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Eppure, per quanto mi sbandieri addosso
una libertà d’aquila reale
un distacco di nuvola, di fumo di camino
e sorrida al mio dentro
di saggio solitario
immobile
in cima alla lunga strada dei giorni
saldo e quieto
ci sono istanti
come questo [istanti, ho detto]
che la vista indolente di caldo del passaggio
giù in strada d’una macchina come la tua [come… bada bene
non la tua] mi fa vibrare l’aria attorno
tra begonie e gerani e salvia e basilico
e forse l’aria, assente da un po’
mi da quest’ardire di dire Mi manchi.
Mi manca l’incendio delle ore
con te in questo celestino piatto slavato.
Mi manca l’irrompere in quella tua stanza
in quella tua vita
in quello che guardi e tocchi
mi manca il mio irrompere come schiuma d’onda
impetuosa
nel sordo fragore dei baci. E a te?
…
…
..
(by poetella)
(mi scuso per la qualità della musica dell’audio… è un vecchissima registrazione… ma sempre attualissima!)
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