(foto di poetella)
La tua camera. No, stammi a sentire. Anche se non ci sei. Anche se non ti vedo. Al solito. Quasi. Quasi al solito, dico.
Niente alberi per noi. Niente strade, giardini, fiori, supermercati, vetrine, per noi. Niente passi.
Niente vento. A che ci serve il vento? A che ci servono gli alberi? Che mi basti tu per fare ombra. Ti basto io per contrastare lo sfacciato, accecante schiamazzo del mondo. E poi, anche il vento? L’ho detto, sì, a che ci serve? A niente. Basto io, basti tu, nella tua camera, a soffiare brezza sulla mia, sulla tua voglia di riconoscimenti, ritrovamenti, ricongiungimenti.
E le strade? Che ce ne facciamo delle strade se io non voglio andare da nessuna parte se non qui, da te, non voglio negozi, non voglio vetrine illuminate o no, non devo comprare niente, non voglio accumulare niente, non voglio accatastare inutilità che diano parvenza di ricchezza, la fuori, dove tutto già è un debordare di devi, non devi, di dimmi, di dammi. Di fammi.
No. Non mi interessa, grazie! Neanche a te, vero?
Non mi servono vetrine da guardare con gli occhi stupiti di desiderio, tu sei il mio desiderio cha nasce ogni volta, bambino ricciolino malizioso e impudente, non mi servono mercati e mercanti per comprare o barattare quello che ho già e che mi tengo gelosamente nei cassetti segreti del cuore, custodito, qui, con te. Nella tua, mia camera con le pareti celeste polvere e quella parete rossa, che è sempre una sorpresa, per me. Sempre uno schianto cromatico, un soprassalto, per me. Come te.
Niente passi, per noi, lo sai, vero? Solo una passeggiata insieme, quasi sei anni fa. E basta. Ma a che mi servono i passi, insieme? E a te? Io che cammino ovunque col tuo marchio d’amore in fronte, con l’azzurro del tuo esistere che mi fa da lente per avvicinare o allontanare il mondo. All’occorrenza.
La tua camera, sentimi! Anche se non ci sei, anche se non ti vedo, proprio perché non ti vedo, adesso, eppure ti sento, ti sento ché lo so che sei qui, con me, e fuori non è ancora giorno, e ti sei svegliato da poco, ci siamo svegliati assieme, lontani, vicini sotto diversi soffitti, sotto diversi cieli, ma la luna, la luna piena la vedi anche tu, la guardi anche tu, anche tu come me, sempre come me, quante volte come me, diciamo?
La tua camera, sentimi, dai! La tua camera, solo lei io amo, che è il pozzo dove ho gettato il mio passato, dove il presente emerge come la Signora del lago, con l’anello e la corona e ci inonda di una pioggia di luce. Che m’acceca.
Per non farmi guardare al futuro. Che non c’è.
Lontana da li.
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(by poetella)
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…c’è un compromesso nelle esistenze…..crea equilibrio anche se superficialmente sembra il contrario….l’hai trovato e lo lanci in aria quasi come una sfida con parole e riflessioni che si fanno catturare…..
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In alcune, privilegiate esistenze… nessun compromesso…
Solo identità di intenti
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Oggi ti leggo e basta…un abbraccio…
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A te, blogghina cara…
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E mi leggo con piacere la Poetella innamorata pazza, che vive ogni attimo di presente gustandone la lucente bellezza. Bacio serale!
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bacio quasi notturno…Bakina…
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Ma che meraviglia questa camera! E’ una “wunderkammer” come quelle del 1600… con astrolabi, coccodrilli impagliati, enormi mappamondi? E complicati meccanismi ad orologeria di cui si è perso il significato… e statuette antiche.. manoscritti, tomi rilegati in cuoio di Cordova profumato e antico… fiale, ampolle con essenze rare… o lacrime, raccolte dagli occhi dell’amato.. E tu e l’amato dentro, a guardare tutto, a leggere, annusare, toccare.. quanto basta per far tornare la fame dell’altro, quando, sazi delle cose, si ha bisogno di passione… 😀
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sbagli. E’ una camera semi vuota. Non c’è quasi niente. Nessun oggetto, nessu quadro, né statuette, né libri, né essenze rare, né complicati meccanismi. Nulla…se non l’indispensabile.
ma è ricca di tutto quello che serve. E quello che serve è semplicemente amore. E basta.
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…. mi ero fatto trasportare dall’entusiasmo… 😀
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😉
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l’intensità è la tua costante, sempre
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caro..
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I confini scompaiono quando c’è di mezzo l’amore, nevvero? 🙂
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ma certo che sì, mia cara…
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Mi spiazza, questo monologo interiore.
Io am(av)o la Luna, in particolare il suo rinnovarsi ogni mese, il suo rinascere più splendente di prima.
Parlare alla Luna o alla stanza… dilemma non sciolto.
(ma poi, chi mai ha detto che tutti i dilemmi fatti sian a esser sciolti?).
Spiazzato e ammirato porgo i miei complimenti.
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ed io, commossa, ringrazio
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Ho riletto diverse volte…ma è, mi è rimasta dentro la stessa sensazione iniziale…un’intensità, una malinconia in sottofondo…una forza incredibile che solo l’amore può dare…
un abbraccio
e buon domani amica
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un abbracio marta cara…
sogni d’oro e risveglio sereno!
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L’ha ripubblicato su Poetella's Bloge ha commentato:
Beh… per ricordare …
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