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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

Poetella's Blog

Archivi Mensili: ottobre 2012

così…

31 mercoledì Ott 2012

Posted by poetella in le cose importanti, libertà, musica, poesia, video di poetella

≈ 8 commenti

Tag

sognare, video di poetella

un mio video…

per…

sognare un po’…

.

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Strano, l’ho sentita condensarsi…

30 martedì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, autunno, Bellezza che salva, biografia..., camminare guardando, comunicazione di servizio, consapevolezza, crescere con l'amore, diario, dolore che guarisce, foto di poetella, le cose importanti, pensieri sparsi, poesia

≈ 12 commenti

Tag

monteverdi, neve, serenità

(foto di poetella)

 

 

Strano, l’ho sentita condensarsi, un vapore, no, goccioline minuscole.

Stillavano mentre camminavo, cadevano a terra con un leggero tintinnio, clic, clac, cic ciac, un canticchiare giocoso,

e da terra evaporavano. Su, fino al cielo.

Un cielo così azzurro, così azzurro e vasto che le ingoiava, nuvolette leggere, le inglobava, e le altre, nuvolone veloci, bianchissime, attorno. Nuvole madri.

 

Tant’è che a un certo momento ho dovuto rendermi conto che non c’erano  più. Né loro, né quello da cui erano nate.

Ero libera.

 

La mia tristezza se l’era presa il cielo.

Che poi, davvero, come si fa ad essere tristi, se si vede, lontano sui monti, contro l’azzurro,

la neve?

…

..

…

(by poetella guarita)

 

 

 

Monteverdi-Toccata Orfeo

 

 

 

.

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tanto per ri-postare…

29 lunedì Ott 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, consapevolezza, foto di poetella, le cose importanti, pensieri sparsi, saggezza, vecchie mie...

≈ 8 commenti

Tag

distacco, sorella, vecchi post

 

(foto di poetella)

ascolta poetella

 

 

Il distacco. ‘n accidenti proprio. Imparare il distacco. Andare verso il distacco. Guadagnare il distacco (s’accende una sigaretta. Aspira fondo, la testa un po’ indietro, poi butta fuori tutto il fumo).  Quale cacchio di distacco? Siamo umani, no? Bipedi (guarda sua sorella, che tace). Camminiamo. Vogliamo il duro sotto i piedi. Ci serve.

 

Altro che distacco. Visto mai uno che cammina per aria? Come gli amanti o le mucche di Chagall? Visto mai? (sua sorella non parla. La guarda. Non fuma)

 

Io mi sarei proprio scocciata di tutte queste stronzate sul distacco. Sul lascia che sia. Sul vivi l’adesso. Ma sì, cavolo, sì che lo vivo l’adesso. Come no? Mica mi serve che me lo ricordino. Che me lo consiglino. L’adesso si vive sempre. Finché si vive(la guarda. Quella, zitta. La guarda, fuma e parla). C’è qualcuno che non lo vive, l’adesso? Ti risulta?

 

È che vogliamo sapere. Vogliamo controllare. Vogliamo qualche drittina su quanto durerà quest’adesso. Sia che si voglia che finisca, sia che continui, ‘sto cavolo di adesso.

(e la sorella zitta, buona, beve il tè e guarda una farfalletta che svolacchia sui gerani)

 

Ma sì, sì, sì, sì! Certo che si vivrebbe meglio. Meglio, a non avere bisogno di programmare, pronosticare, o magari solo prevedere, con un piccolissimo margine di dubbio.  Senza andare a cercare conferme da tutte le parti. Meglio, si vivrebbe. Senza cercare nei fondi del caffè o nei rametti di millefoglie.

 

Ma come fai? Come cazzo fai? Balle, il distacco. Balle.

Vaglielo a dire a  quelli che gli è crollata la casa, la vita addosso. Vaglielo a dire a loro, il distacco.

O vienimene a parlare tra un po’.

Quando sarò vecchia. E lui non ci sarà più.

 

Sai che risate.

…

…

…

(by poetella)

 

 

.

 

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tristezza…

28 domenica Ott 2012

Posted by poetella in autunno, foto di poetella, malinconia, musica

≈ 21 commenti

Tag

johannes brahms, nubi, tristezza

(foto di poetella)

Johannes Brahms – Trio for Piano, Clarinet and Cello Op114

.

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Si stropiccia un po’ gli occhi, tira su col naso e…

27 sabato Ott 2012

Posted by poetella in amore?, archetipi, attesa, basta!, Bellezza che salva, consapevolezza, desideri..., dolore che guarisce, foto di poetella, indipendenza, inverno, le cose importanti, libertà, musica, paura di non amore, poesia, vecchiaia

≈ 17 commenti

Tag

amore impossibile, giovinezza e vecchiaia, morte a venezia, venere

(foto di poetella)

ascolta poetella

.

Si stropiccia un po’ gli occhi, tira su col naso e

 

voglio innamorarmi di un ragazzino, dice.

Giovane giovane, tipo, presente Morte a Venezia? Così.

 

Mi voglio innamorare, ché l’Archetipo che mi domina è Venere.

Riconoscere anche gli altri, dice, portarli alla luce, sarebbe opportuno.

Mai fatto quello che sarebbe opportuno fare, io. Dice.

Si stropiccia un po’ gli occhi, tira su col naso e

 

Venere comanda. Sempre  Venere m’ha comandato. Mi voglio innamorare di un ragazzino.

Voglio  entrare nella sacra geometria della sua Bellezza,  Fresca.

Accogliere la ferita che mi darà, dice,

nutrirmi  e perdermi del sangue che ne sgorgherà.

Sciogliermi dolcemente in un deliquio verso una fine morbida. Indolore.

 

Si stropiccia un po’ gli occhi, tira su col naso e

Giovane giovane, dice. L’età di mio figlio. Tipo.

Un amore impossibile. Dunque senza pretese. E ancora, ovvio, senza delusioni.

Non speri, non chiedi, non aspetti, non ti deludi. Ecco. (dice)

 

Un amore  di piccoli trasalimenti davanti alla sua generosa Bellezza

Al suo passare elegante di cigno sull’acqua, ai miei occhi. Dice.

E farmi bastare che esiste.

 

Che a lungo vivrà, dice, oltre me.

…

…

…

(by poetella)

 

 

An affair to remember

 

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musica!

26 venerdì Ott 2012

Posted by poetella in Bellezza che salva, dai blog amici..., emozione, fiabe, musica, poesia, Sigur Ros

≈ 6 commenti

Tag

http www youtube, musica, Sigur Ros

da un blog amico…molto amico…

 

 

 

 

 

.

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Ma tu scrivimi, dici…

26 venerdì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, attesa, autunno, Brian Eno, consapevolezza, desideri..., foto di poetella, la luna, malinconia, musica, paura di non amore, poesia

≈ 15 commenti

Tag

amore, Brian Eno, fine di un amore, I Ching

(foto di poetella)

 

 

Ma tu scrivimi, dici, che io ti leggo e ti sento come fossi qui

 

No, senti, sentimi! Non credi che a tendere troppo le corde della chitarra

per accordarla al tuo personale universo

non  credi che a gettare il sasso oltre lo stagno di quello che tu, solo tu, altre il confine lieve della crudeltà,

non credi che io, che tu, che le pretese e le presenze e le assenze e le…

 

senti come si stringe il cielo?

 

Ma tu scrivimi, dici, che io ti leggo e ti sento come fossi qui

 

no, mio caro, non ci siamo, sai? non ci siamo più.

Lo sai che tocca a te, adesso, la conta. Devi saperlo. Gioco io, ora.

Metti le mani sugli occhi e uno e due e tre, fino a mille, metti le mani sugli occhi e uno e due e tre, fino a millemila e  poi cercami, cercami,

 cercami ché mi sono persa e non mi trovo più.

Troppe, troppe parole ho scritto,

formichine tutte in file a fare il giro del mondo una o due tre volte.

Non so.

Tutte in fila, tutte in fila collegate, filo di bozzolo di seta, ma dentro chi c’era?

Tu no. Io?

Forse, sì, io. Legata imprigionata forse protetta, certo, protetta

da quell’attorciglio di dire e dire e dire e dare e dare e dare

forse sì,

 

Ma tu scrivimi, dici, che io ti leggo e ti sento come fossi qui

 

ma io non credo, sai, non credo più che il calamaio della perseveranza possa essere riempito  a lungo.

I Ching o non I Ching, non credo.

Anche se sarebbe propizia, perseveranza. Per  chi?

 

Le cose che continuano a crescere, sicuramente, prima o poi traboccheranno.

Sai, caro, le mie, le nostre frequentazioni, le mie, le nostre galoppate per il cielo dovrebbero aver insegnato. A me, a te. O no?

E se dicessi che il vaso è colmo?

Che il pozzo è secco

Che la corda del secchio s’è spezzata

Che il legno si piega e forse, magari

la piccola volpe si bagnerà la coda, ché ad attraversare la grande acqua ce ne vuole di…

 

E se dicessi che le gambe, le braccia, le mani sono stanche, la gola è secca, e gli occhi bruciano

e la fronte scotta e vorrei, vorrei tanto, dio come vorrei dormire un po’

 

che diresti tu? Sarà questione di luna?Terapia. Prego.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Brian Eno – Deep Blue Sea

 

 

 

.

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E se anche fosse arrivato …

25 giovedì Ott 2012

Posted by poetella in amiche, assenza prersenza, autunno, basta!, consapevolezza, crescere con l'amore, dolore che guarisce, foto di poetella, le cose importanti, malinconia, paura di non amore, poesia, silenzio, vecchiaia

≈ 17 commenti

Tag

amore, fine di un amore, il cielo, musica, nuvole bianche, poesia, Ricordi

 

(foto di poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

E se anche fosse arrivato il momento

se anche lei si fosse dovuta richiudere nel castello scuro e freddo,

alte pareti di pietra umida, piccole finestre e fuori un paese di nebbie e nebbie e nubi e gelo

e pioggia e grandine,

chicchi grossi così!

 un paese morto, desolato, incustodito coi cani randagi e orde di barbari a scendere ogni tanto

e andarsene bruciando erba secca

 

 se anche fosse arrivato il momento

di dire addio ai prati, ai crochi in festa, alle nuvole bianche e ai sorrisi del vento e della giovinezza,

di rinserrarsi in un buio come di sottoterra, di pozzo, di fogna, di grotta senza uscita da girare e rigirare per cunicoli senza torcia, un buio di tana di lupi, di orsi, di serpi

 

se anche fosse arrivato il momento

di staccare l’ancora e lasciare che la zattera prendesse il largo nel vasto mare del destino

e magari slegare il palloncino azzurro, lasciarlo, vederlo lievitare libero su in cielo

vederlo diventare un puntolino minuscolo e poi sparire nella sconfinata, radiosa luce del suo futuro

 

se anche fosse arrivato il momento

 

certo mai lei  avrebbe, certo, mai dimenticato quelle labbra di lampone e gelsomino

quegli occhi straordinari d’oceano ondoso e vasto

quella voce di sorgente di montagna che diceva

Sei bellissima! Bella da morire!

 

E questo, si diceva, questo non ha prezzo!

 

Per tutto il resto…c’è MasterCard!

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

.

 

 

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Oggi c’è grande confusione nella …

24 mercoledì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, attesa, autunno, Bellezza che salva, foto di poetella, malinconia, nostalgia, paura di non amore, poesia

≈ 6 commenti

Tag

amore, nostalgia, stanchezza, tristezza

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

 

Oggi c’è grande confusione nella scatola dei colori.

Pare si siano tutti un po’ bruniti.

L’umido della notte, forse

A stare troppo a occhi chiusi si crea condensa

 

Ma

si riuscisse a resistere in quest’apnea, riusciremo?

Sicuramente

sicuramente si potrebbe andare poi a scovare

 

abituandosi ad un ritmo diverso del movimento  polmonare

 

un mondo azzurro

d’immersioni totali

e riconoscimenti

 

Forse. O forse no.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

.

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Buffo! Una donna …

23 martedì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, autunno, Bellezza che salva, Bellezza della natura, camminare guardando, consapevolezza, crescere con l'amore, diario, emozione, foto di poetella, le cose importanti, poesia

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Tag

alberi, bellezza, consolazione, stupore, ulivi

(foto di poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

Buffo! Una donna raccoglieva olive degli alberi

sul ciglio del parco.

Saranno buone da mangiare?

Chi sarà stato

il primo uomo ad assaggiarle?

Proprio il primo, dico.

Mi meraviglio sempre quando penso questo. Gli  assaggiatori…

Quelli che hanno detto, per primi, ok, buono. Si può…

 

Ci sarà ancora qualcuno che trova qualcosa di nuovo, di buono?

In questo sconfinato deserto di polveri sottili e  diffidenza?

 

La donna aveva un secchiello.

Come quello che usano i bambini al mare. Per la sabbia e le conchiglie. Vuote.

La donna aveva un’aria, direi, a mio parere, forzatamente disinvolta.

Come stesse facendo qualcosa che non…

 

Buffo. Proprio buffo, sì.

E ce n’erano, di olive. E d’alberi,

Mica me n’ero mai accorta che fossero ulivi.

E sì che guardo. Guardo sempre gli alberi.

Ma non sono molto pratica.

L’ho detto, sono una cittadina.

Ho perso la confidenza.

Non ci si chiama più per nome, io e gli alberi.

Solo a gesti.

Loro muovono le braccia e io li guardo. E sorrido. Basta.

 

Quante, quante olive che c’erano! Verdi. No, non  tutte verdi. Qualcuna nera.

Nera nera lucida lucida.

In città.

Buffo.

 

E poi, il cielo!

C’era come una sorgente, in cielo, stamattina.

Strano come da lì partissero tutte le nubi

 A ventaglio.

Il cielo era un pavone azzurro con la coda aperta. Per me.

 

M’è venuto di  pensare allora come in fondo già consoli

già plachi, già basti questa quiete. Questo stupore

Come tutto induca a guardare di lato e avanti e sopra

Come disegni sul viso un sorriso lieve lieve

A indirizzare, dipanare, illuminare il giorno.Un sorriso

 

il sorriso immoto degli angeli di Giotto.

…

…

…

(by poetella)

 

 

.

 

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Mai una volta che …

22 lunedì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, autunno, biografia..., consapevolezza, da Amori Amari, foto di poetella, le cose importanti, malinconia, morte, musica, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti, vecchiaia

≈ 20 commenti

Tag

fine di un amore, ti ricordi, tristezza

 

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

– Mai una volta che dicessi Ti ricordi quando…

 

                 E io penso Ricominciamo con questa storia. Dei ricordi. Vivi di ricordi. Proiettato rigidamente verso un passato che ti colori e ricolori come ti pare.

Lo spolveri e lo lucidi stropicciando la memoria.

E io lo vorrei annullare. Via. Spazzare via tutto. Eliminare e riscrivere come su una lavagnetta. Un colpo di cancellino e via.    

       

             – Mai una volta che dicessi Ti ricordi quando…

 

 

                    e non è vero, dico. E invece è vero, penso. Non mi piacciono quei ricordi che piacciono a te, penso. Troppi sbagli. Troppe sviste. Non mi conoscevo. Quante stupidaggini. Abbagli. L’amore. Non era amore. Adesso lo so cos’è l’amore. Quello che non chiede. Non si abbarbica. Non ha bisogno di. Adesso lo so.

E poi, dai, dai! L’altro ieri, quando ci siamo incontrati a Piazza del Popolo, mi sono ricordata, invece.

                           Si, mi sono ricordata di quella volta che ci siamo visti per andare da Cohen. Certo, dopo l’ufficio. Ti ricordi? A via Margutta. Che tu m’hai detto Che bella che sei. Dieci? Venti, trent’anni fa. Non mi ricordo. Ma Che bella che sei! Sì, quello sì.

 

                               Ecco. Ti ricordi anche tu. Lo vedi allora che mi ricordo?

E non dire Non me l’hai detto che ti sei ricordata.

Mica si deve dire sempre tutto. Si consumano le emozioni a parlarne tanto. Parli, tu parli, parli. Consumi tutto come un fuochetto perenne. Che non illumina niente. Non scalda neanche le mani, figuriamoci il cuore.

 

             – Mai una volta che dicessi Ti ricordi quando…

 

            Lo so, sai. Tu sei affezionato solo al passato. Il presente non conta. L’adesso. Adesso che vuoi che ci si possa ricordare, dici. Siamo vecchi. E allora? Mica puoi far brillare l’adesso solo con la luce dei ricordi. Non si accendono più. Non rinasce quel tempo a ricordarlo. È appassito. S’è fatto amaro.  S’è fatto vecchio pure lui e i ricordi. E ognuno ha i suoi.

E anche quelli comuni, sei proprio sicuro che siano gli stessi? Che sia lo stesso, la stessa emozione che ricordiamo? Sicuro?

Io no.

 

                       E non stare la seduto, col giornale davanti. In pigiama. Mentre aspetti chissà che, chissà cosa, ancora. Che si svegli il drago del passato, il drago che non dorme, sai? non dorme.

È morto. Morto e sepolto sotto una gigantesca, insormontabile montagna, una frana di Ti ricordi, che non voglio ricordare.

                   E non mi dire Sta un po’ qui. Fermati. Ché io ho da fare.

Sempre. Non posso stare mai ferma. Mai ferma  un attimo per non pensare ai Ti ricordi? che non mi voglio ricordare, che non mi piacciono più.

 

                             Figli illegittimi che ripudio, scaccio via col dito puntato verso l’infinito, e lo sguardo inquieto, aggrottato, la ruga sulla fronte più fonda, più amara, Vattene via ricordo. Che io ho da fare.

Faccio tutto io, qua. Ho da fare. La casa, la spesa e la cucina e la raccolta differenziata e il bucato e il balcone e la gelata che quest’inverno s’è portata via tutto, e il cambio di stagione e il cambio d’espressione su questo viso che deve fingere come a teatro e certe volte gli viene meglio e certe no. Come a teatro.

No, non mi posso fermare. Mi scoccio a stare ferma.

Mi annoio. Ma niente, non te lo dico, sai? non lo dico che mi annoio a morte con te. E i tuoi ricordi. Non dico niente. A che servirebbe. Strofino il lavello come fosse la mia vita. Per farla tornare a brillare. Vergine. Nuova.

 

             – Mai una volta che dicessi Ti ricordi quando…

 

                 E dici Se muoio, per te non succede niente.

Ma la pianti con questi discorsi del cazzo. Muori. Ma che muori. Noi siamo già morti, finiti, sotterrati sotto strati di uffa, di ancora, di sempre, sempre, sempre lo stesso.

Dio, sempre lo stesso! Mai niente che si rivolti, che si ribalti, che dia una vibrazione a quest’aria stagnante e ammuffita. E chiudi sempre le finestre. E io le apro. Ma resta tutto lì. Puzza.

E dici Domani ritiro le lastre. E se muoio?

 

                          Se muori lo sai che faccio?

Vendo tutto. Butto tutto. Porcellane, mobili, quadri, tappeti. Impicci vari. Svuoto casa.

E non dire Tutto? No, dai. Tutto no.

E non ti alzare, non mi venire vicino. Non mi  prendere le mani. Che sono bagnate. Non me le stringere.

Che tanto se muori butto tutto, sa’. Butto tutto lo stesso.

                  Lascio solo il letto. I mobili di cucina. E tappezzo casa di scaffali per metterci i libri. Il resto via. Tutto via. Aria.

 

             – Mai una volta che dicessi Ti ricordi quando…

 

No. Non lo dico Ti ricordi quando. Butto tutto con tutti i ricordi appiccicati come mosche morte, incollate, spiaccicate, cancello tutto lo spazio e lo ricreo. Vergine.

 

                   Lascio solo il letto. I mobili di cucina. E tappezzo casa di scaffali per metterci i libri.

 

Coi ricordi degli altri. Che fanno meno male, distolgono, accomunano e consolano un po’, senza dolore. Ecco.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

–

 

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Ma no, scusa, che c’entrano le foto?

21 domenica Ott 2012

Posted by poetella in amiche, amore clandestino, assenza prersenza, atmosfere magice, consapevolezza, foto di poetella, musica, poesia

≈ 13 commenti

Tag

amore, big bang, chiacchiere, due stelle, rachmaninoff

 

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

Ma no, scusa, che c’entrano le foto?

Certo, no. Non me le manda. Quasi mai.

Sì, lo so, lo so. Chi ti dice niente. No. Non lo so se hai ragione. So che non me le manda.

Quasi mai.

Quasi mai per prima. Ecco. Poi, magari, ogni tanto.

 

Guarda che sei una lagna, te, sa’?

Non hai capito. No. Non hai capito proprio niente.

Come tutti.

Tutti a credere d’avere capito, e invece. Sì, va beh, pure io.

Chi dice niente?

Rispiegarti? Quale sarebbe il vero motivo?

Ma no, scusa, che c’entrano le foto?

Ah, così, come esempio. Condivisione. Sì, sì, condivisione.

Ma è proprio questo il punto. No. Non c’è condivisione. Quella che dici tu, per lo meno.

Non c’è.

Ma che vuoi condividere?

Ognuno ha la sua vita, i suoi incontri, i suoi impegni. E questo e quello.

I suoi ritmi.

Ancora con le foto. Ma dai!

Ma non sarebbe peggio entrare nella sua vita, vedere quello che vede, che fa, che sceglie, e poi…

No. Non sarebbe bello. Sarebbe una tortura.

 

E io, e noi, non ci vogliamo torturare.

 

Noi siamo due stelle gemelle che vagano nello sconfinato universo, coi loro pianeti attorno.

E ogni tanto, ma proprio ogni tanto,

in un fragore da big bang, si scontrano ed esplodono

tra fuoco e fiamme e pioggia di schegge di luce accecante.

Accumulando energia.

 

Poi, lentamente, con tutto il codazzo di pianeti personali

 

ricominciano il solitario viaggio, spandendo luce.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

–

 

 

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ri-posto…

21 domenica Ott 2012

Posted by poetella in amore?, biografia..., consapevolezza, foto di poetella, inverno, malinconia, morte, poesia, vecchiaia

≈ 1 Commento

…ché —lamentesepolta, …

nuovo, interessantissimo blogger che seguo e consiglio, ha da poco commentato questo branetto, che fa parte di una raccolta di monologhetti /dialoghetti che forse…dico forse…pubblicherò.
Titolo “Amori amari”…
Con tante storie d’amore triste. Storie d’incomprensioni e inganni. Storie di sogni impossibili e sogni infranti…

ecco qui…

(foto di poetella)

ascolta poetella

.

.

                      – Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

non la levo la mano, non la tiro via con la scusa di una ciglia nell’occhio, dei capelli che scappano dal mollettone come ci fosse vento e non c’è vento, non c’è mai vento, non c’è più vento ormai qui dentro, da tanto, da tanto e allora coraggio, fammela questa carezza, una di quelle che si fanno ai vecchi su una mano sempre fredda, no, non la mia mano, la mia, quella non è fredda. La mano, per lo meno.

                       Magari è vecchia, la mia mano. Magari lei sì. Vedi l’indice? È un po’ curvo, quello della destra, dico, un po’ curvo a forza di scrivere e scrivere, la penna, il mouse, deve essere quello che l’ha curvato, [vedi la sinistra, quella del cuore? Quella no. Non è piena di solchi e nodi. Quella no. È giovane. Quella del cuore]

                       La destra, invece. Sarà quel sempre voler indicare un lontano, ci si stanca a indicare sempre un lontano chissà dove, laggiù dove si schiudono i sogni. Dove potremmo, dove potrebbero, prima o poi. Vedrai che.

Coraggio.

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

che vedrai, ti sorriderò come allora, tanto tempo. Tanto tempo passato.

Allora, quando credevo che Visto? Pure io ho trovato. Mica solo le altre. Mica solo Giovanna, o Caterina, o Sara o che ne so, non mi ricordo come si chiamava e lei ce l’aveva l’innamorato. E io pensavo Io mai! Io mai lo troverò uno che.

Io che papà non si fa trenta chilometri per venirmi a portare un cesto di frutta prima che mi svegli. Ché io non me lo merito, Caterina o Giovanna o Sarà sì. A loro i padri glieli portano i cesti di frutta. Io mai. Io no. Io non lo trovo uno che mi ama finalmente e mi fa scordare che tu, papà, non mi  porti i cesti di frutta. E invece poi.

 

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

Che non ti dirò Ma che fai, scemo. Non ti prenderò in giro.

Non ti dirò siamo vecchi. Lascia perdere che non.

 

                       Ti sorriderò come sorridevo a correrti incontro, quaranta, trentacinque, trenta, tanti anni fa, quando ancora credevo che sarebbe bastato salvare il mondo, magari salvare solo te dal mondo per sentire che anche io, no, i cesti di frutta no, ma non per colpa mia. Io ero ok.

Io salvavo il mondo. Io salvavo te dal mondo. Ero brava. Ero bella. Ero meglio di Giovanna, Caterina o Sara o non so chi. Non ricordo chi.

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

che ti sorriderò come fossimo in una nuova casa tutta bianca e rossa, in un nuovo giardino, no nuovo, il primo giardino, ché non abbiamo mai avuto un giardino nostro e ci nascondevamo nei giardinetti pubblici per scambiarci l’anima e scoprire i corpi diversi. E non ci siamo accorti che. Allora non ci siamo accorti che tutto era diverso. Non abbiamo voluto vedere che noi stessi. Si guarda sempre dentro di noi, da ragazzi e si cerca il riflesso. Ci si illude del riflesso. Ci si convince del riflesso.

                         Poi, quando s’aprono gli occhi, c’è chi li apre, sai? tutto si svela, ma ormai è tardi. Non si possono ricucire i silenzi, non si possono spianare i monti. Si tira avanti e ogni tanto

 

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

così, per dimenticare d’esserci sbagliati. Per cercare scuse alla nostra fragilità, alla nostra voglia di perdono. Che non c’è tempo più, ormai. Non c’è tempo per ricominciare. Per riscrivere la pergamena del destino.

Siamo vecchi.

E allora, allora

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

Fammela e resta qui, vicino a me. Resta qui e aspetta che faccia effetto, ci vuole poco sai? m’ha assicurato che ci vuole poco. Gli ho detto del gatto, il cancro, non voglio vedere che … piano piano… soffrendo. Voglio farlo io.

 

                            Ci vuole poco, vedrai. Aspetta con me che faccia effetto quest’addio al tutto, al niente, al passato e al futuro che non voglio, quest’addio che ho buttato giù con un po’ d’acqua.

Era fresca, sai.

…

…

…

(by poetella)

 

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Ci sono giorni in cui ti …

20 sabato Ott 2012

Posted by poetella in amore clandestino, amore?, atmosfere magice, consapevolezza, crescere con l'amore, diario, emozione, foto di poetella, le cose importanti, pensieri sparsi

≈ 11 commenti

Tag

amore, mai, poesia vissuta, sempre

(foto di poetella)

 

Ci sono giorni in cui ti parlo talmente tanto che alla fine, se non scrivo, scoppio.

Ci sono giorni, poi, che scrivo e scrivo, cerco una per una le parole per te, le seleziono come lenticchie sul piatto. Scartando. Accuratamente. Scegliendo.

Parole e parole. Succo d’anima. Concentrato di vita interiore.

Poi, con un leggero dondolio di testa che dice, Ma no! Dai, lascia perdere! Butto tutto.

Click, elimina.

Via.

 

A dirla tutta oggi non so ancora che fine faranno queste parole. È presto per dirlo.

Ma la voglia era parecchia. E si sa, unico modo per liberarsi di una tentazione è cedere.

No?

Dunque eccomi qui. A compiere il mio gioco preferito, che poi gioco non è. Direi di no.

 

È che ripenso alle tue, ce l’ho impresse una per una.

Poco tempo. tutto concentrato. Deve essere tutto perfetto.

Queste, principalmente girano e rigirano.

Te l’ho detto, no? Non deve.  Non deve, è.

Io credo, invece, che proprio quel poco tempo, proprio quello sia la legge che regola la magia.

E non credo si debba pretendere che tutto funzioni a meraviglia, perché proprio il funzionamento di quel poco tempo ha in se tutti i connotati della meraviglia.

Mai possibilità di noia.

Mai un attimo di più, da dire uffa, adesso che facciamo?

Ce ne sarebbero a milioni di cose da fare, che non faremo mai, mio caro, mai!

 

Mai il rischio di parlare troppo o troppo poco.

Di guardarsi troppo o troppo poco. Assaporarsi troppo. O troppo poco.

Tutto al massimo. A minimo rischio. Credo.

Tutto scelto. Eletto.

 

In fondo siamo noi che abbiamo deciso di condensare la vita in quegli spazi temporali limitati.

O forse non potevamo fare a meno di decidere così.

Comunque è così.

Non cambierei, non sostituirei mai neanche un minuto dei nostri, insieme.

Click. Invia messaggio.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Brahms– Trio for Piano, Clarinet and Cello Op 114

 

 

 

 

.

.

 

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L’anima. Ancora?

20 sabato Ott 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, atmosfere magice, Bellezza che salva, consapevolezza, crescere con l'amore, foto di poetella, pensieri sparsi, poesia, saggezza

≈ 6 commenti

Tag

anima, discorsi, eterne, J.S.Bach

(foto di poetella)

 

L’anima. Ancora?

Lasciami parlare. No, lasciami parlare. Adesso. A parte che con questa giornata, guarda che cielo. Ma come ti viene di metterti a fare questi discorsi dell’anima. E l’eterno. E ci si reincarna. Per compiersi. Ma quando la pianti con tutte queste storie? Ti ci diverti?

Tutti vorremmo avere un filino di speranza, certo, certo. Certo. Chi ti dice di no?

Tutti ci si attacca a improbabili costruzioni più o meno condivise, più o meno articolate.

A me basta questo cielo. Invece. Sì. Certo. Mi basta.

Eterno, non eterno. Sicuramente lui è eterno. No. Non  hai capito. Per quanto mi riguarda è eterno. Non credo proprio possa sparire finche resto viva. Eterno è tutto quello che continuerà ad esserci per il tempo in cui potrò percepirlo. L’aria, il sole, il primo tepore della primavera. I sogni. I desideri.

Quella è la mia eternità.

Le tombe Medicee a Firenze. Ci sono e ci saranno. Se qualche pazzo non le distrugge nel frattempo, ma non credo. Ci saranno e potrò vederle, se mi andrà. Se ce la farò ad andare a Firenze. Quelle, per me, sono eterne. L’anima.

Io non lo so cos’è l’anima. Se esiste qualcosa oltre le molecole. Gli atomi nervosi e mobili. O immobili. Cinica? Dici? Ma che cinica. Non sono cinica. E poi basta appiccicare definizioni! Etichette. Che ne so come sono. So che non mi voglio prendere in giro. Io. Ecco.

Guarda che cavolo di cielo, stamattina. Ma che mi frega dell’eterno.

La Bellezza. La Bellezza. Effimera  Bellezza. Fugace, inafferrabile, stupefacente Bellezza.

Il mio desiderio di bellezza è eterno. Il mio stupore davanti alla Bellezza. È eterno. Non mi lascerà finché vivo.

Tutto il resto…

 

Guarda quei vapori sui colli. Guarda quel mondo di fate all’orizzonte. Quei grigi, quei rosa. Spariranno.  Li  guardi ti giri li riguardi non ci sono più.

Cos’è eterno?

 

Il mio cuore veloce e la sua infinita fame d’amore. Ecco. È eterno. Sarà così fino a che si fermerà. Ma quando si fermerà, che mi frega. Non sentirò certo l’eterno silenzio del tutto. Non sentirò più niente.

L’anima?

È il corpo, non l’anima.

Infinite connessioni. Elettricità. Flussi di elettroni sollecitati, solleticati, spronati.

Tutti a vibrare  a girare a spostarsi a cercarsi a trovarsi… connessioni

Due occhi che ti guardano e scatta o non scatta

Fammi parlare. Ma sì, sto parlando solo io. Parli sempre tu. Fammi parlare. A che servono le sorelle, scusa?

Mica scatta sempre. Dici che è l’anima che si riconosce? Ma quale anima. È  solo magnetismo. Attrazione. Poli positivi e negativi. Sesso. Voglia. Vita.

L’eternità?

Un desiderio è eterno. Uno struggimento. È eterno.

Uno sguardo è eterno. Quando spegne tutto il mondo. Quando annulla l’orrore del mondo. Quando colora il buio del mondo. Questo è eterno. Dentro di me.

 

L’attesa di un orgasmo è eterna.

La voglia di innamorarsi è eterna.

Bach è eterno.

Non conosco la tua eternità. Non conosco la tua anima. Di cosa mi parli, ancora?

Conosco solo il tic tac dell’orologio e la sua carica…che prima o poi si scaricherà. E fine della corsa.

…

…

…

(by poetella)

J.S. Bach- Prelude

 

 

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non ho tempo di scrivere, dunque…si può rileggere questa, no?

19 venerdì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, consapevolezza, crescere con l'amore, fedeltà, foto di poetella, le cose importanti, poesia, vecchie mie...

≈ 6 commenti

(foto di poetella)

Ascolta poetella…

Se non fosse

che come un suono

un vento

 

i pensieri attraversati da

[intanto ripetere piccoli gesti

mansioni note

ingenui inganni]

Non ferisce nel suo viaggio

non spacca, non muta

il mondo

la nota

solo smuove un po’

fa vibrare

 

Se non fosse che di te

mi trema tutta la rete dei progetti

trema e s’assesta attorno

la scaglio avanti – ridisegno – rileggo

intrecci e luci e percorsi

Sedimento traguardi

 

Se non fosse

Se non fosse per…

me ne starei probabilmente

immota

come un fossile che ha dimenticato

 

Che non sa più la vita

…

…

(by poetella)

 

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Ma sì, mio caro, sì…

18 giovedì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, consapevolezza, crescere con l'amore, emozione, fedeltà, le cose importanti, musica, passione, poesia

≈ 20 commenti

Tag

amore, attesa, luce, mahler, per sempre, stelle

(foto dal web)

Ma sì, mio caro, sì

Certo. Ne abbiamo viste di peggio. Tutti e due. Fuori e dentro le stanze della nostra storia.

Cosa vuoi che mi spaventi, cosa vuoi che mi cambi una pausa, due pause.

Tre pause.

I nostri giorni sono stati sempre stelle nel nero dell’universo.

Punti isolati.

Ma che chiarore, loro. che sfolgorante, accecante chiarore!

Cosa vuoi che sia il buio attorno per miliardi di anni luce.

Cosa vuoi che possa mai cambiare di quella lucentezza?

Ma sì, mio caro, sì

Lo so che ci sarà da aspettare. Ma in fondo, cosa sarebbe questo viaggio verso il nulla se non un aspettare trepidante che qualcosa accada, ancora?

Tremo all’idea del giorno in cui.

Ci saranno giorni, arriveranno quei giorni. Con solo l’attesa dell’ultimo respiro, davanti, al traguardo.

Ma ora, ora no. Ancora no. Ancora s’aspetta.

 

Una pausa lunga, hai detto.

Invitandomi a non e a non e a non…

No, non ti preoccupare. Non.

E poi,

certo sì, mio caro, sì

certo. Ne abbiamo viste di peggio. Tutti e due. Fuori e dentro le stanze della nostra storia.

Siamo allenati. Preparati. Quanto vive mai una stella?

Quanto dura il suo splendente fulgore?

Non certo più a lungo del mio amarti, per quanto mi riguarda.

 

Ché anche nell’ultimo istante della mia vita, io t’amerò. Grata.

…

…

…

(by poetella)

 

 E ancora Mahler…il mio brano preferito…

 

 

 

.

 

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ancora una vecchia mia…

17 mercoledì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, emozione, felicità, foto di poetella, hard..., passione, poesia, vecchie mie...

≈ 17 commenti

Tag

amore, passione, yo yo ma

(foto di poetella)

– No, grazie, niente giornale –

     Ché non voglio sapere

Fuori dei fatti fuori del tempo, via!

E dentro a questo tempo

solo questo mio tempo

ché non c’è tempo

[e vorrei andare a spasso con te

o al mare o in aereo- magari anche in treno, dai]

Non c’è altro tempo che il nostro tempo

rubato al tempo

 

Guardami, allora. Guardami!

E lasciati cadere, adesso

Guardami per ore

Lasciati cadere che non c’è fondo

non c’è più fondo

mai stato fondo

affonda, affondo e poi

è un planare dolce, largo

e lento. Vedi? Senti?

[correnti ascensionali di respiro]

 

Dove sono i tuoi occhi, solo questo ci resta

Guardami. Guardami

 

Guardami per ore e ore

E sfiorami assaggiami leccami mordimi

Fammi sanguinare

Sfama la belva. Nutriti. Cresci

 

amore mio

e dimmelo, dimmelo ancora

che sono bella [ché c’è ancora tempo. Un po’ di tempo]

dimmi che questi occhi [coi tuoi occhi] che questi seni che questi fianchi

e il ventre

che questo collo che queste mani [stringile]

che queste spalle

dimmelo che questa notte non finirà

 

dimmelo, dimmelo per ore e ore e prendimi

 

e poi uccidimi.

 

Che la vecchiaia non

…

…

…

(by poetella)

 

 

Yo Yo Ma – Soul of the Tango –

 

 

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ripescando…

17 mercoledì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, crescere con l'amore, emozione, fiabe, foto di poetella, le cose importanti, poesia, quasi racconti, un nuovo romanzo.

≈ 7 commenti

Tag

il mare, primo amore, ragazzi, voce bella

(foto di poetella)

(riordinando un po’ appunti per…un nuovo romanzo: “La vita nel telefono”..ma mica lo so se poi il titolo…beh, vedremo)   

————————————————–

Sergio aveva gli occhi azzurri.

E lo sguardo sempre aggrottato.

Forse perché era miope. E gli occhiali, al mare, proprio no.

Quindici  anni e le gambe lunghe e magre. E le spalle larghe come una statua di Donatello. Giovane, bello e fiero.

                                  Suonava la chitarra. Bene. Benissimo. Alla spiaggia, il pomeriggio, c’era sempre un crocchio, attorno. E lui suonava.

Laura se lo guardava di nascosto Madonna che bello che è, e se lo sognava la notte.

E anche il giorno, pure quando c’era, sempre se lo sognava.

                               Lui suonava e lei spingeva i piccoli seni in fuori, nel costume rosso, piccolo piccolo, mentre cantava, con davanti il mare. Ma mica lo faceva apposta.

O forse sì.

E gli guardava le mani. E gli altri non c’erano.

C’erano, ma non c’erano.

E lui si guardava le mani, sulle corde della chitarra.

Come se non sapesse dove metterle. Le mani. Ma lo sapeva, invece. Per questo le teneva sulla chitarra. Solo che.

Quindici anni.

Ogni tanto si sbirciavano. Poi di nuovo a guardarsi le mani.

A toccarsele con gli occhi.

                                   E lei cantava, voce bella, e i capelli glieli muoveva il vento, lunghi lunghi e neri e lucidi. C’era da perdere la strada a seguire quelle oscillazioni. A star dietro alle ciocche leggere. Lacci che annodavano pensieri.

E scioglievano desideri.

Ogni tanto lui tirava su la testa. Era come un tuffo in acqua, dall’alto.

A mani unite.

E sarebbero voluti scappare via.

No. Restare.

No. Sparire.

Sprofondare nella sabbia.

Dissolti.

Insieme.

                          Respirava fondo Laura, e quei seni piccoli si gonfiavano ed era peggio.

Lui si guardava le mani e sbirciava i seni. E arrossiva.

Suonava, sguardo aggrottato, tutto rosso e zitto. La testa di nuovo bassa.

Guardami, guardami che suono per te.

E l’aria attorno era tesa. Tutto era teso e il sole scottava ancora e giocava coi grani di sabbia. Ci affondava come mani nel capelli.

Poi, qualcuno Basta chitarra, dai! Chi viene al promontorio?

E s’erano alzati tutti e il sole cominciava a tramontare.

                        Lei non aveva mai baciato sulla bocca uno che le piacesse.  

Solo alla festa, due mesi prima, che una guerra per convincere il padre a mandarcela, con i genitori nell’altra stanza a giocare a carte e ogni tanto venivano a curiosare, con la scusa di vedere se erano finiti i panini, e Non si balla così stretti. Ti pare?

E il padre la guardava brutto. E lei si staccava. E guardava il padre che spariva nell’altra stanza. E allora si riappiccicava. Insomma alla festa s’era trovata sulla sua la bocca di Ugo.

Ma Ugo era ciccione. Simpatico e ciccione. Caciarone, casinaro e ciccione.

Non le era piaciuto.

S’era portata dietro il ricordo viscido di quell’intrusione. Lo schifo.

Aveva bevuto un sacco di coca cola, dopo, e mangiato quattro panini col tonno e uno col salame. E pure un bignè con la cioccolata.

Non bacio mai più, aveva giurato. Mai, mai più. Che schifo.

Ma Sergio.

Era bello. Tutto abbronzato. Con le cosce muscolose. Faceva calcio. Attaccante. Segnava un sacco di goal. Gliel’aveva sentito raccontare a Tony.

E le spalle larghe. E la bocca rosa. Dio che bocca. Se mi baci tu, allora sì, allora sì, allora sì.

                                        S’erano mossi tutti, verso il promontorio, che poi non era un promontorio. Chissà perché lo chiamavano così. Era la foce del canale che finiva nel mare e c’erano detriti, bottiglie vuote che galleggiavano, cicche, pure una bambola senza braccia, una volta. E una ciabatta. Come aveva fatto chi l’aveva persa a tornare a casa con una ciabatta sola? E una specie di molo dove ci si poteva sedere e guardare l’acqua che cantilenava molle e lenta. 

                          Camminavano sulla riva, tra le onde fresche. Camminavano calmi e allegri con l’acqua che bagnava le caviglie e schioccava e spruzzava ad ogni passo. Chiacchieravano tutti. Scherzavano. Si schizzavano. Loro due no. Camminavano e zitti. Muti con un turbine di domande che  stingevano la gola. Che infiacchivano le gambe. Che tagliavano il respiro.

Il sole tramontava, addormentandosi come un leone stanco.

Lanciando ruggiti.

                    Il mare sconfinava negli occhi di Sergio. E le camminava vicino. Zitto e teso come un arco.

Faceva quasi male a guardarlo.

…

…

…

(by poetella)

Andres Segovia – Classical Guitar – Chopin Prelude

.

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Ci facciamo bastare poche parole…

16 martedì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, crescere con l'amore, desideri..., foto di poetella, le cose importanti, malinconia, nostalgia, pensieri sparsi, poesia, speranza

≈ 16 commenti

Tag

amore, la tua voce, nostalgia, parlami, ti amo, tracy chapman the promise

Ci facciamo bastare poche parole

 

Oppure no. Magari cerchiamo la coda invisibile. Devono avere certo una coda invisibile.

Come la scia che lascia un pensiero. Ecco.

Devono avere un seguito nascosto, uno strascico di seta azzurra, un profumo che impregni a lungo, anche a finestre aperte.

Quando un desiderio s’espande oltremisura ogni cosa prende i suoi connotati.

Tutto si colora e scolora e colora ancora del suo abbagliante colore.

C’è riverbero.

C’è riflesso.

Ci si specchia, ci si potrebbe specchiare nel suo riflesso.

 

E allora

 noi ci facciamo bastare poche parole.

Ci saziamo della traccia che lasciano nell’aria e ce la scriviamo in petto. Come un marchio, come un sigillo. Un riconoscimento.

Ce le ripetiamo e ripetiamo per sciogliere il gusto in bocca. Anche se non riesce ad arrivare in gola.

Troppo poco. Troppa fame. Alcune, poi, particolarmente dolci, si dissolvono come grumetti di meringa.

Ma la bocca resta dolce, dopo.

Così dolce che anche quel lievissimo gusto amaro, ce n’è di gusto amarognolo, no? Anche quello, beh, via!

Va giù.

Dunque, noi, sempre affamati, ma tanto chi ci toglierà mai quella fame, chi potrà mai saziare la nostra sconfinata ingordigia, la nostra golosità?comunque, noi, almeno proviamo e

 

ci facciamo bastare poche parole

 

senza andare troppo per il sottile, senza indagare, senza chiedere. Sarà, sicuro che sarà, deve proprio essere paura. Saggi quelli che dicevano

chi si contenta gode. Certo. Ma quando?

…

…

…

(by poetella)

 

Tracy Chapman – The promise

 

 

 

.

 

 

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Se almeno stesse piovendo potrei dire…

15 lunedì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, attesa, autunno, Bellezza che salva, desideri..., dolore che guarisce, emozione, foto di poetella, le cose importanti, malinconia, musica, nostalgia, paura di non amore, pioggia, poesia

≈ 17 commenti

Tag

amore, crescere, desideri, il cielo, malinconia, pioggia, poeisa, sogni

(foto di poetella)

 

 

Se almeno stesse piovendo potrei dire

Zitta! Stattene a guardare la pioggia. Basta con quel tic e tac in testa. Basta, dai!

Direi, senti come scroscia? Senti come lava, come soffia, come sventola vittoriosa.

Senti, senti come romba e rimbomba!

Se almeno stesse piovendo potrei dire

Zitta, sta’ zitta che tanto è inutile starsi a inerpicare sui sì, sui no, sui forse. Inutile stare a dondolare, a vagolare, a cercare di, a prevedere  a dedurre a supporre a congetturare a smentire a scongiurare a questo a quello a quell’altro. È inutile stare a.

Inutile, sai? che stani un pensiero e gli vai dietro e quello corre, sguscia, s’inerpica, si tuffa, sparisce, risbuca. Te lo perdi.

Quindi, dammi retta

Fa finta che almeno stia piovendo

Fa finta che quel fracasso d’acqua ti butti fiori da tutti i dubbi, da tutti i giochi maligni, da tutti i pesi trascinati che schiantano le spalle,  scuriscono la pelle,  annebbiano gli occhi,  spezzano le mani,  levano il fiato, gli anni. L’amore.

Fa finta di vederla, questa pioggia da bere,

da assorbire cogli occhi, con tutti i pori della mente,

da assorbirla  e inventarci  una danza che t’allarga le braccia,

una danza che gira e rigira,

ti solleva la testa,

te la butta un po’ indietro e intanto gira e rigira, gira e rigira

 

mentre tu, zitta, continui a girare con lei e scrivi e sorridi.

…

…

…

(by poetella)

 

Al piano Luigi Maria Corsanico- Rain

 

 

 

 

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un video…

15 lunedì Ott 2012

Posted by poetella in Bellezza che salva, dai blog amici..., poesia

≈ 10 commenti

Tag

amore, bellezza, Cultura, danza, Teatro

trovato in un blog…

 

e buona visione…

(è stupendo!)

 

 

 

 

 

.

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Ah, le nuvole!

14 domenica Ott 2012

Posted by poetella in foto di poetella, poesia

≈ 17 commenti

Tag

nuvole

 

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14 domenica Ott 2012

Posted by poetella in archetipi, comunicazione di servizio, consapevolezza, da leggere

≈ 4 commenti

Tag

archetipi, Francesca Salvador, platone, simboli, socrate

 

 

 

 

credo sia un buon testo da leggere…Ancora non ne sono certissima, perché sto aspettando mi arrivi…Ma la persona che l’ha scritto è davvero affidabile, dunque…

“Archetipi, la danza della vita”

di Francesca Salvador

“La conoscenza degli Archetipi è il patrimonio che i popoli antichi ci hanno lasciato in eredità. Nell’antichità gli Archetipi erano conosciuti ed usati, su di essi furono costruiti i primi linguaggi ed alfabeti. Socrate e Platone li definiscono i mattoni dell’universo, erano in grado di usarli ottenendo così una comprensione profonda dei fatti della vita. Il mondo degli Archetipi è presente in ciascuno di noi, nel nostro inconscio, nella natura che ci circonda, tra le pieghe della nostra cultura d’appartenenza, nel nostro stesso pensare ed agire, esso si esprime attraverso l’immenso patrimonio di simboli ed immagini che ogni giorno incontriamo dentro e fuori di noi. Conoscere tale patrimonio significa incamminarsi sempre più in un percorso di consapevolezza di se stessi e del mondo. Acquisire la capacità di utilizzare gli archetipi significa, innanzitutto cambiare, crescere, pensare in modo propositivo ed evolutivo, per poi creare la realtà in modo sempre più corrispondente alle nostre più alte aspettative.”

 

 

vedremo…

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

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Magari non sarà questo…

13 sabato Ott 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, consapevolezza, crescere con l'amore, diario, felicità, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà, musica, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti, saggezza

≈ 2 commenti

Tag

amore, crescere, J.S.Bach, luce, serenità

(foto di poetella)

 

Magari non sarà questo

Magari è solo un’idea che s’insinua ogni volta, s’arrotola, poi si srotola, spiana un po’ la tana, si sdraia.

Poi s’alza e se ne va. Ecco.

E comunque, anche se fosse? Ma lo vedi come sono adesso?

Come sono, ormai?

Troppo, troppo è stato seminato e raccolto e ancora seminato in questi quattro, no, di più, in questi forse quattro anni e mezzo, o di più, o di meno, ma che importa?

Troppo, troppo è stato attraversato, evitato affrontato combattuto e vinto, che

magari no, non sarà questo

che poi, anche se fosse? Dai! Ti ricordi?

Quanti scossoni alla cassa delle convinzioni. Quanti assestamenti.

Selezioni accurate. Questo va qui. questo lì.

Ti ricordi quello sbattere contro i no, non è così, non ce la faccio così! Come una mosca impazzita contro il vetro chiuso.

E poi, la fessura. La luce. L’aria. L’illuminazione. Un lampo. Davvero un lampo.

Quindi, sai,

magari vedrai, mi dico,  non sarà questo

ma se anche fosse, lo vedi come sono, ormai?

Lo vedi quell’incedere maestoso, largo, calmo, di grande fiume nella vasta pianura,

senza rapide, senza scosse.

Lo vedi come sorrido di bosco quieto, di sorgente fresca, lo vedi come continuo a salire?

E l’alba chiara dei miei giorni non conoscerà più la notte. Credo.

Quindi

Magari, sicuramente, non sarà questo

ma se anche fosse? Se non fosse l’affastellarsi di impicci e impacci che ti impedisse di…

se non fosse solo un meccanico intoppo. Ma volontà. Desiderio di. Desiderio che.

Se fosse che tu avessi davvero imparato, (che poi magari già da prima sapevi) a fare a meno di me

Tranquillo, ok? tranquillo.

Vedi? Ormai ho imparato anche io. Sicuro.

…

…

…

(by poetella)

J S Bach – Partita No.2 in c minor- Sarabande

 

 

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Proprio questo, certo, proprio questo il punto…

12 venerdì Ott 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, assenza prersenza, consapevolezza, crescere con l'amore, foto di poetella, inverno, le cose importanti, libertà, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti, saggezza, speranza, vecchiaia

≈ 11 commenti

Tag

amore, cosa resta di noi, dopo, ti ricordi

Proprio questo, certo, proprio questo il punto.

La vedo così, comunque. Come, non c’hai capito niente?

Rispiego. Tranquilla. Sì, deformazione professionale. Ci  sono abituata. Ma no, dai!

Mica dico che sei cretina. Io ci sono abituata a rispiegare. E dai!

Sono io che, certe volte, magari. Dici, spesso?

Ma non è vero che non mi segui più. È che sei, diciamo, ecco, sei legata. Sei impiastricciata di quello che senti dire, che ti hanno convinto a, che pensi si debba…

Sciogliti, cara. Vedrai che mi darai. Certo. Te lo dico io che.

Dicevamo?

Ah, sì

proprio questo, certo, proprio questo il punto.

 

Per lo meno io penso che. Ma sì. Allora dimmi, rispondi. Serena, però. Senza farti condizionare. Che è, cos’è che da fastidio, che scoccia di più quando.

Sì, sì, lo sai, stiamo parlando di quello.

Pensa a quando ti stavi a disperare, ma sì, lo so che sono passati dieci anni. Mi ricordo, sa’, io!

Insomma, che era che ti faceva disperare? Voglio morire! Ti ricordi? Tutt’è finito per me! Ridi, ridi! Sono buffa? Dieci anni fa mica ridevi! Beh, cos’era?

Dici? No, te lo dico io che era.

No! non  era che t’aveva lasciato.

Non era quello.   Ma no,  Non era che la storia era finita. . Beh, secondo me, no.  Poi  te.

E certamente! Te di pure quello che. Ma per carità. Ti pare che ti voglio convincere?

Ma non ci penso per niente. Io. Ma  quando mai!

Non è questo, certo, non è questo il punto.

 

Comunque, secondo il mio misero parere. E sì, adesso te lo dico. Cavolo! Mi interrompi sempre!

Tu eri sparita insieme a lui. Questo, era. Ti ricordi? Chi mi dirà più Come sei bella? Ti ricordi, vero? Lo stavi sempre a dire e piangevi! Non esistevi che nel suo riflesso. Eri niente, senza.

 

E poi c’era dell’altro. Tu ti vedevi orribile, nel suo ricordo. Un mostro.

Così come lui ti vedeva gli ultimi tempi. Prima di.

E questo, questo era terribile. Intollerabile.

Lasciare di sé un’immagine odiosa, soffocante, da eliminare dalla memoria.

Questo ti bruciava.

Proprio questo, certo, proprio questo il punto.

Lo vedi che mi dai ragione?

Ecco perché io.

Sì. Questo. Sempre luminosa, sempre grata come un tè al gelsomino, d’inverno.

Sempre senza delusioni. Senza sbiadire. Senza sbuffare. Senza gesti della mano a dire, bah!

Via! Basta.

 

Così, sarò e resterò, sempre. In lui. Certo. Sicuro.

E che sono bella me lo dirò da sola. Stanne certa. Contaci, cara mia.

…

…

…

(by poetella)

 

An Affair To Remember

 

 

 

 

 

.

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Dice, mi voglio fare un giardino zen…

11 giovedì Ott 2012

Posted by poetella in amiche, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, Debussy, desideri..., dolore che guarisce, le cose importanti, musica, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti, saggezza

≈ 19 commenti

Tag

conquiste interiori, giardino zen, pace, serenità

(foto dal web)

Dice, mi voglio fare un giardino zen.

Dice, Sai, quei giardini…lo sai com’è?

Che c’è quel pietrisco bianco, mica proprio un pietrisco. Che ci puoi scrivere sopra. Sai? dice, dietro quella pianta di fico selvatico. Quella che non ha mai fatto un cavolo di frutto. Poverina. Mica colpa sua. Lì, insomma, in quel rattangolino d’ombra.

Accanto alla legnaia, a nord.

Piccolo, sa! Hai presente? Che non mi ci cresce niente, lì.

Mica lo so come mai, dice. Mica lo so. C’ho piantato un sacco di cose.

Diverse. Niente.

Non mi piglia niente, lì.

Allora, dice, ci volevo fare un giardinetto zen.

Che tu vai lì e mediti. E magari scrivi qualcosa sul pietrisco. Che mica è proprio pietrisco.

Me l’ha detto Gustavo, come chi è? dice, il giardiniere, no?

Ma lo sai? vuole 1700 euro. Ché quel pietrisco è polvere di marmo. Apposta costa così.

Mettici del brecciolino, dico io.

No, dice lei. Sul brecciolino mica ci puoi scrivere.

Con la polvere di marmo bianca, bianchissima, vedessi! Co’ quella sì.

E ti siedi lì, una panchettina piccola, solo a un posto. Magari una piantina in vaso, non so di che,  ti siedi lì, E mediti. E se vuoi fai i disegnini sul pietrisco.

E poi li cancelli.

E l’ansia va via.

Dice.

 

E fatti ‘sto giardinetto zen, allora. Magari con la sabbia di fiume, dico io.

No, dice lei. La sabbia di fiume mica è bianca.

È importante il colore, dice lei.

Tante cose sono importanti per riconquistare la calma, no? Dice.

Ci vuole il bianco. Fare largo. Spazio. Scriverci su. E cancellare.

 

Ma, dico io, non te lo puoi fare in testa il giardinetto zen?

Ti fermi, ti fai il bianco dentro, scrivi e poi cancelli.

 

E tutto va ok. no? No?

…

…

…

(by poetella)

 

Debussy – Sarabande from Pour le piano

 

 

 

.

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Curioso come, guardando su, stamattina…

10 mercoledì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, camminare guardando, consapevolezza, crescere con l'amore, dolore che guarisce, emozione, foto di poetella, le cose importanti, libertà, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti

≈ 31 commenti

Tag

chet baker, il cielo, overtherainbow, speranza, vivere di poesia

(foto di poetella)

(lo so che non c’entra un gran che, ma mi piaceva…)

 

 

Curioso come, guardando su, stamattina,

ché io guardo sempre per aria, è un vizio, un vezzo, un’esigenza, un rischio, certo, un rischio pure, ché qualche volta, infatti,  inciampo a guardare in cielo, prendo storte, non vedo ostacoli, sbando, ma ciccia,

insomma, dicevo,

curioso davvero come guardando come c’erano delle virgole, delle virgole e virgolette strane, come un puntualizzare giudizi, un sottolineare, un evidenziare prese di posizione,

peccato non avessi per scattare, con me, peccato essere sempre presi alla sprovvista quando si vogliono fermare momenti, beh, dicevo

curioso come, guardando su, stamattina,

quelle virgole e virgolette, così, e poi così e virgola e così e ancora virgola, e una virgola lì e una là, spazio d’azzurro e virgola, e ancora azzurro e virgola

e niente punto. Ecco. Niente punto.

Potenzialità infinite. Uno sconfinato discorso azzurro di virgola in virgola.

 

Non lo so. Guardavo e sentivo dissolversi quel ganglio violaceo che m’arrochiva i pensieri da un po’. Mica tanto. No, mai per tanto tempo. solo un po’.

Sono brava a farmi durare solo un po’ le nebbie, le crepe nel muro, gli strappi, lo sguardo scuro. Anche perché ho gli occhi chiari. E chiara luce, da qualche parte, che magari s’oscura un po’, ma, come fai a tenere nascosta una luce?

 

Deve essere perché cerco risposte in cielo.

No. Così non mi piace.

Deve essere perché il cielo mi da sempre risposte.

Ecco. Così.

Insomma, vedi, con le virgole il discorso non si chiude.

Continua. E lasciamolo fluire. Allora.

…

…

…

(by poetella)

 

Chet Baker – OverTheRainbow

 

 

 

 

.

 

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ricordi…

09 martedì Ott 2012

Posted by poetella in foto di poetella, notturno, viaggi

≈ 17 commenti

Tag

abbazia di S. Galgano, luoghi magici, musica, viaggi

ripensando ad un viaggio

e ricordando la straordinaria, magica sensazione di libertà

di quel cielo stellato a tetto…

-Musica Antiqua – Renaissance Song And Dance

.

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sì, lo so, è colpevole…

09 martedì Ott 2012

Posted by poetella in da leggere, diario, Giuseppe Berto, le cose importanti, musica, padri e figli, poesia, silenzio

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Tag

Giuseppe Berto, grant green, Libri, old man moses

non l’avevo letto, ma…

sto rimediando

Grant Green- Old Man Moses (Let My People Go)

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