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lazalea

(foto di poetella)

Che succede, tesoro? hai scritto,
…comincio a preoccuparmi
…seriamente.

Tu? Preoccuparti tu? E perché mai?
Ma non si diceva che tutto quel chiacchiericcio, sì, scrivi, scrivimi,
telefona, cercami, aspettami,
ma non si diceva che no! Noi no!
Valeva per tutti e due, vero? Si parlava di noi.
Anche se esistiamo solo in quella stanza rossa.
Col tempo fermo. E l’universo che danza.

Che bisogno c’è di stare sempre appiccicati, l’abbiamo detto, no? Ti ricordi.
Che bisogno c’è di farsi continuamente sentire
un sospiro, un fiato nell’aria, un piccolo segnale di fumo
un tintinnio di campanelli
che bisogno c’è di precisare, sottolineare, ribadire. No! Noi no.

Ti ricordi le piante, a settembre?
Come hanno cominciato a rifiorire, a esplodere con quella poca acqua,
dopo tutto quel caldo?
Ti ricordi che festa?

Solo una volta, ma ero ragazzetta,  dai,
che ne sapevo io? solo una volta m’è successo d’affogare un’azalea.
L’ho lasciata nella fontana del lavatoio
con un po’ d’acqua nel fondo

così si disseta nella notte, pensavo.

E nella notte invece si sono riempite le vasche.
L’ho trovata, al mattino, sommersa, molle e triste.
L’ho tirata su.
Ma i fiori e anche le foglie
tutto nell’acqua.
Lontano  come i giorni più belli della giovinezza.

Brutto ricordo. Si fa tesoro di certi ricordi.

E poi, senti, mentre pensavo a te, stamattina
ché io penso sempre a te
quasi sempre a te
probabilmente stai come strato solido, roccia, basalto
e lì ci tiro su tutti i miei giorni
insomma, stamattina, mentre pensavo a te, vedessi!
Mille e mille e mille uccelli hanno solcato il mio cielo
(e sicuramente anche il tuo) ed ho fatto
Oh! Bello! E sorridevo.

 

Non affogherò più piante, io. Né amori. Giuro.



(by poetella)

(la musica stasera…ora non posso!)

 

 

 

 

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