… cosi é più carina?
così ancora di più!
giochino fatto col cell per augurare il Buon Anno a tutti gli amici di WP!
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31 martedì Dic 2019
Posted poesia
in… cosi é più carina?
così ancora di più!
giochino fatto col cell per augurare il Buon Anno a tutti gli amici di WP!
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30 lunedì Dic 2019
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in(foto di poetella)
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Quando mi chiami,
quando tagliuzzi lo spazio e il lontano, quando lasci andare a mani aperte le rondini nel mio cielo d’inverno, con quella tua voce di girasole, io, senti, mai, mai, mai quando mi chiami potrei continuare a fare quello che faccio, mai potrei continuare a dire quello che dico.
Quando mi chiami
devo fermarmi come ci si ferma se si sente rombare il tuono e si guarda su, o fuori se si è chiusi in cucina o in camera o chissà dove chiusi, farfalla imbozzolata, si guarda il cielo, fermi.
E s’aspetta.
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(by poetella)
(roba vecchia, sempre attuale. Ma come si fa! Dico io… come si fa! Dopo così tanto tempo…)
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29 domenica Dic 2019
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in(foto di poetella)
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Amato mio! Che festa, che dolcezza oggi il cielo di Roma! Un allelujare avvolgeva i passi. Che splendore di azzurro. Come é azzurro sempre il mio pensarti. Azzurro il primo, azzurro l’ultimo pensiero, prima del sonno.
Amato mio! Che aria frizzantina e il fiume! Che impetuosa scorrevolezza! come scorrevole, fluido, amante era il mio volare d’aria verso di te, lontano.
Come gorgogliava, come si pavoneggiava il fiume sotto il volo dei gabbiani.
Sai, stamattina presto m’era venuto a salutare un gabbiano alla finestra appena aperta. E io lo so. Certo che lo so. Era messaggero. (Ma di questo magari parlerò dopo)
Sì, amato mio! Che festa, che dolcezza infinita, ce l’ho ancora addosso come una mantiglia di pizzo, che dolcezza infinita quella tua parola sul display del telefonino, che non c’è cielo, non c’è aria, non c’è volo.
Niente. Proprio niente. Di più.
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(by poetella)
28 sabato Dic 2019
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inuna delle più belle poesie della Gualtieri letta da me… con amore. ma per ascoltare (è bella da ascoltare, dai!) dovete andare sull’articolo originale, ché c’è il video…
Io non so se questa mia vita sta spianata su un
buco vuoto. Non so se il silenzio che indago
è intrecciato alla mia sostanza molle.
Io non so se quello che cerco e ho cercato e
cercherò, non so se quello che cerco
è un insulto a quel vuoto.
Non so se questo fatto di non avere
un paio d’ali sia premio o castigo,
io non so se la polveriera
della mia inquietudine sia un trono
su cui mi siedo minacciato, se la fuga che
a scatti regolari mi pungola, se quel
puerile sogno di fuga sia uno sgambetto
d’angelo, d’un buffone d’angelo che
mi vuole inciampare.
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Io non so se l’amore sia una guerra o una tregua,
non so se l’abbandono d’amore
sia una legge che la vita cuce fino al
ricamo finale. Io non so
che farmene di questi nemici che premono,
non so che farmene…
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28 sabato Dic 2019
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in(foto di poetella)
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Ma in fondo che importa?
Fuori c’è un vento pazzesco, un vento di quelli che ti scombussolano tutte le idee. Ti straniscono. Ti allarmano. Ti fanno cadere i vasi dal balcone. Fortuna che i miei sono tutti a terra e la piantina volante ormai è a riposo, tutta potata in attesa del sonno invernale.
Il sonno. Pessimo rapporto col sonno, io. Sempre un’ora, due ore, a volte tre… mi alzo, non mi alzo, mi faccio un bicchiere di latte, non me lo faccio. Mi giro, mi rigiro. Bah!
Ma in fondo che importa?
Fuori c’è un vento pazzesco e io ho potato tutte le begonie. E poi le ho coperte con la plastica. Fatto una specie di serretta. Dice che dovrebbe gelare, presto. Bah. Gelare. Bah!
Intanto io mi prendo una bella tisana con a tavola un po’ di begoniette. Ché mica le ho buttate tutte quelle che ho potato. Fossi matta!
Niente di meglio di pranzare, cenare, fare colazione, fare merenda coi fiori a tavola, dico io. No?
Ok, qualcosa di meglio ci sarebbe.
Ma si deve aspettare per quello. Bello, bellissimo avere da aspettare. E aspettiamo. Ok.
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(by poetella)
27 venerdì Dic 2019
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in(foto di poetella)
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Caro amore senti, senti qua.
No, niente di che, solo che… come sono lunghi questi giorni. Ti scrivo da questo mio silenzio, da questi strani giorni di un tiepido inverno, tiepido come i ricordi vicini o anche quelli lontani, un inverno indeciso, esitante, che non vuole splendere di neve come non riesco a splendere io lontana dalla tua luce azzurra. Come non riesco a lucidarmi gli occhi a guardare questi colori sciapi, sfocati, poco intonati al desiderio che è rosso, rosso fiammante, sempre rosso se penso a te.
Caro amore mio,
non è che possa dire di essere triste, ma no, figurati, non c’è più posto per la tristezza qua dentro da quando, lo sai da quando. Lontani i giorni della tristezza, lontanissimi. Quasi dimenticati.
Ma… ma… guarda com’è vuoto il cielo!
E si sta anche facendo notte.
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(by poetella)
26 giovedì Dic 2019
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in
qui la figlia…
e qui il figlio…
…stupendi!
Buon ascolto da poetella
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26 giovedì Dic 2019
Posted poesia
in(foto di poetella)
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Piazza Verdi spalancata
il giorno di Natale, abbandonata
vuota. Solo due gabbiani che gironzolano
si posano
sui tetti delle macchine parcheggiate
addormentate
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e con loro i miei pensieri
il mio prendere il sole di dicembre
il mio camminare
e pensare, al solito, a te.
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(by poetella)
25 mercoledì Dic 2019
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in… Roma col sole…ahhhhhhh!
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(by poetella)
24 martedì Dic 2019
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in(foto di poetella)
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Che poi, come dicevo rispondendo a un post, per me il natale è un giorno come un altro. L’unica cosa positiva che aveva è che c’erano le vacanze. Ma ora sono in pensione e le vacanze sono continue (viva!).
Insomma, tutti questi auguri di buon natale… buon natale di qua, buon natale di là… e che pizza!
Come se a natale dovesse cambiare chissà che cosa. Come se dovessero cadere gocce di bontà su tutti, ammorbidendo la pelle e il cuore, facendo risplendere gli occhi, facendo allungare i capelli…
Ma figuriamoci!
Tutti nervosi, tutti come invasati a correre da un negozio all’altro per comprare e comprare e comprare…
E i supermercati pieni. Come se si dovesse mangiare solo a natale. O far vedere che si mangia. E il traffico. Le parolacce dai finestrini delle macchine. Le strade come a Tokio. La gente che sbatte una contro l’altra.
Io me ne sto a casa a leggere e magari a scrivere e me ne frego.
Tanto non devo fare regali a nessuno.
Mia sorella è lontana e non la vedo da un secolo. Niente regali.
La mamma di un alunno a cui do lezioni gratis da settembre mi ha regalato due presine fatte a uncinetto e due cioccolatini che ho già mangiato, senza aspettare natale. Fatto male?
Comunque, per chi ci tiene, BUON NATALE, eh!
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(by poetella)
23 lunedì Dic 2019
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in(foto di poetella)
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Scrivevo, anni fa, e sono sempre così. Dicevo appunto che fermarmi, non posso fermarmi. Sostare come il viaggiatore a mezzo cammino per un riposo o un probabile, possibile cambiamento di rotta.
Fermarmi come si ferma il vento e il suo rumore
e trovano allora pace gli strappi dei cartelloni e le foglie e trovano pace le fessure nei mattoni e le pagine dei libri dimenticati nei parchi, se ce n’è.
Impossibile invece fermarsi. O avanti o indietro.
Venisse una pace da qualche lontano sentire. Venisse una pace, una calma. Un sonno.
Quello dei bambini dopo il bagnetto con o senza orsetto, con o senza ciuccetto
Senza fame senza sete. Quieti.
Senza attese. Di che, poi?
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(by poetella)
Rachmaninoff -Yo Yo Ma – Cello Sonatas
22 domenica Dic 2019
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in
(foto di poetella)
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Che poi c’era un vento, un vento quasi cattivo, un vento inferocito, tutto quello che trovava spostava, non gli stava bene niente di niente, tutto quello che se ne stava fermo tremava di paura, perdere la stabilità, perdere le certezze, perdere il proprio posto, dover accettare necessariamente, inconfutabilmente il nuovo e per quanto?
Tutto che volava via a Ponte Milvio stamattina, tutto che cercava riparo, foglie e foglie e due calici di plastica con la basetta nera ancora stranamente, per poco sicuramente, attaccata, lattine di birra, un tappo di spumante e accanto, strano fosse ancora lì, il cestello di metallo che gli stava attorno chissà quando, ore prima, nella notte, magari. Una festa lasciata al vento.
C’era un vento, un vento incarognito, villano, irrispettoso, i capelli negli occhi, gli occhi chiusi e poi riaperti per guardare la piena del fiume. Fiume d’oro grasso grasso, ubriaco di pioggia, basta pioggia, ubriaco di grigio, a sbandare lungo i tronchi affioranti e i rami trascinati via.
E, su tutto, un riflesso di sole vergognoso, a scoppiare dietro le nubi.
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(by poetella)
21 sabato Dic 2019
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inRadicchio gratinato…
Affettare a dischi di un cm e mezzo il radicchio. Non quello a pallina, quello lungo!
Per la gratinatura: preparare un trito finissimo di prezzemolo misto a pane grattugiato, parmigiano, sale, olio, un po’ di passata di pomodoro…
Disporre su teglia con la gratinatura ben distribuita sulle fette. Spolverare di semi di finocchio. Infornare per una trentina di minuti o poco più… controllare il colore della gratinatura.
e buon appetito!
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(by poetella)
21 sabato Dic 2019
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in(foto di poetella)
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Tanto ritorneranno quei giorni, quelle ore come si scioglie in pioggia l’acqua salita dalla terra, ritorneranno i minuti, i secondi scintillanti, veloci veloci
– come va piano questo mio tempo dell’attesa!-
stelline con la coda di ricordi, scie, strisciate nell’azzurro e noi
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(by poetella)
21 sabato Dic 2019
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in… piove!
Che strano, eh?
Uffaaaaaaaa!
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(foto di poetella)
20 venerdì Dic 2019
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in(foto di poetella)
Senti che ti dico.
Va bene. Oggi non è primavera.
Piove che pare un piagnisteo del cielo.
Piove e c’è vento.
Verrei essere a Venezia. Con te, magari
Posso dirlo, no?
A respirare malinconia e riposare le ali
ripiegate con cura.
Ci aiuti la musica, almeno.
Mica si può sempre sorridere
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(by poetella)
Renaissance instrumental music – Legrant, Dufay, Cornazano
19 giovedì Dic 2019
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in(foto di poetella)
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Tuttavia, sebbene continui a scartare caramelle e giorni e a contarle e a contarli, sebbene continui a dire che va bene, va bene, non c’è da preoccuparsi, non c’è da starci in pena, non c’è da distogliere il pensiero, anzi, ma che distogliere, almeno il pensiero, almeno i sogni, almeno le attese,
tuttavia, sebbene continui a ripetermi che c’è questo e c’è quello, che intanto i capelli crescono e l’aria si stabilizza, e magari smette anche di piovere che non se ne può più, non se ne può proprio più di pioggia, non se ne può proprio più di grigio che a me piace il celeste, lo sanno tutti che mi piace il celeste e dunque, sebbene ci si consoli con quel pensiero e con quell’altro e con quel ricordo e con quell’altro, c’è sempre quella voce che dice uffa! Come sono troppi questi giorni! Dai, dai… presto…
scorrete via che io…
…
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(by poetella)
19 giovedì Dic 2019
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ine già… sempre aspettare. Ma è bello avere qualcosa da aspettare. Lo dico sempre!
Dovremo aspettare le ore piccoline
e che le posate siano tutte nel cassetto
ben asciugate e lucidate
e che fuori smetta di piovere oppure no
che tanto
non si sentirà rumore qua dentro
con queste finestre sigillate che tengono fuori freddo e notte
gioia delle muffe
che dai a ripulire
dai a ripitturare. Questa casa che è tutta una muffa
che lo diceva Cetto: I funghi ci sopravviveranno.
Come chi era Cetto? Lo so io. E lo sanno anche i fungaioli.
Ma lasciamo perdere che perdiamo il filo.
Dovremo aspettare le ore piccoline, dicevo
e che si cominci a sentir russare di là per mettere
piano piano
un po’ di buona musica, di quella che ti consola
di quella che ti dimentichi del dammi e del dimmi e del fammi
di quella che dentro la stanza c’è …
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18 mercoledì Dic 2019
Posted poesia
intema simile al post precedente… soggetto ricorrente, in questi giorni…
Mettiti a dormire adesso
sul fondo del mare
di nostalgia. Rannicchiati bene
bene coperta di ore minuti secondi e
sospiri
mettiti a dormire al tepore
d’un focherello d’attesa che
scoppietta piano
sobbalza sotto la cenere
di questi giorni silenziosi come
notti nel buio di un pozzo.
Chiudi gli occhi, dai, e le orecchie
chiudi le mani
chiudi la bocca
tieniti aperta solo la minuscola
borsa sdrucita
accanto al respiro coi pensieri più belli
delizie passate e future
che sbucano fuori
e si spargono attorno
profumandoti l’aria, cara mia
mentre dormi
E il tempo, intanto, passa. Passa.
…
…
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(by poetella)
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17 martedì Dic 2019
Posted poesia
in(foto di poetella)
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E adesso, amato mio, riponiamo le valigie, basta viaggi agli iperborei
per un po’ basta visioni stellari, danze di pianeti roteanti musicanti, prenotiamo i biglietti e teniamoli nel cassetto. (che dici? Già fatto?)
Abbiamo fatto provviste di bellezza, se ne stanno negli occhi. Se ne stanno nelle mani e tra le gambe. Basteranno, dovranno bastare per giorni e giorni.
Siamo gente paziente, noi. Abbiamo imparato dai semi sotto la neve. Dai rami secchi del pesco. Dalla pasta madre sotto il panno tiepido a quadri rossi.
Ce ne staremo buoni ad aspettare il ritorno della cometa col suo strascico di meraviglie.
Sappiamo che passera’.
Prima o poi.
…
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( by poetella)
17 martedì Dic 2019
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in(foto di poetella)
Eppure ci sono istanti, solo istanti, magari minuti, ecco, ma niente di più, in cui ancora vorremmo tenere, serrare, stringere, accumulare, possedere e verificare ogni momento il possesso.
Ogni momento aprire il forziere e guardarci dentro.
Ma l’ho detto, sono istanti. Minuti, magari. Al massimo, ore…
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(by poetella)
17 martedì Dic 2019
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inQualcuno l’ha riletto… e allora…
rileggiamolo (Comunque, a chi potesse, consiglierei l’ascolto…)
(foto di poetella)
Il giorno prima è diverso dal giorno dopo. Indubbiamente.
Il giorno prima è tutto un fare e fermarsi. Grossi respiri. Allerte.
Tutto irrequietezza.
Proviamo a contare le mollette dei panni. Pari? Dispari?
Si cercano segni. Rassicurazioni.
Il giorno prima è tutto vago. Tutto in allarme.
E se piovesse forte?se il diluvio? Una telefonata catastrofica?
Se non si riuscisse a.
Se ne succedesse uno, ne succedessero due, tre. Impedimenti. Problemi.
Impacci. Impicci. Garbugli.
Bah. Non pensarci.
Il giorno prima è tutto un non pensarci.
Vedrai. Andrà tutto liscio.
Niente calamità naturali. Neanche innaturali.
Ci si conforta. Ci si coccola. Si briga parecchio.
Fai questo. Fai quello.
Specchio delle mie brame, chi è la…
Ci si prepara. Ci si controlla.
Il giorno prima è sempre il primo giorno prima.
Non ci si abitua.
Ma ci si vorrebbe abituare, forse? No, via…
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16 lunedì Dic 2019
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in… quando la mattina (la prima cosa che faccio è tirar su le serrande e guardare fuori) quando la mattina, dicevo, vedo un cielo così, che ne so… mi viene quasi voglia di credere in un dio.
Poi comunque mi passa…
Buongiorno a tutti!
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(by poetella)
15 domenica Dic 2019
Posted poesia
in(foto di poetella)
Senti qui. Sembrava un soldino d’argento quel sole, stamattina. Tutte le cose sotto un velo di sposa.
Le cose buone buone, tenui, le cose, silenziose. Fasciate d’oblio. Nascoste. Buone buone, riservate.
Cose garbate e dense. Suggeriscimi che tutto permane dietro il suo fiato bianco. Le case, i cedri, il cipresso, questo mio aspettare.
Suggeriscimi che è solo vapore, un vezzo, un gioco a nascondersi. Un attimo di stasi nella grazia.
Ha mani delicate, abbracci, questa nebbia. Ha tenerezze. Una coperta sulla pasta lievita teneramente in crescita. Crescita morbida questa mia voglia di te che mi si gonfia in petto.
Nel calore, poi, sarà pane/sostanza/fragranza/nutrimento
Dammi calore. Sarò pane e tu bocca.
Sarai pane ed io bocca. Necessari. Non sprecheremo nulla.
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(by poetella)
15 domenica Dic 2019
Posted poesia
inEh, si…
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Se davvero ogni volta che
e tu sai che
se davvero ogni volta fosse
davvero vero che i nostri
pensieri potessero toccarsi
palmo a palmo cuore a cuore
come immagine allo specchio
immobili e identici
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(by poetella)
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14 sabato Dic 2019
Posted poesia
in… e, lontano, la neve!
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(foto di poetella)
13 venerdì Dic 2019
Posted poesia
in(foto di poetella)
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dicevo, sto leggendo “La vita gioca con me”, l’ultimo di Grossman.
Ma… sì, sì, personaggi ben descritti… bella storia, non dico di no… ma è un romanzo!
Insomma, un libro così normale! Così prevedibile… ben scritto, certo, ma…
Uno di quei libri che uno legge per vedere un po’ come va a finire la storia.
Io non sono mai interessata a come va a finire la storia.
Con Antunes le storie non vanno mai a finire. Non sono storie. Con Antunes ci stai dentro.
Poi, le storie finiscono se uno muore. Che poi, chi lo sa… vedremo.
Insomma, ‘sto libro lo finisco, ok. Ma poi me ne rieleggo uno del mio amato. Tanto ce n’ho undici o dodici. Non ricordo. Ha’ voglia! a leggere!
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(by poetella)
12 giovedì Dic 2019
Posted poesia
inChe poi basta, mi arrendo,
ché come si fa a dire l’indicibile, come si fa a dire cosa prova il fiore quando gli dai da bere
e il delfino, il delfino quando con un salto esce dall’acqua e poi si rituffa nello schiamazzo delle onde.
Come si fa a dire cosa mi scoppia in petto ogni volta, ogni volta, ogni volta che affogo in quei tuoi occhi d’oceano
larghi di incontaminata voglia?
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(by poetella)
11 mercoledì Dic 2019
Posted poesia
in… questo secondo me, e non solo, è stato il più grande Otello di tutti i tempi. Poi, tutti i gusti sono gusti, ma per me è così. Tanto che io lo chiamo non Zenatello, come effettivamente si chiama, benzì ZEN-OTELLO…
E DITEMI SE NON HO RAGIONE…
Ecco a voi Giuseppe Zenatello, in una registrazione del 1926 al Covent Garden di Londra. Buon ascolto
da poetella
10 martedì Dic 2019
Posted poesia
in(e niente foto di poetella)
E dopo, dopo che il mondo
ha smesso di rivoltarsi, dopo che l’onda l’ha travolto, trascinato, l’ha fatto vorticare e dondolare dolcemente e ribollire e sussultare e tremare
dopo che il mondo s’è lasciato scivolare fino al fondo più fondo del suo più nero fondo, più rosso, più bianco di un lenzuolo di lino, che il sole scalda e il vento schianta e spande profumo.
Dopo che il mondo è riemerso e s’è accasciato, s’è voltato, spianato e sollevato come una cordigliera preistorica e crollato come una diga e sprofondato, accecato di luce, luce che toglie la luce, luce che tinge di buio e di azzurro, e di giallo come il sole sugli occhi chiusi abbacinati, storditi.
Dopo che il mondo ha tremato/pulsato/vibrato per l’urlo di mille angeli caduti, mille angeli precipitati, dannati, persi affondati in un abisso d’inferno infocato, eterno
dopo che tutto è stato silenzio
a parte un leggero soffiare di vento [il tuo, il mio respiro riprendevano spazio]
allora
sei il mio pane, ho pensato, la mia grappa di mirto
e veleno, veleno. Veleno
che ogni volta mi uccide
…
…
…
(by poetella)