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Sì, adesso vi racconto una cosa buffa.
Insomma, me ne stavo in treno, al ritorno dal mio pellegrinaggio restauratore. Tutta restaurata.
Tutta serena. Situazione estremamente gradevole.
Frecciarossa quasi vuoto.
Seduta tranquilla, con gli altri tre seggiolini liberi (l’adoro!) un bel librino da leggere che in treno non manca mai e, cuffiette posizionate, l’Adagio di Alessandro Marcello sparato nelle orecchie. Perfettamente intonato con libro e paesaggio.
Viaggio liscio liscio.
Treno puntuale.
Quasi arrivata. E arriva un messaggino al cell.
“posso tel?”

Il solito amico discreto che prima mi chiede il permesso.
Guardo l’ora. Ero in arrivo.
Lo chiamo io.
“guarda che sono in vista della stazione! Sto per arrivare!”
Chiacchieriamo un po’. Intanto prendo la giacchetta che avevo tolto, metto il librino, con una mano sola in borsa, mi alzo e mi avvio.
Chiacchierando allegramente.
“ma si, sto bene! Tutto passato!” chiacchiero, chiacchiero, mentre avvisto la stazione. Il treno si ferma. Scendo. Col tel in mano, borsa a tracolla, giacchetta sul braccio. Freddino, ma…
Poi saluto. Sì, ciao. Tranquillo. Ma si, tranquillo. Tutto ok. E continuo a dirigermi verso la metro.
A un certo punto mi fermo folgorata. La valigia! Cazzo!
L’avevo lasciata sul treno!
Tutta serena, tutta persa in chiacchiere. Pluf!

Cerco qualche sottospecie di ufficio informazioni. Non ero in stazione centrale. Trovo. Mi dicono che no, devo andare a Termini, all’assistenza clienti…
Prendo la metro e vado.
Trovo l’assistenza clienti. Dice, deve prendere il numero!
Cazzo. 36 numeri in attesa. Ok. aspettiamo. Senza fumare.
Quando arriva finalmente il mio turno spiego e la signorina prende nota, poi si mette a cercare il treno. È già in deposito, dice. Per la pulizia, sa? Adesso vediamo se trovano la valigina.
Si attiva. Così, così e così. Piccola. Blu. Cose preziose? No, dico io.L’avrebbero richiamata dopo dieci minuti. Aspetti qui, dice. Aspetto.
Eccheppalle!
Poi la chiamano. Dice, ma no! Ma come no! Non c’è nessuna valigia sul treno!
Cercata, dice, sotto al sedile, tutto lo scompartimento, bagni. Niente.

Morale, se la sono fregata. Qualcuno che scendeva alla fermata successiva. Vista. Presa. Braaaaaaaavi!

Dentro: un paio di pantalonacci da casa, una camicina da notte , un paio di pantofoline, spazzolino e dentifricio da viaggio. Due paia di slip (carini, mannaggia)Un flacone di Crio gel anticellulite Collistar (che funziona beniiiiissimo!) appena comprato.
E basta.
Ora, dico io… che faccia avrà fatto nell’aprirla chi l’ha presa?
Ma io ho imparato. Dato che non me n’è fregato niente. Dato che ho pensato E allora? Chissene!
Non conta perdere qualcosa. Basta che le cose importanti restino con noi.
(tipo il librino del “gioco di Mimosello, che non avevo messo in valigia…)
Trallallà!

Ecco.


(by poetella)

 

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