Mi prende una gran compassione, dopo la rabbia
per questi sedicenti esperti conoscitori dilettanti della psiche umana e magari anche di quella animale, o vegetale, o minerale (no, minerale no) che sputano sentenze a seconda del libro che stanno leggendo, che spacciano per illuminazioni assolute piccole mosche, ragnetti, formiche di pensiero che impacchettano con cura, confezionano con stracci di verità oltre tutto sindacabili e, ovviamente non assolute, non obiettive e dunque ancora non verità, che spediscono senza richiesta le stesse ove possano esser certi di avere, in fondo, l’applauso. Da se stessi. Bravi salvatori.
Quelle loro certezze conquistate per immersione in brodi di appiccicose palliative soluzioni d’eterni dubbi insondabili e insanabili.
Mi prende una gran compassione, dopo la rabbia
per questo loro pontificare dall’alto della loro piccola chiusa vita, piatta come la fessura sotto la porta, buia di cantina, di pozzo, di pertuso nella roccia, a spiare in tv quelle degli altri, a riempire il proprio vuoto ingurgitando senza masticare, senza digerire libri e libri come fossero oracoli taumaturgici. poi vomitandoli con gran fragore, libri che, diciamolo, ci fanno un po’ sospirare. E fare no, no, no! dondolando un po’ la testa. Malinconicamente sorridendo.
Mi prende una gran compassione, una gran pena, dopo la rabbia
per quel loro urlare da folli saggezze da apprendista santone, col turbante e l’anello. A me che non so. Che non so di. Che so di non, comunque.
Che non mi permetterei mai di.
Ma forse sono io che.
E poi una cosa è certa: si scocciano a sentirci parlare della nostra felicità.
Quindi stiamocene zitti. Meglio, no?
…
…
…
(by poetella)
Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov – Il Volo del Calabrone
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diegod56 ha detto:
pensa che io ritengo che la psiche non esiste, cara poetella, è un concetto desueto e dualistico (ma è un discorso lungo…)
su una cosa hai ragione: c’è tanta gente che legge i libri e poi, di fatto, non capisce quel che c’è scritto, cerca semplicemente qualche frase fatta da ripetere per far bella figura
ma non è il caso di arrabbiarsi
detto fra noi: tu scrivi (e con voce davvero piacevole leggi) delle belle poesie, ma in giro ci sono, anche fra i libri stampati, abbondanti esempi di ciò che Fantozzi, sfogandosi, definì col famoso «per me è una cagata pazzesca»
allora io distinguo: se uno le fesserie le scrive o le dice gratis, in fondo son fatti suoi, il male è se si fa anche pagare
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poetella ha detto:
prescindendo dal tuo “la psiche non esiste” sul quale concetto avrei da dire, (ma è un discorso lungo…) 😉
concordo sulla conclusione finale, aggiungendo che a volte, anche se non si fanno pagare, vorrebbero portarci, per presunto affetto o naturale e certo non scelta parentela, ad affermare che il nostro vivere, ovviamente non conforme al loro, sia tutto da rivedere, proprio perché non conforme al loro…
e giù prediche e prediche…che, sì, sì…si ascoltano con un precchio solo sorridendo, ma che a volte, e dico a volte, rompono un po’ le…
beh, ci siamo capiti!
E grazie per i complimenti, sempre graditi!
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domenica luise ha detto:
Il problema, cara poetella, è che la felicità si vede e provoca un’invidia selvaggia tutt’intorno a incominciare da quelli che dovrebbero sostenerti, che hanno pianto mille volte sulla tua spalla, ma sono i primi pronti all’accusa vera o inventata lì per lì.
Ma hai ragione tu: meglio tacere. Tanto i muri non capiscono.
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poetella ha detto:
oh yes!
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massimobotturi ha detto:
madonna, di quale categoria stai parlando?
ce ne sono talmente tanti di questi “saggi”
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poetella ha detto:
categoria “sorella gemella saputella”….
Uffaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
‘Na litigata, stamattina, al telefono! Sapessi!
😦
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massimobotturi ha detto:
mmmmhhh…
poi passa, dai
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poetella ha detto:
ma sì… a poetella passa tutto!
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Roberto Albini ha detto:
Un litigio tra gemelle deve essere uno spettacolo surreale. La prossima volta che ti capita mi chiami? 🙂
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poetella ha detto:
ma come faccio a chiamarti se sono al telefonooooooooooooo!
Potrei usare un altro telefono….
Umh…
ci penserò….
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gelsobianco ha detto:
“Mi prende una gran compassione, una gran pena, dopo la rabbia”
A me prende una gran rabbia subito dopo la rabbia… poi la più forte calma…
Ignoro i “bravi salvatori”, sorrido e proseguo.
Trovo indovinatissimo l’abbinamento della musica alle tue belle parole! Il volo del calabrone 😉
Brava!
Buon fine settimana, poetella
gbina
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poetella ha detto:
gbinaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!
che bello che sei passata!
Buon tutto a te e due baci
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lisarodolfo ha detto:
Di questi profeti, ultimamente, son circondata. Solo che a me non viene la gran pena. Solo la rabbia.
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poetella ha detto:
beh…dai…un po’ di pena fanno…specie se si tratta di una…sorella!
😦
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gelsobianco ha detto:
compassione è la giusta parola nei confronti di una sorella…
1.sentimento di sofferta partecipazione al male altrui.
2.sentimento di disapprovazione morale nei confronti di comportamenti negativi
3.La parola compassione in italiano non ha lo stesso significato che ha in latino, ma acquista invece il significato di pietà. Compassione è invece per le religioni orientali tra cui quella buddista, che la traduce con il termine di jihi, l’amore universale per il genere umano. Provare compassione è quindi come sentirsi illuminato. Una capacità dell’essere umano che si è elevato dal mondo delle emotività ad un sentire più grande.
ti abbraccio, cara poetella.
gbina
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poetella ha detto:
cara…tu!
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vulcanotto ha detto:
anche te, come noi, a tuo modo, ossessionata e inseguita dagli Antichi Maestri. il male del mondo. ma che vadano ammoriammazzati!
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poetella ha detto:
ma no…dai…
basta che non rompano più di tanto…
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