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(foto di poetella)

 

“[…]

Mi son detto, allora, (forse con il favore della notte) che comunque, comunque quelle cose che per un attimo avevo avuto dentro gli occhi, e io che le avevo guardate con stupore, tutte quelle cose, forse, erano ancora – benché non più ordinate secondo ogni apparenza, da alcuna architettura entro la quale si fosse potuto dare loro un senso, ritrovando così il giubilo della fede – altra cosa da sé (compresi noi, compreso il bambino, così libero, così fiducioso), non solamente antico fango e polvere futura, non solamente marciume annunciato, future ceneri, futuro nulla. Bensì altra cosa. E cosa? Non lo saprò mai, ammesso che non abbandoni immediatamente un simile sogno.”

Da  E, tuttavia

Di Philippe Jaccottet

Marcos y Marcos- 2006

 

 

…E dunque, dunque questa sensazione, questa percezione d’altro, d’oltre, di al di là.

Di un di più.

Questa pregnante percezione.

Questa stupita, quasi incredula, vibrante percezione.

Questo sospetto di.

Questo sobbalzo, questa speranza.

Tutto questo sentire. Non è solo mio.

Ma come potrebbe, d’altra parte?

Presunzione, bella mia! No. No, invece. Felicità.

Felicità che non sia solo mio.

Felicità. Condivisione. Possibilità.

 

Altri, oltre me. e la coralità, in fondo è conferma. E conforto. È confronto.

Altri hanno provato questo sospetto d’eternità. D’infinitamente esteso. Imperituro, di fronte a.

 

E lì si parlava di un martin pescatore che balena tra i pioppi.

 

Io sto parlando, certo, invece, al solito, delle mie ore, benedette ore con te,

 

ore a un attimo dalla fine del mondo.

(by poetella)

 

Mahler- adagietto de 5ª sinfonia

 

 

 

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