione. Non è più il mio amore, chiunque può parlargli. Non si ricorda più di chi nel modo giusto l’amò?”
Egli cerca il suo simile nella brama degli sguardi. Lo spazio che percorre è la mia fedeltà. Disegna la speranza e tenue la respinge.S’impone su tutto senza prendervi parte…”
René Char- Sottomissione.
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poetella ha detto:
Fern…
la tua presenza “parlante” qui…è una goccia di felicità
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fernirosso ha detto:
questa ed altre due citazioni sono le epigrafi di Migratorie, le chiavi che ho lasciato all’ingresso del libro per attraversare le stanze che sono in me,non già le pagine che sono solo echi di quelle stanze.le altre due erano queste:
” Piegati soltanto per amore.
Se muori, continuerai ad amare.”
René Char- Sottomissione.
“…Che cos’è il tuo corpo? Io non so se ti sei chiesto una volta che cos’è il tuo corpo.
E’ una trance grave e difficile.
Io mi sono avvicinato una volta al mio corpo;
e avendo capito che non lo avevo mai visto, anche se lo portavo addosso,
gli ho chiesto chi era;
e una voce, nel silenzio, mi ha detto:
io sono il corpo che ti abita, e sono qui, nell’oscurità, e ti dolgo, e ti vivo, e ti muoio.
Ma non sono il tuo corpo. Io sono la notte.”
Jaime Saenz- La notte.
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fernirosso ha detto:
credo che questo valga ancora di più se si tratta di un altro, che crediamo di avere accanto mentre nulla, nemmeno noi stessi lo siamo sempre a quel corpo,quello che ci abita. f
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poetella ha detto:
leggo e bevo le parole…
diventano mie. Sono in me.
Non accanto. Dentro.
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fernirosso ha detto:
le parole a volte sono vetri che si rompono a volte invece sono vento e si allontanano altre ancora sono dure come sasso e ancora possono essere un pozzo… a me piacciono sempre molto anche se le ascolto come stessero loro e io in punto di morte e tutto si sgretolasse al solo pronunciare e udire un nome.
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poetella ha detto:
immagine tragica. E vera.
Cosa resterà se non un fruscio, un infrangersi di cristallo, uno sfiato d’aria smossa…
cosa resterà delle parole e di noi?
eppure riempiono di sfarfallio, le parole…
fanno vibrare l’aria
Cosa sarebbe il tutto senza la loro effimera vita?
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fernirosso ha detto:
oggi ho guardato tutti i video che ho trovato sul fiume PO, una grande presenza in me, che ho abitato e ancora abito accanto ad un fiume. Forse hai visto quello che ho portato nel blog, e non ci sono parole eppure senti tutte le voci e ti stanno accanto senza comprimerti senza forzare nulla senza sforzarsi di significare qualcosa.Sono, nell’aria, e sono in chi le ascolta,vive
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poetella ha detto:
l’ho visto. Certo che l’ho visto.
E sentito. Sentito profondamente. Ero lì, a vibrare in quell’aria.
L’ho visto più volte, a schermo intero, benedicendoti, muta.
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Gapemotivo ha detto:
scusami, ma in generale trovo kundera di una banalità disarmante.
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poetella ha detto:
e perché scusarti?
mica sono io, Kundera!
E se anche lo foss e tu mi trovassi disarmantemente banale…ne avresti facoltà e diritto.
No? Ognuno può trovare quello che vuole.
Comunque, se ti fa piacere…scusata!
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poetella ha detto:
L’ha ribloggato su Poetella's Bloge ha commentato:
ricitiamo, ché ne sono ancora convintissima!
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