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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

Poetella's Blog

Archivi Mensili: giugno 2014

mi arrivano le voci…

09 lunedì Giu 2014

Posted by poetella in poesia

≈ 18 commenti

Tag

amore, nostalgia

tigli(foto di poetella)

 

.

Mi arrivano le voci; intanto ricordo il profumo dei tigli.

La collega di spagnolo tarda. Dicono. Quello della tua camicia l’ho dimenticato. Il profumo.

I tigli no. Mi stavano sopra la testa come una benedizione. E il caldo dell’ora esorcizzato, come innestato su un tronco di felicità.

Felicità? Troppo direi. Diciamo una dimenticanza di dolore. Che non è poco.

Il vocio continua.

Dicono che la bougainvillea per fiorire necessiti di  tre quattro ore di sole diretto al giorno.

Tre o quattro ore di sole diretto.

Sto perdendo tutti i petali. Aiutami

…

…

…

(By poetella)

in su

(foto di poetella)

.

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in balcone…

08 domenica Giu 2014

Posted by poetella in fiori, foto di poetella

≈ 17 commenti

Tag

bellezza, fiori, fotografia

10443602_10203350740041510_502298910034690609_n 2014-06-06 20.51.35 10378941_10203350751481796_1703606371066664232_n

 

ché, come si fa a scrivere con questo caldo?

mah!

.

.

.

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Bene, avere parecchio da…

07 sabato Giu 2014

Posted by poetella in ricordando l'amore, ricordi, vecchiaia

≈ 14 commenti

Tag

amore, attesa, ti ricordi, vecchiaia

potature(foto di poetella)

.
Bene, avere parecchio da presentare

al custode dei ricordi, quello nutrito e cresciuto in petto. Il più potente dei signori. Il più amato.
Questo.

Come quella volta lì che c’era la neve e papà m’aveva presa in braccio. Per non farmi gelare i piedini. Fuori del cinema, aspettando il tram. Guantini di lana rosa.
Tirare fuori dalla sporta pesante e tenere in mano, allora, in grembo, magari, ché le mani saranno stanche e tutte storte per l’artrosi. Tenere lì. Guardare e sorridere. Così.

Avere parecchio da presentare

al custode dei ricordi, quello nutrito e cresciuto in petto. Il più potente dei signori. Il più amato.
Questo ci vuole.

Come quell’altra volta che tu, ah, tu! con lo sguardo di bambino perduto, m’hai detto vai già via?
E sarei restata ancora mille anni. Mille e mille anni anche solo a guardarti.
Anche solo a guardarti.
Tirare fuori dalla sporta pesante e tenere sul cuore. Il cuore. E ancora batterà lento.
O veloce. O non lo so come.

Seduta in balcone all’inizio dell’estate, allora, che chissà chi lo curerà il balcone, io vecchia vecchia e debole e stanca

bene, avrò parecchio da presentare

al custode dei miei ricordi che nutro e cresco in petto. Il più potente dei miei signori. Il più amato.

Come quell’altra volta ancora che mi stringevi le mani e baci a pioggia mi svegliavano al mondo e la tua voce, la tua voce!
O quell’altra che… ma questo non lo dico. Lo lascio lì, è mio…

ce ne sarà da stare a ricordare, a ripescare nel cumulo, quel giorno.

Quel giorno lì, quando niente più tempo, né gambe, né mani, labbra e occhi per costruire nuove tracce di lucente memoria.

E mi farò bastare quello che c’è. Spero.
…
…
…
(by poetella)

 

Que serà serà. Connie Francis

 

.

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selfie…

07 sabato Giu 2014

Posted by poetella in foto di poetella, selfie

≈ 24 commenti

selfie

e ciao!

(notare le lentiggini…fioriscono  a più non posso!)

.

.

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.

.

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momenti in cui…

06 venerdì Giu 2014

Posted by poetella in amore?, e non mi basta, foto di poetella, nostalgia

≈ 9 commenti

Tag

amore, attesa, bellezza, fotografia, mi manchi, nostalgia

l'ibiscus(foto di poetella)

Qui, se vuoi ascoltare…

“momenti in cui il sole ha un lucore perfetto
e, tuttavia, insufficiente”

da Senza paragone- Gherardo Bortolotti

 

 

…come quando cammino, un passo dopo l’altro

e uno scintillio, uno sfolgorio, e quei miei ragionamenti inutili, ghirigori d’aria, come un condizionatore senza gas
che fa solo rumore, butta vento in casa. Caldo. E non serve.
E sì che camminare, camminarmi in testa, camminare tra le nuvole, cosa meglio?

Tuttavia…

Come quando in balcone fiori e fiori

e profumo e le mani nella terra a smuovere, aggiungere, sistemare e l’acqua, il concime e l’arietta fresca di una lunghissima primavera che pare non riesca a finire
e ancora non se ne parla di quel caldo che uccide, di quei vestiti appiccicati, di quei ronzii nell’orecchio prima del sonno e zzzzzzzzzz e zzzzzzzz che allontanano il sonno, ostacolano il sonno, bloccano il sonno.
Ancora quiete le notti, ancora la copertina di lana bianca e soffice

Tuttavia…

Come lo scivolare tra i profumi del gelsomino

Che ce n’è un muro, una barriera, una cascata tremula e gaia di frizzi e guizzi di bianco a ciuffetti e di verde cupo come il sogno di un bosco incantato, che ce n’è, ce ne sarebbe di che slargarsi il cuore e snebbiarsi l’anima e sorridere, anche ridere, magari, anche cantare, via!

Tuttavia…

Tu, dove sei?
…
…
…

(by poetella)

 
.

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sapete?

05 giovedì Giu 2014

Posted by poetella in comunicazione di servizio

≈ 66 commenti

Tag

odio

oh-come-mi-sono-arrabbiata-oh-come-mi-sono-ar-L-bVNjdO

.

.

.

 

io oooooooooooooooooodio

chi mi segue solo per fare pubblicità al suo blog!

senza manco aver letto che cacchio c’è scritto nel mio!

odio, odio, odio!

Ecco. L’ho detto.

e mo cancellate l’iscrizione.

che non so che farmene!

cazzo!

612 Blog

ma ‘ndo state?

che fate?

che volete?

qua ce ne so’ sei o sette che leggono…

magari otto.

Nove, tie’…

e l’artri?

odio!

Odio

Odio

Ecco.

.

.

.

.

.

.

.

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in sala professori… (ok…siamo in vena di ricordi…e di ri-post)

05 giovedì Giu 2014

Posted by poetella in ricordi, scuola, studiare, università, volontà

≈ 12 commenti

Tag

colleghe, consigli di classe, me so' fatta 'n culo!, prof Renato Bonelli, Ricordi

1231629_10201455320937217_524198775_n(foto di poetella)

 

Ma ché, sei architetto pure tu?

(da un morso al panino all’olio. Da dentro s’intravede frittata. E foglie. Mastica)

 

Pure io, sì, risponde lei. Cioè, no. Dottore in Architettura, per essere precisi. Ok, ok, dottoressa. Ancora a fare la post-sessantottina, te, eh? (scuote piano la testa, sorridendo)

Scusa, mi vado a prendere un te alle macchinette. Tu vuoi? Ti ritrovo tanto, no? Consigli di classe pure tu, vero?

 

Esce dalla sala dei professori, dall’odore di frittata e dal disordine dei fogli e fogli sul grande tavolo. Quasi correndo, esce. Le bidelle lavano il corridoio. Sempre a passo di carica a scuola. Sempre fare tutto di corsa ché suona.

Scambi fugaci, brandelli di chiacchiere mozze al cambio dell’ora. O nelle attese dei consigli di classe. Dei collegi fiume.

Sempre costipati. Sempre zeppi di cose da fare, sistemare, controllare, organizzare, chiedere, confermare, disdire, confrontare, incastrare, concedere. Negare. E suona.

 

Rieccomi, dice, col bicchiere di carta da una mano all’altra. Scotta.

Che dicevamo? Ah, sì. Dottore in Architettura. No, mai fatto l’esame di stato. Mai iscritta all’albo. Difficile, dici? L’esame? Tu, fatto?

Ma mica per quello! Figurati! Difficile: niente è difficile se vuoi.

Conosciuto il prof Bonelli, in facoltà? Bonanima! Ti ricordi? Sì, storia dell’Arte. No! Era storia dell’Architettura. O dell’Arte? Boh, non mi ricordo. Sì, quello. Quello che bocciava tutti. Ah, tu no? Con chi l’hai dato l’esame? Ma come non ti ricordi! Eh, tanti anni. Ma Bonelli non si dimentica! Quello che una volta, andavo sempre ad assistere agli esami, ai massacri, una volta a uno che dice che s’era preparato su Giotto, fa, ‘spetta che bevo, (beve) fa  Credette nella pittura Cimabue tener lo campo, ma…continui, prego! E quello imbambolato, trasognato, sconcertato, inebetito. E lui Vada, prego. O si studia o si studia. Manco l’ha fatto parlare!

No, non ho potuto cambiare corso. Aveva fatto firmare non so che. Chi capitava con lui ci restava. Non si poteva cambiare.

E bocciava tutti. O qualche striminzito diciotto.

Solo dopo tre esami ripetuti e falliti si poteva cambiare corso. Se no, no.

Dicevano che era pazzo. Ma io, trenta e lode. Alla faccia sua. Che, lo sai? m’ero seduta col matitone 6B in mano. E lui, Come mai la matita, signorina? Tutto mellifluo. E sbirciava la scollatura. E io Un buon architetto deve saper disegnare!

Lo diceva sempre, lui. Lo citavo.

E giù a disegnargli lì per lì, lo spaccato assonometrico delle chiese di pellegrinaggio. Ridi, ridi!

Vero!

M’ero esercitata, che ti credi! Volte a crociera, cappelle radiali, archi rampanti…un culo che non ti dico! E date, e fatti. E critiche. E concetti filosofici.

Porca miseria, bocci tutti, pensavo? Con quella bibliografia che da sola era un libro. E io ti faccio vedere! Per tigna.

Che mi voleva portare in moto a vederle, quelle cattedrali Oltralpe. Che dice Lei ne parla come se le avesse viste! E non le ha viste, signorina? Ce la porto io! In moto!

Dici che era la scollatura? Ma dai! No! È che l’avevo  distrutto! Stroncato! Dai a fare domande. Non mi mollava. Si divertiva! Sei mesi ero stata a studiare. Difficile, dici? Se si vuole, si fa.

Così si studia. Così o niente. Non serve. Non si fa più? Boh, non lo so. Non si faceva? Beh, io sì.

 

Ma a me, fare l’architetto. Chissene!

Io volevo insegnare. Da sempre.

E poi in facoltà ci andavo per avere scuse per uscire. Che papà ci teneva sigillate, me e mia sorella. Alle sette a casa! Ci sto io, diceva, ci state pure voi!  Mi serviva per scusa la facoltà. Papà, io vado a lezione. Faccio tardi. Mangio a mensa.

Ma quando mai! Balle! Me ne andavo dove volevo. Sai il tempo che ho perso? Se solo fosse stato meno rigido, papà. Ma tant’è.

Mi sono laureata lo stesso. Ci ho messo un po’ di più, ma.

Poi, mi sono sposata e non mi sono servite più le scuse. Per un po’, almeno. Che fai? Ridi?

Dai, che è ora. Devo andare a prendere i registri per i verbali. Tu, presi? Facciamoci ‘sti consigli.

Oggi no, niente scuse.

Domani, vedremo. (strizza l’occhio e se ne va)

…

…

…

(by poetella)

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ricordi di scuola…(era il lontano ’67, ere geologiche fa…)

04 mercoledì Giu 2014

Posted by poetella in ricordi di scuola

≈ 71 commenti

Tag

Ricordi

liceo-artistico(foto dal web)

 

 

Quella maledetta sensazione d’inadeguatezza.

Quel non avere mai quello che riteneva le servisse.

Una gonna più corta, gli stivaletti bianchi, le Matite Staedtler, i colori Maimeri, a tempera.

Che lei, tutto alla Upim, a che serve spendere tanto, diceva papà.

Bastavano i colori, bastava che colorassero.

Non bastava. Lei sperava fosse colpa dei colori se i suoi disegni, le sue tavole, non venissero mai come avrebbe voluto. Sicuramente era colpa dei colori, delle matite, dei pennelli scadenti. Aveva deciso di fare economie. Niente merenda e, ogni mattina, una capatina nella cartoleria vicina al liceo, a via Ripetta. Oggi una matita, domani un tubetto di colore. Dopo domani un pennello.

E niente merenda. Si poteva anche non mangiare. No?

E cercare disperatamente di entrare in quel circolo di figli d’arte, che non la consideravano.

Per niente.

Lui, il nipote di Cascella. Bello come il sole. Bravo? Chi lo sa. I professori dicevano di sì. Tommaso, saluta papà. Come sta papà?

Tutti un sorriso, i professori.  Tutti una coccola. Per i figli d’arte. Ma lei. Chi era lei?

 

Solo quella volta era stata qualcuno. Quando il professor Cossu, alto e imponente come un bronzo greco, dalla cattedra, con i temi della classe, aveva cominciato a dire i voti.

Natili, 1+ .Nobili, 2, Andò, 3. Berti, 3 e mezzo.., nel silenzio costernato di tutti.

Mangione, 4. Cascella 4 e mezzo. Iscariotti, 5 meno. Tutti sconfortati. Terrorizzati da quell’omone di cui si diceva fosse un Cerbero. Un nome dopo l’altro. Una strage.

 

Poi, la voce tonante che, dopo una pausa, rimbomba nella classe con una domanda per lei agghiacciante. Chi è Piombo?

Lei si alza, rossa come la copertina del suo quaderno e, Io, dice.

E, mentre parla, il professore sorride. Brava, dice. 7. il mio primo 7, da anni. Brava.

 

Ecco. Adesso lei era qualcuno. Sì.  Anche se all’Artistico, Italiano, beh, che conta Italiano!

Non conta no.

 …

…

…

(by poetella)      (che era così…)

io a 18

.

ok. Niente musica.

.

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Stavano seduti buoni buoni…

04 mercoledì Giu 2014

Posted by poetella in bambini, indipendenza, le donne, saper fare

≈ 2 commenti

Tag

bambini, camminare guardando, le donne, ma non tutte sono più brave, saper fare, sono più brave le donne

Bambini-seduti

(foto dal web)

.

 

Stavano seduti buoni buoni
piccoli come due peluches abbandonati, dimenticati da mani distratte, cinque, sei anni
chi lo sa? Stavano seduti buoni buoni sul bordo dell’aiuola, le ginocchia composte, la stessa compostezza nello sguardo da grandi intenti a sapere, o aspettare di sapere, lui con la cima di un groviglio di fili e filucci nella piccola mano che finivano nella manina di lei.

Lei attenta, silenziosa, un procedere concentrato a districare, a sciogliere i fili della vita, con una precisione, un’attenzione da mammina premurosa, sotto lo sguardo in attesa di lui. Piccolo uomo incapace di dipanare le troppo complicate esigenze dei giorni.
E lei guardava, tirava, allentava, scioglieva. Meticolosa. Precisa. Agile. Sicura di se e del mondo.

Ed io li vedevo già grandi. Lui a dipendere dalla saggezza, dalla maestria delle donne.
Nascosto dietro le loro gonne (ma le portano ancora le gonne le donne?) nascosto dietro la loro efficienza, dietro la lavatrice, dietro l’armadio, lui che non sa, non può o non vuole.
Stupito e un po’ incredulo. Fiducioso e paziente. Inadeguato.

Lei, una donna capace. Che non si spaventa, non indietreggia, non si scoraggia. Non molla.
Futura sposa, madre, nonna. Futura donna che sa badare a sé.

Che sa. E ancora impara. E fa.
…
…
…

(by poetella)

.
Arturo Benedetti Michelangeli-Debussy-Children’s Corner

 

 

.

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relax…

03 martedì Giu 2014

Posted by poetella in io

≈ 25 commenti

Tag

niente tag

 

… e ciao!

 

 

 

 

.

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Beh, l’avevo promesso, no?

02 lunedì Giu 2014

Posted by poetella in antiquariato, Arezzo, Bellezza, buona cucina, viaggi

≈ 8 commenti

Tag

Arezzo, bellezza, fotografia, Piero della Francesca, viaggi

Beh, l’avevo promesso, no?
Troppo bello andare ad Arezzo il primo sabato o la prima domenica del mese.
C’è la fiera antiquaria.

per via.

le bancarelle

la bellapiazza
Tra un’inverosimile quantità di paccottiglia splendono alcuni pezzi notevoli. Davvero.
E tutti aperti i negozio antiquari. Tanti. Troppi!
Una gran tentazione.
Infatti…

fiasca del pellegrino

Eccola qui. comprata. Una fiasca del pellegrino di Albisola. Fine ‘600 inizio ‘700.
Da una parte un angelo, come si vede in foto e dall’altra…il pellegrino. Che pare arrivassero dalla Francia coi vetri, ‘sti pellegrini…che poi si rompevano e loro compravano le fiaschette. Delle chicche stupende. E ormai piuttosto rare da comprare. Ma poetella…ha colpito!

Poi, che dire, la città è un gioiello.
Vicoli e vicoletti e chiese e la pieve e la Casa museo di Ivan Bruschi. Una favola!

un salonefuori il giardino

collezione

e poi….
Piero della Francesca, che ogni volta che vado me lo rivedo e mi sfinisce.
Credo sia uno dei più bei cicli di affreschi esistente al mondo. E sì che a Roma c’è la Sistina…
Ma lì, che ne so…c’è un’atmosfera da sindrome di Stendhal…
Sarà che le chiese gotiche…

s. francesco

Insomma, si gira, si guarda…si mangia!
Poetella consiglia vivamente l’Osteria Da Luchino. Elegante, gran gusto e, soprattutto…gnam gnam! Ho fatto i complimenti al cuoco!

osteria da luchino

per chi ne volesse sapere di più…

beh, mi sono proprio abbuffata di Bellezza!
Arte, antiquariato, buona cucina e un sole straordinario che ha rallegrato la gita.
Che volere di più?

Riandarci! Infatti, a Luglio….
…
…
…

(by poetella)

 

 

 

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Lei è scesa dal treno…

02 lunedì Giu 2014

Posted by poetella in amore vero, desiderio, foto di poetella

≈ 8 commenti

Tag

amore, attesa, bella da morire, fotografia, in viaggio

in treno

(foto di poetella)

.
Lei è scesa dal treno.
Saltellando come un passero sulla ringhiera del balcone.
Veloce. Una nuvola che porta temporale. O l’ombra desiderata. Oppure no.
Un ondeggiare di capelli lunghi. Hai presente una tenda mossa dal vento? Che vela e svela quel corpo di giovanetta innamorata.

E lui era lì. Sulla banchina.
Grosso. Tarchiato. Capelli rasati. Niente sorriso.
È rimasto immobile. Con le braccia lungo il corpo. Un tronco d’albero a cui lei s’è appesa come le corde di un’altalena. Coi fiori attorno.
Ho visto che gli cercava la bocca per succhiarne il nettare del bacio.
Lui ha voltato impercettibilmente il viso prendendo, pareva quasi suo malgrado, un bacio su una guancia.
Sono rimasti così. Edera e albero. Immobili. Anche se si percepiva un leggero ondeggiare dell’edera. E del mondo.
Ma forse era il vento. O il treno che riprendeva a muoversi. Lento.
Non so se parlassero. Lui, di cui vedevo il viso, no.
Lei, non so.
I suoi capelli oscillavano come agitati da un’ansia intensa. Lunghissimi e neri.

Li ho visti staccarsi, poi. Lui ha preso la grossa borsa di lei e se l’è messa a tracolla.
E si sono incamminati.
Il treno, con me sopra, ha ripreso il suo viaggio.
Mentre pensavo: tu!
Ah, tu! E le tue braccia che mi stritolano. E la tua voce che mormora Amore mio! In un soffio.
E la tua bocca che mi cerca, ogni volta che…

Ogni volta che…
…
…
…
(by poetella)

 
.

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01 domenica Giu 2014

Posted by poetella in in viaggio

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…Arezzo!

seguirà post!

per le vie di Arezzo...

ciao a tutti!

….

…

…

(by poetella)

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