e visto che da stamattina non mi sono fermata un attimo… ecco… ci sta.
(foto di poetella)
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E intanto lei pensava, un passo dopo l’altro
…………………………………….. – certo che quando…
un passo dopo l’altro, il secondo movimento del concerto n° 21 nelle orecchie. Mozart.
Mozart.
O forse pensava
……………………………………– com’era quando?
E i ciuffi di malva al bordo della strada che grondavano primavera e le bocche di leone
gialle gialle e le margherite e Mozart e lei, niente sorriso, aria addosso, il passo accelerato ogni volta che
………………………………….– ma come posso, senza? Come posso più?
o forse ogni volta che
…………………………………– tanto ce la faccio. Tanto sì.
Il passo veloce, la gonna aderente a contrasto, tesa, fasciante come i ricordi. E un altro
camminare. Un altro andare. Un riaffiorare, non ostante.
E progettava mille e mille improrogabili occupazioni, mille e mille impellenti faccende,
mille e mille indiscutibili priorità da affrontare in quel giorno e in quello dopo e negli…
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