strategia anti-caldo…
buona visione ed ascolto
da poetella
P.s.
ancora un altro brano, va’…
co’ un altro mostro!
e ancora…
va beh…
questo e basta.
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11 mercoledì Giu 2014
Posted Arturo Benedetti Michelangeli, Bach, Debussy, Gleen Gould, li adoro!
in
strategia anti-caldo…
buona visione ed ascolto
da poetella
P.s.
ancora un altro brano, va’…
co’ un altro mostro!
e ancora…
va beh…
questo e basta.
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28 mercoledì Mag 2014
Tag
amore, bellezza, debussy arabesque, fotografia, gioia, il cielo, poesia, sei bella da morire, ti amo
(foto di poetella)
.
Mi portavo via quel cesto di meraviglie
me lo portavo nei passi lenti
il sole stanco di brillare
me lo tenevo appeso
collegato in cuffia al cuore.
E un fruscio di parole vorticava
piano, ancora. Petali di rose di Eliogabalo.
Hai presente?
Ricoperta, sommersa
nascosta al mondo.
Nascosto il mondo
– non dobbiamo disperare- avevi detto.
– disperata mai! Sono felice.
Com’era tutto così misteriosamente invisibile, poi.
L’unica cosa appena chiara
il cielo.
Sarà che aveva il colore dei
tuoi occhi, ma sì, sebbene
la fame di me
l’avesse schiariti, sai? forse.
un po’ di più.
E non c’era un e poi quando?
Non c’era un e se. C’era
e c’è solo
questo nostro sempre. Benedetto.
…
…
…
(by poetella)
Claude Debussy – L’Isle joyeuse
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05 lunedì Mag 2014
Posted alba, Debussy, foto di poetella
in12 sabato Apr 2014
Posted Bellezza, Bellezza che salva, Debussy, foto di poetella
inun piccolo ciclamino bianco.
il suo ultimo sospiro di Bellezza…
e…
Musica!
Claude Debussy- Suite bergamasque, for piano, L. 75- No. 1, Prelude.
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23 domenica Feb 2014
Posted aspettiamo la primavera, Bellezza, Bellezza che salva, Debussy, foto di poetella
inTag
11 mercoledì Set 2013
Tag
Dice, mi voglio fare un giardino zen.
Dice, Sai, quei giardini…lo sai com’è?
Che c’è quel pietrisco bianco, mica proprio un pietrisco. Che ci puoi scrivere sopra. Sai? dice, dietro quella pianta di fico selvatico. Quella che non ha mai fatto un cavolo di frutto. Poverina. Mica colpa sua. Lì, insomma, in quel rattangolino d’ombra.
Accanto alla legnaia, a nord.
Piccolo, sa! Hai presente? Che non mi ci cresce niente, lì.
Mica lo so come mai, dice. Mica lo so. C’ho piantato un sacco di cose.
Diverse. Niente.
Non mi piglia niente, lì.
Allora, dice, ci volevo fare un giardinetto zen.
Che tu vai lì e mediti. E magari scrivi qualcosa sul pietrisco. Che mica è proprio pietrisco.
Me l’ha detto Gustavo, come chi è? dice, il giardiniere, no?
Ma lo sai? vuole 1700 euro. Ché quel pietrisco è polvere di marmo. Apposta costa così.
Mettici del brecciolino, dico io.
No, dice lei. Sul brecciolino mica ci puoi scrivere.
Con la polvere di marmo bianca, bianchissima, vedessi! Co’ quella sì.
E ti siedi lì, una panchettina piccola, solo a un posto. Magari una piantina in vaso, non so di che, ti siedi lì, E mediti. E se vuoi fai i disegnini sul pietrisco.
E poi li cancelli.
E l’ansia va via.
Dice.
E fatti ‘sto giardinetto zen, allora. Magari con la sabbia di fiume, dico io.
No, dice lei. La sabbia di fiume mica è bianca.
È importante il colore, dice lei.
Tante cose sono importanti per riconquistare la calma, no? Dice.
Ci vuole il bianco. Fare largo. Spazio. Scriverci su. E cancellare.
Ma, dico io, non te lo puoi fare in testa il giardinetto zen?
Ti fermi, ti fai il bianco dentro, scrivi e poi cancelli.
E tutto va ok. no? No?
…
…
…
(by poetella)
Debussy – Sarabande from Pour le piano
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19 mercoledì Giu 2013
Ma sì, vedi come sono?
bastano un po’ di giorni (un po’?)
e mi prosciugo.
Mi prende un vuoto in testa, uno scollamento, un lasciar andare di fiume largo, scivolando via sui fatti e non fatti, detti e non detti, senza guardare troppo, senza guardare più, io che guardo, invece, guardo sempre, trattengo, rielaboro, in genere, quando…
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E invece no. Lo vedi come sono?
Mi prende come un congelamento, come una sospensione dei lavori con gli attrezzi a bordo strada e le pietre ammonticchiate, pale, vanghe, chiodi (un chiodo conficcato in testa) tutto scomposto, disordinato, impolverato, io che porto sempre tutto a termine, organizzo, ordino e metto bene bene e faccio bello quando penso che presto, noi…
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lo vedi, invece? lo vedi come sono?
Mi prende una stanchezza, su per le gambe, su per le braccia e gli occhi, le mani, una stanchezza su per le parole che non vogliono uscire, s’induriscono, si smarriscono e si nascondono e non si fanno trovare, fanno dispetti come queste ore che non passano mai.
senza te.
.
E sì che io ci giocherei con le parole, ci giocherei con le parole da gatta col gomitolo fino a scioglierle tutte e mettermele attorno come una collana di perle a coprirmi, la tua Salomè
aspettando che tu, adorato, con un gesto sapiente
click, rompa il filo dell’attesa e finalmente
.
mi spalanchi il mondo attorno. E dai…
…
…
…
(by poetella)
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16 domenica Giu 2013
Posted amore?, Cesare Pavese, Debussy, foto di poetella, poesia, video di poetella
in
buon ascolto….
(da un po’ non mi si lascia spazio e tempo per scrivere…
sto cominciando a soffocare…
speriamo bene…)
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14 venerdì Giu 2013
Posted Debussy, foto di poetella, video di poetella
in
un video di poetella…
di un po’ di tempo fa…
buona visione e buon ascolto!
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10 lunedì Giu 2013
…mai che mi caputasse di avere un alunno così…
mai!
buona visione e buon ascolto.
18 sabato Mag 2013
No, sai, ho deciso. Non ti scrivo
Non ti scrivo anche se vorrei parteciparti quell’esaltazione a guardare il cielo che m’è piovuta addosso stamattina. Il colore. Quel colore. Uguale. Proprio la stessa tonalità. Precisa.
Gradazione cromaticamente identica a, ma lo sai a che.
Che a guardarlo, certe volte, mi sa che non solo gabbiani, piccioni, cornacchie, mi sa che pure le tortore, mi prende come un senso di refrigerio. Acqua di sorgente dopo l’arsura della salita in vetta. Il cielo. Quel cielo.
Che cielo!
Ma no, sai, ho deciso. Non ti scrivo
Anche se mi sono affacciata mille volte, mille volte e dovrei dirtelo, in balcone, oggi. Va bene, non mille. Ma parecchie, che credi! Ed ho guardato laggiù, oltre il Soratte che lo so che ti fa ombra, che rinfresca i tuoi campi, mentre crescono i lamponi e i mirtilli e le fragole. E oscillano i noccioli e gli ulivi d’argento.
E lì, sicuro le tortore, e magari pure le rondini. E niente piccioni, né cornacchie. Passeri, magari. Tordi, che ne so.
Che poi c’era un sole! E me lo immaginavo che ti giocava sulla pelle e disegnava e ridisegnava. Tutto ispirato. S’allontanava un po’, guardava e tornava a disegnare.
Come mi rigirano certe tue parole in testa. Come un ghirigoro. Un disegno a china.
Ma perché dirtelo?
Abbiamo imparato a lasciar inaridire la terra, prima di gettarci l’acqua. Abbiamo imparato a far arrivare la pianta ad un attimo prima di veder afflosciare le foglie. E poi, giù acqua. E quella che si bea. Che sparge profumo, grata.
– Mai! Nessuna mai come te.
Abbiamo imparato a lasciare tanta aria in mezzo, così tanta aria che l’incendio, poi, non può che essere devastante. Non può che distruggere ogni grigiore, ogni tedio, ogni vissuto non vissuto. Ogni erbaccia cresciuta spontanea sui giorni.
Comunque no, sai, ho deciso. Non ti scrivo
Anche se stamattina, davanti allo specchio con lo spazzolino in mano, guardavo come la luce filtrata dalla tenda di lino mi faceva bella, liscia e rosea che tu
– Sei di burro!
Lo so che l’avresti detto. E non mi vedrai mai di mattina, con lo spazzolino in mano e mai
– Sei di burro!
mai, di mattina. Ma non fa niente. Il tempo non esiste, con te. Non conta. E anche se non mi dirai mai, mai niente di mattina, con lo spazzolino in mano e la camicia da notte sul bordo della vasca, un angolino a terra, i capelli tirati su e la luce che entra dalla tendina di lino morbida e dolce e le tua labbra morbide e dolci da scambiarci il sapore di menta e cannella e maggiorana, insomma, il sapore del dentifricio. Quello che è. Non fa niente proprio. E dunque
dunque no, sai, ho deciso. Non ti scrivo.
Tanto sai tutto.
…
…
…
(by poetella)
.
29 venerdì Mar 2013
Tag
amore, claude debussy, fotografia, musica, poesia, Ricordi, ti ricordi
(foto di poetella)
Certo, ne ho scritte parecchie di poesie
d’amore. A cercare scuse per sognare e sognarne
a cercare scuse per farlo più mio.
Che come negare che a volte, non sempre
a volte mi prende come una paura che si secchi l’idea
che s’asciughi la parlantina
prima o poi con l’andare dei giorni
Con l’andare del grigio contrastato
dai colori fluidi della mia parrucchiera esperta
e sapiente.
Ma in fondo, che paura c’è, dico io
se non quella d’apparire ridicoli, forse
a stare a giocherellare raccontare trafficare
con quelle parole d’amore
prima d’appallottolarle e gettarle
nel cestino della memoria
ormai la parte imparata per bene senza bisogno di voci
a suggerire
facendo un bell’Eh… sapessi,
un tempo, io…io…
Ci sarà mai un ultimo verso? Dimmelo.
…
…
…
(by poetella)
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19 martedì Mar 2013
Posted amore?, assenza prersenza, attesa, Debussy, foto di poetella, pazienza, poesia
inTag
(foto di poetella)
…ti parlerò delle attese.
Ho veduto la pianura, durante l’estate, attendere;
attendere un po’ di pioggia.
La polvere delle strade s’era fatta troppo leggera,
e ogni soffio la sollevava.
Non era più nemmeno un desiderio;
era un’inquietudine;
ma non è forse inquietudine ogni desiderio, dico io? E non è desiderio ogni inquietudine? Cosa m’impedisce di starmene buona come una gatta al caldo, con gli occhi socchiusi e le unghie ritratte, morbida morbida senza aspettare carezze alla gola o sul tondo della testa, senza aspettare richiami a voce o a gesti, pesante e tiepida e immobile, senza vibrazioni, senza pretese.
Cosa m’impedisce di gustare la preziosità del niente, fare tesoro del niente come un immenso forziere dimenticato da corsari frettolosi e generosi e sconosciuti, pieno di perle e fogli bianchi e pagine immense con minuscole lettere col cuore di fuoco o magari d’acqua. O di vento. O di sole.
Ho visto il cielo fremere d’attesa per l’alba.
Ad una ad una le stelle scolorivano.
I prati erano madidi di rugiada;
l’aria non aveva che glaciali carezze.
Parve per qualche tempo che, indistinta, la vita
volesse indugiare nel sonno,
e il mio capo ancora affaticato si colmava di torpore.
Salii fino al margine del bosco;
mi sedetti;
tutti gli animali ripresero festosi il loro lavoro
nella certezza del giorno imminente,
e il mistero della vita ricominciò a diffondersi tra foglia e foglia.
– poi si fece giorno.
C’è meraviglia, sospensione di dolore, respiro estremamente lento per non smuovere l’aria che sembrerebbe carica di promesse che non sì ha diritto di pretendere, c’è ineffabile stupore in qualunque attesa, che tutta la pace, tutta la calma, tutte le certezze del mondo non potrebbero mai regalare.
Siamo un tempo in levare, noi.
Noi no. Noi non possiamo vivere come una foglia di platano che segue la danza dei suoi colori, verde cupo, più chiaro, giallo, rossastro. Violetto, ocra…e pluf…via nel vento.
No. Noi no. Noi viviamo i lunghissimi tempi dell’attesa come se fossero attimi incatenati uno all’altro, filari di stelle filanti, quelle che facevamo da piccoli in attesa delle feste di carnevale. Ognuno, ogni attimo di un colore.
Ognuno, ogni attimo a legare.
Ognuno, ogni attimo a proseguire.
Mille vibrazioni piene. La conta cantata del tempo
Poi, tanto, si farà giorno…
…
…
…
(by poetella)
I brani in grassetto tratti da
“I nutrimenti terrestri” di Andrè Gide.
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10 domenica Feb 2013
07 giovedì Feb 2013
Posted amore?, atmosfere magice, Bellezza che salva, camminare guardando, Debussy, empatia, felicità, musica, poesia, video di poetella
in06 domenica Gen 2013
Posted acquistini di maniaca..., amore?, arte, atmosfere magice, Bellezza che salva, Debussy, felicità, musica, passione, poesia
in(foto di poetella)
domandina:
che sia antico è certo.
ma…quell’abito…quel copricapo…
Cina?
Giappone?
O cosa?
certo, la plastica è straordinaria. Ed i particolari dipinti davvero emozionanti…
Chi sa dirmi di più?
(poetella è felice, comunque…)
29 sabato Dic 2012
Posted amore?, atmosfere magice, Bellezza che salva, Bellezza della natura, Debussy, emozione, foto di poetella, inverno, neve, poesia, Roma
in07 venerdì Dic 2012
27 martedì Nov 2012
Tag
(foto di poetella)
Lo faccio spesso, sai? ti faccio qualche domanda.
Cammino. Interrogo. E tu non ci sei. Visibile, per lo meno.
Curioso come succeda che la risposta arrivi, che so, da un colore, da un suono.
Da qualche parola di una canzone sbucata da un’auto in corsa.
Da un gatto. Magari dal fruscio del vento tra i rami. Parla, sa’?
Sentito, oggi, che vento? Come turbinava, come s’affannava, galoppava. Una fiera vorace. Sentito?
Siamo tutti collegati, mio caro, in fondo, no?in questa strana danza. Coreografie sapienti.
Anche se non, anche se non vediamo, non leggiamo mai bene la trama fitta di fili,
il disegno di passi a terra,
il ricamo ad ago a piccoli punti che ci avvolge.
Non vediamo, ma c’è, non trovi?
Forse se respirassi a pieni polmoni e poi buttassi fuori l’aria, calda di me, forse,
nel vapore denso visualizzerei la ragnatela d’argento a inchiostro simpatico.
Miliardi di tremolii magici. Forse.
Comunque lo faccio spesso, sai? ti parlo piano piano.
Cammino e ti parlo. Sussurro. E tu non ci sei. Visibilmente, per lo meno.
Le parole seguono strade misteriose, viaggiano nell’aria, dicevi l’altro giorno.
da me a te.
Da te a me. Vapore. Parrebbe.
Che ne sappiamo noi?
Oggi, poi, così, in un lampo, camminavo e in cielo mille e mille puntolini scuri veloci, lievi, determinati. Liberi.
Ho sorriso. Avresti sorriso anche tu. Forse l’hai fatto.
Siamo sotto lo stesso cielo. E come mi consola questo…
…
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…
(by poetella)
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14 mercoledì Nov 2012
Tag
voglia d’inverno…
un mio video di due anni fa…circa…
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11 giovedì Ott 2012
(foto dal web)
Dice, mi voglio fare un giardino zen.
Dice, Sai, quei giardini…lo sai com’è?
Che c’è quel pietrisco bianco, mica proprio un pietrisco. Che ci puoi scrivere sopra. Sai? dice, dietro quella pianta di fico selvatico. Quella che non ha mai fatto un cavolo di frutto. Poverina. Mica colpa sua. Lì, insomma, in quel rattangolino d’ombra.
Accanto alla legnaia, a nord.
Piccolo, sa! Hai presente? Che non mi ci cresce niente, lì.
Mica lo so come mai, dice. Mica lo so. C’ho piantato un sacco di cose.
Diverse. Niente.
Non mi piglia niente, lì.
Allora, dice, ci volevo fare un giardinetto zen.
Che tu vai lì e mediti. E magari scrivi qualcosa sul pietrisco. Che mica è proprio pietrisco.
Me l’ha detto Gustavo, come chi è? dice, il giardiniere, no?
Ma lo sai? vuole 1700 euro. Ché quel pietrisco è polvere di marmo. Apposta costa così.
Mettici del brecciolino, dico io.
No, dice lei. Sul brecciolino mica ci puoi scrivere.
Con la polvere di marmo bianca, bianchissima, vedessi! Co’ quella sì.
E ti siedi lì, una panchettina piccola, solo a un posto. Magari una piantina in vaso, non so di che, ti siedi lì, E mediti. E se vuoi fai i disegnini sul pietrisco.
E poi li cancelli.
E l’ansia va via.
Dice.
E fatti ‘sto giardinetto zen, allora. Magari con la sabbia di fiume, dico io.
No, dice lei. La sabbia di fiume mica è bianca.
È importante il colore, dice lei.
Tante cose sono importanti per riconquistare la calma, no? Dice.
Ci vuole il bianco. Fare largo. Spazio. Scriverci su. E cancellare.
Ma, dico io, non te lo puoi fare in testa il giardinetto zen?
Ti fermi, ti fai il bianco dentro, scrivi e poi cancelli.
E tutto va ok. no? No?
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(by poetella)
Debussy – Sarabande from Pour le piano
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03 mercoledì Ott 2012
Posted atmosfere magice, Bellezza che salva, Debussy, musica
inTag
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02 martedì Ott 2012
Posted atmosfere magice, attesa, Debussy, desideri..., foto di poetella, musica, nebbia, pensieri sparsi, speranza
inTag
…Le nebbie del Nord…
ok, non è Nord…
ma noi
aspettiamo lo stesso.
Hai visto mai?
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07 venerdì Set 2012
Posted Debussy, Mariangela Gualtieri, poesia
inMariangela Gualtieri
La capra sul fondo di me
non vuole dormire.
Cammina per i miei greppi
solleva quel buio e ne scopre
ancora. Più fondo.
Al centro di me
una bestiola accucciata si sveglia
e respira il silenzio che nel giorno
è mancato. Respira. A suo modo
canta. Resta attonita dentro
cucita nel fasciame buio del sange
rivestita del buio palpitante dei boschi notturni.
Sanguinante. Infante. La parte più viva
sta sveglia e pilota. Solleva il corpo
dal letto. Lo accuccia nella camera accanto
per terra. E canta. Dentro. Una felicità
sconosciuta. Un canto d’eternità
spaventoso e immenso. E’ ignota
la sua volontà. Da che strana vita
si erge quel suo stare sveglia
da che lontananza si accende.
Non è bestia nera ma piccola
bestia di luce che sta nella vita
un po’ stretta per lei.
(da “Bestie di gioia”- Einaudi 2010)
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24 venerdì Ago 2012
Posted dai blog amici..., Debussy, FERNIROSSO webBLOCK, foto di poetella, poesia
inTag
dalle ossa della morte
di milioni di altri
veniamo
dai corpi senza lamento di ogni passato strazio
dalla fine senza testamento di foreste e oceani
di bestie che non hanno ancora avuto un nome
ma sono allacciati alla clessidra del nostro tempo
in questo spazio che non è immenso ma un grumo
di sangue rappresosi per forme
e in quelle c’è la stella di domani già vecchia e consumata dal verme di ieri
e l’uccello azzurro del futuro lo mangia
e si sciolgono le fontane e i secchi per abbeverare le storie
cantano le gemme dell’acqua sui sassi delle vecchie memorie
rompono il dolore della pietra ne fanno sabbia lungo tutti i mari
e schiuma la porta delle ore e il cane della morte ha di nuovo la bava alla bocca
e corre e non si siede
a trovare respiro lungo la notte.
Eppure lontano appena visibile
in una sagoma d’arca nell’arco del tempo che ancora ci sorregge tutti
c’è qualcosa come una polvere
che per un respiro di nuovo si addensa e
tutto
ancora nella stessa storia
ricomincia
21 martedì Ago 2012
Posted amore?, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, Debussy, emozione, felicità, foto di poetella, poesia
inTag
(foto di poetella)
Voglio dire di quella donna
– la vestizione del torero –
gesti lenti e cuore veloce
preparativi da sposa senza mughetti senza velo
Voglio dire di quella donna
quella che il tempo era un laccio
stretto alla gola
lento lento
scorrevole a serrare tenace
feroce
ostinato fiero del suo andare senza scosse
di quella donna- scosso il suo cuore/martello
respiro fondo, a tratti
buttava fuori quel grumo d’attesa
avviluppato nel sangue
Guarda come l’aria trema del mio respiro
guarda come tremano tutte le cose
come toccate da magia
come sfiorate da incantesimo. Sortilegio
guarda come mi vedrò bella riflessa in quel tuo lago.
Voglio dire di quella donna che Zitto, ha detto poi
sono di cristallo
Zitto. Solo una parola
e sarò briciole sparse ai tuoi piedi
E il silenzio, allora, s’è popolato di completezza. D’infinito.
…
…
…
(by poetella)
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05 domenica Ago 2012
Posted amore?, Bellezza che salva, Cesare Pavese, Debussy, poesia, video di poetella
in,