Entra luce a tratti
in questa mia cattedrale
di desiderio
e se poi mi sporgo
[e mi sporgo certo]
dalle sue guglie oltre me
oltre noi presenti assenti al tempo
al tempio del mio cercarti
in ogni stupore in ogni bagliore
d’imprevedibile bellezza
allora
ce n’è, ce n’è che sale su
dalle note di Borodin che ascolto scende
dalle nubi gonfie di pianto [di pianto?]
respira traspira
dai piccoli fiori di una giovane azalea
generosa. Due, nuovi, vedi?
Intanto imparo a conservare intatti
quei filamenti di luce
luce per quando (inarrestabile) scenderà
la notte
sul nostro essere noi.
…
…
…
(by poetella)
.
🙂
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😉
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Quanta luce in questa musica!
“luce per quando (inarrestabile) scenderà
la notte
sul nostro essere noi.”
Ti abbraccio
gbina
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la tua cattedrale del desiderio… ha grandi vetrate, poetelluccia.:-)
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fortunatamente..sì
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adoro il gotico, si presta bene al dolore e alla trascendenza. Anche al desiderio, nei momenti adatti.
pss sei in viaggio o è una chiesa gotica di Roma?
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Roma scarseggia di gotico, purtroppo.
No, è una foto di qualche anno fa…
Un luogo magico.
l’abbazia di S. Galgano.
Conosci?
Se adori il gotico (come me) non puoi non conoscerla…
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L’ha ribloggato su daisuzoku.
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