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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

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Archivi della categoria: malattia

È adatto. Mahler è adatto a …

21 lunedì Ott 2013

Posted by poetella in autunno, figli, foto di poetella, Mahler, malattia, malinconia, musica, padri e figli, papà, pazienza, ricordi

≈ 23 commenti

1395333_10201664577328496_875119209_n(foto di poetella)

 

 

 

È adatto. Mahler è adatto a questo cielo.

Anche a te, papà. È adatto.

C’è questo morire piano piano, questo arrotolarsi attorno a un filo di luce. O di speranza. E tu cosa speri, papà? Basta, hai detto, voglio morire. Sono stanco.

Sarà vero che vuoi morire? Non credo. Lo so, lo so. Lo so che vorresti.

 

Ah, Mahler… c’è questa stanchezza nelle note. Questa stanchezza infinita, dolente, questa desolata rassegnazione. Questo cedimento continuo. Di cera sgocciolata. Molle. Di foglio di giornale sotto la pioggia. Non lo toccare che si strappa.

Non lo toccare che lo sfinisci.

 

Sei così magro, papà. Un’ombretta impalpabile. E dire che mi facevi tanta paura, da piccola.

Sei un’ombra, ma non ti passano ombre negli occhi quando racconti.

Sempre le stesse storie. No, di Zonderwater è un po’ che non lo racconti.

Adesso tocca alle fidanzate.

A quando eri bello, giovane, forte e pieno di un tracciato splendente di vita che poi hai fatto.

Ok, ok, proprio  splendente no, ma dai. Non è stata male, no?

 

Devi camminare di più papà, se no te lo scordi! Ti vengono le piaghe. È già successo. Lo so che non ti ricordi.

Non ricordi niente di poco fa, o un po’ di più.

Solo settant’anni fa. Settantacinque  anni fa.

Quando amavi. E t’amavano. Dai, racconta. Ma sì, racconta.

Di Anna, di  Maria, di Ingrid, quella che non ti faceva pagare perché s’era innamorata di te, ché tu la facevi godere.

Madonna, papà!

Non me l’avresti mai detta una cosa così, prima.

Ma tu mica racconti a me. tu racconti e basta.

Lo diresti anche al prete di Ingrid, anche al medico del pronto soccorso, a quelli della visita per il rinnovo della patente.

Anche al tassista che ti porta a fare la TAC.

Basta che racconti.

 

Di mamma che, dopo che l’è venuta la crisi mistica t’ha fatto fare voto di castità, però, mica te lo ricordi. Com’era bella mamma, dici.

Mica te lo ricordi. Che mi sa che ha trovato la scusa, lei,  della crisi mistica, ché tu eri …troppo! So’ sicura che è così.

 

Ne conosco un altro che è…troppo.

Ma per me, no. No, no. È giusto.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

Mahler  Symphony No. 4 – Karajan

 

 

 

 

.

 

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Pare così fuori luogo, oggi, tutta questa …

18 giovedì Apr 2013

Posted by poetella in amore?, dolore che guarisce, empatia, foto di poetella, malattia, pazienza, primavera

≈ 9 commenti

Tag

passa passa

IMG_2032

(foto di poetella)

 

 

 

Pare così fuori luogo, oggi, tutta questa primavera.

Tutti questi colori, troppi colori, che poi magari a guardarli ci si consola, ci si dovrebbe consolare, ci dovremmo far bastare questa puntuale sinfonia  che copre, che vela, che spiazza, che spazza via tutti i malumori, le solitudini, il dolore.

 

Il dolore! Che, come si fa a tollerare l’idea che esista, come si fa a tollerare la sofferenza di chi ami.

O anche di chi non ami. Di chi non conosci. Di chi non conoscerai mai.

Come si fa a non sentire la bestia che si rivolta e morde e si ribella e graffia e grida.

Con quel rosa, attorno, quel rosso, quel viola, quel lilla che sparano allegria dalle grate del vivaio, scellerate. Fuori dalle crepe dei muri, sulle aiuole sconsiderate alle fermate dell’auto.

Che ci fanno trasalire per un attimo, anche solo per un attimo, che mica è poco, no? Questi colori sfacciati, questi colori monelli freschi e giovani e ciarlieri.

Il giallo delle margherite, così perentorio, che se ne frega delle corsie d’ospedale, delle flebo che stillano speranze o disperazione. Anestesia di lunghe, troppo lunghe attese.

 

E tutti questi alberi che oscillano e ninnano gemme e dicono Aspetta!

Aspetta, amore mio, che passa. Passa. Vedrai che passa. Tutto passa. Lo sappiamo, no?

 

Ho tirato  su un monumento di vetro all’attesa.

Ci vedo attraverso.

Faccio croci sul calendario e me le tolgo dal cuore.

Ogni giorno una.

Ogni giorno una in più.

E una in meno, certo.

…

…

…

(by poetella)

Sidney Bechet – petite fleur

 

 

 

 

 

 

.

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Come si consola, si tranquillizza, come se ne sta buono buono…

16 martedì Apr 2013

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, auguri amore mio!, consapevolezza, foto di poetella, J.S:Bach, le cose importanti, malattia, pazienza, poesia, preghiera, speranza

≈ 14 commenti

Tag

amore, attesa, fammi sapere, J.S.Bach, paura, ti amo

 

nubi(foto di poetella)

 

Come si consola, si tranquillizza, come se ne sta buono buono,

 come s’affida e si dedica sereno poi alle sue faccende, come ritiene con speranza che ci sia qualcuno che pensi alla traiettoria delle nubi e delle rondini, uno che decida quando e perché far fiorire improvvisamente la gardenia, uno che dosi sapientemente il suo profumo,

 

come non si spaventa di nulla chi sa di poter consegnare in mani forti e competenti il suo bagaglio di paure e di impacci, chi possa delegare il saggio dei saggi a prendere tutte le decisioni più pungenti, più stringenti, più faticose, più fantasiose

come non vacilla mai chi ha una guida luminosa ad alto voltaggio e bassissimo consumo, anzi, quasi nullo consumo, per lasciarsi indicare fiducioso tutte le vie che portano alla felicità,

come vive facile chi sa che tanto potrà alzare gli occhi e chiedere, e gli sarà dato, sempre, va bene, via, quasi sempre e se non avrà sarà solo per qualche motivo superiore, incomprensibile ma sicuramente giustificabile,

come vive quieto chi crede di poter contare su un Dio, di poter  pregare un Dio che pensi a tutto, senza chiedere nulla.

 

Io, no.

 

Ma spero ugualmente che la vita sia vivibile e che tu, che per te, oggi, con le mani e i ferri nella tua carne, chi deve operi con coscienza. E competenza.

Anche se io non prego più. Da tanto.

 

Sta sereno, amore mio…e fammi sapere, appena puoi…

…

…

…

(by poetella)

 

 

J.S. Bach-Prelude and Fugue in A Minor

 

 

 

 

 

.

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Dai, poteva andare peggio, hai detto…

10 mercoledì Apr 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, consapevolezza, crescere con l'amore, dolore che guarisce, empatia, forza, foto di poetella, le cose importanti, Mahler, malattia, pazienza, poesia

≈ 20 commenti

Tag

amore, cristo in croce, dolore, musica, poesia, ti amo, voce bella

IMG_3776ridotta

(foto di poetella)

 

 

Dai, poteva andare peggio, hai detto.

Con quella voce bella che si sentiva che sorridevi. Si sentiva.

Sai, quando ti svegli al mattino e dalla luce che filtra dalla serranda non perfettamente chiusa t’accorgi che non c’è nemmeno una nuvola. In cielo.

Ed è così, poi. Effettivamente, non c’è.

 

Si sentiva che sorridevi mentre dicevi dai! Poteva andare peggio.

Peggio  della carne lacerata? Dei nervi, dei tendini tagliati, dell’osso scoperto come un Cristo in croce? Peggio di così? Pensavo io. Si sentiva che piangevo?

 

Ci sono fiumi così larghi, così colmi, che scavano le valli, cambiano la storia millenaria delle pietre, si fanno strada gorgogliando, sopra  ogni ostacolo, contro ogni destino.

 

E tu! Tu, uomo straordinario che, sì, beh, un po’ fa male, hai detto. E ancora sorridevi.

Sentivo il sorriso della tua voce.

Senza vedere.

Meglio. Ché non avrei retto a vedere.

La tua carne adorata martoriata, io che vorrei solo avvolgerti nella seta più liscia del piacere più raffinato. Più evoluto.

 

Tu, che m’hai insegnato ad accettare le piogge di fuoco, i salti nel vuoto, i cambiamenti di rotta,

le mappe perdute e le invasioni di cavallette. E di draghi.

Tu che m’hai insegnato a sorridere come sorridono i saggi d’Oriente, seduti in cima alla colonna in mezzo al deserto.

Che m’hai fatto accettare che l’aria finisse, che finisse il fuoco e sfiorissero i fiori

m’hai fatto spuntare le branchie per vivere e respirare nell’acqua fonda della consapevolezza

 

tu che occupi ogni stanza, segreta e no, di tutto il mio dedicato esistere.

Dedicato a te.

 

Tu, come acqua nel secchio sotto la fontana

che mai si svuota e mai è del tutto pieno

 

sappi che… ma lo sai. lo sai. come io so che…

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

Mahler –Adagietto della 5ª Sinfonia

 

 

 

 

 

 

.

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Me ne sto qui, lontana dalle feste…

17 domenica Mar 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, foto di poetella, inverno, malattia, musica, poesia, vento

≈ 18 commenti

Tag

amore, andante spianato, Chopin, nuvola, poesia, vento

IMG_2073

(foto di poetella)

 

 

 

Me ne sto qui, lontana dalle feste, non certo per via del periodo quaresimale.

Non c’entra proprio niente la quaresima. Per lo meno quella tradizionale.

Certo, tempo d’attese, questo.

Tra una nuvola e l’altra e sottili spiragli di sole.

Che si chiudano le ferite, s’aspetta, si riaprano le finestre. S’abbassi lo sguardo. Sorridendo.

 

Oggi c’è stato gran vento. L’ho sempre detto che mi piace il vento.

Non posso fare a meno d’aspettare le sue idee.

S’è spostato addirittura un portavaso, in balcone. Certo, era vuoto.

Siamo più leggeri se vuoti. Bella scoperta,

A volte vorrei essere vuota. Vuota di desideri, almeno.

Vuota d’esigenza di promesse.

Ci interroghiamo. Ci interroghiamo spesso su questo. Lasciar fluire. Parole.

Che poi fluisce davvero tutto?

 

Si spianeranno le ferite, almeno, spero.

Svaniranno quei grumi. Ma resta sempre traccia, poi, non è vero?

Conserviamo tutte le piccole, grandi tracce di ferite. Da leccare.

 

Da piccola avevo la pelle sensibilissima al sole. Mi sono ustionata, ricordo.

Non so, mi sembra che sia rimasto il segno di quelle ustioni.

O forse è un’idea mia.

Non diamole peso.

 

Comunque sentire il vento è sempre una bella cosa.

Lasciargli i pensieri e sperare se li porti lontano.

Non tanto lontano.

Basta fino a lì, dove sei tu.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

Chopin – opera22 – Andante spianato

 

 

 

 

 

 

.

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Ovviamente, non è perché c’è così tanto tempo…

14 giovedì Mar 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, biografia..., Cèline- Viagio al termine della notte, consapevolezza, crescere con l'amore, foto di poetella, J.S:Bach, malattia, pazienza, poesia

≈ 16 commenti

Tag

amore, attesa, J.S.Bach, musica, poesia, preludes, serenità

quadro mio(un olietto su tela di poetella)

 

 

 

Ovviamente, non è perché c’è così tanto tempo,

non è perché le ore si snodano lente e larghe, fiumi di pianura, scandite da filari di alberi e ombre

non è perché si vorrebbe il salto, la caduta libera, invece di questo rettilineo scorrere senza intoppi e incontri, questo sorridere alle nubi, oscurato il sole, ma presente.

 

Ovviamente, non è perché c’è così tanto tempo,

non basta questo motivo per andare a cercarsi i picchi di montagne innevate, le rapide, il ribollire d’onde. Si sta quieti.

Non si lanciano segnali di fumo e richiami d’aquila.

Non si cerca di tirarsi dietro fronde dalla riva, per muovere un po’ l’acqua.

 

C’è un tempo per lo schianto e un tempo per la quiete. Che lo si voglia o no.

S’impara a bastarci. Senza stare a chiedere soccorsi. Mai piaciute le persone che troppo chiedono.

Figuriamoci se…

 

Ovviamente, non è perché c’è così tanto tempo,

che stiamo ad implorare le tue parole e le labbra, le braccia, i tuoi occhi. Ce li teniamo in mente, gemme di grotta, e sappiamo la via. Conosciamo la mappa. Presto si riapriranno le chiuse.

 

E sarà cascata. Selvaggia.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

Preludes and Fugues transcription for piano (after_J._S._Bach)

 

 

 

 

 

 

.

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Guardo fuori, dietro la finestra chiusa…

09 sabato Mar 2013

Posted by poetella in amore?, attesa, diario, foto di poetella, malattia, nostalgia, pioggia, vento

≈ 30 commenti

Tag

amore, bambino che piange, musica, poesia, sapore, sidney bechet petite fleur

IMG_3963ridotta

Guardo fuori, dietro la finestra chiusa.

È c’è tutto un gran movimento di rami.

Un cedro. Un cipresso. Tre, quattro, sono quattro, alti pini. Non ne vedo la cima.

Se ne va oltre le sette stecche di serranda abbassata.

Di lato, sulla destra, un muro di foglie. Dev’essere un rampicante che separa il mio dal balcone di qualcun altro.

Sconosciuto.

Alle mie spalle, silenzio.

 

E il vento. Un vento capriccioso, fuori. Che s’impenna, protesta, sbraita, a tratti, come un bambino che piange,

forse di sonno,  forse di fame. O di desiderio.

E non sa,

neanche lui sa perché.

 

Pare che fuori ci siano solo alberi che oscillano. Acqua che scende obliqua.

Forse perché non vedo altro.

E non sento che fruscio persistente. Nessuna voce.

 

Se non quella che, in testa, mi parla di te. Con infinita tenerezza.

Rimbalzando da un punto all’altro di questa camera in prestito.

Troppo calda. Troppo fredda.

 

Che poi penso, dopo un intero giorno d’immotivato digiunare, con quale piacere, con quanto piacere ho divorato quella striminzita, insipida cena, prima, come fosse una succulenta portata dell’Osteria di Giovanni, a Firenze, a via del Moro, mi pare. Sì, se non ricordo male.

 

E come saranno, che sapore avranno i tuoi baci tra un mese.

O forse più.

Che fame che ho. Già.

…

…

…

(by poetella)

sidney bechet – petite fleur

.

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Un certo fascino a stare …

26 mercoledì Dic 2012

Posted by poetella in atmosfere magice, attesa, biografia..., Borodin, consapevolezza, da leggere, diario, foto di poetella, le cose importanti, Luigi Meneghello-Libera nos a malo, malattia, poesia, speranza, vecchiaia

≈ 22 commenti

Tag

bambina, borodin, Libera nos a malo, Luigi Meneghello, malattia, Ricordi

libera nos a malo

(foto di poetella)

 

 

Un certo fascino a stare malata.

Come non ricordare una io ragazzina, sotto le coperte,

col libro che si portava via la febbre.

e tutte le richieste del mondo

ovattato, operoso

di lato. Senza intrusioni.

 

Mamma e sorella che portavano coccole e tazze di te.

Un tepore alle guance e i piedi freddi.

E il libro. Sempre.

Cercare la posizione, la luce migliore

inclinandolo un po’.

Tirare su il cuscino

e intanto mica chiudere la finestra sui sogni.

 

Me ne sto come allora a divorare assaporare sgranocchiare parole

scacciando interrogativi inutili. Aspettando.

Buono questo “LIBERA NOS A MALO”.

Buon libro. Di ricordi.

I miei sono diversi. Ognuno ha i suoi.

 

Da ragazzina mi piaceva fare la malata.

Avevo la scusa per non essere scocciata interrogata valutata

Potevo starmene tranquilla coi miei libri.

 

Poi,  sapevo che sarei guarita.

Perché ero bambina. Buona. E forte.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Borodin-PetiteSuite-Nocturne

 

 

 

 

.

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