(foto di poetella)

 [sempre alla maniera di Sei Shōnagon]

Riflettere sul fatto che il tuo autore preferito è ancora relativamente giovane e probabilmente scriverà ancora.

Ricevere un complimento sul tuo scrivere da un per adesso sconosciuto autore preferito.

Ricordare di quando ricevevi un complimento da tuo padre.

Ricordare come ti sentivi, a ogni conclusione della piccola visita bisettimanale, salutare con un Grazie, amore mio! Lui che quando eri ragazza parlava di te con tua madre dicendo Quella…

Ricevere un complimento da tuo figlio. Vederlo alzarsi da tavola, appena finito di mangiare, pronto a sparecchiare.

Entrare nella stanza di tuo figlio per riordinarla e trovarla già in ordine.

Tornare a casa stanchi morti e trovare fresco, silenzio e poter accendere il pc e mettere della buona musica in sottofondo al tuo riposo.

Un uccellino davvero piccolo che saltella in balcone, anche se ci sei tu, seduta a leggere, muove il capino un po’ a destra, un po’ a sinistra e poi vola via.

Vedere una farfalla coloratissima che svolazza sui gerani. E ci si posa.

Leggere ascoltando Bach.

Leggere ascoltando Mahler.

Leggere ascoltando la pioggia.

Leggere ascoltando il silenzio.

Leggere.

Mettere dei jeans di 20 anni fa e ancora portarli con disinvoltura.

Guardare il piano cottura della cucina a gas, vecchia di cinque, sei anni, forse dieci e trovarlo ancora nuovo e splendente. Come uscito dalla fabbrica.

Aprire il coperchio del pianoforte e accarezzarlo. Come un vecchio amico.

Aprire l’armadio e sentirlo profumato.

Sentire che tutta la casa è profumata. E anche tu.

(by poetella)