(foto di poetella)
Dunque è così che va?
Uno starsene quieti, le ore equidistanti. Nessuna accelerazione. Niente fretta.
Un sorriso appena accennato, alberi nella nebbia. Cipressi, ecco.
Solo un lieve dondolio nel vento.
È così che va, che procede?
Niente particolari attese. Nessun trasalimento.
Piccole occupazioni domestiche.
Riordinare archiviare rinfrescare.
Controllare preparare conservare. È così?
C’è una certa dolcezza. Indubbio.
Forse un po’ dolente.
Un respiro regolare. Una cantata larga. Comunque.
Salutare il gatto al portone.
Ormai s’è accasato. Risponde al saluto. Miao miao.
La giovane vicina che lascia aperta la porta dell’ascensore e aspetta che entri.
Poi si fa sera.
E poi notte. Sempre.
…
…
…
(by poetella)
.
sai, il lago in cui confluisce la nostra dirompenza non è necessariamente la cucina anche se le torte non guastano…certo che devo essere sincero….penso che sia proprio così…però..però una vena di improvvisazione e di apertura per il nuovo e l’inusitato è bene sempre lasciarla aperta…e noi tra un pensiero e l’altro lo facciamo!!!!!
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sì…credo di sì…
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dici di sì ma sento che ti girano!!!!!
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dici?
sensitivo!
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Malinconica…
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un giorno sentii definire così la malinconia
“…la felicità di essere tristi”
mah…chissà!
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Si, è così che va… e a volte ti assicuro, piuttosto che scendere in questo mondo frastornato e frastornante, è molto meglio che vada così
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e chi lo sa?
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i trasalimenti, se fossero costanti, non sarebbero trasalimenti
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il punto è…incostanti sì…ma…
ce ne saranno ancora?
Buon anno, Massimo!
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– Più vado avanti più vado verso la semplicità. Uso le metafore più consunte: in fondo è questo che è eterno, le stelle per esempio rassomigliano a occhi, la morte è come il sonno… – L. Borges
dunque è così e più si procede
più si fa bianca la quiete
folta sostanza della neve
di un centro caduto
e più cade più sento semplificarsi in me
la parola vita
metafora consunta di quanto è eterno e mostra ciechi
i propri occhi che bruciano atomi come stelle
e la morte è solo un braciere che raccoglie la cenere
di questo lungo brevissimo sonno.
Auguri di Buon Anno. ferni
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i tuoi auguri…si fanno sempre riconoscere.
Anche al buio.
Anche col sole, ma a occhi chiusi.
Anche con la nebbia, gli occhi aperti, e le mani legate.
Anche sott’acqua, senza respirare.
Anche rinchiusi dentro una scatola che sta dentro una scatola, dentro un’altra scatola contenuta in una scatola
il tutto incartato con spessa carta da pacchi.
Anche da lì dentro ti si riconoscerebbe.
Auguri, Fernanda.
Che il bracere aspetti a lungo…
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aspetta aspetta, lei aspetta aspetta che sia il tempo,ora si salta si fa la capriola e si guarda la stella. La più piccola del carro riconosce il mattino. Ciao AUGURI
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grazie per la frase di Borges
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😉
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Buon anno,
ci sei su facebook?
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ci sono che sì!
Lucia Piombo…
cercami!
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ok
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mi mandi un tuo libro?
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😦
non m n’è rimasto manco uno!
ma sono ordinabili…
ti consiglio l’ultimo, il romanzo.
Gli altri sono…errori di gioventù!
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Mi consumo le cervella
Nel pensiero di poetella!!!
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e nun te consumà…che poi…come famo?
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sì, è così che va. A volte. Anche. Perchè no?
Auguri!
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caro!
Auguri a te!
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Auguri, sì?! 🙂
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sì, sì….
😉
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Ci sento un ironico distacco alla Wislawa e un’identica, asciutta lucidità nello sguardo.
Però, no.
Non è così che va in astratto.
Non c’e regola, nè costruzione deterministica perchè vada così in generale…
Ma è pur vero che accada. E’ innegabile che succeda spesso e non serve essere rabdomanti per notarlo.
Il mondo attorno a noi, pullula di queste felicità diminuite, serenità modeste e piatte, piccole gratificazioni da distillare perfino dalla sicurezza che ogni giorno, si farà notte.
Così che nella cadenza ritmata dei giorni, nella magra consapevolezza che le cose potranno ripetersi moderatamente uguali a se stesse per il futuro, si possa perfino avvertire una vertigine, un gusto dolce che somiglia un poco a quella Dolcezza che invece troppo spesso manca.
Molti allora si determinano ad accontentarsi. Altri affondano completamente in quel ritmo fatto di piccolissimi niente che accadono e rassicurano.
Altri no. Per natura non possono. Inquieti proseguono a cercare altre dimensioni, pagando anche prezzi esosi pur di proseguire in un cammino scosceso e sismico.
Questo tuo post non so perchè lo sento complementare ad uno che scrissi tempo fa e che parla dell’altra dimensione, dove dolcezza e sorpresa, vertigine e passione, la fanno da padrone.
Se ti va di leggere metto il link:
http://curiosidelmare.blogspot.it/2012/01/fuoco-lento.html
Un caro saluto. Carlo
[ http://curiosidelmare.blogspot.it ]
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Ci sento un ironico distacco alla Wislawa e un’identica, asciutta lucidità nello sguardo.
beh, onorata di cotanto paragone. Indegnamente onorata…
Carlo, i tuoi commenti sono molto, molto gradiri.
Finalmente un riflettere promosso dai miei, diciam, versi (se posso…)
In quanto alle conclusioni, certo quel tuo Altri no. Per natura non possono. Inquieti proseguono a cercare altre dimensioni, pagando anche prezzi esosi pur di proseguire in un cammino scosceso e sismico. , decismente, me lo sento molto, molto mio…
Un caro saluto a te
Lucia
P.s.
adesso vedo a leggerti…
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