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1233426_10201335568463480_841705913_n(foto di poetella)

 

 

Ma io non lo so da dove mi viene

quest’irrequietezza. Questo continuo rimescolio. Questo chiedere e chiedermi. E rispondermi e poi chiedere ancora. Da dove viene questa voglia di moto, questo formicolio per le gambe. Questo respiro sconclusionato.

Bello guardare un lago calmo, un mare fermo. Un cielo. Invidiando. Comunque. Sempre.

Dicono che l’invidia sia sentimento principalmente femminile.

Non so.

 

È che a volte vorrei un po’ di riposo e quelli che ci riescono, beh, fortunati. Ché io no.

Pare. Sembra. Quasi ci giurerei.

Poi, invece, eccola che salta di nuovo su. Screanzata irrequietezza.

 

E  io non lo so da dove mi viene

questa benedetta irrequietezza. Questa sensazione di incompletezza. Questi dubbi senza risposte.

Che risposte vorrei mai? Che risposte possiamo mai cercare in questi fumi densi, in questa tremolante, cieca terra di caccia al tesoro?

E sì che saprei, in fondo, dove cercare. Ma s’oscura la mappa, a volte. E dai a snebbiare, a dire buona! Va bene così. Quello che c’è, c’è e quello che non c’è, magari, anche se ci fosse, no?

 

Ma sarà poi vero?

Sarà vero che si potrebbe definitivamente riuscire a farci bastare quel tesoretto accumulato nei giorni e dissipato nelle notti. Insonni? No, via, non sempre. Un po’ si dorme, in fondo. È che di notte, lo diceva pure Hemingway , no? di notte tutto si complica. I pensieri si fanno più ruvidi, più difficili da dipanare. Rasposi. Sonniferi? no, non se ne parla, grazie. E allora?

S’aspetta il giorno per vaporare un po’  i dilemmi, per farsi prendere dal vortice del fare. Del dire. Del dare.

In fondo, l’unica salvezza è nel fare. Oggi sono in vena di citazioni.

 

E poi, tanto, il  rimuginio a che vale?

Al lavoro!

 Gli astri transitano. È loro facoltà. E tutto scorre, dice.  No?

(by poetella)

 

 

 

 

J S Bach – Partita No.2 in c minor-Sarabande

 

 

 

 

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