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20140228_071909(foto di poetella)

 

 

Dunque, vediamo un po’.

Può, la via Tiburtina, di mattina presto, riservare, siamo in periferia, verso l’estremo confine della città, dicevo, può riservare anche solo un minuscolo sobbalzo di emozione, una piccola “o”, con magari anche un’h muta, ma che caratterizzi di quella inconfondibile aria di stupore il tutto. (tutto, poi…due letterine…)

 

Insomma, dicevo, a guardare e camminare su via Tiburtina, sicuramente una squallida via, specie in periferia, verso il dissolversi labile della città, (che poi, anche in centro, non è che la cosa cambi, su via Tiburtina)

può, stavo dicendo, questa benedetta via Tiburtina concederci, generosa, pietosa, un sobbalzo di gratitudine a guardare quell’impensabile, imprevedibile, certamente portatore di una scheggia di felicità, di un seme di felicità, un germoglio di felicità, quell’allegro, stupefatto, inaspettato tremito di gioioso turbamento  di fronte al manifestarsi precoce di una inarrestabile primavera spolverata sui petali del pruno (?), o mandorlo (?) o pesco, insomma, non so che albero fosse, ma, non so mai il nome degli alberi, devo averlo detto più volte, e cosa cambia, anche questa scarsa conoscenza come può incidere sulla percezione della bellezza che…

 

Tirando le somme, può il guardare e il meravigliarsi di questa bellezza su via Tiburtina essere motivato da un prurito di felicità per tutto il corpo solo al pensiero che noi, mercoledì…

 

Mah! Chi lo sa. Comunque

(by poetella)

 

 

 

E niente musica (contento Inteso?) Ché non serve

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