Sebbene ancora il ciclamino fiorito, mille bocche rosee a rubare l’aria tiepida
sebbene la prima sigaretta dopo pranzo in balcone – rilassante restare a guardare i piccoli bocci nelle sei piante di rose e roselline pronti all’evento –
sebbene rondini, addirittura rondini, non gabbiani, rondini e cerchi in cielo e gridolini e giravolte e niente vento, neanche un filino di vento, neanche un capello a mettersi scomposto come scomposti s’affollano i pensieri vorticando
sebbene tutto a risplendere gaio in questa fine di marzo con le giornate più lunghe grazie anche all’ora legale (ci si adatta pure a quella) (ci si adatta solo a quella?)
sebbene parrebbe che l’oscuro se ne stia svanendo vinto dalla luce
tracce ne restano saldamente accartocciate negli angoli
non sono uso metter video presi dalla rete (i miei, bruttini, li faccio da mee, oppure sono quelli di amici di grande qualità), ma in questo caso non potevo non metterlo
Oggi ho voluto provare una nuova ricetta dimezzando le dosi che avevo trovato.
Torta di mele in padella.
Le dosi che scrivo sono per una padella di cm 26. Mi è venuta un po’ bassa e sbruciacchiata perché avevo messo la fiamma troppo alta all’inizio. Dunqueho dovuto spegnere, riaccenderee per controllare ovviamente ho “sbassata”la povera tortina. Che comunque è buonissima! Una torta senza il forno! Provare percredere!
2uova 90 gr zucchero 35 gr olio semi 75 gr latte 150 gr farina 4 gr lievito vanigliato
Cannella(a piacere) Burro per ungere la padella 1 cucchiaio zucchero canna 1 mela
Sbattere le uova con lo zucchero, unire olio e latte, aggiungere farina, lievito, cannella, e un po’ di mela a cubetti. Passare sulla padella unta un po’ di zucchero di canna e mettere la mela a spicchi a disegno.(a raggera) Calare l’impasto in padella. Cuocere con coperchio 20 minuti a fiamma bassissima) poi capovolgere e cuocere altri 5/6 minuti Guarnire con zucchero a velo… E… Gnam!
Sarà che ci sarebbero cose che vorrei ripulire dove non posso intervenire.
(mi sa che immaginate cosa…)
Dunque sono intervenuta dove potevo.
Pensili e basi della cucina. Dentro e fuori.
Un massacro.
La furia sterminatrice! Tutti gli spazi e quello che contenevano. Poi, a fine lavoro ho preparato qualcosa di buono che ho congelato in monoporzioni, ché a casa mia ognuno mangia quello che vuole, dunque è bene che ognuno abbia il suo, no?
E adesso, finalmente, prima di dedicarmi alla cena (so’ proprio una casalinga modello, eh?) una bella tisana depurativa, in compagnia dei miei bei “coccetti” antichi?
beh, è un vecchio post, dell’epoca in cui andavo da mia sorella. ora non ci vado più, ma mi piace considerare il fatto che… tutto scorre!
La Lilith, sì, la luna nera congiunta al Nodo Nord,( dice)
Nodo Nord di chi? (fa lei)
Di tutta l’umanità. Tutti. La mancanza (quella continua convinta, mentre s’accende una sigaretta). Tutta l’umanità. Parlo di tutti. Tutti che sentono la mancanza di qualcosa, in questo periodo. È la congiunzione.
Ma sempre si sente la mancanza di qualcosa (fa l’altra, e intanto ascolta e pensa. Accende anche lei) La mancanza (l’altra, la sorella, sentenzia), questo buco. Sentito parlare il cardinale, ieri, al meeting, come si chiama? Ah, Parolin, pure lui co’ ‘sta mancanza. È la congiunzione della Lilith, che ti pare? è quello. «Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno?» ha tirato fuori pure Luzi, pensa te! Loro risolvono facile. Manca la fede. (si ferma, smette di gironzolare per il giardinoin cerca di tracce della talpa della malora. La guarda) Ovviamente non poteva che parlare così. So’ preti. Trovi la fede, hai svoltato. (continua) ma non è questo. Non è questo. È solo mancanza di una reale motivazione del tutto. Di un definito progetto interiore. (si siede, fuma, tace. Guarda il giardino, tutto sistemato.)
(L’altra, sul dondolo) Ma la mancanza è buona. Spinge, manda avanti. Fa cercare (dice e la guarda. Spera in conferme)
Certo! Certissimo! Se ce la fai! Se ci tiri fuori il buono, da questa congiunzione. Che voglio, chi sono, che faccio per, e bla, bla, bla… (s’è accalorata. Butta la sigaretta nel piccolo posacenere a forma di luna) Mica tutti così! Certi non fanno che riempirsi, rimpinzarsi, strafogarsi. Di che? Di tutto. Comprano, mangiano, girano, fanno. A morte. Non va. Non è così’ che.
(l’altra ascolta e rimugina. Scava tra quello che ha e vede, scruta. Cerca di capire che cavolo di buono può tirare fuori da questa dannata mancanza che la tortura da quasi un anno)