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(foto di poetella)
E allora scrivimi, via, scrivimi di te.
Scrivimi, che queste ore piccine, senza splendore, senza gloria, queste ore inginocchiate, striscianti, a guardare per terra, e attenta a come ti muovi, sa’? attenta a come ti giri,
queste ore solitarie in mezzo a mille voci, mille e mille visi, un tratturo d’elefanti, processione di formiche, mille e mille voci che non sono la tua, queste ore imprigionate in antiche scelte fatte da una me che era un’altra. Rinnegata. Scacciata dalla faccia della terra e tornata a chiedere i resti e darne,
queste ore incapsulate nella griglia dei devi qui, devi lì,
queste ore filacciose non mi passano mai, amato mio. Mai.
E allora scrivimi, via, scrivimi di te.
Dimmi, dimmi del piccolo e del grande, dimmi degli ulivi, dei mirtilli e dei piccoli animali sotto terra. Delle prime gemme e dell’ultima foglia secca.
Del sorriso e del sospiro. Dello sbadiglio e del sobbalzo, ce n’è di sobbalzi, lontano da me?
Dimmi dei gatti, di quei due gatti, beati loro, che respirano la tua aria. La tua benevolenza.
Dimmi la calma, l’attesa. Dimmi la rabbia. le poche volte che c’è.
Scrivimi, che le parole riempiranno di te gli incavi del silenzio.
Le parole sembreranno conchiglie lasciate sulla sabbia da un mare misericordioso.
La tua voce nelle conchiglie.
Quella tua voce d’eterno ragazzo, d’eterno ragazzaccio, scroscio di sorgente.
Quella voce che anche se dice solo Ehi! Ehi! al telefono, solo se dice Ehi! è come se ogni volta,
ogni volta dicesse Ciao, Belladonna! Ti adoro!
Perché io la so, quella voce Io so che così è.
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(by poetella)
Rachmaninoff -Yo Yo Ma – Cello Sonatas