Ero vissuta in penombra
senza chiedere troppo
agli occhi, al cuore.
No, al cuore sì, per compensare
per compassione del vago
del piccolo del lontano
dell’impreciso incerto scorrere pressappochista delle ore.
Ero vissuta in penombra
senza capire bene
senza precisione
facendone a meno, spavalda
una gatta nella notte che tanto, lei…
Indovinando sospettando immaginando
lo sfolgorante baluginio dei colori
dicendo sì, sì, vedo…vedo
per non essere da meno
per non fare pietà.
Bastava la mia di pietà rappresa
congelata cristallizzata per non farsi scoprire.
Dietro i pitturati sorrisi.
Poi…
Sai, amore mio? è successo agli occhi quello che era successo al cuore
cinque anni e mezzo fa.
Lui che ancora esulta. Di chiara luce. Di te.
Che, come si fa ad amare tanto, per così tanto, ancora?
…
…
…
(by poetella)
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