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amore, dimmi, fotografia, paura, pioggia
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Vedessi! I gerani. Le begonie. Una strage. Tutte le foglioline a terra. Tutto decapitato, ferito, straziato. Tutto il mio amore a terra, desolato. E da te?
L’ho visto arrivare, da te, il mostro grigio.
Laggiù, oltre la montagna. Avanzava come l’angelo della morte.
I tuoi piccoli frutti. Che ne è di loro?
E gli alberi.
C’è stata la grandine anche da te?
Vedevo quel nero che pressava la montagna. E sotto c’eri tu. E le piantine. I fiori bianchi e le loro promesse di frutti. E i fruttini già pronti. Succosi. Carichi di sole. Di colore. Di profumo.
Le tue mani che l’avevano coccolati, protetti, nutriti.
Che ha fatto il mostro? Dimmelo.
Non farmi stare in pena.
È arrivato prima da te. L’ho visto. Impotente. Allarmata. Come la sposa del pescatore che vede ingrossarsi il mare.
Tutto arriva prima da te. Tu sei sempre avanti.
Poi viene da me.
Ma io sono pronta. Tu mi hai istruito.
Si deve stare sempre in allerta. E accettare. Sereni.
Mi tirerò su le maniche e rimetterò ordine tra i feriti. Seppellirò i morti. Ho talmente tanto amore dentro che nasceranno altri piccoli amori. Lo so.
La Bellezza si diffonderà di nuovo.
Anche da te, vedrai, amore mio. Anche da te.
L’antico lavoro del contadino insegna.
Accettare. Aspettare. Lavorare. Sperare. Senza piangere. Che non serve.
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(by poetella)
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