Lenta lenta, come una vecchia gatta.
Faccenduole. Pulizie di fine estate. Prima che ricominci.
Che ricominci il fresco. Speriamo.
S’aspetta. Si galleggia in un limbo caldo. Che vuoi per pranzo? Con estrema calma.
Acquisti. Il ragazzo col camion è tornato con le sue verdure fresche.
Almeno qualcosa si muove.
Sta finendo questa palude. La mattina presto pare che. Poi, invece.
Meno male le nuvole.
Se fosse per lei.
Se fosse per lei l’Agosto s’eliminerebbe dal calendario. Plaf. Via. Una spugnata e via.
Se fosse per lei s’eliminerebbero parecchi giorni dal calendario.
E altri, sottolineati in rosso.
Rosso.
Ce ne saranno ancora?
Mettere in ordine la spesa, adesso.
Le piante? Sì, le ho innaffiate. Povere. Sono sopravvissute.
Anche loro, spente. Pochissimi fiori. Esalano uno spruzzetto di verde anemico. Ma ce l’hanno fatta. Guarda le begonie! Ed i gerani. Tre fiori. C’era stata quell’esplosione, a primavera. Mai così. Guardali, ora. Micragna.
Stiamo tutti a naso all’aria, ad aspettare l’acqua. Loro e noi. Noi.
Il noi, quel noi, dov’è finito?
Ad aspettare una goccia, un piccolo segno di moto. Tra uno sbadiglio e l’altro.
S’aspetta.
E il tempo passa.
Purtroppo. O, per fortuna, passa.
…
…
…
(by poetella)