Non saprei. Non saprei proprio.
Tu, cara, dove diavolo trovi tutte le tue sicurezze? Le tue certezze?Hai un libro, che ne so, una mappa precisa dei luoghi e della giustizia, uno specchio magico, una sfera di cristallo di rocca?
Magari un saggio vecchio vestito di seta, con le unghie lunghissime ed i capelli sulla schiena che sussurra nell’armadio? E sorride?
Ah! Le tavole della legge.
Non si sono frantumate da un po’? no. Dici di no.
Ma io
non saprei. Non saprei proprio.
A volte, mia cara, ti trovo un po’ dura. Sì, categorica. Qualcosa di stratificato, di verniciato sopra, di sovrapposto neanche tanto bene, quel tuo sindacare, pontificare.
Suggellare con i tuoi E’ così. La morale dice che è così.
Via, cara! Rilassati.
C’è talmente tanto, tanto da considerare, da osservare, da assimilare, assimilare a fondo, poi rielaborare, ah! questo mondo sfaccettato, polimorfo, colorato, particelle d’universo, coriandoli!
e poi ancora osservare e magari interpretare e poi rivedere e confrontare e valutare con clemenza e sperimentare e comprendere, ammesso si riesca a comprendere, davvero a comprendere. Senza fingere di
No, non saprei. Non saprei proprio.
Guarda. Io no. Per me è tutto così inspiegabile. Anche solo il guardare l’azalea fiorita, guardarla commossi. Pensare che mai, mai, mai più una fioritura così incantevole, così straordinaria, così gaia di luce, di colore, d’armonia. Guardarla e pensare, pensarlo davvero, che credi? Pensare che è la cosa più straordinaria che si sia vista. Lei negli occhi, lei nel cuore giorni e giorni.
Pensarlo convinti. Innamorati. Ma poi, non dico quando, un’ora, un mese, un anno dopo, non so quando, poi, nel vivaio appena aperto, trovare quella strana piantina, quella carica di fiori rossi, sanguigni, caldi e appassionati, tremanti e splendenti, tutti girati verso di te, come fossi il loro sole e…
Scordarsi l’azalea. In un attimo. Ecco.
…
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(by poetella)
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