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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

Poetella's Blog

Archivi della categoria: indipendenza

Però non me lo spiego…

20 domenica Lug 2014

Posted by poetella in amore?, cielo, indipendenza, mi manchi, nuvole, perché?, poesia

≈ 25 commenti

Tag

amore, fotografia, il cielo, nostalgia, nuvola, poesia

cielo lontano(foto di poetella)

E qui la voce di poetella

.

Però non me lo spiego
questo cielo così lontano
assente distaccato ti sfiora
e non lo senti o non ti sfiora? Non so.

Non me lo spiego questo suo giocare con le nubi
parlarci si parleranno no?
in una lingua tutta loro o non ne avranno bisogno
forse
così compenetrati stratificati intersecati
fino a perdere confini dettaglio
non trascurabile, direi.

Proprio non me lo spiego questo mio desiderio
d’appartenergli e possederlo sempre così
umanamente

inappagato – inappagabile. Disgraziato.
…
…
…

(by poetella)

 

(…ma dove sei?)

 
.

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Stavano seduti buoni buoni…

04 mercoledì Giu 2014

Posted by poetella in bambini, indipendenza, le donne, saper fare

≈ 2 commenti

Tag

bambini, camminare guardando, le donne, ma non tutte sono più brave, saper fare, sono più brave le donne

Bambini-seduti

(foto dal web)

.

 

Stavano seduti buoni buoni
piccoli come due peluches abbandonati, dimenticati da mani distratte, cinque, sei anni
chi lo sa? Stavano seduti buoni buoni sul bordo dell’aiuola, le ginocchia composte, la stessa compostezza nello sguardo da grandi intenti a sapere, o aspettare di sapere, lui con la cima di un groviglio di fili e filucci nella piccola mano che finivano nella manina di lei.

Lei attenta, silenziosa, un procedere concentrato a districare, a sciogliere i fili della vita, con una precisione, un’attenzione da mammina premurosa, sotto lo sguardo in attesa di lui. Piccolo uomo incapace di dipanare le troppo complicate esigenze dei giorni.
E lei guardava, tirava, allentava, scioglieva. Meticolosa. Precisa. Agile. Sicura di se e del mondo.

Ed io li vedevo già grandi. Lui a dipendere dalla saggezza, dalla maestria delle donne.
Nascosto dietro le loro gonne (ma le portano ancora le gonne le donne?) nascosto dietro la loro efficienza, dietro la lavatrice, dietro l’armadio, lui che non sa, non può o non vuole.
Stupito e un po’ incredulo. Fiducioso e paziente. Inadeguato.

Lei, una donna capace. Che non si spaventa, non indietreggia, non si scoraggia. Non molla.
Futura sposa, madre, nonna. Futura donna che sa badare a sé.

Che sa. E ancora impara. E fa.
…
…
…

(by poetella)

.
Arturo Benedetti Michelangeli-Debussy-Children’s Corner

 

 

.

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È caduta. Vestita da fragoletta…

17 lunedì Feb 2014

Posted by poetella in allegria!, amore?, basta!, biografia..., consapevolezza, cosa sarà di noi?, diario, fine di un amore, indipendenza, malinconia, mi manchi, piangere, poesia, stanchezza, vecchiaia

≈ 8 commenti

Tag

amore, nostalgia, piangere, tristezza, vecchiaia

fragola

(foto dal web)

 

 

È caduta. Vestita da fragoletta.

Con le calze bianche e un vestitino rosso di pannolenci. O di pile

non ho visto bene, tutto a pallini neri. Applicati.

E una fragola in testa. Un cappellino. Con le foglioline verdi di qua e di là.

Punto.

 

È caduta. Avrà avuto un paio d’anni.

Le calze bianche tutte sporcate.

Le guardava. La faccetta, in un attimo, affogata di lacrime.

Senza consolazione.

Neanche la mamma buona a calmarla.

La sentivo piangere anche dopo averla superata di più di venti passi.

O metri.

O giorni. O anni.

A gran voce.

 

Io non piango.

Io non sono caduta.

Non è caduto nessuno.

Chiudiamola lì.

…

…

…

(by poetella)

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Visto? Ce l’ha fatta…

13 giovedì Feb 2014

Posted by poetella in amore?, anima, atmosfere magice, Bellezza, Bellezza della natura, consapevolezza, cosa sarà di noi?, emozione, fine di un amore, indipendenza, le cose importanti, luce, pensieri sparsi

≈ 22 commenti

Tag

amore, bellezza, fine di un amore, gioia, il cielo, serenità, tristezza

foto dal tel 043

(foto di poetella)

 

 

Visto? Ce l’ha fatta.

S’è fatto largo dietro il palazzo di fronte. Stamattina.

Sfolgorante. Sembra si sia lavato la faccia.

Ci credo, con tutta quella pioggia!

 

Insomma, il sole, oggi.

Le piccole faccende tutte illuminate.

Opzione risparmio energetico.

Anche nei pensieri.

 

E allora lascia stare.

Non ci pensare.

Non serve.

Non.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Charlie Parker & Chet Baker – Summertime

 

 

 

 

 

 

.

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Le cose stanno così…

28 martedì Gen 2014

Posted by poetella in amore?, anima, assenza prersenza, atmosfere magice, Bellezza, Bellezza che salva, cosa sarà di noi?, fedeltà, felicità, foto di poetella, indipendenza, innamorata pazza, la forza dell'amore, libertà, morire d'amore, poesia

≈ 12 commenti

Tag

amore, amore vero, bellezza, crescere, passione, sto bene, ti amo

isola

(foto di poetella)

.

Lo so bene. Ormai conosco tutti i percorsi. L’andata e il ritorno.

Il crescere e il calare. E quel galleggiare come di foglia sull’acqua. Come di ramo spezzato.

Di barchetta di carta. Via. Per la corrente.

Conosco l’evoluzione del percorso. I picchi. Le cadute.

 

Lo so come vanno le cose.

Quel senso di ubriachezza sazia.  Di luce. Di abbaglio. Di spossatezza infinita.

Il passo lento. Che tanto, dove devo mai correre, dopo? Quell’andare tra mille gambe su per le scale della metro. Salire, scendere. Con le labbra che bruciano per i troppi baci.

Camminare da sonnambula.

 

So come mi lascio scivolare addosso il suono dei battiti cardiaci dell’orologio, il vento delle cose da fare. La pioggia della noia.

So come, per un po’, la prima settimana, diciamo? sarà tutto un ricordare, un intrecciare scene e scenette, fino a consumarle come foto troppo stropicciate, prese e rimesse via, riprese e rimesse via, fino a vederle quasi evaporare, scolorare, sbriciolare.

E i miei pallidi richiami d’amore, magari. Ogni tanto.

Messaggini. Qualche mail. Qualche foto.

Cinguettii di colibrì, ogni tanto.

Ché non mi piace fare troppo fracasso. Preferisco sparire come una nebbia. Te l’ho detto, no? La tua isola si vela di nebbia, adesso. E sparisce. Per un po’.

 

Le isole che si rispettino non devono essere troppo grandi. Troppo affollate. Troppo note.

Meglio se non se ne conosce l’esatta collocazione sulla mappa. Meglio trovarsele davanti all’improvviso, all’alzarsi della nebbia.

Ti piace questo gioco. Anche a me.

 

Poi, in fondo, la mappa ce l’hai.

 

La prima settimana scorrerà via così. Poi comincerà la discesa. Giù, giù, giù, un pozzo nero.

Rocce sedimentarie, basalti, rocce metamorfiche, giù, giù, giù, graniti, ossidiane, verso il centro della nostalgia.

Un buco nero fondo come il più fondo dei pozzi petroliferi.  E anche di più. Oltre 6.000 kilometri.

Fino al centro della terra, infocato d’amore.

La seconda settimana sarà così.

E niente cinguettii, niente richiami di colibrì. Silenzio.

 

Infine, magari, ci sarà ancora un’altra settimana. (ma sì, che ne sai? hai detto, non si può mai dire!)

E sarà quieta. Lo so. Di una calma distratta. Noncurante. Volutamente scordarella.

E libri, e musica e faccende. E viaggi e incontri. E magari pure scontri. No! Non con te. Mai con te. Mai più con te.

Nebbia fitta attorno all’isola.

 

Niente vento. Niente pesca di perle.

Silenzio.

 

Fino a che si vedrà all’orizzonte la vela della tua nave.

Senza  fil di fumo, che quello non è mai stato di buon auspicio.

 

E l’isola uscirà dalla nebbia. Ci sarà vento forte. Gran turbinio di rami. Gran movimento d’onde.

Profumo di terra.

 

Ti accoglierà nella sua baia, l’isola,  tiepida di sole.

…

…

…

(by poetella)

.

.

.Bach – Cello Suite No.1 -Prelude

.

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Dovremo aspettare …

30 lunedì Dic 2013

Posted by poetella in anima, atmosfere magice, attesa, basta!, Bellezza che salva, biografia..., cose consolanti, cose faticose, desideri..., diario, foto di poetella, indipendenza, J.S:Bach, le cose importanti, libertà, musica, non ne posso più, poesia, un po' di tempo per me

≈ 18 commenti

Tag

attesa, J.S.Bach, musica, poesia, silenzio, sto bene

20131103_105454(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

Dovremo aspettare le ore piccoline

e che le posate siano tutte nel cassetto

ben asciugate e lucidate

e che fuori smetta di piovere oppure no

che tanto

non si sentirà rumore qua dentro

con queste finestre sigillate che tengono fuori freddo e notte

 

gioia delle muffe

che dai a ripulire

dai a ripitturare. Questa casa  che è tutta una muffa

che lo diceva Cetto: I funghi ci sopravviveranno.

Come chi era Cetto? Lo so io. E lo sanno anche i fungaioli.

Ma lasciamo perdere che perdiamo il filo.

 

Dovremo aspettare le ore piccoline, dicevo

e che si cominci a sentir russare di là per mettere

piano piano

un po’ di buona musica, di quella che ti consola

di quella che ti dimentichi del dammi e del dimmi e del fammi

di quella che dentro la stanza c’è  un roteare d’astri

azzurrini

crome e biscrome e chiavi di violino

e chiavi di porte segrete

con dentro parole tutte in fila

scartate come caramelle pronte per essere succhiate

sciolte assaporate. Gustate sorridendo.

Con la testa reclinata un po’ indietro e i capelli che diventano più lunghi

 

E i minuti che diventano più lunghi

Proprietà privata, cancello sigillato da dentro.

E guai a chi tenterà di…

via! Pussa via! Questo posto adesso è mio. Dirò. Ok?

…

…

…

(by poetella)

.

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Dice Ci vieni al corso co’ me?

13 mercoledì Nov 2013

Posted by poetella in basta!, consapevolezza, diario, giochi, indipendenza, inverno, libertà, noia, non ne posso più, pazienza, pensieri sparsi, quasi racconti

≈ 19 commenti

CarteBridge

(foto dal web)

 qui la voce di poetella (teatro puro!)

.

.

Dice Ci vieni al corso co’ me?

A bridge? Fa lei.

E continua a spalmare crema di salmone sulla fettina tostata di pane a lievitazione naturale. Intanto sente un’interna lievitazione di minuscolo moto di rabbia. Un gonfiarsi. Un tentare di debordare dai fragilissimi, esilissimi, consumatissimi bordi della…

Frena! pensa. E spalma. E dice Ma dai!

Lo sai che le odio le carte! Mica dice quello che le frulla  tra un morsetto e l’altro. Altra fettina. Altra crema.

Questa e basta, dice.

Lui, ancora Ma mica è giocare a carte, bridge! È  tutta ‘n altra cosa. Beve. Vino bianco. Lei rosso. Due bottiglie a tavola.

Le frasi in testa e quelle che si dicono. Contrasto netto.  Davanti a questo tavolo, sicuro.  Alzi il coperchio, guardi dentro, capovolgi, mischi, schiumi, metti sale, metti zucchero, metti quello che ci vuole per non. Poi parli.

 

Ma chi c’ha tempo di fare un cavolo di corso di bridge! (Questo va bene da dire)Mica so’ pensionata, io.

Era per fare qualcosa insieme. Per fare coppia! Dice lui.

Ancora coppia?  pensa lei. Ancora coppia?  Dopo 40 anni, ancora coppia? Ma se non mi pare vero che te ne vai a bridge, e io no, così resto sola, così non devo sentire programmi di calcio in tv, così non devo venirti dietro per casa a spostare uno dei 97 piatti a parete che sta meglio qui? o meglio qui? (o mettilo dove cavolo ti pare) così non devo starti a sentire parlare di John Barrymore o di Robert Donat o di chi cavolo ne so, ché che mi frega di vecchi film, di vecchi mobili, di vecchie (ok, antiche) statuette di porcellana, di vecchi ricordi che li cancellerei tutti i vecchi ricordi, li annullerei tutti, appallottolati e gettati verso il futuro che speriamo che, ma tanto che vuoi sperare, che vuoi ancora aspettare, ok, ok, lo so che ancora qualcosa c’è. Ma fuori di qui! pensa, lei pensa.

 

Ma dice solo

No, dai…vacci te al corso. Un altro per fare coppia lo trovi, dai. Poi sorride e spalma un altro po’ di crema al salmone. Proprio l’ultima, però, eh?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

ChetBaker – Over The Rainbow

 

 

 

 

 

.

 

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È indubbio che tu non sia [non sia mai?]…

04 venerdì Ott 2013

Posted by poetella in amore?, anima, assenza prersenza, Bellezza che salva, consapevolezza, emozione, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà, pensieri sparsi, poesia

≈ 18 commenti

nubi e...(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

È indubbio che tu non sia [non sia mai?]

non sia più nelle mie consuetudini.

In quel racimolare schede traforate di giorni

catalogare mansioni e missioni

riordinare armadi e previsioni.

 

Ascoltare fruscii o concerti interi dedicati

da non so chi, non so perché.

Ma va bene così.

 

È indubbio che tu non sia [non sia mai?]

non sia più nelle mie consuetudini.

 

Cosa potrebbe mai essere consueto in questo

lampo che ogni tanto m’abbaglia

e non per la mia rinomata miopia

né per un mai imparato corretto uso

d’occhiali da sole.

 

Ho imparato invece a barcamenarmi

tra una nota e l’altra, un fiore, una voce

che non è la tua, lontana

ma la mia, che, stranamente

non ostante…

 

ancora e sempre canta. Di te.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

 

.

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Stare a pensare. In questo momento…

29 domenica Set 2013

Posted by poetella in amore?, anima, attesa, cose consolanti, cose piacevoli, diario, foto di poetella, indipendenza, libertà, musica, poesia, silenzio

≈ 14 commenti

di notte(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

 

Stare a pensare. In questo momento, decisamente inutile.

Con la casa che dorme. Col silenzio di voci, interne ed esterne

Con la mia musica che va, liscia liscia come

un cigno sull’acqua.

E la finestra socchiusa, ché comincia a fare freschetto la mattina

Finalmente. Volesse il cielo, o chi per lui, io sì

che fosse finita questa cavolo d’estate.

 

Stare a pensare. In questo momento, certo, decisamente inutile.

Con la tovaglietta pulita e tutta  la cucina che brilla

Diceva, Prima metti tutto in ordine e poi te lo guardi.

Diceva, Non andare mai a letto con qualcosa di disordinato attorno. Diceva.

Mamma.

Mi sei entrata nel cervello con tutte quelle raccomandazioni, lo sai vero?

 

Però è bello, la mattina presto, prepararsi alle geometrie del giorno

con tutto il mondo, pare con tutto il mondo ancora che dorme

la strada, il giardino, forse anche i gatti (quello nero e quello tigratino)

poi entrare in cucina e vedere lo scintillio ordinato che ha passato

la notte in attesa di te

buono buono.  Quieto.

 

Come io passerò il giorno, i giorni, i mesi (dai! Non esageriamo!)

 

ordinata, sistemata, quieta, in attesa di  te. Sì?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

.

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potremmo forse mai dire….

14 sabato Set 2013

Posted by poetella in amore?, anima, assenza prersenza, attesa, consapevolezza, cose consolanti, crescere con l'amore, dolore che guarisce, foto di poetella, indipendenza, la forza dell'amore, le cose importanti

≈ 2 commenti

Tag

altra storia, fantasia, strada

camminando(foto di poetella)

 

qui la voce di  poetella

 

 

 

Potremmo forse dire d’essere arrivati?

Noi che ce ne stiamo qui, a guardare, come dalla terrazza sulla  vasta baia.

Noi che osserviamo e sorridiamo del calmo piatto e delle creste d’onda

Del sorgere, del tramontare.

Noi che sorridiamo anche del buio e della pioggia.

E dello scirocco e del maestrale.

 

Noi che sorridiamo come una statua del Budda, il sereno. Il lago.

potremmo mai forse dire d’essere arrivati?

Noi  che il dolore, la gioia, la paura, la fantasia.

Noi che la speranza e la pace

della totale sua assenza.

Noi che non aspettiamo, aspettando.

Non cerchiamo, cercando.

Noi che sì e no. E forse.

potremmo forse mai dire d’essere arrivati?

 

Non credo. Ce n’è di strada da fare.

Anche solo riuscire a non prendersela per quelli

che non lasciano il bagno come vorrebbero trovarlo.

Come faccio io. Come fai

tu.

 

Ma questa è un’altra storia. Certo, dico io.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

.

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Tuttavia (Intesomale mi perdoni l’incipit) a volte …

04 mercoledì Set 2013

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, Bellezza che salva, camminare guardando, comunicazione di servizio, consapevolezza, diario, fine di un amore, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, vecchiaia

≈ 20 commenti

Tag

arietta, deserto, diano, liszt la campanella

il cipresso(foto di poetella)

 

 

 

Tuttavia (Intesomale mi perdoni l’incipit)  a volte mi si scopre il nervo.

 

Sì, sì, certo, indubbia l’immersione nel benessere a camminare, mattina presto, una specie d’appena accennato sorriso e quel verde cupo dei cipressi, a gruppetti, al parcheggio della metro.

Indubbio che l’arietta che stacca i capelli dal collo, quella tensione tonica al torace e, dietro, alle reni, la gonna che si tende ad ogni passo, e il passo svelto e fiero, marziale?diano una teoria di percezioni incoraggianti. Parecchio.

 

Fino a quando non si scopre il nervo.

E come si fa? Come si fa a stare tranquilli?

Dice, rendi marginali tutte le storie. Centrati.

Dice, niente è più importante di te stessa.

 

Balle.

Una me stessa bella e fiera (per quanto, poi?) che se ne va in giro per un mondo deserto.

O invisibile.

O indifferente agli occhi. E alla testa. E al cuore.

‘Cazzo me ne faccio?

 

Sono una bugiarda.

Sono una bugiarda, ecco.

Prima con me stessa. Poi col resto.

Quando dico che ho paura, no.

Solo quando dico che va bene così. Il distacco. Il bastarsi. La marginalità, la fungibilità d’ogni situazione. Tutto secondario. Tutto sostituibile.

 

Stronzate.

 

Quando non farò più l’amore con te, sai che ti dico?

 

Io m’ammazzo. Ecco.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Liszt – La Campanella

 

 

 

 

 

 

 

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è arrivato…

19 martedì Mar 2013

Posted by poetella in Antonio Moresco- La lucina, attesa, da leggere, foto di poetella, indipendenza, silenzio

≈ 16 commenti

Tag

Antomio Moresco -La lucina, da leggere, distacco, indipendenza, solitudine

 la lucina

non so…

lette alcune righe.

Lo stile non mi sembra particolarmente avvincente.

Ma potrei sbagliare.

In ogni caso il tema trattato mi sta particolarmente a cuore.

L’isolamento.

la solitudine pura,

per starsene, senza bisogno d’altro/i, in pace con se stessi e attorno le voci del mondo silente.

Vedremo.

Si comincia a leggere.

Poi dirò.

…

…

…

(by poetella)

(niente musica, va bene, Intesomale? Umh?)

.

.

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Ma no, papà, dai, lascia perdere…

26 martedì Feb 2013

Posted by poetella in basta!, consapevolezza, crescere con l'amore, diario, figli, indipendenza, le cose importanti, libertà, padri e figli, papà, poesia, quasi racconti

≈ 15 commenti

Tag

delusione, papà, politica, ti ricordi

bandierarossa

(foto dal web)

 

Ma no, papà, dai, lascia perdere.

Dimmi di zia Nena, invece. È venuta a trovarti, ieri, no? Vecchia, dici? Vecchia vecchia?

Tutta storta come un disperato ulivo di collina. Solitario.

I  capelli, neri? Ma dai! È la tinta.

Ma sì, mi ricordo che mani aveva. Belle. Suona più?  No, eh?

 

Ma no, dai, non mi va. Non mi va di parlare di politica.

Dimmi di zia. Pure io, ti ricordi che mani. Eh, adesso, pure adesso, ma va!…

 Ma sì, guarda come s’è storto l’indice. Sì, sì, altro che.

Ma dimmi, dimmi di zia. Ah, non suona più. Perché? Non la sente nessuno!

Ma che si suona per farsi sentire?

Si suona per sentire la musica che riempie la casa, che scivola per tutte le stanze, che s’arrampica sui muri ed esce in balcone e vola via, come una rondine.

 

Papà, e dai. T’ho detto che non mi va di parlarne, dai. Niente politica, si?

Poi, a che serve?

Noi non ci siamo mai, no, mai capiti. Mai stesse idee. No? Sbaglio?

Che parlo di politica, adesso? Non mi va di litigare, papà.

E poi, poi tu che ne sai di politica.

Ancora a dirmi non avrai mica votato per i comunisti?

Solo tu e qualcun altro a parlare ancora di comunisti.

 

Papà, che fai, poi? Mi sequestri ancora la radiolina?

Non ce l’ho più quella che mi sentivo in cameretta, partigiana in tono minore, nel buio della casa addormentata,  nel tepore delle mie speranze ammantate di notte e di sogni e di voglia di libertà.

Me l’ascoltavo fino a tardi tardi, mentre tu dormivi stanco del tuo primo, del tuo secondo, del tuo terzo lavoro e dell’aiuto che davi a casa a mamma e mamma, stanca d’essere stanca, dormiva il sonno della bella col principe che pensa a lei. A lei, tutti sì. Solo sì.

 

Non me la puoi più sequestrare la radiolina che, senti questa che cosacce si sente, tutte parolacce di comunisti! dicevi a mamma costernata, che prendeva il rosario come una spada, come un amuleto scaccia maligno. Via il diavolo da casa mia!

E io, piccola prigioniera politica, eroina senza esercito da guidare, senza rogo da sfidare.

 

No, papà, non mi va di parlare di politica. Oggi. Con te.

Oggi che tra noi s’è tutto acquietato, come un lago dove il mostro s’è immerso, l’acqua ha ribollito un po’ e tutto s’è ricomposto. Tutto s’è fermato.

 

E poi, papà, che parlo a fare con te che ancora dici che Lui! Lui  che vi faceva venire in Italia, giovanetti a fare le gare tra tutti giovani e belli.

Voi, dalla Libia in Italia, sulla nave, piccoli piccoli e felici! Lui grande uomo. Papà! Ma che ne sai tu?

Dimmi di Patrizia, invece. Quand’è venuta a trovarti? Ieri? L’altro ieri. Ingrassata!

Più grande di noi? Due tre anni? Ma che! Quindici giorni. Sì! Solo quindici. E  lo so che sembra più vecchia. Siamo noi che sembriamo più giovani.

Abbiamo preso da te, papà. Papà bello!

 

Lo vuoi un tè?

Stai bello calduccio con la copertina sulle gambe?

Dai, lasciamo stare la politica.

Oggi no. Non ci voglio pensare. No. Oggi no.

…

…

…

(by poetella)

 

 

Pierangelo Bertoli. Eppure soffia

 

 

 

 

 

 

.

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Un’imprevedibile calma…

31 giovedì Gen 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, Bellezza che salva, camminare guardando, consapevolezza, crescere con l'amore, dolore che guarisce, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà, poesia

≈ 22 commenti

Tag

amore, bellezza, il cielo, imparato, musica, poesia, scrittura, serenità, tempo

LE NEBBIE(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

 

Un’imprevedibile calma, conoscendomi

conseguenza, forse, chi può dire? di quel cielo

 

quella gran pagina pronta alla scrittura dei voli

dal basso verso l’alto, come in Oriente

Conseguenza forse di quello strano tepore

e sì che siamo a febbraio!

Sebbene ci sarebbe forse di che preoccuparsene

un tepore così, a febbraio, no?

 

Ma adesso non abbiamo tempo né voglia di preoccupazione

Niente più crocette sul calendario, adesso

Niente cerchiolini

Niente più conte da che o da chi.

 

Abbiamo imparato, foss’anche solo per oggi, lo sguardo avanti.

Dai e dai…

 

Quasi non ci fa più paura la macchia nera

 

(sono qui…hai scritto. Qui dove?)

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

.

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E mentre riponeva l’ultima …

27 domenica Gen 2013

Posted by poetella in attesa, basta!, Bellezza che salva, consapevolezza, desideri..., dolore che guarisce, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà, musica, nostalgia, notturno, pazienza, quasi racconti, sigaretta

≈ 20 commenti

Tag

Calcio, desiderio di libertà, israel kamakawiwoole, rabbia, televisori, voglia di scrivere

cucina di notte

(foto di poetella)

 

E mentre riponeva l’ultima pentola, l’ultimo coperchio, ben asciugati che se no le goccioline, il calcare, l’opacità triste e scialba, mentre asciugava con energia il lavello d’acciaio, controllando ombre ed eventuali malinconie residue, dandoci dentro per vincere la battaglia della lucentezza assoluta,

mentre s’asciugava le mani  sperando per l’ultima volta, in quella giornata con quei suoni, quelle parole da due televisori in due stanze diverse, e in una era lei e doveva stare la e non poteva volatilizzarsi, nebulizzarsi, scomparire, evaporare, con quei discorsi che le trapanavano le orecchie di scialberie totalmente estranee al suo pensare, al suo sentire, mentre pensava che tra poco, finalmente si sarebbe seduta, avrebbe acceso la sua sigaretta e si sarebbe isolata da tutto quel ciarlare di palloni, azioni, scuse, esaltate urla per esaltanti azioni impossibile, ma poi possibili,

quel domandare di quanti punti, che postazioni in classifica, quello è un venduto, quello non ci capisce niente, ma perché non lo cacciano, tutti quei discorsi, e non mi venite a rompere le scatole che ormai è successo, tutti quei discorsi, io dico semplicemente che il discorso è molto particolare (ma che discorso? Ma quali discorsi?)

mentre si isolava completamente, ci provava almeno, da tutto quello che aveva fatto, sistemato, preparato, archiviato, congelato, riposto, ripulito, controllato, da tutto quello che non aveva fatto e avrebbe voluto fare

aveva pensato

 

oggi, niente leggere, niente scrivere, niente musica,  niente niente

mentre pensava così  aspirando lenta il fumo saporito della sua sigaretta serale, aveva concluso, ok! rimediamo.

Adesso si scrive. Ecco.

…

…

…

(by poetella)

 

Over the Rainbow – Israel Kamakawiwoole.

 

 

 

 

 

 

 

 

.

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Che sia davvero un danno

01 martedì Gen 2013

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, consapevolezza, desideri..., dolore che guarisce, fine di un amore, foto di poetella, indipendenza, inverno, J.S:Bach, le cose importanti, libertà, poesia

≈ 8 commenti

Tag

amore, dimmi, J.S.Bach, libertà, montagne russe, musica, perdere la memoria, poesia

SAM_0168

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

Che sia davvero un danno perdere la memoria?

Sbiancarsi spianare sganciare

questa nostra vita dal prima- da gorghi di ore

una legata all’altra una che senza l’altra no

sarebbe altra

 

e cancellare tutto il castello di ovvie o improbabili

motivazioni

coi loro binari ai nostri passi

dritti dritti inevitabili

o curvi e in salita e in picchiata e in virata

montagne russe da brividi (ti ricordi ancora i brividi, tu?)

 

Ah! ritrovarsi in piedi sull’orlo di un giorno

di un anno

tutto da costruire da disegnare senza legami

senza nastri e spille  senza guanti e cappello

magari con un piccolo ombrello rosso a palle bianche

largo largo come un paracadute di seta-di raso d’Oriente

di carta trasparente

che mentre ti lanci e ci voli ci vedi dietro il mondo

rotondo giocondo rubicondo

 

pazzo di gioia e un po’ furibondo. Dimmi tu, perché no?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

.

 

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…erano migliaia!

02 domenica Dic 2012

Posted by poetella in foto di poetella, indipendenza, libertà, pensieri sparsi, viaggi, voli d'uccelli

≈ 9 commenti

voli in cielo ridotta

(foto di poetella)

.

non nascondo che un po’…li invidiavo!

.

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Lunedì, mercoledì, venerdì…

01 sabato Dic 2012

Posted by poetella in amore?, attesa, biografia..., foto di poetella, indipendenza, Liszt

≈ 9 commenti

Tag

amore, il dottore, liszt la campanella, non amore

fialetta

(foto di poetella)

 

 

–  Lunedì, mercoledì, venerdì

–  Sì.

–  Per tre mesi

–  Tre mesi

–  Quindi per tre mesi non ti posso lasciare

–  Pare

–  Ma non te le poteva dare per bocca?

–  Dice che fanno meno effetto.

–  Capito. Tre mesi. Lunedì, mercoledì e venerdì. Una al giorno. Dopo?

–  Vediamo che dice il dottore. Dopo.

–  Ok

–  Ok. vediamo, no? Vediamo.

…

…

…

(by poetella)

Liszt – La Campanella

 

 

 

 

 

 

 

 

.

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Quella avanti, un fagotto che piangeva in braccio…

30 venerdì Nov 2012

Posted by poetella in autunno, Chopin, consapevolezza, crescere con l'amore, diario, figli, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, mamma, paura di non amore, pioggia, quasi racconti

≈ 16 commenti

Tag

crescere, figli, madri, raindrop prelude chopin, senz'amore

IMG_3916ridotta

(foto di poetella)

 

 

Quella avanti, un fagotto che piangeva in braccio, borsone a tracolla, passo da conquista dell’intero sistema e lui


Mammaaaaaaaaaaaaa! Non ci riesco a correreeeeeeee!


dietro, un po’ zoppicando, piccolo piccolo, sei, cinque, no, forse sei anni, come ci si può sentire soli a sei anni? E dopo? Quanta paura? E dopo? Zainetto con le cinghie della tracolla rotte tirato su con una manina piccola piccola, bianca bianca, strusciava ora sì ora no a terra, spalla sollevata. Tutto sbieco.


Mammaaaaaaaaaaaaa! Non ci riesco a correreeeeeeee!


Un grido di colibrì ferito, spaventato, implorante pietà, forse perdono. Perdono di che?
Lei, niente. Dritta sparata otto, poi nove, poi dieci, undici, dodici passi avanti. Neanche una volta a fermarsi, a girarsi. Dura. La ruota della vita che schiaccia i sogni.
Lui, l’angoscia. Lo stupore. La rivelazione d’impotenza. Perso, disperato. impaurito. L’impatto con la crudeltà del destino.


Mammaaaaaaaaaaaaa! Non ci riesco a correreeeeeeee!


Lo zainetto strusciato a terra, trainato,  trascinato nel fango. Prime gocce di pioggia. Il passo un po’ più sostenuto, sempre zoppicando. Altre gocce. Tante gocce, grosse grosse.
Lei avanti. Sempre più avanti. Indifferente. Affaticata. Poi giù per la scalinata, tutta, poi le gambe sparite, la schiena sparita, la testa. Via. Svanita nel nulla, forse dietro il muro della metro. Dissolta. Ingoiata dal niente.
Lui, un orfano.


Mammaaaaaaaaaaaaa!


Non vedo i suoi occhi. Sono dietro, io. Sento solo quella sua voce. Gesso sulla lavagna.

 

Ecco. Smette di zoppicare. Accelera. Corre. Corre! Le scale. Sparisce dietro l’alto muro della metro.
Non lo vedo più.
Ma sicuramente, adesso sarà più grande. Mi consolo quando lo  penso.
Di un po’, almeno.
O forse no.


Apro l’ombrello. Meglio. Lui non aveva ombrello.

…

…

…

(by poetella)

 

Raindrop – Prelude – Chopin

 

 

 

 

.

 

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Scompigliata orchestrazione di foglie in cielo…

12 lunedì Nov 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, Bellezza che salva, Bellezza della natura, camminare guardando, consapevolezza, crescere con l'amore, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà, poesia, saggezza

≈ 6 commenti

Tag

amore, autunno, bellezza, calore, crescere, indipendenza, poesia

(foto di poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

Scompigliata orchestrazione di foglie in cielo

Si cercano nuovi assetti. Anche loro provvisori.

Bastasse un po’ di vento.

Bastasse per ridisegnare le mappe, per imprimere il verso, la rotta.

Siamo tutti ciechi senza bastone. Senza cane.

Quella lucina in fondo, che abbaglio, no?

E questo gorgoglio di fontana, fosse una cascata?

Dev’essere il silenzio del parco, in questa mattina grigia, che l’esalta.

Dev’essere il silenzio del coro.

O il troppo rumore. Magari è la nebbia. Si sa come chi non veda

poi sia in grado di sentire meglio.  Sentire  più.

Scompigliata orchestrazione di foglie in cielo

 

Gli alberi respirano. Inspirano. Sospirano.

Forse rimpiangono un’altra luce, un calore già provato.

Poi perso.

Che ne sanno loro che l’inverno arriva e si tira dietro la primavera

e poi l’estate

e poi l’autunno

E poi ancora l’inverno.

Che ne sanno loro della giostra perenne.

O quasi.

E tu, tu. M’hai fatto crescere a latte e miele

e un bel busto con le stecche di balena.

Visto che schiena dritta, adesso?

Sì che l’hai vista. Dici sempre che è bella

mentre la disegni con la punta delle dita.

 

Beh, sono dritta, salda, rossa e oro, adesso

Come queste foglie belle.

Posso togliere il busto, ormai, no?

 

Posso andare anche sola. Lo sai vero? Lo sai. certo e sorridi.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

.

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Che poi, lo sai, no? Ti parlo continuamente…

01 giovedì Nov 2012

Posted by poetella in amore?, archetipi, assenza prersenza, autunno, consapevolezza, crescere con l'amore, diario, dolore che guarisce, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà, pensieri sparsi, poesia, saggezza, vecchiaia

≈ 8 commenti

Tag

amore, crescere, fine di un amore, luce, musica, poesia, saggezza, serenità, sto bene

(foto di poetella)

 

 

Che poi, lo sai, no? Ti parlo continuamente.

Penso tu lo sappia.

Anche se noi, beh, noi quando mai riusciremo a sapere davvero quanto, quanto di noi, per quanto, quando, come. Noi non sappiamo.

Noi. Io, comunque.

Che tu, non so perché, mi dai l’idea di saperla lunga. La luce chiara della saggezza.

Ma va a capire, poi.

E comunque, sai, anche se

 e in fondo lo sai, no? ti parlo continuamente

il mio è adesso un discorso pacato, finalmente.

Niente più esclamativi. Niente puntini. Poche virgole. Frasette brevi e chiare. Scorrevoli.

Cronachette garbate di un quotidiano al passo. Niente mille metri pista dritta.

Direi quasi un trotto leggero. Di carrozzella per le strade di Roma, col cielo nuvolo e poco vento. Che tanto Roma è bella sempre.

 

Il lungo cammino dell’educandato mi pare giunto al suo culmine.

La novizia ha messo in una cesta i giocattoli, anche quelli più amati, via in soffitta.

Quando li ritroverà, sicuramente sorriderà.

Entrata a occhi sgranati nella sua nuova realtà, ci si sistema comoda. Magari un po’ guardinga, ancora. Ma comoda.

 

Sai, anche guardare il piano cottura della cucina a gas tutto scintillante può dare le sue piccole soddisfazioni, che credi… L’Archetipo di Estia insegna.

 

E andiamo avanti, allora

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Handel’s  Minuet.

 

 

 

 

.

 

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Si stropiccia un po’ gli occhi, tira su col naso e…

27 sabato Ott 2012

Posted by poetella in amore?, archetipi, attesa, basta!, Bellezza che salva, consapevolezza, desideri..., dolore che guarisce, foto di poetella, indipendenza, inverno, le cose importanti, libertà, musica, paura di non amore, poesia, vecchiaia

≈ 17 commenti

Tag

amore impossibile, giovinezza e vecchiaia, morte a venezia, venere

(foto di poetella)

ascolta poetella

.

Si stropiccia un po’ gli occhi, tira su col naso e

 

voglio innamorarmi di un ragazzino, dice.

Giovane giovane, tipo, presente Morte a Venezia? Così.

 

Mi voglio innamorare, ché l’Archetipo che mi domina è Venere.

Riconoscere anche gli altri, dice, portarli alla luce, sarebbe opportuno.

Mai fatto quello che sarebbe opportuno fare, io. Dice.

Si stropiccia un po’ gli occhi, tira su col naso e

 

Venere comanda. Sempre  Venere m’ha comandato. Mi voglio innamorare di un ragazzino.

Voglio  entrare nella sacra geometria della sua Bellezza,  Fresca.

Accogliere la ferita che mi darà, dice,

nutrirmi  e perdermi del sangue che ne sgorgherà.

Sciogliermi dolcemente in un deliquio verso una fine morbida. Indolore.

 

Si stropiccia un po’ gli occhi, tira su col naso e

Giovane giovane, dice. L’età di mio figlio. Tipo.

Un amore impossibile. Dunque senza pretese. E ancora, ovvio, senza delusioni.

Non speri, non chiedi, non aspetti, non ti deludi. Ecco. (dice)

 

Un amore  di piccoli trasalimenti davanti alla sua generosa Bellezza

Al suo passare elegante di cigno sull’acqua, ai miei occhi. Dice.

E farmi bastare che esiste.

 

Che a lungo vivrà, dice, oltre me.

…

…

…

(by poetella)

 

 

An affair to remember

 

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Magari non sarà questo…

13 sabato Ott 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, consapevolezza, crescere con l'amore, diario, felicità, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà, musica, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti, saggezza

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Tag

amore, crescere, J.S.Bach, luce, serenità

(foto di poetella)

 

Magari non sarà questo

Magari è solo un’idea che s’insinua ogni volta, s’arrotola, poi si srotola, spiana un po’ la tana, si sdraia.

Poi s’alza e se ne va. Ecco.

E comunque, anche se fosse? Ma lo vedi come sono adesso?

Come sono, ormai?

Troppo, troppo è stato seminato e raccolto e ancora seminato in questi quattro, no, di più, in questi forse quattro anni e mezzo, o di più, o di meno, ma che importa?

Troppo, troppo è stato attraversato, evitato affrontato combattuto e vinto, che

magari no, non sarà questo

che poi, anche se fosse? Dai! Ti ricordi?

Quanti scossoni alla cassa delle convinzioni. Quanti assestamenti.

Selezioni accurate. Questo va qui. questo lì.

Ti ricordi quello sbattere contro i no, non è così, non ce la faccio così! Come una mosca impazzita contro il vetro chiuso.

E poi, la fessura. La luce. L’aria. L’illuminazione. Un lampo. Davvero un lampo.

Quindi, sai,

magari vedrai, mi dico,  non sarà questo

ma se anche fosse, lo vedi come sono, ormai?

Lo vedi quell’incedere maestoso, largo, calmo, di grande fiume nella vasta pianura,

senza rapide, senza scosse.

Lo vedi come sorrido di bosco quieto, di sorgente fresca, lo vedi come continuo a salire?

E l’alba chiara dei miei giorni non conoscerà più la notte. Credo.

Quindi

Magari, sicuramente, non sarà questo

ma se anche fosse? Se non fosse l’affastellarsi di impicci e impacci che ti impedisse di…

se non fosse solo un meccanico intoppo. Ma volontà. Desiderio di. Desiderio che.

Se fosse che tu avessi davvero imparato, (che poi magari già da prima sapevi) a fare a meno di me

Tranquillo, ok? tranquillo.

Vedi? Ormai ho imparato anche io. Sicuro.

…

…

…

(by poetella)

J S Bach – Partita No.2 in c minor- Sarabande

 

 

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voglia di….

08 lunedì Ott 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, desideri..., foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà

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Tag

bellezza, chopin raindrop prelude, nuvole, serenità

leggerezza, sconfinamento, bellezza, libertà

gonfia tenerezza

gioco sereno

Canto

…perché ho un scimmia seduta sul cuore…

oggi

.

Chopin- Raindrop -Prelude

.

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Ma noi, noi non …

19 mercoledì Set 2012

Posted by poetella in amore?, attesa, consapevolezza, crescere con l'amore, desideri..., foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, pensieri sparsi, poesia

≈ 22 commenti

Tag

ali, amore, da soli, il cielo, Riflessioni, sogni

(foto di poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

Ma noi, noi non siamo trapezisti, no?

 

E poi, anche loro, loro quando lasciano la presa, loro lo sanno che c’è qualcos’altro da serrare,

da afferrare, a cui aggrapparsi per continuare ad oscillare in questa giostra che gira, gira, gira.

E poi si ferma.

Tengono saldo, loro, oscillano, poi lasciano.

E quel vortice di istanti, quel minuscolo groviglio di attimi liberi, quel sorvolare il mondo,

 i pensieri, i sogni, le attese, i progetti, le certezze,

quello spasimo d’eternità impercettibile,

anche se apparentemente infinito, finisce.

 

Ma noi, noi non siamo trapezisti, no?

 

Noi non siamo avvezzi a lasciare, neanche se vediamo la presa di qualcos’altro vicina.

La soppesiamo, la controlliamo.

Reggerà il peso, sarà salda, abbastanza flessibile?

Farà male alle mani?

E il materiale? Liscio e brillante come l’altro?

O ruvido, scolorito, arrugginito.

E se non ci si arrivasse?

Noi temiamo il vuoto, il baratro, il nulla.

Noi non riusciamo a lasciare un sogno, un vizio, un amore. Un riconoscimento. Un applauso.

Noi non riusciamo.

Ché noi, noi non siamo trapezisti, no?

 

Eppure sarebbe così straordinariamente bello, così straordinariamente utile, così straordinariamente divino

imparare, da soli,  a volare.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

.

 

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Dobbiamo un po’ allontanarci …

07 venerdì Set 2012

Posted by poetella in amore?, attesa, consapevolezza, crescere con l'amore, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà, pensieri sparsi, poesia

≈ 20 commenti

Tag

acqua, fuoco, nuvole, occhi, pennelli

(foto di poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

Dobbiamo un po’ allontanarci

la testa

un po’ reclinata occhi socchiusi

dobbiamo voltarla la testa

nuvole fuori, vedi?

scioglierla quest’attenzione troppo

troppo concentrata appuntita a cono verso

 

troppo

 troppo consumarsi d’occhi

 

Distrarsi. Distrarsi ci vuole uno due tre

quattro minuti basteranno.

Uno due tre quattro giorni. Mesi?

 

Non so, sai? non so. So che un po’ ci si deve

Ci si deve allontanare

rigirare

scordare del tutto da altrove

per mettere a fuoco

pensare a qualche correzione

da fare

colore da cambiare schiarire scurire sfumare

 

 

Allontanarsi senza guardare

Posare pennelli colori  tavolozza lavare

la vaschetta d’acqua rossa. Rosso, troppo rosso

abbaglia rabbuia tutti gli altri colori

ci sono, sa’?

 

Dai! Lasciamo tutto qui per un po’

piccolo progetto interrotto

poi torno,

torno

chè voglio farne un capolavoro

di questo mio scompigliato scalmanato scellerato

 

smisurato affresco d’amore

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

.

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…E dunque mio caro, no, non sarà possibile…

02 giovedì Ago 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, consapevolezza, crescere con l'amore, fedeltà, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà, poesia

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Tag

aria fresca, celtic melodies

…E dunque mio caro,  no, non sarà possibile.

Per ora no.

D’altra parte come non considerare come determinante questa nostra  predisposizione alla leggerezza. Al volo. Al canto in  cima al cipresso più alto.

Determinante per la nostra umana salvezza.

Per la nostra trasformazione in dei.

Non sarà possibile, ma di certo sorrideremo ugualmente.

Abbiamo imparato il sorriso del Budda, noi.

Uno l’ha insegnato all’altro e dall’altro poi l’ha nuovamente imparato.

Esserci specchio. Verifica. Stupefatta conferma.

Era possibile, dunque.

Solo una speranza, prima. Ma no. Era possibile.

Me lo dicevi qualche giorno fa, ricordi?

Prima  di te ero solo teoria, dicevi.

Ora…

Sì, mio caro.

Certo, non sarà possibile,  e anche se non lo sarà non sentiremo i morsi del bisogno.

Non vedremo scolorirsi i fiori e le ali delle farfalle.

Né meno dolce sarà l’aria fresca dell’alba.

I fiori ci faranno ancora scuotere la testa e socchiudere gli occhi.

E le ali di farfalla ci faranno tirar fuori dei gran respiri. Ancora. Anche se…

non sarà possibile.

E non ci danneremo di nostalgia.

Certo è che, quando sarà, tutti gli usignoli, da ogni albero del mondo, si metteranno a cantare.

All’unisono.

Con noi.

…

…

…

(by poetella)

Greensleeves.- The Ceili Orchestra- Celtic melodies

.

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Perché tu sei una ragazzina. È questo.

26 martedì Giu 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, consapevolezza, foto di poetella, indipendenza, poesia, quasi racconti

≈ 10 commenti

(foto di poetella)

Perché tu sei una ragazzina. È questo.

Sei avanti, spero…

Sai, il salto generazionale? Il superamento dei padri?(si accende una sigaretta. Sorride)

Sì, sì, quello. Quello di Non fu ‘sì forte il padre…

Proprio quello. Un dovere. Come, no? Sì, invece. Dovete superarci. Andare avanti. Tu stai messa bene, piccola.

(la guarda con infinita tenerezza)

Dovremmo averne fatti di prigionieri, noi, che dici?. (fa ruotare tra indice e pollice l’ombrellino di carta del suo drink)

Dovremmo averne vinte di battaglie. No?  Figurati…No, non faccio la lagna. M’hai mai sentito fare la lagna? Ecco.

Dura, chi dice di no, però niente lagna. Certe testate su quei cacchio di mulini. Ci credevamo, cara mia. Ci credevamo. Ma le tranvate si prendono uguale. Ridi? Buono, ‘sto Cocktail, vero?. (beve, sotto l’ombrellone bianco, nella piazza assolata. Tra la gente assolata)

Difficile, per noi. Parecchio più difficile. Siamo dovuti passare in mezzo a tonnellate di scempiaggini rosa. Farcite di smielatezze. (butta fuori il fumo, rabbiosa, come se…)

Con le mani di altri che ti chiudevano gli occhi.

Tutti quei libri romantici. E gli sceneggiati in tv, che ti facevano un favore a farteli guardare.

Ridi, ridi. Ma sai i pianti, noi? Ti ci preparavano. Ti ci portavano piano piano a credere che…

Che poi uno ci credeva. Ma che potevamo fare? 

 

E i sogni! I sogni, mica di carriera, successo, professionalità, mica di conoscenza.

Solo l’amore. Il resto era da maschi.

Dici bene, Medioevo. Quello c’era, bimba. 

 Certo, hai ragione. non tutti. Io, non del tutto, per esempio…un po’ sì, però. Un bel po’.

E ce n’ho messo, poi, per…

Voi vi siete trovati la pappa fatta, te lo  dico io. Ok, ok, tutti vivono di rendita. Qualcuno l’ha fatto pure per noi. Qualcosa, certo. Si va avanti. Si deve andare avanti. Anche se certe volte mi chiedo…no, lascia perdere. Non ti voglio scoraggiare. No, no, lascia perdere (le sorride, scuote piano la testa)

 

Comunque mai abbassare la guardia.

Mai occhi chiusi, ok, bimba? Scrutarsi dentro.

Cercare di capire il perché, il percome… Scoccio? (se la guarda, che carina che è! Pensa. Giovane giovane e battagliera) mica ti voglio fare la predica. Tu sei ok.

Volevo solo, sì, insomma, bimba, guarda bene in fondo alla botte. Disegna i contorni del perché fai o non fai. Ditti la verità. Non ti prendere per il culo.

E se stai per sposare uno fragile fragile, debole debole, che ha bisogno d’aiuto, che non sa fare un cazzo, che si diverte con cose che a te, manco per niente divertire, manco per niente, allora, la vuoi tutta? Questa è proprio la sindrome della crocerossina.

Mo ti spiego bene bene da dove nasce e vediamo se una la salvo.

Vediamo un po’.

Ma se non la salvo, è uguale. Ormai a me, almeno, quella è passata.

…

…

…

(by poetella)

 

 

QUE SERA’ SERA’ – CONNIE FRANCIS

 

 

 

 

 

.

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ancora chiacchiere…

25 lunedì Giu 2012

Posted by poetella in amiche, amore clandestino, amore?, consapevolezza, crescere con l'amore, fedeltà, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà, poesia, quasi racconti

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(foto di poetella)

No, senti, Rosa, fammi il favore, ok?(la guarda quasi imbronciata. Per finta) fammi il sacrosanto favore. Come di che? Di che, dice (ironica) Di che!

Cacchio! Ma come di che? Di che stiamo parlando da mezz’ora? Allora non mi stai a sentire, fai finta… dillo che parlo al vento, al muro, a questi fiori di questa cavolo di pianta che non mi ricordo mai come cazzo si chiama. Sì. Dico cazzo. Problemi? Mi fai arrabbiare.

Dai…vuoi un po’ di tè alla pesca? Prendo?(rientra in cucina. Torna col vassoio. Due bicchieri. La caraffa col tè)

Allora, dicevamo. La fedeltà.

Ma secondo te, l’uomo, nasce monogamo? Eccola là.

Ma fammi il piacere.

Sai, quel romanzo di Marquez, ok, ok, non leggi mai. Insomma, il protagonista dice, a un certo punto, Ci sono due categorie di persone: quelle che scopano e quelle che non scopano. Ecco.

Ma certo, no! Non è così. Come dici tu. Non c’entra niente la fedeltà. Tutto inventato. L’amore eterno, la famiglia. Due cuori e una capanna.

I figli…

Tutto a scopo conservazione ordine prestabilito. Solo questo.

Tutto perché così, da vecchi, non si sta soli.

Tutto perché i figli…

I figli…

Bell’affare fare figli di ‘sti tempi!

Secondo me andrebbe bene finirla lì. Chiuso. La terra ha fatto il suo corso. Stop.

Fine delle danza.

È peccato, dici. Ancora col peccato! Stai messa bene.

Ma che peccato!

È che bisogna essere rocce. Bisogna essere in gamba, te lo dico io! proprio in gamba, per tirare avanti una vita doppia. Per non volersene scappare via e mettersi con un altro solo perché quello meglio, quell’altro meglio, quell’altro, poi, meglissimo…

L’amante. Sì. L’amante.

Che? Non sta bene?

Senti: mi dici, onestamente, però, onestissimamente. Ok?

Mi dici se tu, adesso, dopo, quanti sono?quarant’anni? dico bene? Insomma, tu te lo risposeresti lui, oggi, se dovessi riscegliere?

Ecco. Lo sapevo che dicevi così. (beve. Riprende fiato)

Dico, metti che si potesse. Spugnata sopra e si ricomincia. Allora?(la guarda e poi guarda i fiori del balcone. Stupendi)

No. Lo sapevo.

 

Trovamene una che direbbe sì.

 

Dammi retta, Rosa. Meglio niente. Non mi preoccupo, sai, che mio figlio non c’ha la ragazza. Non mi preoccupo. Non mi preoccupo. Non mi preoccupo.

 

Tutte quelle che vuole, ancora. Niente gabbia. Niente E vabbè, dai, pazienza…

Niente, Ma sì..va bene, come vuoi tu…cara!

Solo come vuole lui.

Libero.

 

Che? Da vecchio? Senza figli? Solo?

Ma perché, facciamo i figli per non stare soli da vecchi?

Bell’affare.

 

Dai, Rosa. Ho ragione io. Dammi retta. Meglio soli.

Ma che c’entra che io ho…

Ce l’avrei comunque. E me lo potrei gestire con meno fatica.

Quando dico io. Se mi va. E va a lui.

Liberi. E se ce ne fosse uno meglio, vai! Però mi sa che non c’è.

…

…

…

(by poetella)

 

Suite bergamasque, for piano, L. 75- No. 1, Prelude.Claude Debussy

 

 

 

 

 

 

.

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chiacchiere….

23 sabato Giu 2012

Posted by poetella in amiche, amore clandestino, amore?, assenza prersenza, consapevolezza, crescere con l'amore, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti

≈ 24 commenti

(foto di poetella)

Questo pensiero, questa nicchia… bello! Questo avere qualcosa in cui rifugiarsi…che fai? Mi stai a sentire o no? No, guardavi fuori. Ok, ok, dicevo, avere questo pensiero sempre messo lì, buono buono. Che? Non è buono buono?

Ma tu che ne sai, scusa. Dai, fammi parlare, Rosa, non interrompermi. Ecco, brava, stira e zitta. Sentimi. Ti prendo una sigaretta, che le mie…

 

Non è questione di stare insieme. Stare sempre insieme. Tu dici che non abbiamo una vita insieme. Ma chi ce l’ha la vita insieme? Che vuol dire avere… Ok, ma sì, lo so che vuoi dire.

La mattina, la colazione. Insieme in bagno. Io, in bagno non ci voglio nessuno. Sai le botte che m’ha dato mamma, da piccola, che non volevo fare la pipì se c’era lei in bagno?

In bagno, nessuno.

Ma che cacchio c’entrano ‘sti discorsi, adesso. Insomma, lo so che vuoi dire. Ma sei proprio sicura che ‘sta  vita insieme sia proprio il massimo?

Tranquilli. La sera ti ritrovi e racconti. Cucini, ti fai aiutare, magari e racconti la giornata. La spesa, le bollette, il lavoro. Ceni. Vai a dormire. Tranquilli.

No, senti, sai che palle?

Ma figurati! L’amore. Ma che cazzo c’entra l’amore. Che cavolo è ‘st’amore?

Condivisione, dici. Ok, ci sta pure. Ma per forza sempre? Condivisione di tutto?

Io voglio condividere solo le cose belle.

Voglio arrivare a condividere quando scoppio di voglia di condividere. Non voglio la condivisione

prestabilita. Dici che così è un’altra cosa?

Ma un’altra cosa rispetto a che?

Insomma, Rosa, ma vuoi mettere? Le corse, l’ansia di ritrovarsi, la festa. Il mondo che scoppia…ridi, ridi! Sì, la Pasionaria. E dai, Rosa. Fa la persona seria.

 

Che?

Ah, sì. Se poi finisce.

Ma Rosa, cazzo! Tutto finisce.

Almeno, fino a che è durato, era ok!

No?

Così.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Eddie Vedder – Guaranteed.

 

 

 

 

 

 

.

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