E niente foto. Ecco.

 

 

La prima cosa che faccio  quando m’alzo al mattino

è tirare su le serrande della cucina. Abbassate fino all’ultimo possibile contatto. Non per mia scelta, ovvio. Sigillate.

Barriera invalicabile alla luce. Che, in genere, fuori non c’è. Quando mi alzo.

 

Ma oggi è vacanza. Non si va a scuola. Non si deve correre. Non si deve trasformare il giorno in una gara di sopravvivenza. Niente premi o punizioni. Da  gradire, infliggere o subire.

Niente attese. Beh, no. Va detto che qualcosa si aspetta sempre. Noi avventati, temerari, incorreggibili illusi. Ma no, no, via, dai!

Senza infierire.

Ché, forse, senza questa  propensione all’attesa, alla speranza, si sarebbe mai fatto qualche passo avanti, dico io? Ma si sono poi fatti passi avanti?

Sì, dico, da quando Platone se la spassegiava tranquillo chiacchierando amorevolmente coi fanciullini belli. Educandoli.

Si sono fatti passi avanti? S’è davvero evoluto l’uomo?

 

Accendiamoci una sigaretta, va’. Anche se se la fuma il posacenere.

Troppo bello fumare e scrivere.

Senza dire, poi, che c’è Bach, in sottofondo e l’ora di mettersi a fare Cenerentola è ancora lontana.

 

Insomma, dicevo, quando mi sono alzata, stamattina, sono appunto andata in cucina a tirare su le serrande e, appena su, ecco che ti vedo un mare di puntini neri stagliati sulla nebbia, che già, a Roma, la nebbia… un mare di piccoli, mobili punti guizzanti in direzione del palazzo di fronte, da sopra la linea della tettoia del balcone. Mille  e mille e mille. Vedevo le alucce vibranti e poi altre e altre, tutti assieme. Davvero a migliaia. Che pensavo, Adesso prendo il telefonino e scatto.

Ma…e se finiscono?

No! Sono tanti! Prendo e scatto.

No. Meglio stare a guardare. 30, 40, 50 secondi, un minuto. E non finivano. E io non sapevo risolvermi a staccarmi da lì. Divorata dal dubbio.

 

Non mi sono staccata.

E non ho scattato proprio niente.

Ma li ho visti.

Fino all’ultimo, ritardatario, affannato uccellino. Ciao, belli! Tornerete?

 

La sigaretta non è ancora finita. Rileggiamo.

(by poetella)

 

 

J. S. Bach – Prelude and Fugue in A Minor, BWV. 543.

 

 

 

 

 

 

 

 

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