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all'osteria di Giovanni

(foto di poetella)

 

 

Bach. Ascolto.

Violoncello. Che effetto, che strana sensazione, il violoncello.

Come una sospensione di tristezza. O un approfondimento. Uno scendere, poi un salire.

Se potessi, camminerei su queste note. Scivolando.

Una strada lastricata. Niente scalini. Niente sampietrini.

Odio i sampietrini. Mica solo Leopardi li odiava.

Vai un po’ a camminare coi tacchi sui sampietrini. Forse Leopardi portava scarpe coi tacchi.

O forse no.

Comunque, torniamo al violoncello.

È così lamentoso.  Ma è un lamento fiero.

Non come certi lamenti dei deboli. Di chi vuole consolazione.

Conosco uno che è un mago del lamento debole.

Gran noia. “Quando s’è come voi, non si vive in compagnia.”Boheme, secondo atto.

 

Il violoncello no. Lui no. Un lamento consapevole. Un grido taciuto. Un silenzio.

No, questo l’hanno già scritto.

È che mi vengono in mente frasi d’altri, ogni tanto. Che ormai sono mie.

Da allora i piccoli fili del quartiere tessero la tela

che copre, veste, si sdraia sul letto, dorme con noi.

Tessero la tela? Tessettero la tela? Tesserono la tela? come cacchio si dice? Non  mi suona.

 

È una buona traduzione, comunque, un bel lavoro, questo libro che sto leggendo.

Me l’ha regalato un cameriere, a Firenze. A Firenze i camerieri fanno traduzioni di libri sconosciuti di autori uruguaiani. Mauricio Rosencof. Mai sentito. Approfondirò. Merita.

I camerieri fanno traduzioni e poi ti regalano i libri. All’Osteria di Giovanni. A via del moro.

A Firenze. Magica città.

 

Il violoncello approva.

Titolo del libro? Certo:

 

– Il quartiere era una festa – Mauricio Rosencof – traduzione di David Iori .

Ed Noripios, marchio poi acquistato dalla neonata casa editrice Annozze. Firenze.

 

Merita davvero. Tessero o tessettero o tesserono a parte. Ma David Iori è un ragazzo…crescerà.

(by poetella)

il quartiere era una festa

 

 

J.S. Bach – Suite No. 1 in G major [BWV 1007]

 

 

 

 

 

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