prometto che poi smetto con…
31 domenica Gen 2016
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in30 sabato Gen 2016
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in30 sabato Gen 2016
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in28 giovedì Gen 2016
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………………………………………………………… … Se si potesse, pensavo,
si potesse affondare tutti i pensieri nella nebbia, quelli peggiori,
dico, come stamattina la via Tiburtina, rinomatamente gran brutta
strada nel suo percorso urbano, per lo meno, squallida, senza
speranza, senza grazia, senza misericordia, proprio come certi pensieri
che ci scorrono in testa ormai da un bel po’ e non c’è verso di farli
deviare, far loro cambiare strada, farli dileguare, rinnovarli, restaurarli,
proprio come quell’orribile via Tiburtina, stamattina immersa
in una compassionevole nebbia, guscio morbido dove tutto poteva
accadere, tutto apparire all’improvviso, un volo, un volto,
un fiore miracolosamente scampato
all’implacabile inverno
…
…
…
(by poetella)
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27 mercoledì Gen 2016
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in25 lunedì Gen 2016
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in(foto dal web, per ora…)
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………………………………….……. . Ma no, guarda, non è che io
è che, ti sembrerà strano, magari, ma quando stamattina,
saranno state le cinque e mezza, cinque e quaranta, non
ho visto bene l’orologio, dicevo quando stamattina cercando,
come faccio sempre di solito, se non si potesse trovare quel
certo libro che sai, è tanto, sono più di cinque anni che lo
cerco, e sempre momentaneamente non disponibile, cinque anni,
insomma, cercando, folgorazione! m’è venuta l’idea di vedere se non
potessi per caso trovarlo usato. Ma chi se lo vende un libro così?
…………………………..………………. . Ma no, guarda, non è che io
è che me lo sono messa a cercare, cerca di avere pazienza!
e c’era! Due copie. Quasi nuovo.
(solo chi non lo ama come me può averlo quasi nuovo e venderselo)
(Io non mi venderei i Suoi libri nemmeno se mi torturassero e i miei
non sono quasi nuovi, sono tutti sottolineati, con gli asterischi, con
le note a margine, coi punti esclamativi, coi punti interrogativi, coi
punti sospensivi, con l’anima che c’ha sbavato sopra)
…………………………………. . Ma no, guarda, non è che io
non pensi continuamente a te. Ma oggi, quando ho trovato quel
libro e l’ho ordinato, beh
t’ho proprio scordato. Per un po’. Mi perdoni?
…
…
…
(by poetella)
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24 domenica Gen 2016
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inbuona visione e buon ascolto da
…
…
…
poetella
e qui il testo, se voleste…
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L’anima. Ancora?
Lasciami parlare. No, lasciami parlare. Adesso. A parte che con questa giornata, guarda che cielo. Ma come ti viene di metterti a fare questi discorsi dell’anima. E l’eterno. E ci si reincarna. Per compiersi. Ma quando la pianti con tutte queste storie? Ti ci diverti?
Tutti vorremmo avere un filino di speranza, certo, certo. Certo. Chi ti dice di no? Tutti ci si attacca a improbabili costruzioni più o meno condivise, più o meno articolate. A me basta questo cielo. Invece. Sì. Certo. Mi basta.
Eterno, non eterno. Sicuramente lui è eterno. No. Non hai capito. Per quanto mi riguarda è eterno. Non credo proprio possa sparire finche resto viva. Eterno è tutto quello che continuerà ad esserci per il tempo in cui potremo percepirlo. L’aria, il sole, il primo tepore della primavera. I sogni. I desideri.
Quella è la mia eternità.
Le tombe Medicee a Firenze. Ci sono e ci saranno. Se qualche pazzo non le distrugge nel frattempo, ma non credo. Ci saranno e potrò vederle, se mi andrà. Se ce la farò ad andare a Firenze. Quelle, per me, sono eterne. L’anima.
Io non lo so cos’è l’anima. Se esiste qualcosa oltre le molecole. Gli atomi nervosi e mobili. O immobili. Cinica? Dici? Ma che cinica. Non sono cinica. E poi basta appiccicare definizioni! Etichette. Che ne so come sono. So che non mi voglio prendere in giro. Io. Ecco.
Guarda che cavolo di cielo, stamattina. Ma che mi frega dell’eterno.
La Bellezza. La Bellezza. Effimera Bellezza. Fugace, inafferrabile, stupefacente Bellezza.
Il mio desiderio di bellezza è eterno. Il mio stupore davanti alla Bellezza. È eterno. Non mi lascerà finché vivo. Tutto il resto…
Guarda quei vapori sui colli. Guarda quel mondo di fate all’orizzonte. Quei grigi, quei rosa. Spariranno. Li guardi ti giri li riguardi non ci sono più.
Cos’è eterno?
Il mio cuore veloce e la sua infinita fame d’amore. Ecco. È eterno. Sarà così fino a che si fermerà. Ma quando si fermerà, che mi frega. Non sentirò certo l’eterno silenzio del tutto. Non sentirò più niente.
L’anima? È il corpo, non l’anima.
Infinite connessioni. Elettricità. Flussi di elettroni sollecitati, solleticati, spronati. Tutti a vibrare a girare a spostarsi a cercarsi a trovarsi… connessioni
Due occhi che ti guardano e scatta o non scatta
Fammi parlare. Ma sì, sto parlando solo io. Parli sempre tu. Fammi parlare. A che servono le sorelle, scusa?
Mica scatta sempre. Dici che è l’anima che si riconosce? Ma quale anima. È solo magnetismo, attrazione. Poli positivi e negativi. Sesso. Voglia. Vita.
L’eternità?
Un desiderio è eterno. Uno struggimento. È eterno.
Uno sguardo è eterno. Quando spegne tutto il mondo. Quando annulla l’orrore del mondo. Quando colora il buio del mondo. Questo è eterno. Dentro di me.
L’attesa di un orgasmo è eterna. La voglia di innamorarsi è eterna.
Bach è eterno.
Non conosco la tua eternità. Non conosco la tua anima. Di cosa mi parli, ancora?
Conosco solo il tic tac dell’orologio e la sua carica…che prima o poi si scaricherà. E fine della corsa.
…
…
…
(by poetella)
24 domenica Gen 2016
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23 sabato Gen 2016
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io lo amo!
22 venerdì Gen 2016
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in(foto di poetella)
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……………………………………… Certe volte mi viene la voglia, strano non credi, amore mio?
si, dicevo mi viene la voglia di prendere un autobus per il passato.
Un autobus che mi riporti su quella strada, con quegli alberi striminziti che a me sembravano un bosco sulle Dolomiti, quella strada con i palazzi tutti appoggiati uno all’altro, tutti quasi uguali, stessi colori, stessi balconi piccoli, con pochi fiori, tutti diversi, i fiori, non intonati tra loro, niente garbo, niente progetto di bellezza eppure per me era quasi un boulevard, che ci mancava solo qualche carrozza che passasse sferragliando o qualche bel signore sottobraccio a una giovane donna con l’ombrellino. Non mi sarei stupita di vederli. Tutto era possibile, allora. E invece passanti frettolosi, qualche cane randagio, il tintinnare delle posate in quel bar poco illuminato con un cameriere che lavava tazzine e passava un panno unto sul bancone consumato come il suo viso triste, un autobus zeppo di gente che tornava a casa desolata dopo un lavoro avvilente che si disegnava sugli occhi stanchi, donne con grossi fagotti della spesa, nessun bambino in giro, ché era ancora ora di scuola.
……………………………… Certe volte comunque mi viene la voglia, chi lo direbbe, amore mio?
si, dicevo mi viene la voglia di prendere un autobus per il passato che mi riporti su quella strada dove camminavo volando e sulla quale mi rincamminavo poi in uno stato quasi di sonnambula che non voleva svegliarsi. Che durava un bel po’.
Tornare in quella strada e aspettare.
Aspettare, nascosta, che tu passi. Poi andare via.
…
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(by poetella)
21 giovedì Gen 2016
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(foto di poetella)
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…………………….. E se ti dovesse mai capitare di vedere per strada
una donna che somiglia a me, con la stessa andatura oscillante
– pare dipenda da Nettuno in Bilancia congiunto all’ascendente –
andatura d’onda, di giunco, di foglia d’erba mossa dal vento
……………………. se ti dovesse mai capitare di vedere per strada
una donna che somiglia a me, con la stessa andatura oscillante
e i capelli neri, potenza della tinta che ipnotizza l’età e sberleffa
il tempo, capelli neri sugli stessi miei occhi del colore del Tevere
quando è offuscato il cielo da po’ di nubi lievemente minacciose
nel calare del sole stanco d’inverno
……..…………. se dovessi per caso, per puro caso vedere per strada
una donna con la mia stessa andatura oscillante e i miei capelli
neri e gli stessi occhi, che mentre cammina ha un’espressione triste
di bambina con la bambola rotta, triste di giocatore che perde sempre,
di primo giorno di vacanza sotto la pioggia guarda che sicuramente
non sarò io.
Io cammino e sorrido.
Ti ricordo, cammino e sorrido. E non piango più.
…
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(by poetella)
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21 giovedì Gen 2016
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(foto di poetella)
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…………………………………………………..…….Perché vedi, amore mio
anche se questo solicello dopo i giorni del gelo è come la carezza tiepida
della testolina del gatto contro le gambe nude, trepido di fusa e gratitudine,
anche se questa musica che ascolto, delicata e ritmata e lenta potrebbe
sembrare l’avanti e indietro dell’onda che dipinge la spiaggia di speranze
umide e poi se le riprende
…………………………………………………………………..vedi, amore mio
anche se non ci sei, non ascolti, non ascolterai mai e mai più, beh cerca
ugualmente di seguirmi, io che me ne sto chiusa al buio nel tuo cuore come
una crisalide che aspetta d’aprirsi e volarti attorno
……………………………………………………..……dicevo, vedi, amore mio
mio unico, indimenticabile amore,
anche se oggi avevano promesso neve e, ti ricordi, neanche la neve m’aveva
fermata, quella volta, anche se questo giorno sembra davvero un lieto
giorno di primavera, mancano solo le tortore o le gemme sui rami del
mandorlo, in giardino io, vedi,
…………………………………………….vedi, amore, amore mio!
io mi sento conficcata in questo eterno inverno che non vuole finire
da quando noi non…
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…
(by poetella)
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20 mercoledì Gen 2016
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in(foto di Henri Cartier Bresson)
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… e ti ricordi quella volta che, le scale a piedi, ma mica era quello, il mio cuore impazzito contro il tuo maglione celeste e “Vuoi un cardiotonico?” avevi detto, con quella adorata faccia da schiaffi
prima di ricominciare a baciarmi
…
…
…
(by poetella)
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19 martedì Gen 2016
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(foto di poetella)
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…………………………………………………………………………..E lei pensava,
quando al mattino, fanali accesi, chiarore d’alba ancora solo promesso
passi veloci a tagliare il primo gelo, musica nelle orecchie
e il corpo che l’assecondava grato
…………………………………………………………………………….. lei pensava
se non fossi stato tu a regalarmi questa possibilità d’ascoltare musica camminando
se non fossi stato tu a rendermi gli occhi acuti a cogliere la magia del piccolo
e del grande, del fiore e del volo, a insegnarmi a sorprendere la bellezza nei più impensati ghirigori della vita
…………………………………………………………………………….. lei pensava
quando le parole le si accavallavano in mente e si disponevano sul pentagramma dei giorni
buone buone come tante biscrome colorate a lanciare il loro canto corale e grato
………………………………………………………..lei non poteva che pensare
senza aver avuto te io non sarei. Grazie, amore mio.
…
…
…
(by poetella)
18 lunedì Gen 2016
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in(foto di poetella)
…………………………….…. E anche se lei la questione non la vedeva più come da bambina
quando le ombre sulla spiaggia si facevano più lunghe, la sabbia umida e tiepida e il sole affondava prima, stanco, nel mare e la sera si metteva un giacchettino ché l’estate stava morendo e con lei le gioie, le corse, le risate e i teneri, giovani amori cominciavano a tirare fuori le lacrime degli addii
………………………………………………. anche se lei la questione non la vedeva più come da bambina
quando sapeva che in fondo l’estate sarebbe tornata e sarebbe bastato aspettare quegli undici mesi contando i giorni, i sospiri e le speranze e intanto crescendo e vedendo allungarsi i capelli ed i giorni
……………………………………………….anche, anche se lei la questione non la vedeva più come da ragazza
quando le feste ed i balli scivolavano inesorabili verso l’ora del ritorno a casa e tanto lei sapeva che ci sarebbero state altre feste e altri balli e magari anche altri amori, nel frattempo
……………………………………………………anche se lei sapeva bene, adesso, che tutte le feste erano ormai nei cassetti del passato, le feste vere, quelle dell’esplosione della gioia come i fuochi di mezzanotte, quelle dei canti appassionati d’amore e d’addio
…………………………………………………..beh, lei ancora sorrideva selezionando ora l’uno ora l’altro ammonticchiato ricordo, sorrideva mestamente, certo, ma sorrideva perché ne aveva.
Dio, quanti ne aveva.
Malinconicamente sorrideva, ma sorrideva ancora.
…
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(by poetella)
Jonathan Jackson – Unchained Melody
18 lunedì Gen 2016
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in
(che, tra l’altro, somiglia troppo a qualcuno di mia costante memoria.
Cavolo!
Non lo posso guardare. Lo ascolto solo. Se no moro!)
…
…
…
(by poetella)
17 domenica Gen 2016
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in(foto di poetella)
…………………………………………… Fino ai sei anni, Iolanda, non
conoscevo la famiglia di mia madre né l’odore dei castagneti
che il vento di settembre portava da Buraca, con le pecore e
gli agnelli che risalivano la Calçada diretti al cimitero abban-
donato, pungolati da un vecchio imberrettato e dalle voci
dei morti. Ancora oggi, amore mio, disteso sul letto ad
aspettare l’effetto del valium, mi capita come quei pomerig-
gi d’estate quando mi sdraiavo, in cerca di fresco, fra le tom-
be in rovina: sento l’ornato di una lapide comprimermi una
gamba, odo l’erba dei sepolcri nel lenzuolo, vedo i serafini e
i Cristi di gesso minacciarmi con le mani spezzate; una don-
na con il cappello piantava cavoli e rape fra le radici dei ci-
pressi; i rintocchi dei capretti tintinnavano nella cappella
senza immagini, ridotta a tre pareti bianche di calce e a un
rudere di altare con tovaglietta sommerso nei rampicanti: e
io osservavo la notte avanzare di lapide in lapide, coagulan-
do le benedizioni dei santi in macchie di tenebre.
………………………………. ………….Ma ieri, per esempio, abbrac-
ciato al tuo corpo mentre aspettavo che l’indulgenza della
medicina mi liberasse dai sussulti della memoria, mi è sovve-
nuto un crepuscolo antico, nel cinquanta o nel cinquantuno…
……………………………………………ecc ecc
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Questo l’incipit di un romanzo straordinario, un altro straordinario romanzo di Antunes che ho letto anni fa e adesso rileggo.
Ché quando finisco di leggere Antunes, (ed ho appena finito di leggere Trattato delle passioni e dell’anima) per un po’ non posso che leggere Antunes.
È come una maledizione.
Chi lo conosce mi capirà.
Ma qualcuno lo conosce? Boh! Ditemi…
…
…
…
(by poetella)
P.s.
quel “… io osservavo la notte avanzare di lapide in lapide” Sublime!
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16 sabato Gen 2016
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in(foto di potella)
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Dice, ma tu hai votato?
Dice, Scade domani! Siamo secondi!
Che io ci avevo provato a votare. Tutti quei disegnini, tutti belli. Tante scuole e tutti belli. Quelli della mia, pure. Ma non c’era nessun pallino, nessun cuoricino, nessuna manina per votare.
Dico, Ma io mica ci sono riuscita a votare!
Dice, ma che ti sei iscritta come Docente?
E sì, certo, dico.
E lei, Ma no! Come sostenitore, se no mica puoi votare!
Cavolo! Non me l’hai detto, dico. E adesso? Scade domani!
E adesso mi iscrivo di nuovo con un altro indirizzo di posta, come sostenitrice e voto!
Vai!
Tutto il pomeriggio a creare nuovi indirizzi di posta e votare. Che a noi ci serve di vincere! Siamo una scuoletta povera! E se vinciamo ci danno 1000 euro per comprare i colori, e la carta e attrezzi vari, matite, pennarelli, magari pure un po’ di righe e righelli e squadre e che ne so! Insomma dobbiamo vincere. Che le altre scuole magari sono più ricche!
Mica come noi che Professore’, non c’ho la matita. Non c’ho il temperino. I libri non l’ho potuti comprare. Professore’, c’è la crisi! Professore’, papà domani esce (di galera!)
Ieri mattina eravamo a 2000 punti sotto la prima. Cacchio! E come li fai 2000 voti in 10 ore?
A mezzanotte, fine della corsa.
Quattro ore di lezione
Alla prima, Ragazzi, avete votato voi, per i disegni della scuola?
Io sì, io no, io c’ho un altro indirizzo di posta, io posso mandare un sms a mamma e la faccio votare? Io lo dico a zia. Io lo dico a nonna. Grande scompiglio. Grande partecipazione.
2000 punti… come facciamo, professore’?
Niente lezione. Tutti a votare. Oggi permesso l’uso del telefonino. La guerra è guerra.
Ore 10 e 20, la classifica, 13.000 l’altra scuola, 12.000 noi.
Io c’ho un trucchetto, professore’! mi guarda maliziosa. Parla sottovoce.
Voti, cancelli l’iscrizione e rivoti con un altro nome! Che ti pare che non hanno fatto così, quelli che stanno primi?
Dai, possiamo, professore’? Dobbiamo vincere. Ci servono un sacco di cose!
Ok, la guerra è guerra.
Quattro ore così.
E 14.000 gli altri e 13.700 noi…
E vota e rivota. Dai, li dobbiamo superare. Tutti occhietti bassi a votare col telefonino, due alla Lim. Io col mio a seguire la classifica.
Campanella. Altra classe. Stessa storia.
Poi il boato!
Superatiiiiiiiiiiiiiii! Siamo primiiiiiiiii!
Ok, ragazzi, però a casa, oggi pomeriggio, si continua, ché quelli se no ci battono di nuovo!
E a casa hanno continuato. Niente uscire, niente McDonald’s, niente Facebook. Solo a votare. Compatti, tutti per uno, uno per tutti! Pure io. Occhio alla classifica.
Alle 23,55 , a cinque minuti dalla chiusura delle votazioni, risultato:
21661 la nostra scuola.
17541 la seconda!
Abbiamo vintooooooooooooooooooooooooooooo!
E scusate se ieri poetella non s’è vista, ma c’aveva da fa’! capirete, no?
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(by poetella)
14 giovedì Gen 2016
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(foto di poetella)
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Mentre prepari il caffè, mentre cammini, che ne so, mentre sistemi i pensieri attorno al fare, al non fare, mentre tieni fra le dita un frutto e poi lo porti alla bocca – quella bocca! – mentre semplicemente ti vesti o semplicemente ti spogli delle fatiche del giorno o di un ricordo, mentre t’accorgi di sorridere o ti sfugge un sospiro per la fatica del vivere o la gioia, magari, mentre ti guardi allo specchio o nel riflesso di una vetrina mi vedi mai?
Ché io sono lì. Dietro di te
invisibile, certo. Ma sono lì.
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(by poetella)
Ashkenazy plays Chopin Etude op.10-1
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13 mercoledì Gen 2016
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in(foto di poetella)
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E dire che sarei configurata per la gioia e a che vale, dimmi, a che vale questo andare, sfuggire, catalogare, magnificare ricordi, (ma tu, tu ti ricordi?) e cercare, tentare di cancellare (o magari semplicemente questo camminare a passo di carica. Musica, maestro!)
A che vale, dimmi, questo rintanarsi nelle infinite sfaccettature della bellezza – era un taglio speciale, antico, quello preferito. Sono fatta così – a che vale questo provare a confortarsi con lo zucchero e la cannella o altri giocondi impasti.
Dove sei? Perché quasi tutto placidamente continua?
Io sconsolata, aggrappata al niente.
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(by poetella)
Benedetto Marcello – Adagio dal Concerto in Do min
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12 martedì Gen 2016
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in12 martedì Gen 2016
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inbuona visione e buon ascolto
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(by poetella)
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11 lunedì Gen 2016
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in(Foto di poetella)
Comunque c’erano momenti in cui si domandava Quanto può mai durare una notte?
Momenti in cui Qualcuno potrebbe cortesemente accendere una luce?
E comunque lei si domandava se avrebbe mai imparato a muoversi al buio, mai imparato a tastare, ascoltare, odorare, assaggiare
in questo buio che non ne voleva proprio sapere
di finire forse più.
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(by poetella)
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10 domenica Gen 2016
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inma non è meraviglioso? Sospetto sia un pezzo di Ginori, credo fine ‘700, primo ‘800. Si notino le manine ed i piedini… le dita, in particolare… per non parlare dei riccioli… E della postura ancora barocca. L’avvolgimento del drappo. L’espressione del volto, con la boccuccia aperta. Non ha marchio, ma sulla base si intravede una serie di lettere impresse nella pasta.
Una C, una G due trattini obliqui ed una specie di ricciolino…
(Carlo Ginori?) Mah!
Ah, dimenticavo… sono due, ma il fratellino necessita di restauro, al quale provvederà il bravissimo Santolini. Il più bravo restaurtore di Roma!
Piace?
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(by poetella collezionista)
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09 sabato Gen 2016
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in(foto di poetella)
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Le piccole rose nel vaso
guarda come stanno cedendo
guarda come sbiancano come chinano
la tenera fronte come
balbettano ancora colore
guarda le foglie le macchioline di ruggine
la triste rassegnazione alla fine della gloria
e guarda come ancora un boccio
l’ultimo boccio s’impenna alla vita
reclama si slancia nel rosa
è vivo.
Non vuole ancora finire.
Come il mio scellerato rimpianto.
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(by poetella)
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08 venerdì Gen 2016
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in
(foto di poetella)
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Tu tenacemente resti nel
crogiolo dei miei pensieri sotterrati
tenacemente smuovi scansi sassi e fiori rovisti
riporti all’aperto tutto il dolore tu
tenacemente semini e raccogli ancora
contadino
dei miei estesi campi
tu produci e disperdi tu concimi
e annaffi e nutri
la mia fame eterna di questa bellezza
sparpagliata nel mondo
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(by poetella)
07 giovedì Gen 2016
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07 giovedì Gen 2016
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06 mercoledì Gen 2016
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(foto dal web)
Loro avevano visto nei giorni passati pezzettini di velluto, un bottone a terra, quella striscetta di pizzo sotto la gamba del tavolo, subito raccolta da mamma bella, capelli rossi sulla schiena che brillavano e ondeggiavano come chiome d’edera in autunno.
Loro avevano visto quel mettere via velocemente nella scatola dei lavoretti chissà che, furtivamente. Con fare misterioso e un po’ complice. No, niente, niente. Non c’è niente da vedere… solo pezze. diceva mamma bella e metteva via, nel ripiano alto dell’armadio. Inaccessibile. Neanche con la sedia ci si arrivava.
Loro avevano visto la striscia della luce accesa giorni e giorni filtrare come una compagnia sotto la porta della cameretta fino a quando si chiudevano gli occhi… ma…
Ma la mattina, la mattina prestissimo, quella mattina del 6 di gennaio erano entrate in cucina come due fantasmini, nelle vestagliette di lana rossa e…
Ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!
Sul tappeto di ciniglia con le odalische che aveva portato zia Lisetta da Tripoli c’era un trionfo di meraviglie!
Un armadio in miniatura aperto, con le stampelline di legno e appeso tutto un corredo per le due bamboline dell’anno scorso, ché nuove non s’erano potute comprare e l’armadio era dono della befana delle Ferrovie…
Ma nell’armadio! Due cappottini di velluto marrone a coste col bottone d’oro a chiudere e il collettino di pelliccia, tutto preciso, tutto perfetto… e due vestitini di organza verdolina (ma non era lo stesso colore dei loro vestitini che aveva cucito la mamma l’estate?) con le maniche a palloncino bordate di pizzo… e due pigiamini rossi a pallini, proprio la misura delle bamboline… e poi sottanine, calzette e mutandine… due maglioncini blu e due gonnelline a pieghe scozzesi e anche le scarpette di pelle bianche. Che poi la mamma non aveva dei guanti proprio di quel colore?
C’erano anche i cappellini di lana e due sciarpette, che era freddo, un inverno freddissimo… aveva pure nevicato!
Ma i cuori erano bollenti, scaldati da quella festa di Befana, che mai una più bella,
da giocarci a leva e metti tutto l’anno!
…
…
…
(by poetella)
(le”bambine e mamma bella”)
05 martedì Gen 2016
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innon vi libererete tanto presto di poetella!
tutto okkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkk!
grazie a tutti per le coccole!
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