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Che poi lei pensava
mentre stirava l’ottava camicia – troppe camice in questa casa, l’indiano della tintoria non stira bene, povero, tutte da ristirare – lei pensava, col Canone per tre violini e violoncello di Pachebel nelle orecchie, questa casa finta, questa casa scomoda, piena di gueridon pieni di ninnoli, figurette, tazze e caffettiere del settecento, dell’ottocento, piena di mensole e mensolette piene di chicchere e piatti di porcellana, di bronzo, di maiolica istoriata del seicento, del settecento, dell’ottocento, albarelli, angeli e angioletti, puttini e dee e dei ed eroi, e mostri, vasi e coppe, e avori, tutto antico, cartagloria, fiori di seta, tutto morto, tutto da altri usato per viverci comodi, non per metterlo lì a dover essere spolverato, lucidato, schivato per non romperlo, in quella casa finta con gli armadi piccoli, che se no disturbano l’equilibrio infinito, prezioso della mostra degli oggetti rari, quadri e quadretti e miniature e specchi e specchi finti, antichi, macchiati, scrostati, che non ci si vede niente e ci si deve specchiare in quello dell’ascensore, di fronte, di profilo, ok, va bene,
stirava e pensava, in quella casa senza lo spazio per una libreria, i libri un po’ qui, un po’ lì, un po’ in soffitta, o sotto al letto, o in cucina o in quella verticalina su due, tre strati, senza un faretto per illuminare, Me lo metti un faretto? Ma che sei matta? Ci starebbe malissimo! Con la torcetta per vedere che cavolo di libro era. Se era quello che cercava, senza trovarlo. E svuotare tutto, a tentoni. Poi rinunciare. E per fortuna una libreriola in cucina coi preferiti. Amori miei!
E lei stirava e pensava Tu!
Tu che non scrivi. Tu che, non serve che scrivi, tu che vivi in semplicità. Tu, solo l’essenziale. Tu col poco. Tu che non telefoni, ché non serve telefonare. E non mandi messaggi. Ma che messaggi devi mandare mai?
Ché lo sai che mi sei continuamente in testa, ché se non ti avessi continuamente in testa soffocherei, in questa prigione di falsità, che ci soffocherebbe chiunque.
Figurati io! Ma io, no. E allora…
…
…
…
(by poetella)
Pachebel – Canon For Three Violins & Cello.
viola ha detto:
Buongiorno Lucia , la foto della camera da letto con i angioletti e sopramobili mi da la sensazione di essere in una chiesa o museo anziché in una casa.Ho gli gli angeli di Ceramica di Thun in sala e spolverare e pulire diventa un impresa.un abbraccio 😊
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poetella ha detto:
Infatti questa non è una casa…
Ma ormai sono quasi rassegnata. ..
Quasi. ..
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viola ha detto:
Sono oggetti preziosi e di valore , in casa mia non ci sta più niente a momenti vorrei scappare e espatriare .Buona domenica 😀
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poetella ha detto:
A te…
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iraida2 ha detto:
Ma chi è che spolvera?
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poetella ha detto:
… indovina un po’?
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tramedipensieri ha detto:
Quanti! ….e tutti molto belli!
In questa fotografia si vede il piatto ..che hai portato a ritirare?
É stupendo!
Li, in basso a sinistra….
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poetella ha detto:
no, no…
questa foto è dell’altr’anno. Ora è cambiato tutto lì… Quel piatto (che a me non piace tanto, fine ‘800…), sta su in alto, in fondo alla parete, sopra a quel giglio d’oro.
Questa casa cambia continuamente. Quello che c’è dentro, intendo… Un vortice di oggetti semoventi! 😉
Troppiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
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tramedipensieri ha detto:
Ah…ecco…
Si, in effetti son troppi e non si riesce a vedere e a far risaltare al meglio la singola preziosità …
Come tu faccia poi a spolverare..resta un mistero
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poetella ha detto:
semplice: NON SPOLVERO!
Ogni tanto… ci soffio!
😉
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tramedipensieri ha detto:
Ahahahah non ci credo! Fai come una mia conoscente…ci dai “un colpo di phon”?
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poetella ha detto:
qualche volta….
Ma non sempre!
Ah, marta!
Sapessi quando devo lavare tutte le porcellanine… sono tantissime…facendo attenzione a non romperle…ché so’ milioni…(de lire, no de euro…ma ‘nsomma)
madonnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
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tramedipensieri ha detto:
Non è per me…no, no….
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poetella ha detto:
😦
E per chi è, scusa?
Bah… ciccia. tanto io… no?
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tramedipensieri ha detto:
Voglio dire.. Sono abbastanza pigra. Non lo farei mai…tu hai la passione che a me manca. Mi piace ammirare gli oggetti ma….
Mi sento male solo a pensarci…
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poetella ha detto:
non ci pensare, martolina… E’ mejo!
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tramedipensieri ha detto:
Si..son già stanca in effetti
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silviacavalieri ha detto:
Bel pezzo di prosa, davvero! Bello anche il canone che citi. conosco un musicista che lo suona col theremin. Grande effetto, inquietante, come l’eccesso di suppellettili (splendide) di cui ti lamenti.
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poetella ha detto:
grazie per tutti questi…belli!
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vagoneidiota ha detto:
Leggerti è bello.
Buona domenica, cara.
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poetella ha detto:
beh… è quasi finita, comunque grazie… di tutto. E buon proseguimento a te!
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thesorrow29 ha detto:
Buongiorno Lucia, nella mia casa non esiste nulla del genere , i gusti di mia madre sono diversi: oggetti di rame antico, qualche bella maiolica dei nonni e vecchi comò ( tre) trasformati in comodi contenitori.
Però… a parte l’ attenzione e la fatica…Da te c’ è una bella vista
Un abbraccio
Rodrigo
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poetella ha detto:
caro Rodrigo…
la bella vista non è tutto…
Un abbraccio a te.
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