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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

Poetella's Blog

Archivi della categoria: inverno

Mi si conceda ancora un po’di tempo…

02 domenica Feb 2014

Posted by poetella in adoro la pioggia, amore?, aspettiamo la primavera, assenza prersenza, attesa, Bellezza, desideri..., foto di poetella, inverno, nostalgia, pioggia, poesia, quando finisce?

≈ 23 commenti

Tag

amore, attesa, fotografia, pioggia, poesia, quando arriva la primavera?

20140131_073707

(foto di poetella)

 

 

Mi si conceda ancora un po’ di tempo.

I ciclamini, in balcone

grondano acqua. Senti  che sgocciolio?

Non ne sanno niente della primavera, loro.

 

Mi si conceda ancora un po’ di tempo

che la pioggia non dura per sempre.

Mettiamoci uno scialletto.

Com’è la voce del cardellino?

Mi ricordo bene il colore delle viole

invece.

Anche se non è azzurro.

 

Aspettiamo, braccia incrociate

occhi al vetro

come un bambino che guarda i regali

ancora incartati

e, nell’attesa, intanto sogna

…

…

…

(by poetella)

FELIX MENDELSSOHN – BARTHOLDY –  Spring song

 

 

 

 

 

 

.

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Forse un movimento d’astri…(replay)

16 giovedì Gen 2014

Posted by poetella in astrologia, basta!, carcere, foto di poetella, il cielo, inverno, malinconia, nebbia, non ne posso più, poesia, quando finisce?

≈ 27 commenti

Tag

dove sei amore mio?, fotografia, rabbia, tristezza, voglia di libertà

il-cipresso

(foto di poetella)

qui la voce di poetella

.

Forse un movimento d’astri

strana congiunzione d’irrequietezze

a stanarle questo malanimo

 

Un incastro in cielo

di corpi mobili oscuri e riflettenti

e allora a dire no. Dire no e basta

mettere su il broncio

dire no e voltare le spalle

alzarle, scrollarle un po’

guardare di lato. Basso.

 

Forse è un movimento dispettoso d’astri

a portarsi via la sua condiscendenza

 

quell’accettazione composta

di statuetta di presepe

di ramo flesso. Che lascia fare.

 

E se ne sta lì tenacemente sola

come un cipresso

lungo lungo addolorato

rigido e scuro contro il vento

 

Puoi sentire scricchiolare

di rabbia

i suo rami

mentre testardo 

solletica il cielo

 

 

Che almeno lui, almeno lui rida

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

.

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Me ne sto qui…

25 mercoledì Dic 2013

Posted by poetella in amore?, anima, assenza prersenza, attesa, diario, foto di poetella, inverno, ma che natale!, poesia

≈ 15 commenti

giapponeserie(foto di poetella)

qui la voce di poetella

Me ne sto qui a fumarmi la seconda sigaretta

della giornata. E fuori

c’è tutto un grigio silenzioso.

Sono le quattro del pomeriggio di un giorno

qualunque

anche se è Natale.

 

E in fondo mi basta, diciamo che mi basta

questa pausa nel rumore del fare

nella tregua del dire

dell’aspettare.

 

Poi  ricominceremo i traffici.

 

Ascolto Bach e, visto che posso, non  faccio proprio nulla

oltre che picchiettare sui tasti dei ricordi

 

che quelli ce n’è. Sempre.  Bontà loro.

…

…

…

(by poetella)

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Ci si domandava, adesso che … (ri-post)

14 giovedì Nov 2013

Posted by poetella in amore?, anima, crescere con l'amore, diario, foto di poetella, inverno, le cose importanti, pensieri sparsi, saggezza, vecchiaia, vecchie mie...

≈ 4 commenti

Tag

si domandava

1471245_10201843751887748_2144999979_n(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

 

Ci si domandava, adesso che a balzi alti ampi elastici

il cane nero s’avvicinava

a un niente dalla gola, ormai,

sebbene il nostro passo risultasse ancora sciolto

fluttuante, sicuro, lievemente oscillante

di spiga di tenda di pizzo di ramo di salice

sebbene i colori, ancora il rosa e il rosso e il nero e il verde

sebbene per strada ancora sguardi come girasoli, calamitati,

rapaci

 

ci si domandava comunque quando

fra quanto, come?

e poi cosa e chi e chi se non

e se. E se invece no. E poi, allora? Ma, in ogni caso, alla fin fine…

 

Ci si interrogava così, tanto per non stare senza pensare

(camminando)

 

Essendo tuttavia perfettamente a conoscenza della totale

inutilità di certi interrogativi.

Pare inevitabili, purtroppo.

 

Stupita, frattanto, di come il cielo fosse

così splendidamente, vivacemente azzurro

non ostante il meteo avesse predetto tutt’altro.

Persino rovesci, a tratti inevitabili.

 

Altrettanto inevitabilmente c’era parso opportuno, comunque

rifiutare saccenti pseudoilluminate soluzioni.

 

E poi, diciamolo, tra un passo e l’altro,

tra un passo e l’altro s’era convenuto che in fondo s’andava avanti.

 

Amen, dunque! Poi si vedrà, no?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

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Dice Ci vieni al corso co’ me?

13 mercoledì Nov 2013

Posted by poetella in basta!, consapevolezza, diario, giochi, indipendenza, inverno, libertà, noia, non ne posso più, pazienza, pensieri sparsi, quasi racconti

≈ 19 commenti

CarteBridge

(foto dal web)

 qui la voce di poetella (teatro puro!)

.

.

Dice Ci vieni al corso co’ me?

A bridge? Fa lei.

E continua a spalmare crema di salmone sulla fettina tostata di pane a lievitazione naturale. Intanto sente un’interna lievitazione di minuscolo moto di rabbia. Un gonfiarsi. Un tentare di debordare dai fragilissimi, esilissimi, consumatissimi bordi della…

Frena! pensa. E spalma. E dice Ma dai!

Lo sai che le odio le carte! Mica dice quello che le frulla  tra un morsetto e l’altro. Altra fettina. Altra crema.

Questa e basta, dice.

Lui, ancora Ma mica è giocare a carte, bridge! È  tutta ‘n altra cosa. Beve. Vino bianco. Lei rosso. Due bottiglie a tavola.

Le frasi in testa e quelle che si dicono. Contrasto netto.  Davanti a questo tavolo, sicuro.  Alzi il coperchio, guardi dentro, capovolgi, mischi, schiumi, metti sale, metti zucchero, metti quello che ci vuole per non. Poi parli.

 

Ma chi c’ha tempo di fare un cavolo di corso di bridge! (Questo va bene da dire)Mica so’ pensionata, io.

Era per fare qualcosa insieme. Per fare coppia! Dice lui.

Ancora coppia?  pensa lei. Ancora coppia?  Dopo 40 anni, ancora coppia? Ma se non mi pare vero che te ne vai a bridge, e io no, così resto sola, così non devo sentire programmi di calcio in tv, così non devo venirti dietro per casa a spostare uno dei 97 piatti a parete che sta meglio qui? o meglio qui? (o mettilo dove cavolo ti pare) così non devo starti a sentire parlare di John Barrymore o di Robert Donat o di chi cavolo ne so, ché che mi frega di vecchi film, di vecchi mobili, di vecchie (ok, antiche) statuette di porcellana, di vecchi ricordi che li cancellerei tutti i vecchi ricordi, li annullerei tutti, appallottolati e gettati verso il futuro che speriamo che, ma tanto che vuoi sperare, che vuoi ancora aspettare, ok, ok, lo so che ancora qualcosa c’è. Ma fuori di qui! pensa, lei pensa.

 

Ma dice solo

No, dai…vacci te al corso. Un altro per fare coppia lo trovi, dai. Poi sorride e spalma un altro po’ di crema al salmone. Proprio l’ultima, però, eh?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

ChetBaker – Over The Rainbow

 

 

 

 

 

.

 

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Parole come “scuote” “strappa” parole come…

12 martedì Nov 2013

Posted by poetella in anima, Bellezza che salva, diario, foto di poetella, inverno, vento

≈ 16 commenti

20131111_163536(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

 

Parole come “scuote” “strappa” parole come

“ventoso” “smosso”.

Guarda fuori, adesso. Guarda quel ramo di buganvillea

che tormento!

E dire che era appena rifiorita.

Si dovrebbero proteggere le fioriture. A  sorpresa.

O sono io che mi lascio sorprendere. Sempre.

 

Questo vento! Abbiamo invocato l’inverno e si presenta così

una macchia sulla tovaglia.

Rossa. Un trasalimento.

 

Vienimi a parlare di fuoco nel camino, qui in città

Di profumi di legna e pane.

Vienimi a parlare di racconti a voce bassa

il viso arrossato dalle fiamme e dal vino.

 

L’inverno qui è termosifoni accesi, (quando l’accenderanno, piuttosto?)

traffico. E, al discount, già le lucette per il Natale

 

ancora spente. Per un po’.         Tuttavia…

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

.

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Certo, ne ho scritte parecchie di…

29 venerdì Mar 2013

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, biografia..., consapevolezza, crescere con l'amore, Debussy, foto di poetella, inverno, le cose importanti, musica, notturno, poesia, vecchiaia

≈ 8 commenti

Tag

amore, claude debussy, fotografia, musica, poesia, Ricordi, ti ricordi

SAM_0008

(foto di poetella)

 

Certo, ne ho scritte parecchie di poesie

d’amore. A cercare scuse per sognare e sognarne

a cercare scuse per farlo più mio.

 

Che  come negare che a volte, non sempre

a volte mi prende come una paura che si secchi l’idea

che s’asciughi la parlantina

prima o poi con l’andare dei giorni

 

Con l’andare del grigio contrastato

dai colori fluidi della mia parrucchiera esperta

e sapiente.

Ma in fondo, che paura c’è, dico io

se non quella d’apparire ridicoli, forse

a stare a giocherellare raccontare trafficare

con quelle parole d’amore

 

prima d’appallottolarle e gettarle

nel cestino della memoria

ormai la parte imparata per bene senza bisogno di voci

a suggerire

facendo un bell’Eh… sapessi,

un tempo, io…io…

Ci sarà mai un ultimo verso? Dimmelo.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Claude Debussy – En Bateau.

 

 

 

 

 

 

 

.

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Me ne sto qui, lontana dalle feste…

17 domenica Mar 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, foto di poetella, inverno, malattia, musica, poesia, vento

≈ 18 commenti

Tag

amore, andante spianato, Chopin, nuvola, poesia, vento

IMG_2073

(foto di poetella)

 

 

 

Me ne sto qui, lontana dalle feste, non certo per via del periodo quaresimale.

Non c’entra proprio niente la quaresima. Per lo meno quella tradizionale.

Certo, tempo d’attese, questo.

Tra una nuvola e l’altra e sottili spiragli di sole.

Che si chiudano le ferite, s’aspetta, si riaprano le finestre. S’abbassi lo sguardo. Sorridendo.

 

Oggi c’è stato gran vento. L’ho sempre detto che mi piace il vento.

Non posso fare a meno d’aspettare le sue idee.

S’è spostato addirittura un portavaso, in balcone. Certo, era vuoto.

Siamo più leggeri se vuoti. Bella scoperta,

A volte vorrei essere vuota. Vuota di desideri, almeno.

Vuota d’esigenza di promesse.

Ci interroghiamo. Ci interroghiamo spesso su questo. Lasciar fluire. Parole.

Che poi fluisce davvero tutto?

 

Si spianeranno le ferite, almeno, spero.

Svaniranno quei grumi. Ma resta sempre traccia, poi, non è vero?

Conserviamo tutte le piccole, grandi tracce di ferite. Da leccare.

 

Da piccola avevo la pelle sensibilissima al sole. Mi sono ustionata, ricordo.

Non so, mi sembra che sia rimasto il segno di quelle ustioni.

O forse è un’idea mia.

Non diamole peso.

 

Comunque sentire il vento è sempre una bella cosa.

Lasciargli i pensieri e sperare se li porti lontano.

Non tanto lontano.

Basta fino a lì, dove sei tu.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

Chopin – opera22 – Andante spianato

 

 

 

 

 

 

.

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Se almeno ce ne fosse una …

19 martedì Feb 2013

Posted by poetella in amore clandestino, assenza prersenza, biografia..., Borodin, camminare guardando, consapevolezza, fine di un amore, foto di poetella, inverno, le cose importanti, musica, paura di non amore, poesia, vecchiaia

≈ 28 commenti

Tag

amore, borodin, fine di un amore, musica, poesia, vecchiaia

IMG_4959

(foto di poetella)

 

 

Se almeno ce ne fosse una con una voce più chiara.

Una che prendesse il sopravvento.

Decisamente. Senza ombra di dubbio.

Con quel cipiglio da infallibile che certe volte i sapientoni si mettono su.

Chiara, netta. Inequivocabile.

 

Invece no.

È un parlottio continuo. Cammino e sento.

Passi svelti, come cammino spavalda certe mattine! passi decisi, misurati, regolari, neanche un po’ di fiatone per quasi quattro chilometri, cammino e ascolto.

È un cicaleccio. Che davvero certe volte è quasi un battibecco.

 

Ma no, tanto che ti vuoi aspettare. Che ci pensi a fare al futuro? Quello è segnato. Ci sono tutti i presupposti.

Niente di buono. Solo un triste calando.

Sempre più rughe sul viso e sui giorni. Altro che creme! Sempre più segni, sempre meno tonicità, ovunque. Una rilassatezza di pensieri. Una rassegnazione. Copertine sulle gambe.

Sempre di più, fino alla fine, dice una.

 

E s’infila l’altra, ma va! Dice. Ma chi l’ha detto.

Invece non è vero, potrebbe andare diversamente.

Diversamente, risponde la prima. Diversamente come? Magari ti sogni che invece di…ma sei matta? Dice sempre la prima, e la seconda, ma no! Dice. Mica dico che…no! Figurati.

Non sono mica una ragazzina con la testa fasciata di fotoromanzetti rosa. Io.

Ma magari ci sarà qualcos’altro per entusiasmarmi. Lo trovo sempre, io, qualcos’altro.

 

Sì, beata te! Ridice la prima. E che sarebbe ‘sta cosa per entusiasmarti? Una bella mostra? Un nuovo autore da scoprire, da leggere? Musica? Foto? Una seconda laurea? O scrivere, scrivere, scrivere. E di che? E su chi? E per chi?

Beh? Dice la seconda, perché, non sarebbe possibile? mica uno è felice e salta come un grillo solo se è innamorato, no? Solo se qualcuno dice Che bella che sei! Solo se qualcuno manda un messaggio con solo scritto Domani? Solita ora?

Mica uno è felice solo se le comincia a battere il cuore a vedere un nome sul display del cellulare, ancora prima di leggere il messaggio, no? dice sempre la seconda.

 

E quell’altra, la prima, ma fammi il piacere, va! Tutte balle. Sarà un pianto, una lagna, esci, fai la spesa, tieni in ordine casa. Comprati qualche cosetta, ogni tanto, tira su le serrande, tira giù le serrande che ormai è notte. E basta, dice sempre la prima. Basta.

 

E io, senti quella, senti quell’altra,’ste voci che ho in testa,  non so mai chi c’ha ragione.

 

Meglio camminare e cantare, va. Meglio. Distrarsi, via.

…

…

…

(by poetella)

 

Borodin- In the Steppes of Central Asia

 

 

 

.

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Ci si domandava, adesso …

30 mercoledì Gen 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, Bellezza che salva, consapevolezza, crescere con l'amore, foto di poetella, inverno, le cose importanti, poesia, vecchiaia

≈ 6 commenti

Tag

amore, domande, futuro, girasoli, il cielo, poesia, speranza

i girasole ridotta

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

 

Ci si domandava, adesso che a balzi alti ampi elastici

il cane nero s’avvicinava

a un niente dalla gola, ormai,

sebbene il nostro passo risultasse ancora sciolto

fluttuante, sicuro, lievemente oscillante

di spiga di tenda di pizzo di ramo di salice

sebbene i colori, ancora il rosa e il rosso e il nero e il verde

sebbene per strada ancora sguardi come girasoli, calamitati,

rapaci

 

ci si domandava comunque quando

fra quanto, come?

e poi cosa e chi e chi se non

e se. E se invece no. E poi, allora? Ma, in ogni caso, alla fin fine…

 

Ci si interrogava così, tanto per non stare senza pensare

(camminando)

 

Essendo tuttavia perfettamente a conoscenza della totale

inutilità di certi interrogativi.

Pare inevitabili, purtroppo.

 

Stupita, frattanto, di come il cielo fosse

così splendidamente, vivacemente azzurro

non ostante il meteo avesse predetto tutt’altro.

Persino rovesci, a tratti inevitabili.

 

Altrettanto inevitabilmente c’era parso opportuno, comunque

rifiutare saccenti pseudoilluminate soluzioni.

 

E poi, diciamolo, tra un passo e l’altro,

tra un passo e l’altro s’era convenuto che in fondo s’andava avanti.

 

Amen, dunque! Poi si vedrà, no?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

.

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Per tutta quella pioggia…

21 lunedì Gen 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, crescere con l'amore, emozione, felicità, foto di poetella, inverno, le cose importanti, Mahler, passione, poesia, speranza

≈ 17 commenti

Tag

amore, amore vero, attesa, bella da morire, gioia, mahler, poesia, sto bene

Foto di poetella

(foto di poetella)

 Ascolta poetella

Per tutta quella pioggia

la sarabanda di nubi e nubi e nubi

sul grigio

per la pesantezza degli occhi

un certo ritegno d’affacciarci e sperare

su fondali abitati da cornacchie

e rami spogli stecchiti ritorti soli

 

per il canto del freddo

imperatore con lo strascico che sfila

e si vanta

dietro i doppi vetri

chiusi – chiuse le porte – chiuse le serrande

chiuse le attese

apparentemente

 

Persino per il bianco dei fiocchi, quest’anno

 

Per quelle giornate io

per quelle giornate esaurite

già a primo pomeriggio nella misericordia

d’una lampadina a basso consumo

 

per questo gravame d’inverno

per questo penare d’inverno [io]

che sembra evaporare come antica

nostalgia al tempo degli incontri

 

per tutto questo io, adesso benedico

io benedico e benedico e canto

l’ingresso

segreto, anticipato

[zitta zitta in punta di piedi

Una bimba con le scarpe della mamma]

io canto e benedico l’ingresso

di questa tenera

giovane

trepida

profumata

scapigliata

 

dolce primavera dei miei giorni

…

…

…

(by poetella)

–

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Prenderlo come un dono…

16 mercoledì Gen 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, Bellezza che salva, emozione, foto di poetella, inverno, musica, pioggia, poesia

≈ 16 commenti

Tag

amore, bellezza, gioia, luce, nuvola, pizzo nero, poesia, sensuale, ti amo

piove

(foto di poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

Prenderlo come un dono.

Quello spicchio di luce fuori dal grigio

dal soffice omogeneo compatto grigio

lastra di onice traslucida

coperchio del giorno

 

e non si vede fessura.

La finestra, la sua cornice

d’alluminio rosso m’impedisce di curiosare

oltre il paesaggio che porge

mosso appena appena dal vento.

 

 

Si muovono larghe le chiome dei pini

Un valzer malinconico. Resistenti, loro. tenaci

Eppure si muovono.

Dev’essere forte il vento.

 

Ha sollevato la gonna ad un nuvola.

 

Credo d’aver sentito lo strillo stizzito.

Poi s’è scoperta una luce come di coscia bianca

incorniciata di pizzo. Nero.

Sensuale trasalimento.

Guarda! Un attimo.

 

Poi tutto di nuovo grigio. Silente. Quieto.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

.

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Ecco, chiara luce oggi…

12 sabato Gen 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, dolore che guarisce, fine di un amore, foto di poetella, inverno, Musica Antiqua, poesia, speranza

≈ 31 commenti

Tag

amore, chiara luce, fine di un amore, giovinezza, il cielo, luce, minstrel melodies, musica antiqua, osmosi, poesia

SAM_0321

(foto di poetella)

 

 

Ecco, chiara luce oggi.

Quella luce come di carta argentata.

Un cielo vestito d’organza azzurra.

Senza sbruffi. Senza volant.

Semplice e pulito abitino di ragazza

alla messa di Pasqua.

 

Luce come piccoli fiori sui capelli.

Luce belletto di giovinezza.

Luce che penso Mai!

Nessuno mai, mai più come te!

 

E come si può, ma come si può temere

come si può sospirare tantomeno piangere

sotto questo distillarsi di felicità

quasi sonora.

 

Una laude, proprio una laude alla vita che

perpetua

da uno all’altro da uno all’altro

inarrestabile, continua. Per osmosi.

…

…

…

(by poetella)

 

Musica Antiqua – Minstrel Melodies

 

 

 

 

 

 

 

 

.

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Andare a cercare il …

11 venerdì Gen 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, dolore che guarisce, foto di poetella, inverno, nebbia, poesia, speranza

≈ 14 commenti

Tag

amore, il cielo, luce, nebbia, passeggiata, poesia, serenità, silenzio

nebbie

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

Andare a cercare il nocciolo. Il cuore invisibile.

Il remoto principio del tutto.

Guardinghi, nel lucore della nebbia.

 

Stamattina, camminare, davvero una sfida.

Si può procedere, comunque, anche senza distinguere nettamente i contorni del destino.

Anzi, forse proprio per questo.

L’indeterminatezza è certo fonte di allerta.

Di sensibilizzata attenzione.

Una percezione di vento sulla pelle bagnata.

Oltre all’innegabile bellezza del paesaggio che sfuma dolce, attorno.

Delle sue svariate, ignote potenzialità.

 

Persino il cinguettio di un invisibile abitante di un invisibile albero

può contenere un indubbio fascino sottile.

Senti le note, tintinnanti, unica certezza nitida, senti?

in un vaporare di tutte le questioni del mondo.

 

Eppure davvero devo riconoscere che quella mia passeggiata

in un quasi niente grigio-bianco

acceso qua e là di luci giallognole fisse o rosse o bianche mobili

quella mia passeggiata m’ha ammorbidito il cuore. Inzuccherato.

Placata la sua inestinguibile fame di certezze.

 

Ho accolto quei colori sfocati come premessa alla luce.

 

È che la nebbia, è come se la nebbia mi facesse pensare ad un prossimo, promesso, possibile, atteso, sempre mi facesse pensare a un delicato, morbido, fremente risveglio di bimbo.

 

Ancora possiamo aspettare, dunque. In silenzio.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

.

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Dunque, passato il dubbio primario

09 mercoledì Gen 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, Bellezza che salva, consapevolezza, inverno, J.S:Bach, le cose importanti, musica, paura di non amore, poesia

≈ 25 commenti

Immagine

(foto di poetella)

 

 

Dunque, passato il dubbio primario. Schiarito. Svanito.

Entri in una stanza buia. Pigi l’interruttore.

Ancora un attimo di buio. Poi, luce.

Va.

Ci si vede.

Tuttavia a volte non basta.

Pur vedendo, è quello che si vede che contiene in sé una certa mancanza.

Un’inadeguatezza.

Un’insufficienza.

 

Quello che si vede non basta.

Vorremmo occhi d’aquila. Di gatto. Di mago, di guru.

Occhi sovrumani.

La luce chiara dell’onnisciente divinità.

O un cannocchiale, magari. Che ingrandisse frammenti di mondo.

Di vita.

Fino a svelarne i particolari più minuti. Quasi insignificanti.

 

Un frammento del tuo pensiero. Parlavo di quello, se non si fosse capito.

Il tuo pensiero così lontano da me. Sconosciuto.

Eppure così urgente, quasi una febbre, questo mio desiderio.

Il tuo pensiero, sospettato, sì, ma in fondo sconosciuto.

I fondali marini, pensa! Con la loro vita inarrestabile e silente. M’hanno sempre affascinato.

E dire che ci sono stati giorni in cui c’è quasi parso di scorgerci un chiarore azzurrino. Addirittura.

 

Comunque, impossibile. La chiara conoscenza del tutto ci è negata.

Dobbiamo farci bastare quel click. Quel barlume.

La luce, pur tardando, poi s’è accesa.

 

Ci basta. Ci basta, dai. Amore ci basta. E ci conduce

…

…

…

(by poetella)

J.S.Bach – Prelude

 

 

 

 

 

 

.

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E, tuttavia…

08 martedì Gen 2013

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, emozione, foto di poetella, inverno, J.S:Bach, le cose importanti, poesia, saggezza

≈ 6 commenti

Tag

Bach, bellezza, cello suite, e io aspetto, il cielo, musica, poesia

SAM_0294SAM_0301

sarà pure nuvolo, burrascoso, corrucciato, oscuro

ma…

ci sono anche i fiori, no?

e dunque…

Bach – Cello Suite No.1 -Prelude.

.

.

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Che sia davvero un danno

01 martedì Gen 2013

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, consapevolezza, desideri..., dolore che guarisce, fine di un amore, foto di poetella, indipendenza, inverno, J.S:Bach, le cose importanti, libertà, poesia

≈ 8 commenti

Tag

amore, dimmi, J.S.Bach, libertà, montagne russe, musica, perdere la memoria, poesia

SAM_0168

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

Che sia davvero un danno perdere la memoria?

Sbiancarsi spianare sganciare

questa nostra vita dal prima- da gorghi di ore

una legata all’altra una che senza l’altra no

sarebbe altra

 

e cancellare tutto il castello di ovvie o improbabili

motivazioni

coi loro binari ai nostri passi

dritti dritti inevitabili

o curvi e in salita e in picchiata e in virata

montagne russe da brividi (ti ricordi ancora i brividi, tu?)

 

Ah! ritrovarsi in piedi sull’orlo di un giorno

di un anno

tutto da costruire da disegnare senza legami

senza nastri e spille  senza guanti e cappello

magari con un piccolo ombrello rosso a palle bianche

largo largo come un paracadute di seta-di raso d’Oriente

di carta trasparente

che mentre ti lanci e ci voli ci vedi dietro il mondo

rotondo giocondo rubicondo

 

pazzo di gioia e un po’ furibondo. Dimmi tu, perché no?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

.

 

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Dunque è così che va?

30 domenica Dic 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, consapevolezza, dolore che guarisce, fine di un amore, foto di poetella, inverno, le cose importanti, libertà, notturno, poesia, vecchiaia

≈ 28 commenti

Tag

amore, dolcezza, fine di un amore, nebbia, pace, poesia, serenità, vecchiaia

SAM_0022

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

Dunque è così che va?

Uno starsene quieti, le ore equidistanti. Nessuna accelerazione. Niente fretta.

Un sorriso appena accennato, alberi nella nebbia. Cipressi, ecco.

Solo un lieve dondolio nel vento.

È così che va, che procede?

Niente particolari attese. Nessun trasalimento.

Piccole occupazioni domestiche.

Riordinare archiviare rinfrescare.

Controllare preparare conservare. È così?

 

C’è una certa dolcezza. Indubbio.

Forse un po’ dolente.

Un respiro regolare.  Una cantata larga. Comunque.

 

Salutare il gatto al portone.

Ormai s’è accasato. Risponde al saluto. Miao miao.

La giovane vicina che lascia aperta la porta dell’ascensore e aspetta che entri.

 

Poi si fa sera.

E poi notte. Sempre.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

.

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dal balcone, stamattina…

29 sabato Dic 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, Bellezza che salva, Bellezza della natura, Debussy, emozione, foto di poetella, inverno, neve, poesia, Roma

≈ 2 commenti

Tag

bellezza, claude debussy, il cielo, luce, musica, neve, poesia

lontano la neve...(foto di poetella)

…la neve!

Claude Debussy – The Snow Is Dancing.

.

.

.

.

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Stanotte sentivo il temporale…

27 giovedì Dic 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, Bellezza che salva, emozione, inverno, musica, Petrarca, pioggia, poesia

≈ 8 commenti

Tag

amore, collera, pianto, poesia, temporale

IMG_3963ridotta

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

Stanotte sentivo il temporale. La stanza al buio

Ogni tanto lampi azzurrini. Un attimo

Giusto per sospettare i confini del mondo

Giusto per marcare le idee. O i ricordi.

 

Ché sempre, quando diluvia così, mi ricordo.

Ma non mi va di raccontare, adesso.

 

Me ne stavo al calduccio

a sentire quel baccano. Quella furia

Una collera d’uomo.

Il temporale è maschio, pensavo.

Senti che vocione. Che rabbie.

Che putiferio

E intanto, sommessa, la pioggia.

Come un pianto di donna. Continuo. Accorato.

 

O una preghiera.

Non so.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

.

 

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ma non è che domani….

07 venerdì Dic 2012

Posted by poetella in atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, Bellezza della natura, Debussy, foto di poetella, inverno, musica, neve a Roma

≈ 10 commenti

Tag

claude debussy, forse nevica...

IMG_5095blu ridotta

mi sveglio e…

mah! Vedremo…

.

Claude Debussy – The Snow Is Dancing.

.

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M’è tornato in mente…

05 mercoledì Dic 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, autunno, camminare guardando, consapevolezza, crescere con l'amore, diario, emozione, foto di poetella, inverno, le cose importanti, pensieri sparsi, poesia

≈ 9 commenti

Tag

amore, luce

riverbero

(foto di poetella)

 

ascolta poetella

 

 

M’è tornato in mente, al chiuso artificiale, uniformemente opaco

il sole di dicembre, mattina,

basso negli occhi. E non vedi più niente.

Solo un riverbero slargato, una vibrazione di contrasti

un passare d’ombre, accanto. Potrebbero essere mostri

dinosauri, discontinuità, disarmonie, cattivi pensieri, camion con rimorchio

Potrebbero essere asini in bicicletta, magari anche a piedi

streghe invidiose pronte a farci un dispetto

o  tutte le colpe o i rimorsi o i rimpianti.

 

Niente. Non vedi niente

se non quella vampa (m’è tornato in mente

in queste luci scialbe di lampadine a basso consumo)

non vedi che cose orlate di luce e dentro

niente.

 

E non è forse così, in fondo, sì, in fondo mi pare sia così anche per un amore, no?

Che tutto il resto s’oscura, si svuota

.

E ce ne stiamo così, abbacinati

senza guardare, senza più vedere, senza cercare

 

e intanto sentiamo che tutt’attorno il mondo si scalda e brilla

…

…

…

(by poetella)

.

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Ma dai! Ti ricordi un anno e mezzo fa…

24 sabato Nov 2012

Posted by poetella in amore?, biografia..., crescere con l'amore, diario, empatia, figli, inverno, le cose importanti, padri e figli, papà, quasi racconti, speranza, vecchiaia

≈ 15 commenti

Tag

amore, papà, ti ricordi, vecchiaia

(papà a 18 anni)

 

Ma dai! Ti ricordi un anno e mezzo fa?

Ti ricordi? No. Tu non ricordi più niente. Quasi. Non è vero. Ricordi, invece.

Ma solo sempre la stessa cosa. Quella storia che mi racconti tutti i sabati pomeriggio. Tutti i sabati pomeriggio la prigionia, e Zonderwater, e Ingrid, coi capelli rossi. E le salsicce nell’autoclave. 

E tutte quelle parole scritte a matita. Sei anni di diario. Che pure a te piaceva scrivere. Pure a te. Tutte cancellate. Via! Svanite per sempre. Come la tua memoria. Recente. Che io ti capisco, sa’?

Che c’è di bello da trattenere in questi tuoi giorni? Che fa se non ricordi cosa hai mangiato a pranzo. Che fa se non ricordi, col telefono in mano, cosa volevi dirmi. Perché m’hai chiamata. Che potresti mai dirmi adesso. Che ci sarà mai da dire, un giorno…chissà io che dirò quando…

No, non ci voglio pensare.

Ma, comunque

 dai! Ti ricordi un anno e mezzo fa?

Quando le gambe! Non sento più le gambe. Non ce la faccio a muoverle. Non camminerò più. Come sono ridotto! E io no! No! Ce la farai. Ed io a curarti, a coccolarti, come fossi mio figlio.

A vestirti, a spogliarti. Non t’avevo mai visto nudo, prima. A correre al tuo letto una, due, tre, quattro volte, la notte, come tanti anni fa, quando Giuli piangeva, piccolo piccolo, che non dormiva mai. A correre a massaggiarti le gambe, a massaggiarti il cuore. A portarti l’acqua con la cannuccia, che non ce la facevi a tirarti su per bere. In quell’agosto infocato. A cambiarti il letto con te sopra, piano piano. Sorridendo. A consolarti. A incoraggiarti, tu figlio e io madre.

A spronarti. A ridarti il sorriso.

Dai! Ti ricordi un anno e mezzo fa?

E poi seduto sulla seggiolina dello studio, con le rotelle. E poi, finalmente a mangiare in cucina, la seggiolina come una macchinina per casa. Come un tappeto volante verso i sogni.

 

E poi, quella volta in piedi! Ce l’hai fatta, sei in piedi! Ce l’hai fatta! Vedi che ce l’hai fatta e a ballarti attorno, a girare come una trottola, a saltare, folletto dei tuoi giorni, allegra come un cardellino a primavera!

E quei tuoi primi passi, piano piano, appoggiato a me. come farei senza di te, dicevi. Ma io ci sono.

E poi, quella volta, solo! Uno, due, tre passi. Solo! Battiamo le mani, cantiamo, balliamo! Ce l’hai fatta!

Dai! Ti ricordi un anno e mezzo fa?

Glieli abbiamo strappati alla Signora in nero tutti questi giorni! Abbiamo vinto noi, ancora noi! Dai…non ti scoraggiare. Ce la possiamo ancora fare, vedrai, papà!

 

Eccomi. Arrivo. A tra poco, papà mio!

…

…

…

(by poetella)

 

 

ChetBaker – Over The Rainbow

 

 

 

 

.

 

 

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suite Bergamasque- Prelude- Debussy…

14 mercoledì Nov 2012

Posted by poetella in atmosfere magice, Bellezza che salva, Bellezza della natura, Debussy, inverno, musica, video di poetella

≈ 8 commenti

Tag

Debussy, inverno, suite bergamasque, video

voglia d’inverno…

un mio video di due anni fa…circa…

 

 

 

 

 

 

.

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Si stropiccia un po’ gli occhi, tira su col naso e…

27 sabato Ott 2012

Posted by poetella in amore?, archetipi, attesa, basta!, Bellezza che salva, consapevolezza, desideri..., dolore che guarisce, foto di poetella, indipendenza, inverno, le cose importanti, libertà, musica, paura di non amore, poesia, vecchiaia

≈ 17 commenti

Tag

amore impossibile, giovinezza e vecchiaia, morte a venezia, venere

(foto di poetella)

ascolta poetella

.

Si stropiccia un po’ gli occhi, tira su col naso e

 

voglio innamorarmi di un ragazzino, dice.

Giovane giovane, tipo, presente Morte a Venezia? Così.

 

Mi voglio innamorare, ché l’Archetipo che mi domina è Venere.

Riconoscere anche gli altri, dice, portarli alla luce, sarebbe opportuno.

Mai fatto quello che sarebbe opportuno fare, io. Dice.

Si stropiccia un po’ gli occhi, tira su col naso e

 

Venere comanda. Sempre  Venere m’ha comandato. Mi voglio innamorare di un ragazzino.

Voglio  entrare nella sacra geometria della sua Bellezza,  Fresca.

Accogliere la ferita che mi darà, dice,

nutrirmi  e perdermi del sangue che ne sgorgherà.

Sciogliermi dolcemente in un deliquio verso una fine morbida. Indolore.

 

Si stropiccia un po’ gli occhi, tira su col naso e

Giovane giovane, dice. L’età di mio figlio. Tipo.

Un amore impossibile. Dunque senza pretese. E ancora, ovvio, senza delusioni.

Non speri, non chiedi, non aspetti, non ti deludi. Ecco. (dice)

 

Un amore  di piccoli trasalimenti davanti alla sua generosa Bellezza

Al suo passare elegante di cigno sull’acqua, ai miei occhi. Dice.

E farmi bastare che esiste.

 

Che a lungo vivrà, dice, oltre me.

…

…

…

(by poetella)

 

 

An affair to remember

 

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ri-posto…

21 domenica Ott 2012

Posted by poetella in amore?, biografia..., consapevolezza, foto di poetella, inverno, malinconia, morte, poesia, vecchiaia

≈ 1 Commento

…ché —lamentesepolta, …

nuovo, interessantissimo blogger che seguo e consiglio, ha da poco commentato questo branetto, che fa parte di una raccolta di monologhetti /dialoghetti che forse…dico forse…pubblicherò.
Titolo “Amori amari”…
Con tante storie d’amore triste. Storie d’incomprensioni e inganni. Storie di sogni impossibili e sogni infranti…

ecco qui…

(foto di poetella)

ascolta poetella

.

.

                      – Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

non la levo la mano, non la tiro via con la scusa di una ciglia nell’occhio, dei capelli che scappano dal mollettone come ci fosse vento e non c’è vento, non c’è mai vento, non c’è più vento ormai qui dentro, da tanto, da tanto e allora coraggio, fammela questa carezza, una di quelle che si fanno ai vecchi su una mano sempre fredda, no, non la mia mano, la mia, quella non è fredda. La mano, per lo meno.

                       Magari è vecchia, la mia mano. Magari lei sì. Vedi l’indice? È un po’ curvo, quello della destra, dico, un po’ curvo a forza di scrivere e scrivere, la penna, il mouse, deve essere quello che l’ha curvato, [vedi la sinistra, quella del cuore? Quella no. Non è piena di solchi e nodi. Quella no. È giovane. Quella del cuore]

                       La destra, invece. Sarà quel sempre voler indicare un lontano, ci si stanca a indicare sempre un lontano chissà dove, laggiù dove si schiudono i sogni. Dove potremmo, dove potrebbero, prima o poi. Vedrai che.

Coraggio.

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

che vedrai, ti sorriderò come allora, tanto tempo. Tanto tempo passato.

Allora, quando credevo che Visto? Pure io ho trovato. Mica solo le altre. Mica solo Giovanna, o Caterina, o Sara o che ne so, non mi ricordo come si chiamava e lei ce l’aveva l’innamorato. E io pensavo Io mai! Io mai lo troverò uno che.

Io che papà non si fa trenta chilometri per venirmi a portare un cesto di frutta prima che mi svegli. Ché io non me lo merito, Caterina o Giovanna o Sarà sì. A loro i padri glieli portano i cesti di frutta. Io mai. Io no. Io non lo trovo uno che mi ama finalmente e mi fa scordare che tu, papà, non mi  porti i cesti di frutta. E invece poi.

 

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

Che non ti dirò Ma che fai, scemo. Non ti prenderò in giro.

Non ti dirò siamo vecchi. Lascia perdere che non.

 

                       Ti sorriderò come sorridevo a correrti incontro, quaranta, trentacinque, trenta, tanti anni fa, quando ancora credevo che sarebbe bastato salvare il mondo, magari salvare solo te dal mondo per sentire che anche io, no, i cesti di frutta no, ma non per colpa mia. Io ero ok.

Io salvavo il mondo. Io salvavo te dal mondo. Ero brava. Ero bella. Ero meglio di Giovanna, Caterina o Sara o non so chi. Non ricordo chi.

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

che ti sorriderò come fossimo in una nuova casa tutta bianca e rossa, in un nuovo giardino, no nuovo, il primo giardino, ché non abbiamo mai avuto un giardino nostro e ci nascondevamo nei giardinetti pubblici per scambiarci l’anima e scoprire i corpi diversi. E non ci siamo accorti che. Allora non ci siamo accorti che tutto era diverso. Non abbiamo voluto vedere che noi stessi. Si guarda sempre dentro di noi, da ragazzi e si cerca il riflesso. Ci si illude del riflesso. Ci si convince del riflesso.

                         Poi, quando s’aprono gli occhi, c’è chi li apre, sai? tutto si svela, ma ormai è tardi. Non si possono ricucire i silenzi, non si possono spianare i monti. Si tira avanti e ogni tanto

 

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

così, per dimenticare d’esserci sbagliati. Per cercare scuse alla nostra fragilità, alla nostra voglia di perdono. Che non c’è tempo più, ormai. Non c’è tempo per ricominciare. Per riscrivere la pergamena del destino.

Siamo vecchi.

E allora, allora

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

Fammela e resta qui, vicino a me. Resta qui e aspetta che faccia effetto, ci vuole poco sai? m’ha assicurato che ci vuole poco. Gli ho detto del gatto, il cancro, non voglio vedere che … piano piano… soffrendo. Voglio farlo io.

 

                            Ci vuole poco, vedrai. Aspetta con me che faccia effetto quest’addio al tutto, al niente, al passato e al futuro che non voglio, quest’addio che ho buttato giù con un po’ d’acqua.

Era fresca, sai.

…

…

…

(by poetella)

 

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Proprio questo, certo, proprio questo il punto…

12 venerdì Ott 2012

Posted by poetella in amiche, amore?, assenza prersenza, consapevolezza, crescere con l'amore, foto di poetella, inverno, le cose importanti, libertà, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti, saggezza, speranza, vecchiaia

≈ 11 commenti

Tag

amore, cosa resta di noi, dopo, ti ricordi

Proprio questo, certo, proprio questo il punto.

La vedo così, comunque. Come, non c’hai capito niente?

Rispiego. Tranquilla. Sì, deformazione professionale. Ci  sono abituata. Ma no, dai!

Mica dico che sei cretina. Io ci sono abituata a rispiegare. E dai!

Sono io che, certe volte, magari. Dici, spesso?

Ma non è vero che non mi segui più. È che sei, diciamo, ecco, sei legata. Sei impiastricciata di quello che senti dire, che ti hanno convinto a, che pensi si debba…

Sciogliti, cara. Vedrai che mi darai. Certo. Te lo dico io che.

Dicevamo?

Ah, sì

proprio questo, certo, proprio questo il punto.

 

Per lo meno io penso che. Ma sì. Allora dimmi, rispondi. Serena, però. Senza farti condizionare. Che è, cos’è che da fastidio, che scoccia di più quando.

Sì, sì, lo sai, stiamo parlando di quello.

Pensa a quando ti stavi a disperare, ma sì, lo so che sono passati dieci anni. Mi ricordo, sa’, io!

Insomma, che era che ti faceva disperare? Voglio morire! Ti ricordi? Tutt’è finito per me! Ridi, ridi! Sono buffa? Dieci anni fa mica ridevi! Beh, cos’era?

Dici? No, te lo dico io che era.

No! non  era che t’aveva lasciato.

Non era quello.   Ma no,  Non era che la storia era finita. . Beh, secondo me, no.  Poi  te.

E certamente! Te di pure quello che. Ma per carità. Ti pare che ti voglio convincere?

Ma non ci penso per niente. Io. Ma  quando mai!

Non è questo, certo, non è questo il punto.

 

Comunque, secondo il mio misero parere. E sì, adesso te lo dico. Cavolo! Mi interrompi sempre!

Tu eri sparita insieme a lui. Questo, era. Ti ricordi? Chi mi dirà più Come sei bella? Ti ricordi, vero? Lo stavi sempre a dire e piangevi! Non esistevi che nel suo riflesso. Eri niente, senza.

 

E poi c’era dell’altro. Tu ti vedevi orribile, nel suo ricordo. Un mostro.

Così come lui ti vedeva gli ultimi tempi. Prima di.

E questo, questo era terribile. Intollerabile.

Lasciare di sé un’immagine odiosa, soffocante, da eliminare dalla memoria.

Questo ti bruciava.

Proprio questo, certo, proprio questo il punto.

Lo vedi che mi dai ragione?

Ecco perché io.

Sì. Questo. Sempre luminosa, sempre grata come un tè al gelsomino, d’inverno.

Sempre senza delusioni. Senza sbiadire. Senza sbuffare. Senza gesti della mano a dire, bah!

Via! Basta.

 

Così, sarò e resterò, sempre. In lui. Certo. Sicuro.

E che sono bella me lo dirò da sola. Stanne certa. Contaci, cara mia.

…

…

…

(by poetella)

 

An Affair To Remember

 

 

 

 

 

.

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sssssssssssh…..

10 venerdì Feb 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, desideri..., emozione, fiabe, inverno, neve a Roma, poesia, speranza

≈ 16 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

 

Zitti zitti

come topolini ad aspettar

 

la neve

 

Io, te

…

…

…

(by poetella)

 

 

Si tu vois ma merè – Sidney Bechet

 

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poetella consiglia d’ascoltarla….

06 lunedì Feb 2012

Posted by poetella in amore?, consapevolezza, emozione, inverno, nostalgia, quasi racconti

≈ 19 commenti

 

ascolta poetella

.

.

                      – Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

non la levo la mano, non la tiro via con la scusa di una ciglia nell’occhio, dei capelli che scappano dal mollettone come ci fosse vento e non c’è vento, non c’è mai vento, non c’è più vento ormai qui dentro, da tanto, da tanto e allora coraggio, fammela questa carezza, una di quelle che si fanno ai vecchi su una mano sempre fredda, no, non la mia mano, la mia, quella non è fredda. La mano, per lo meno.

                       Magari è vecchia, la mia mano. Magari lei sì. Vedi l’indice? È un po’ curvo, quello della destra, dico, un po’ curvo a forza di scrivere e scrivere, la penna, il mouse, deve essere quello che l’ha curvato, [vedi la sinistra, quella del cuore? Quella no. Non è piena di solchi e nodi. Quella no. È giovane. Quella del cuore]

                       La destra, invece. Sarà quel sempre voler indicare un lontano, ci si stanca a indicare sempre un lontano chissà dove, laggiù dove si schiudono i sogni. Dove potremmo, dove potrebbero, prima o poi. Vedrai che.

Coraggio.

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

che vedrai, ti sorriderò come allora, tanto tempo. Tanto tempo passato.

Allora, quando credevo che Visto? Pure io ho trovato. Mica solo le altre. Mica solo Giovanna, o Caterina, o Sara o che ne so, non mi ricordo come si chiamava e lei ce l’aveva l’innamorato. E io pensavo Io mai! Io mai lo troverò uno che.

Io che papà non si fa trenta chilometri per venirmi a portare un cesto di frutta prima che mi svegli. Ché io non me lo merito, Caterina o Giovanna o Sarà sì. A loro i padri glieli portano i cesti di frutta. Io mai. Io no. Io non lo trovo uno che mi ama finalmente e mi fa scordare che tu, papà, non mi  porti i cesti di frutta. E invece poi.

 

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

Che non ti dirò Ma che fai, scemo. Non ti prenderò in giro.

Non ti dirò siamo vecchi. Lascia perdere che non.

 

                       Ti sorriderò come sorridevo a correrti incontro, quaranta, trentacinque, trenta, tanti anni fa, quando ancora credevo che sarebbe bastato salvare il mondo, magari salvare solo te dal mondo per sentire che anche io, no, i cesti di frutta no, ma non per colpa mia. Io ero ok.

Io salvavo il mondo. Io salvavo te dal mondo. Ero brava. Ero bella. Ero meglio di Giovanna, Caterina o Sara o non so chi. Non ricordo chi.

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

che ti sorriderò come fossimo in una nuova casa tutta bianca e rossa, in un nuovo giardino, no nuovo, il primo giardino, ché non abbiamo mai avuto un giardino nostro e ci nascondevamo nei giardinetti pubblici per scambiarci l’anima e scoprire i corpi diversi. E non ci siamo accorti che. Allora non ci siamo accorti che tutto era diverso. Non abbiamo voluto vedere che noi stessi. Si guarda sempre dentro di noi, da ragazzi e si cerca il riflesso. Ci si illude del riflesso. Ci si convince del riflesso.

                         Poi, quando s’aprono gli occhi, c’è chi li apre, sai? tutto si svela, ma ormai è tardi. Non si possono ricucire i silenzi, non si possono spianare i monti. Si tira avanti e ogni tanto

 

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

così, per dimenticare d’esserci sbagliati. Per cercare scuse alla nostra fragilità, alla nostra voglia di perdono. Che non c’è tempo più, ormai. Non c’è tempo per ricominciare. Per riscrivere la pergamena del destino.

Siamo vecchi.

E allora, allora

–       Ma sì, fammela una carezza, fammela

 

Fammela e resta qui, vicino a me. Resta qui e aspetta che faccia effetto, ci vuole poco sai? m’ha assicurato che ci vuole poco. Gli ho detto del gatto, il cancro, non voglio vedere che … piano piano… soffrendo. Voglio farlo io.

 

                            Ci vuole poco, vedrai. Aspetta con me che faccia effetto quest’addio al tutto, al niente, al passato e al futuro che non voglio, quest’addio che ho buttato giù con un po’ d’acqua.

Era fresca, sai.

…

…

…

(by poetella)

 

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Quello che vorrei dirti…

04 sabato Feb 2012

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, desideri..., inverno, le cose importanti, neve a Roma, nostalgia, paura di non amore

≈ 14 commenti

Foto di poetella

(foto di poetella)

 

 

Quello che vorrei dirti

è che non basta questa

neve

a scaldare il mio tempo

non basta

 

anche se tutto è così strano e bello

e bianco e nuovo

e tutto coperto e non si vede

il grigio

il brutto

il vuoto

di questa periferia dei miei pensieri che vaga

verso il suo centro

 

e non lo trova

tutto bloccato

tutto sbarrato

tutto gelato

e non si può andare a cercare

non si può

e domandare e vendere e comprare

e neanche regalare

ché ti regalerei tanto tempo

tutto il tempo

lungo tempo bianco e soffice

 

lungo tempo colorato

lungo tempo padrone intransigente

 

abbindolato da un sorriso

e un occhiolino

e conquistato. E vinto a festa

…

…

…

(by poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

 

 

.

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