Grande è il mistero della musica, essa è senza dubbio la manifestazione più profonda, filosoficamente più allarmante,
più affascinante della cultura e dell’umanità, per la sua natura sensibile-sovrasensibile, per il sorprendente legame che in essa, intrattengono rigore e sogno, moralità e magia, ragione e sentimento, giorno e notte.
(Thomas Mann)
06 mercoledì Feb 2013
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Un mio amico musicista, una sera mentre prendeva il treno per Milano, mentre si discorreva di musica mi disse: «parlare di musica è inutile, la musica non si puo’ trasporre nelle parole»
Da allora le cerco queste parole ma non le ho mai trovate, difatti preferisco parlare dei musicisti, delle sensazioni che provoca la musica, ma non della musica in sè.
È vero che discorrendo di tonalità maggiore e minore si spiega un poco il fenomeno della musica, ma il «perchè» un accordo o un altro fanno un certo effetto non è spiegabile, secondo me.
È come tentare di spiegare l’amore descrivendo lo sfregamento di mucose, un tentativo orribile e lontano dal vero.
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concordo in pieno.
Infatti, non parlo mai di musica.
L’ascolto
e basta.
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Rimane comunque, cara Poetella, sempre interessante descrivere la propria esperienza personale rispetto ad una musica, il proprio stupore, le sensazioni che ci evoca. Quindi in qualche modo «intorno» alla musica si puo’ scrivere e parlare. Come anche usare la musica, per converso, nelle metafore, utilizzando sensazioni musicali per descrivere altri ambiti. Ricorre spesso ad esempio la metafora del crescendo musicale riguardo l’insorgere dell’amore passionale. Anche nelle tue belle poesie, ogni tanto, vi sono metafore musicali.
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evidentemente la musica scorre in noi come sangue…
e, ogni tanto…ne esce un po’… No?
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