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(foto di poetella)

 

 

 

Stanotte ho guardato a lungo la tua fotografia prima di dormire. Lo faccio spesso. Anzi devo francamente confessare che lo faccio tutte le sere. Poi spengo tutto. Ecco.

A lungo. Così teneramente, così intensamente che davvero non mi sarei stupita di scoprire che chiudevi gli occhi, quando anche io  sbattevo per un attimo le palpebre.

Che non ce la facevi neanche tu a sostenere il mio sguardo. Con quei tuoi occhi vittoriosi così fissamente puntati  nel mio cuore, i tuoi occhi temerari e spavaldi.

Altro che Tosca che guarda Cavaradossi alla faccia di Scarpia!

Altro che guru ipnotizzatore di folle.

 

I tuoi occhi così larghi con dentro tutte le onde di tutti gli oceani della terra e della luna, onde alte chilometri, onde che seppelliscono interi continenti, fanno riaffiorare valanghe di desideri, affondano navi di dubbi e le rivoltano. E ci fanno crescere le alghe. E nuotare i pesci.

Occhi con dentro tutte le sorgenti dell’amore e del piacere, della gioia e dell’attesa e dello stupore.  I tuoi occhi di quell’indefinibile azzurro che provaci a rifarlo  con gli acquerelli, provaci a rifarlo con gli inchiostri più preziosi d’oriente. Ma che!

 

Ho guardato a lungo la tua fotografia

E non c’erano le tue mani

E non c’erano le braccia e  le gambe, la curva plastica della schiena, il petto largo  e non c’era il calore del tuo corpo di febbre quando mi stringi che mi scotti.

 

L’ho guardata a lungo e poi ho spento il  display del telefonino.

E t’ho tenuto in mente sperando di portarti nei sogni. Costringerti a venirci.

Niente da fare, però. Non sei venuto. Credo d’aver sognato d’essere al supermercato con mamma. Che non c’è più da tre anni. E al supermercato, con lei, non ci sono andata mai. Forse per questo? Perché al supermercato con te non andrò mai? Vallo a capire che strana strada prendono i sogni.

Ma tant’è.

Comunque, stamattina, quando sono uscita, c’era un gran vento. Un vento caldo di primavera.

E, in aria, voci acute di gabbiani.

(by poetella)

 

 

 

John Cage – Dream.

 

 

 

 

 

 

 

 

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