(foto di poetella)
Il tempo a loro disposizione probabilmente era quasi agli sgoccioli.
Quanto?
Mesi? Un anno. Due?
Quanto era il tempo, tutto il tempo che sarebbe stato loro concesso, ancora?
Quanta vita sarebbero riusciti a condensare, a bruciare fino allo spasimo, tutta serrata nelle ore che restavano?
Ogni minuto era stato vissuto così. Da sempre.
Dall’inizio. Tutto concentrato, contratto nel poco tempo disponibile.
Forse questo il segreto di quella medicina che era arrivata al posto che doleva, sanandolo.
Forse questo il segreto del loro ritrovarsi sempre accesi, affamati. Gonfi d’attesa.
Bombe innescate, programmate per esplodere.
Sì può vivere esaltati ogni istante se si sa che ci sarà un susseguirsi d’istanti, ore, mesi, giorni, anni, ancora. E ancora?
Loro non volevano questo. Non l’avevano mai chiesto. Mai richiesto.
Sì, all’inizio lei, forse, s’era spaventata della fine. Aveva protestato, sperato in proroghe, aveva anche pianto nella paura del mostro che si sarebbe materializzato, un giorno. Dell’addio.
Ma poi, poi, no. Poi no.
Aveva imparato da lui. E lui da lei, che quello che volevano era esattamente quello che avevano.
E sapevano, avevano saputo ottenerlo. E conservarlo. Erano stati bravi.
In un libro lei aveva letto “…forse non gli ha insegnato nulla, sì è limitata a soffiare via la polvere da un testo antico chiuso dentro di lui”* e aveva scambiato i pronomi. Poi li aveva rimessi a posto.
Lei, lui. Insegnare, imparare, soffiare via.
Scoprire il nocciolo della loro vera natura.
Esternarsi senza ombre.
“ci lasciamo sempre con un seme di desiderio. E lui germoglia” aveva detto lui.
Ma avrebbe potuto dirlo anche lei.
E quando finirà, finirà.
“bello come in sogno o come nei templi indiani”* così era, per loro.
E quando finirà, finirà.
…
…
…
(by poetella)
*da “Col corpo capisco” di David Grossman
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non ho letto questi racconti, di cui uno è quello che tu riporti in parte…ma ho ordianto il libro.come vedi imparo. grazie,f
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solo quello che è tra virgolette ed asteriscato è nei racconti…m’ha m’hanno smosso pensieri…ed ho scritto…
Sono davvero stupendi, due, lunghi. E il secondo, appunto “col corpo capisco” straordinario…grande narratore, Grossman. Davvero grande.
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e pensare che ha iniziato a fare il narratore perché aveva perso il lavoro…
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non tutto il male…dunque…
No?
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già ma serve una dote e una dotazione di talento…oggi invece c’è l’editor che riscrive il libro e il marketing che poi costruisce il resto
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ciccia! Si dice a Roma…quando non ci si può fare proprio niente!
E andiamo avanti…
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mi ha presa! Moltissimo. Bello!
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sì…anche io sono “presa”…moltissimo…
Bello!
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si capiva, si capisce sempre! E immagino anche che il bello vero sia tutto lì. E per me il bello è che si sente quando ti si legge. 🙂
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ne sono lieta…ovviamente…
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..ho pianto, qui posso dirlo, senza pudori… il tempo a disposizione è stato così breve…non è stato sufficiente e molto, troppo è rimasto senza risposte, senza conclusioni, senza perdono?….
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a volte, sì…si piange.
Sì…
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a volte, quasi sempre, eccetto casi particolari,le cose,le relazioni,specie tra madre e figlia, come qui,restano sospese, una specie di “non soluto” che poi ognuno rimette nel proprio circolo. Essere aperti agli altri è dura quando non si riesce ad esserlo a se stessi
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e con le madri…o i padri…ancora pià dura…
ma si può riuscire…forse…
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quando un autore riesce a stimolare altra scrittura, allora è un grande
e anche tu
🙂
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grazie dell’anche tu…
anche se io continuerò sempre a sentirmi una “poetella”…e va bene così.
In quanto a Grossman, davvero notevole. E’ una mia recente scoperta e questo non mi fa onore.
E comunque io continuo a “studiare”
e tutte le parole dei grandi mi si depositano in cuore e lievitano…
Questo è molto bello.
Com’è bello che mi leggano e approvino persone come te, che profondamente stimo.
Un sorriso…
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Tema a me molto caro… e conosciuto bene. Fermarsi un istante prima della consunzione che, inevitabilmente, attraverso il vissuto, porterà alla fine del delicato organismo che ci lega all’altro. E da lì ripartire… per un nuovo, lungo istante.
Bello, grazie…
Roberto
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grazie a te, carissimo.
Anche della condivisione del pensiero
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Thanks, a good evening.
Gisela and Wolfgang
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