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Queste mattine così terse
Così promesse di covature e schiuse
così cominciamenti di cinguettii
crepitii nel tepore
stupori di gemme fessurate e tremanti
Queste mattine di poco vento rosato
queste mattine inginocchiate
a pregare non so
pregare il seme il coraggio il filo d’erba
flesso
il fiore la zolla svelata e smossa.
Queste mattine imbellettate del pensiero
dei fiori, ansante amante
e ronzii insistenti
e richiami e cicalecci di bimbi
in cortile
voci squillanti di fontana delle grazie.
Come faccio
come si fa
come si può ruminare tristezza
starsene zitti e fermi e duri
come rami secchi d’inverno.
…
…
…
(by poetella)
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(video di poetella)
Sergio Pasquandrea ha detto:
Zefiro torna, e ‘l bel tempo rimena,
e i fiori e l’erbe, sua dolce famiglia,
et garrir Progne et pianger Filomena,
e primavera candida e vermiglia.
Ridono i prati, e ‘l ciel si rasserena;
Giove s’allegra di mirar sua figlia;
l’aria e l’acqua e la terra è d’amor piena;
ogni animal d’amar si riconsiglia.
Ma per me, lasso, tornano i più gravi
sospiri, che del cor profondo tragge
quella ch’al ciel se ne portò le chiavi;
e cantar augelletti, e fiorir piagge,
e ‘n belle donne oneste atti soavi
sono un deserto, e fere aspre e selvagge.
(Petrarca)
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poetella ha detto:
Ecco… lo vedi?
Basta che uno scriva qualcosa e subito
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poetella ha detto:
… è partito il commento prima del dovuto!
Dicevo: basta che una scriva qualcosa e subito la copiano…
😉
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Bianca Bi ha detto:
Che bella…deve comunque esserci una strana allergia alla primavera che pervade i blog. 😉
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poetella ha detto:
😦
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diegod56 ha detto:
e ronzii insistenti
e richiami e cicalecci di bimbi
in cortile
voci squillanti di fontana delle grazie
Molto bello questo accenno ai suoni. Evoca spazio, luce ed anche una distanza da parte di chi scrive, abbastanza vicino da udire, ma abbastanza lontano da non distinguere parole. Un senso di distacco, come dire: vedo e ascolto ma io me ne sento fuori. Di qui la profonda malinconia non resa con parole tetre, ma col senso di esclusione.
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poetella ha detto:
Diego… aspetto i tuoi commenti come il mattino dopo una febbre!
❤
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Leonardo Ricciardi ha detto:
talvolta mi è capitato di passare in un cortile di scuola, anni fa, a primavera… le risa, i rumori, le corse, gli inseguimenti, le grida.. e tutto intorno la nuova vita degli alberi, delle foglie, dei primi fiori.. e magari un venticello che arruffa i capelli.. è la vita che chiama, beato chi le risponde, chi sente ancora dentro di sé un’eco di altre grida, altre corse a perdifiato, di un tempo ormai perduto.. e un sottile senso di invidia per il bene perduto e non più ritrovabile.. chissà se si può correre ancora in quel modo, bisognerebbe ritrovare gli amici di allora, per godere di quei minuti di ricreazione, sapendo che a casa qualcuno ci aspetta per raccontarli.
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poetella ha detto:
vorrei anche io ritrovare alcuni amici…
soprattutto una. Che oggi sono due anni che non c’è più. E non mi do pace…
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