“Attraverso una selezione di capolavori provenienti dai più importanti musei del mondo, la mostra mette a confronto i percorsi di due astri assoluti del Rinascimento italiano, Antonio Allegri detto Il Correggio (1489-1534) e Francesco Mazzola detto Il Parmigianino (1503-1540). Grazie al formidabile talento di questi due artisti, la città di Parma divenne all’inizio del XVI secolo un centro artistico in grado di competere a pieno titolo con le grandi capitali dell’arte italiana come Roma, Firenze e Venezia.”
Oggi, gran mostra! Poetella si ricarica così.
Un’abbuffata di meraviglie.
A cominciare dalla bella passeggiata, dalla fermata metro di via Cavour al museo delle Scuderie del Quirinale.
Niente fila, per entrare.
A quanto pare nel giorno del Primo Maggio romani e turisti preferiscono altri itinerari.
Poetella, no.
Tra l’altro era in trepidante attesa di vedere il suo amore. Ma no! Non quello. Quello ormai è accantonato. Messo in uno scaffale in alto nell’armadio, chiuso in una scatola di latta con tanto di lucchetto e serratura. Chiave buttata.
No! Il suo quadro preferito, uno dei preferiti. Che se ne stava a chiusura della mostra. Ultima meraviglia di cui bearsi.
Antea di Parmigianino
Per il resto, la mostra è stupenda. Oli, acquerelli e disegni. Disegni che uno, quando va alle mostre, in genere sorvola. O, per lo meno, guarda un po’ di corsa.
Ma quelli! Quelli no! Una precisione di tratto, una tale leggerezza, un segno guizzante, una sapiente capacità di dosare le ombre! Una sublime maestria!
Ah! Parmigianino! Adorato!
E anche Correggio… beh… peccato non ci fosse la mia tanto amata opera “Giove ed Io”.
In compenso c’era la “Danae” che… Ah!
Un assaggio delle opere, per voi…
Correggio- Danae
Correggio-volto del Cristo
Correggio- Noli me tangere
Correggio- L’educazione di Amore
Parmigianino-La Madonna di S. Zaccaria
Parmigianino- Ritratto d’uomo con libro
Parmigianino- La “schiava turca”
Parmigianino- La conversione di Saulo
Poetella consiglia caldamente. C’è tempo fino al 26 giugno.
la bellissima vi saluta dalla penombra della sala ormai vuota
.
.
.