(foto di poetella)
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E adesso, amato mio, riponiamo le valigie, basta viaggi agli iperborei
per un po’ basta visioni stellari, danze di pianeti roteanti musicanti, prenotiamo i biglietti e teniamoli nel cassetto. (che dici? Già fatto?)
Abbiamo fatto provviste di bellezza, se ne stanno negli occhi. Se ne stanno nelle mani e tra le gambe. Basteranno, dovranno bastare per giorni e giorni.
Siamo gente paziente, noi. Abbiamo imparato dai semi sotto la neve. Dai rami secchi del pesco. Dalla pasta madre sotto il panno tiepido a quadri rossi.
Ce ne staremo buoni ad aspettare il ritorno della cometa col suo strascico di meraviglie.
Sappiamo che passera’.
Prima o poi.
…
…
…
( by poetella)
mi piace questo senso della buona provvista di bellezza, da custodire per i giorni cosiddetti normali, questo senso di pazienza che nasce dalla gratitudine verso un bel dono del destino; forse saper preservare in sè la bellezza vissuta è la vera capacità di vivere, di «essere» poesia
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davvero un bel dono del destino, Diego.
Hai detto bene… così inaspettato che ancora, dopo più di undici anni, me ne stupisco!
😉 🙂
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