• Cookies
  • mi presento…

Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

Poetella's Blog

Archivi della categoria: pazienza

Ma basta. Basta, ti prego, basta!

09 sabato Ago 2014

Posted by poetella in padri e figli, papà, pazienza, quando finisce?, ricordi, smania, solitudine, ti perdono, vecchiaia

≈ 18 commenti

Tag

fotografia, papà, Ricordi, tristezza, vecchiaia

papà ciclista(una vecchia foto di…)

Ma basta. Basta, ti prego, basta! E il lavoro a 14 anni, e la bicicletta. E il fattorino postale. E il calcio. E la chiamata alle armi. Basta.
E la classe del ’18 povera. E hanno chiamato anche quella del ’19. basta!
E poi la guerra e la prigionia. E Zonderwater. E la patente. E l’autobotte. E lo shop indiano. E le salsicce. E il carcere. E la mattina dopo il capitano che ti libera. Ché gli servivi. Per i maiali. Basta!
Tutte le settimane. Tutti i sabati dalle 17.00 alle 19.00. Basta.
Non ce la faccio più.

Tutti i sabati. E certe volte anche i mercoledì. E il lavoro a 14 anni, e la bicicletta. E il fattorino postale. E il calcio. E la chiamata alle armi. Basta.
E la classe del ’18 povera. E hanno chiamato anche quella del ’19. basta!
E poi la guerra e la prigionia. E Zonderwater. E la patente. E l’autobotte. E lo shop indiano. E le salsicce. E il carcere. E la mattina dopo il capitano che ti libera. Ché gli servivi. Per i maiali. Basta!
Parliamo un po’ d’altro, vuoi? Ma di cosa parliamo?

Te ne stai lì, sulla poltrona, ti ci metti quando arrivo, se no stai a letto.
E ricominci a raccontare.
Tutti i sabati. E certe volte, magari perché non stai tanto bene, magari c’hai la tosse, e vengo pure il mercoledì e tu, il lavoro a 14 anni, e la bicicletta. E il fattorino postale. E il calcio. E la chiamata alle armi. Basta.
E la classe del ’18 povera. E hanno chiamato anche quella del ’19. Basta!
E poi la guerra e la prigionia. E Zonderwater. E la patente. E l’autobotte. E lo shop indiano. E le salsicce. E il carcere. E la mattina dopo il capitano che ti libera. Ché gli servivi. Per i maiali. Basta!

E vuoi che i giornali pubblichino la tua storia. Gli scrivi. Non rispondono. E ti arrabbi.
La storia della tua vita. Ma no, dai! Sui giornali scrivono i giornalisti. E mbeh? La mia storia è importante. Per te, dico io, come per me! per tutti, dici tu. Balbo, l’ho visto cadere. Fuoco nemico.
Ma lo sanno tutti, dico io, ah sì? Dici te.
Ma che te lo dico a fare. Tanto ricominci.
Ricominci, anche due volte, in quelle due ore, tutti i sabati e certe volte pure i mercoledì, che mi fai pena in quella stanza, a fare niente, solo a rigirarti vecchie foto che ti scappano di mano, mi fai tanta pena ma io non ti faccio pena. Non hai pietà di me. Neanche mi guardi.
E ricominci. Tutti i sabati, e pure qualche mercoledì, il lavoro a 14 anni, e la bicicletta. E il fattorino postale. E il calcio. E la chiamata alle armi. Basta.
E la classe del ’18 povera. E hanno chiamato anche quella del ’19. basta!
E poi la guerra e la prigionia. E Zonderwater. E la patente. E l’autobotte. E lo shop indiano. E le salsicce. E il carcere. E la mattina dopo il capitano che ti libera. Ché gli servivi. Per i maiali.

Non ce la faccio più, papà.

Quanto, ancora?

…
…
…

(by poetella, stranita)

 

(e niente musica. cazzo)

 

 

.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Va bene, dai, appendiamola lì…

25 martedì Feb 2014

Posted by poetella in amore?, aspettiamo la primavera, attesa, felicità, foto di poetella, innamorata pazza, J.S:Bach, musica, pazienza, poesia, primavera, storia d'amore

≈ 10 commenti

Tag

amore, attesa, bella da morire, bellezza, dimmi, gioia, J.S.Bach, poesia, serenità, sto bene, ti amo Belladonna

20140225_072106(foto di poetella)

 qui la voce di poetella

 

Va bene, dai, appendiamola lì questa voglia

di te senza cornice e senza vetro copriamola bene

con un pannetto

gabbietta di canarino

lasciamola lì a dormire buona buona calma

calma sogni belli.

 

Stiamocene zitti zitti, adesso

le pantofole ai piedi

vestaglia a quadretti camminiamo piano piano

piano piano aspettiamo

spegniamo la luce

ché tanto si farà giorno. Prima o poi. No?

 

 

Sì, dico, in fondo non mi piaceva come mi stavano i capelli, oggi.

E domani sarebbero stati peggio.

Magari la settimana prossima mi staranno meglio.

E poi magari riesco a perdere un chiletto di troppo, in una settimana.

E, ancora, magari a te viene più voglia di vedermi

A me, no, che, per quanto mi riguarda, ce n’ho già abbastanza.

 

Intanto ho una settimana o forse di più, per pensare che hai scritto quella bella cosa.

Quella frasetta stupenda.

Che mica l’hai detta “durante”.

O prima, magari, mentre…

L’hai detta così. A freddo, diciamo.

E che tu, se dici una cosa, la pensi. E anche se la scrivi.

Ché scrivi così poco, tu.

Non sei un venditore di parole. Tu.

E allora non devo avere paura che, se non scrivi, è perché non ti importa più niente di me.

Ché non è possibile.

 

Non mi devo mettere a pensare s’è dimenticato.

Ha qualcos’altro di più bello a cui pensare.

S’è stufato.

Annoiato.

Ho fatto il mio tempo.

Sto diventando vecchia.

No. Non ci devo pensare, ancora. C’è tempo. Vero?

 

A quando sarà. Ché io, intanto, sono felice.

…

…

…

(by poetella)

 

J. S. Bach – Prelude No 1

 

 

.

 

 

 

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Perché stiamo lì a scavare…

11 martedì Feb 2014

Posted by poetella in allegria!, amore?, anima, aspettiamo la primavera, astrologia, Bellezza che salva, Bellezza della natura, consapevolezza, cosa sarà di noi?, diario, foto di poetella, le cose importanti, malinconia, pazienza, poesia, primavera, saggezza

≈ 12 commenti

Tag

amore, astrologia, bellezza, cercando certezze, che sarà di noi?, fotografia, paura, pazienza, saggezza, serenità

20140211_122216

 

(foto di poetella)

 

 

Perché stiamo lì a scavare…

Perché non ci rassegniamo alla pochezza delle nostre conoscenze?

Alla penombra delle certezze?alla loro labilità?

A questo limbo opaco dove si brancola e barcolla continuando a proseguire come giocattolini caricati al massimo. Che sanno, comunque, che la carica…

Beh, finiamola lì.

 

Perché ci creiamo problemucci con piccinerie che dovremmo invece guardare con sufficienza, indulgenza, magari. Dondolando un po’ il capo con un impercettibile sorriso benevolo.

Tipo quello delle mamme che guardano fiere le marachelle dei loro piccoli.

 

Ti vuoi attirare problemi più grossi? Dice lei. Se non impari  coi piccoli, arrivano i grossi!

Mi sa che ha ragione.

Che poi, noi, mica abbiamo subito orrori, torture, prigionie, deportazioni, noi, al massimo qualche sberla di papà, da ragazzine…

Ma sì, una volta, tre chilometri di spiaggia, di pomeriggio, a sberle. Ma che sarà mai!

 

Mica siamo stati sotterrati con solo la testa di fuori e le mani legate per non poter scavare…

Mica ci hanno provato con le scariche elettriche. O pestato.

O appeso a testa in giù, con una corda alle caviglie.

E ce n’è dell’altro. Ce n’è, ce n’è…

 

E allora, via!

Ma che saranno mai i nostri problumucci!

Animo!

 

Poi, una cosa è certa: i transiti planetari, per loro peculiarità, transitano.

E pure noi. Dunque, buon viaggio!

 

Che poi, tra poco, è primavera.

…

…

…

(by poetella)

.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Ovviamente, non è perché c’è così tanto tempo…

19 giovedì Dic 2013

Posted by poetella in amore?, attesa, consapevolezza, fedeltà, foto di poetella, pazienza

≈ 18 commenti

Tag

così tanto tempo

nubi bianche nere 1(foto  di poetella)

Ovviamente, non è perché c’è così tanto tempo,

non è perché le ore si snodano lente e larghe, fiumi di pianura, scandite da filari di alberi e ombre

non è perché si vorrebbe il salto, la caduta libera, invece di questo rettilineo scorrere senza intoppi e incontri, questo sorridere alle nubi, oscurato il sole, ma presente.

 

Ovviamente, non è perché c’è così tanto tempo,

non basta questo motivo per andare a cercarsi i picchi di montagne innevate, le rapide, il ribollire d’onde. Si sta quieti.

Non si lanciano segnali di fumo e richiami d’aquila.

Non si cerca di tirarsi dietro fronde dalla riva, per muovere un po’ l’acqua.

 

C’è un tempo per lo schianto e un tempo per la quiete. Che lo si voglia o no.

S’impara a bastarci. Senza stare a chiedere soccorsi. Mai piaciute le persone che troppo chiedono.

Figuriamoci se…

 

Ovviamente, non è perché c’è così tanto tempo,

che stiamo ad implorare le tue parole e le labbra, le braccia, i tuoi occhi. Ce li teniamo in mente, gemme di grotta, e sappiamo la via. Conosciamo la mappa. Presto si riapriranno le chiuse.

 

E sarà cascata. Selvaggia.

…

…

…

(by poetella)

 

e niente musica. Ecco. Silenzio.

 

(P.s.

è una cosa di quasi un anno fa…Ora non ho moto tempo per scrivere. E me ne dispiace. Ma lo ritroverò…Giuro!)

 

 

 

 

.

.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Dice Ci vieni al corso co’ me?

13 mercoledì Nov 2013

Posted by poetella in basta!, consapevolezza, diario, giochi, indipendenza, inverno, libertà, noia, non ne posso più, pazienza, pensieri sparsi, quasi racconti

≈ 19 commenti

CarteBridge

(foto dal web)

 qui la voce di poetella (teatro puro!)

.

.

Dice Ci vieni al corso co’ me?

A bridge? Fa lei.

E continua a spalmare crema di salmone sulla fettina tostata di pane a lievitazione naturale. Intanto sente un’interna lievitazione di minuscolo moto di rabbia. Un gonfiarsi. Un tentare di debordare dai fragilissimi, esilissimi, consumatissimi bordi della…

Frena! pensa. E spalma. E dice Ma dai!

Lo sai che le odio le carte! Mica dice quello che le frulla  tra un morsetto e l’altro. Altra fettina. Altra crema.

Questa e basta, dice.

Lui, ancora Ma mica è giocare a carte, bridge! È  tutta ‘n altra cosa. Beve. Vino bianco. Lei rosso. Due bottiglie a tavola.

Le frasi in testa e quelle che si dicono. Contrasto netto.  Davanti a questo tavolo, sicuro.  Alzi il coperchio, guardi dentro, capovolgi, mischi, schiumi, metti sale, metti zucchero, metti quello che ci vuole per non. Poi parli.

 

Ma chi c’ha tempo di fare un cavolo di corso di bridge! (Questo va bene da dire)Mica so’ pensionata, io.

Era per fare qualcosa insieme. Per fare coppia! Dice lui.

Ancora coppia?  pensa lei. Ancora coppia?  Dopo 40 anni, ancora coppia? Ma se non mi pare vero che te ne vai a bridge, e io no, così resto sola, così non devo sentire programmi di calcio in tv, così non devo venirti dietro per casa a spostare uno dei 97 piatti a parete che sta meglio qui? o meglio qui? (o mettilo dove cavolo ti pare) così non devo starti a sentire parlare di John Barrymore o di Robert Donat o di chi cavolo ne so, ché che mi frega di vecchi film, di vecchi mobili, di vecchie (ok, antiche) statuette di porcellana, di vecchi ricordi che li cancellerei tutti i vecchi ricordi, li annullerei tutti, appallottolati e gettati verso il futuro che speriamo che, ma tanto che vuoi sperare, che vuoi ancora aspettare, ok, ok, lo so che ancora qualcosa c’è. Ma fuori di qui! pensa, lei pensa.

 

Ma dice solo

No, dai…vacci te al corso. Un altro per fare coppia lo trovi, dai. Poi sorride e spalma un altro po’ di crema al salmone. Proprio l’ultima, però, eh?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

ChetBaker – Over The Rainbow

 

 

 

 

 

.

 

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

È adatto. Mahler è adatto a …

21 lunedì Ott 2013

Posted by poetella in autunno, figli, foto di poetella, Mahler, malattia, malinconia, musica, padri e figli, papà, pazienza, ricordi

≈ 23 commenti

1395333_10201664577328496_875119209_n(foto di poetella)

 

 

 

È adatto. Mahler è adatto a questo cielo.

Anche a te, papà. È adatto.

C’è questo morire piano piano, questo arrotolarsi attorno a un filo di luce. O di speranza. E tu cosa speri, papà? Basta, hai detto, voglio morire. Sono stanco.

Sarà vero che vuoi morire? Non credo. Lo so, lo so. Lo so che vorresti.

 

Ah, Mahler… c’è questa stanchezza nelle note. Questa stanchezza infinita, dolente, questa desolata rassegnazione. Questo cedimento continuo. Di cera sgocciolata. Molle. Di foglio di giornale sotto la pioggia. Non lo toccare che si strappa.

Non lo toccare che lo sfinisci.

 

Sei così magro, papà. Un’ombretta impalpabile. E dire che mi facevi tanta paura, da piccola.

Sei un’ombra, ma non ti passano ombre negli occhi quando racconti.

Sempre le stesse storie. No, di Zonderwater è un po’ che non lo racconti.

Adesso tocca alle fidanzate.

A quando eri bello, giovane, forte e pieno di un tracciato splendente di vita che poi hai fatto.

Ok, ok, proprio  splendente no, ma dai. Non è stata male, no?

 

Devi camminare di più papà, se no te lo scordi! Ti vengono le piaghe. È già successo. Lo so che non ti ricordi.

Non ricordi niente di poco fa, o un po’ di più.

Solo settant’anni fa. Settantacinque  anni fa.

Quando amavi. E t’amavano. Dai, racconta. Ma sì, racconta.

Di Anna, di  Maria, di Ingrid, quella che non ti faceva pagare perché s’era innamorata di te, ché tu la facevi godere.

Madonna, papà!

Non me l’avresti mai detta una cosa così, prima.

Ma tu mica racconti a me. tu racconti e basta.

Lo diresti anche al prete di Ingrid, anche al medico del pronto soccorso, a quelli della visita per il rinnovo della patente.

Anche al tassista che ti porta a fare la TAC.

Basta che racconti.

 

Di mamma che, dopo che l’è venuta la crisi mistica t’ha fatto fare voto di castità, però, mica te lo ricordi. Com’era bella mamma, dici.

Mica te lo ricordi. Che mi sa che ha trovato la scusa, lei,  della crisi mistica, ché tu eri …troppo! So’ sicura che è così.

 

Ne conosco un altro che è…troppo.

Ma per me, no. No, no. È giusto.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

Mahler  Symphony No. 4 – Karajan

 

 

 

 

.

 

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Ascolto. Camminiamo. Penso…

06 venerdì Set 2013

Posted by poetella in amore?, anima, assenza prersenza, carcere, cose faticose, cose sgradevoli, diario, fine di un amore, foto di poetella, libertà, noia, non ne posso più, pazienza, ricordi

≈ 9 commenti

Tag

parli

 

20130903_181931(foto di poetella)

 

 

Ascolto. Camminiamo. Penso.

Ecco la solita  ripetizione di ricordi. Una giaculatoria. Ci risiamo.

 

E sali su, non camminare sulla strada, che passano i matti, dici. Camminiamo.

E intanto racconti. I soliti ricordi. Parleresti solo di ricordi. Paura del futuro? Paura del futuro.

 

Tu non parli mai, non dici mai Ti ricordi?dici.

 

No. Non lo dico mai. Quasi mai. Basti tu, no?
E li so tutti a memoria i tuoi ricordi. Dopo quarant’anni, cavolo vuoi mai raccontarmi di nuovo.

Ascolto, sorrido appena. Faccio sì con la testa. E mi annoio.

 

Non camminare sulla strada. Sali sul marciapiede, dici.

 

Come fossi una bambina. Vorresti?

Si riesce ormai a far finta d’ascoltare. Siamo maestri di finzione.

Sono maestra di finzione.

D’altra parte, chi volesse, potrebbe scoprire la realtà.

La realtà è sempre poco, poco poco nascosta. Se non ce la nascondiamo accuratamente. Struzzi..

 

La zia Cristina, il suo profumo, ma sì, lo so, lo so, la macchina profumava. Quante volte me l’hai detto? Un’avventuriera.

Ti  sarebbe piaciuta, dici.

Perché poi dovrebbero piacermi le avventuriere. Pensi forse sia un’avventuriera, io? O vorrei esserlo? O esserlo stata?

Quante volte l’hai  tirata fuori la zia Cristina? Cento? Duecento?

Perché ci si deve ostinare a raccontare la nostra storia, quella che crediamo sia stata, sia diventata la nostra storia, perché dobbiamo tirarla fuori con tenerezza dalle tasche e porgerla come oggetto prezioso a chi la sa già?

 Ché l’abbiamo raccontata a fiume, a cascata, a scroscio. da sempre.

Già a diciotto anni sapevo della zia Cristina. Basta, adesso, no?

E i pranzi a Natale. E finiti i Natali, quando è morto lo zio Girone. Che diavolo di nome! Lo so. Cento volte, dio! cento volte me l’hai raccontato. Possibile che non ti ricordi d’avermelo detto, detto e ridetto, che pure i miei vestiti, quelli invernali, quelli primaverili e quelli estivi e pure la biancheria ormai sono intrisi dei tuoi ricordi. Che mi annoiano a morte.

Anche se lavi, anche se levi, neanche un diluvio! ormai è come una macchia indelebile. Grigia. Smunta.

Forse puzza anche un po’. Di morto.

 

Tutti lì, i ricordi. Che li spolveri a fare?la muffa non si toglie.

 

Si ascolta una voce, gli si presta attenzione se… Raramente conta quello che dice se…

 Si ascolta una voce se si ama quella voce. Ecco.

Allora può dire qualsiasi cosa. Che importa cosa?

Parlare di mirtilli, di mobiletti restaurati, di letti messi su con quattro tavole di legno verniciate. Tutto fatto da sé.

Se si ama quella voce, (quella voce!) ogni cosa è magia.

È stupore. Ogni parola è la porta al Paese delle Meraviglie.

 

Parlami di fotografie, parlami di gatti, di pomodori, amore mio! Parlami di lavanda, di Bellezza. Parlami pure di politica, amore mio adorato! di finanza,.magari. Di bruchi, di legno di noce, di tagliaerba.

Parlami di quello che vuoi.

O taci. Che va bene lo stesso. Se si ama è così.

 

Ma se no, cazzi amari.

Resta solo una malinconia desolata, una tolleranza striminzita. Una dolente pazienza.

Si fa sì, con la testa, si sorride lieve lieve.

 

E ci si annoia. A morte

…

…

…

(by poetella)

 

Musica Antiqua – Minstrel Melodies

 

 

 

 

 

 

.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Ma sì, è possibile, sai?

01 giovedì Ago 2013

Posted by poetella in amiche, dolore che guarisce, pazienza, poesia, viaggi

≈ 36 commenti

Tag

auguri, cuore, da solo, scappa

lal ucina(foto di poetella)

 

 

Ma sì, è possibile, sai?

Io l’ho fatto, una volta. Faceva i capricci. Piangeva.

Gocciolava tristezza come fosse un asciugamano viola non centrifugato.

In un giorno di forte umidità.

E non c’era niente da fare. Solo stare lì a guardarlo gocciolare.

Le mani troppo piccole per strizzare via tutto quel pianto.

Troppo stanche e piene di tagli.

Piene di togli. Piene di butta via.

Piene di segni e sogni sventatelli.

 

Ma sì, è possibile, sai?

Bisogna provarci. Te l’ho detto, cara. Io l’ho fatto una volta.

Era  duro duro, incastrato in un dolore come in un pozzo scuro.

Le pareti scivolose. Senza appigli.

Duro duro, persa ogni elasticità. Scorticato dalla fatica.

Da tentativi di  improgettabile fuga.

E non ce la facevo proprio  più a guardare quello spettacolo.

Stagnante.

E allora sono fuggita.

Quando non puoi fare niente, che resti a fare?

Via! Il mondo è grande.

Via e lascialo lì quel cuore triste.

Lascialo lì da solo.

 

Ma sì, è possibile, sai?

Scappa via, amica mia.

Vatti a cercare un altro cuore in un’altra terra,

in un altro tempo.

In un nuovo sogno.

Sei giovane.

Vedrai. 

Ce la farai!

 

Il mio cuore inchiodato qui ti manderà l’eco del suo battito. Augurale.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

(ad un’amica cara in fuga. Auguri, R.)

 

 

 

 

 

 

 

.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Non mi voglio fare prendere dal vortice…

16 domenica Giu 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, consapevolezza, crescere con l'amore, desiderio, foto di poetella, nostalgia, pazienza, poesia

≈ 15 commenti

Tag

imparato, ravel sonatine

nuvoletteridotta(foto di poetella)

 

 

 

Non mi voglio fare prendere dal vortice

dei forse, dei chissà, dei se poi, e se poi no. Non voglio fare il foglietto di carta che vola via, col vento, e gli si corre dietro e si posa e quasi lo prendi e vola ancora, volteggia, rallenta, eccolo, lo prendi. E no. Ancora no. Scappa di nuovo via. Nel vento.

Non mi voglio fare prendere dal vortice

del quando? del come? del vorrei, del chissà se potrò. Come un gomitolo di lana che ruzzola e si svolge il filo e lo prendi, no! Scappa via, in discesa, in salita, corre. Si srotola, si scioglie, si disfa. E l’insegui e s’aggroviglia e s’inceppa, s’arruffa. Svanisce nel nulla.

 

Non mi voglio fare prendere dal vortice

dei desideri che aumentano come la schiuma del latte sul fuoco e nessuno lo spegne se non lo spegnessi io, al momento giusto. Soffiandoci un po’.

 

Ho imparato. Credo d’aver imparato la forza del soffio. Come un sospiro, un respiro fuor d’acqua, uno starnuto scaccia polvere. Uno starnuto del cuore che si difende

dagli allergeni delle voglie.

 

Credo d’aver imparato.

Imparato l’attesa. E il non aspettare. Anche.

 

E tu! Tu amante. Ed io, io amante e anche figlia.

Che ascolta e s’accresce. Di te.

 

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

Ravel-sonatine-anime

 

 

 

 

 

 

.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Parlo piano piano…

21 domenica Apr 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, desiderio, foto di poetella, nostalgia, passione, pazienza, poesia

≈ 21 commenti

isola

(foto di poetella)

 

Ascolta poetella

 

 

 

Parlo piano piano che mi si sveglia

l’amore che mi dorme dentro.

E poi fa i capricci

 

E prendimi in braccio, ti chiede

E stai qui che ti metto la bocca

sul collo

E stai qui che ti metto la mano sul petto

dentro la camicia sbottonata

a sentire il caldo della pelle

il battere del mio cuore

nel tuo cuore…

 

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

.

 

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Pare così fuori luogo, oggi, tutta questa …

18 giovedì Apr 2013

Posted by poetella in amore?, dolore che guarisce, empatia, foto di poetella, malattia, pazienza, primavera

≈ 9 commenti

Tag

passa passa

IMG_2032

(foto di poetella)

 

 

 

Pare così fuori luogo, oggi, tutta questa primavera.

Tutti questi colori, troppi colori, che poi magari a guardarli ci si consola, ci si dovrebbe consolare, ci dovremmo far bastare questa puntuale sinfonia  che copre, che vela, che spiazza, che spazza via tutti i malumori, le solitudini, il dolore.

 

Il dolore! Che, come si fa a tollerare l’idea che esista, come si fa a tollerare la sofferenza di chi ami.

O anche di chi non ami. Di chi non conosci. Di chi non conoscerai mai.

Come si fa a non sentire la bestia che si rivolta e morde e si ribella e graffia e grida.

Con quel rosa, attorno, quel rosso, quel viola, quel lilla che sparano allegria dalle grate del vivaio, scellerate. Fuori dalle crepe dei muri, sulle aiuole sconsiderate alle fermate dell’auto.

Che ci fanno trasalire per un attimo, anche solo per un attimo, che mica è poco, no? Questi colori sfacciati, questi colori monelli freschi e giovani e ciarlieri.

Il giallo delle margherite, così perentorio, che se ne frega delle corsie d’ospedale, delle flebo che stillano speranze o disperazione. Anestesia di lunghe, troppo lunghe attese.

 

E tutti questi alberi che oscillano e ninnano gemme e dicono Aspetta!

Aspetta, amore mio, che passa. Passa. Vedrai che passa. Tutto passa. Lo sappiamo, no?

 

Ho tirato  su un monumento di vetro all’attesa.

Ci vedo attraverso.

Faccio croci sul calendario e me le tolgo dal cuore.

Ogni giorno una.

Ogni giorno una in più.

E una in meno, certo.

…

…

…

(by poetella)

Sidney Bechet – petite fleur

 

 

 

 

 

 

.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Come si consola, si tranquillizza, come se ne sta buono buono…

16 martedì Apr 2013

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, auguri amore mio!, consapevolezza, foto di poetella, J.S:Bach, le cose importanti, malattia, pazienza, poesia, preghiera, speranza

≈ 14 commenti

Tag

amore, attesa, fammi sapere, J.S.Bach, paura, ti amo

 

nubi(foto di poetella)

 

Come si consola, si tranquillizza, come se ne sta buono buono,

 come s’affida e si dedica sereno poi alle sue faccende, come ritiene con speranza che ci sia qualcuno che pensi alla traiettoria delle nubi e delle rondini, uno che decida quando e perché far fiorire improvvisamente la gardenia, uno che dosi sapientemente il suo profumo,

 

come non si spaventa di nulla chi sa di poter consegnare in mani forti e competenti il suo bagaglio di paure e di impacci, chi possa delegare il saggio dei saggi a prendere tutte le decisioni più pungenti, più stringenti, più faticose, più fantasiose

come non vacilla mai chi ha una guida luminosa ad alto voltaggio e bassissimo consumo, anzi, quasi nullo consumo, per lasciarsi indicare fiducioso tutte le vie che portano alla felicità,

come vive facile chi sa che tanto potrà alzare gli occhi e chiedere, e gli sarà dato, sempre, va bene, via, quasi sempre e se non avrà sarà solo per qualche motivo superiore, incomprensibile ma sicuramente giustificabile,

come vive quieto chi crede di poter contare su un Dio, di poter  pregare un Dio che pensi a tutto, senza chiedere nulla.

 

Io, no.

 

Ma spero ugualmente che la vita sia vivibile e che tu, che per te, oggi, con le mani e i ferri nella tua carne, chi deve operi con coscienza. E competenza.

Anche se io non prego più. Da tanto.

 

Sta sereno, amore mio…e fammi sapere, appena puoi…

…

…

…

(by poetella)

 

 

J.S. Bach-Prelude and Fugue in A Minor

 

 

 

 

 

.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

E tu, tu! Resta come sei, hai detto…

13 sabato Apr 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, consapevolezza, crescere con l'amore, dolore che guarisce, foto di poetella, musica, nostalgia, pazienza, poesia, saggezza, speranza

≈ 7 commenti

potature(foto di poetella)

 

 

E tu, tu! Resta come sei, hai detto.

Certo che resto come sono. Certo.

 

Lo sai? hanno potato tutti gli alberi, in giardino. Adesso, solo rami scheletriti verso il cielo lontano, così lontano, così terribilmente lontano, maledettamente, irrimediabilmente lontano

allontanato da prove, da  dispetti, da fatiche sgraziate di titani  nemici e invidiosi

e se lo sono tirato via, quelli, come una coperta azzurra frusciante di raso e noi, dai! dai a strattonare, dai a puntellare, dai a cercare appigli per contrastare

E tenercene un po’.

Eppure, sì, eppure sai che ti dico?

Riesco ancora a sorridere. Bello, no?

Sarà che quando hai imparato, sarà che quando qualcuno ha insegnato, (no, non qualcuno, tu) sarà che quando è tua ormai una serenità di foglia sul fiume

di piccola bolla di sapone che va

di  goccia che stilla dalle pareti della grotta

e lo sa, lo sa che prima o poi,

prima o poi finirà nel mare vasto

– dove mai, se no?-

grondante di vita sommersa, allora

di cosa ti vuoi preoccupare mai, dico io.

 Ricresceranno le chiome degli alberi.

Che non ci mettano troppo, però. Ché io amo l’ombra.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

FELIX MENDELSSOHN – BARTHOLDY – Spring song.

 

 

 

 

 

 

.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

L’avessi, terrei anche la lampada accesa…

11 giovedì Apr 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, foto di poetella, le cose importanti, nostalgia, pazienza, poesia

≈ 13 commenti

Tag

amore, attesa, lampada, liszt la campanella, musica, poesia

SAM_0086(foto di poetella)

 

 

L’avessi, terrei anche la lampada accesa

sulla notte delle attese

aiuterei gli occhi a dipanare il buio

a deridere il sonno. Ché sono stanca

Un po’.

 

Ci sono, ci saranno grandi fatiche da affrontare

Ce le chiede il giorno

 

Progetti, catalogazioni messe a punto

messe in scena

Non sarà certo il fare a pesarci

Il fare che riempie gli spazi del dubbio

svilisce le paure anestesia di mille ansie

di mille chi lo sa

chi lo sa mai cosa c’è scritto nel grande libro

siamo così incerti nella lettura

piuttosto il non fare ci bagnerebbe un po’ le ali

c’infangherebbe le scarpe.

 

Ma  comunque vegliamo

Non si scoprirà il fianco. Brillerà la fiammella

S’aspetterà vigili. Cavalieri operosi

 

Che tanto torneranno i bei giorni di festa

Torneranno anche le rondini

a girare la pagina del cielo

 

Magari persino le campane d’oro si scioglieranno

campanelle d’oro delle nostre due voci musicanti

 

nel sincronico coro amante. Prima o poi

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

Liszt – La Campanella

 

 

 

 

 

 

.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Dai, poteva andare peggio, hai detto…

10 mercoledì Apr 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, consapevolezza, crescere con l'amore, dolore che guarisce, empatia, forza, foto di poetella, le cose importanti, Mahler, malattia, pazienza, poesia

≈ 20 commenti

Tag

amore, cristo in croce, dolore, musica, poesia, ti amo, voce bella

IMG_3776ridotta

(foto di poetella)

 

 

Dai, poteva andare peggio, hai detto.

Con quella voce bella che si sentiva che sorridevi. Si sentiva.

Sai, quando ti svegli al mattino e dalla luce che filtra dalla serranda non perfettamente chiusa t’accorgi che non c’è nemmeno una nuvola. In cielo.

Ed è così, poi. Effettivamente, non c’è.

 

Si sentiva che sorridevi mentre dicevi dai! Poteva andare peggio.

Peggio  della carne lacerata? Dei nervi, dei tendini tagliati, dell’osso scoperto come un Cristo in croce? Peggio di così? Pensavo io. Si sentiva che piangevo?

 

Ci sono fiumi così larghi, così colmi, che scavano le valli, cambiano la storia millenaria delle pietre, si fanno strada gorgogliando, sopra  ogni ostacolo, contro ogni destino.

 

E tu! Tu, uomo straordinario che, sì, beh, un po’ fa male, hai detto. E ancora sorridevi.

Sentivo il sorriso della tua voce.

Senza vedere.

Meglio. Ché non avrei retto a vedere.

La tua carne adorata martoriata, io che vorrei solo avvolgerti nella seta più liscia del piacere più raffinato. Più evoluto.

 

Tu, che m’hai insegnato ad accettare le piogge di fuoco, i salti nel vuoto, i cambiamenti di rotta,

le mappe perdute e le invasioni di cavallette. E di draghi.

Tu che m’hai insegnato a sorridere come sorridono i saggi d’Oriente, seduti in cima alla colonna in mezzo al deserto.

Che m’hai fatto accettare che l’aria finisse, che finisse il fuoco e sfiorissero i fiori

m’hai fatto spuntare le branchie per vivere e respirare nell’acqua fonda della consapevolezza

 

tu che occupi ogni stanza, segreta e no, di tutto il mio dedicato esistere.

Dedicato a te.

 

Tu, come acqua nel secchio sotto la fontana

che mai si svuota e mai è del tutto pieno

 

sappi che… ma lo sai. lo sai. come io so che…

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

Mahler –Adagietto della 5ª Sinfonia

 

 

 

 

 

 

.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

leggendo Gide…

19 martedì Mar 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, Debussy, foto di poetella, pazienza, poesia

≈ 13 commenti

Tag

alba, amore, attesa, debussy reverie, poesia

 foglia

(foto di poetella)

 

 

…ti parlerò delle attese.

Ho veduto la pianura, durante l’estate, attendere;

attendere un po’ di pioggia.

La polvere delle strade s’era fatta troppo leggera,

e ogni soffio la sollevava.

Non era più nemmeno un desiderio;

era un’inquietudine;

 

ma non è forse inquietudine ogni desiderio, dico io? E non è desiderio ogni inquietudine? Cosa m’impedisce di starmene buona come una gatta al caldo, con gli occhi socchiusi e le unghie ritratte, morbida morbida senza aspettare carezze alla gola o sul tondo della testa, senza aspettare richiami a voce o a gesti, pesante e tiepida e immobile, senza vibrazioni, senza pretese.

Cosa m’impedisce di gustare la preziosità del niente, fare tesoro del niente come un immenso forziere dimenticato da corsari frettolosi e generosi e sconosciuti, pieno di perle e fogli bianchi e pagine immense con minuscole lettere col cuore di fuoco o magari d’acqua. O di vento. O di sole.

 

 

   Ho visto il cielo fremere d’attesa per l’alba.

Ad una ad una le stelle scolorivano.

I prati erano madidi di rugiada;

l’aria non aveva che glaciali carezze.

Parve per qualche tempo che, indistinta, la vita

volesse indugiare nel sonno,

e il mio capo ancora affaticato si colmava di torpore.

Salii fino al margine del bosco;

mi sedetti;

tutti gli animali ripresero festosi il loro lavoro

nella certezza del giorno imminente,

e il mistero della vita ricominciò a diffondersi tra foglia e foglia.

 – poi si fece giorno.

 

 

C’è meraviglia, sospensione di dolore, respiro estremamente lento per non smuovere l’aria che sembrerebbe carica di promesse che non sì ha diritto di pretendere, c’è ineffabile stupore in qualunque attesa, che tutta la pace, tutta la calma, tutte le certezze del mondo non potrebbero mai regalare.

Siamo un tempo in levare, noi.

Noi no. Noi non possiamo vivere come una foglia di platano che segue la danza dei suoi colori, verde cupo, più chiaro, giallo, rossastro. Violetto, ocra…e pluf…via nel vento.

No. Noi no. Noi viviamo i lunghissimi tempi dell’attesa come se fossero attimi incatenati uno all’altro, filari di stelle filanti, quelle che facevamo da piccoli in attesa delle feste di carnevale. Ognuno, ogni attimo di un colore.

Ognuno, ogni attimo a legare.

Ognuno, ogni attimo a proseguire.

Mille vibrazioni piene. La conta cantata del tempo

 

Poi, tanto, si farà giorno…

…

…

…

(by poetella)

 

I brani in grassetto tratti da

“I nutrimenti terrestri” di Andrè Gide.

 

 

 

 Debussy – Reverie

.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Facevo cose, oggi…

16 sabato Mar 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, desideri..., foto di poetella, pazienza, poesia, primavera, speranza

≈ 16 commenti

Tag

amore, contadini, il cielo, pazienza, poesia

solo...(foto di poetella)

 

                            Ascolta poetella

 

 

Facevo cose, oggi, faccenduole, poi guardavo fuori.

Strano come mi stia a cuore lo schiarirsi del cielo

in questi giorni.

 

E sì che me ne sto da un po’  in questa scatola senza fretta, senza

scarpe da infilare o togliere, senza cappotto.

E la borsa è nell’armadio, con la carta dentro

le chiavi sul ripiano della libreria

ho persino bruciato dei rametti di rosmarino sul gas

così, per farmi attorno profumo di legna, di camino ma il cielo

 

il cielo lo guardo con trepidazione

con allarme sfibrante di schiusa di uova, inconsapevole si corrusca e si distende

gioca, lui. Che ne sa.

 

Che ne sa della pena dei contadini che invocano pazienza

(Asciuga il campo, prepara la terra!)

rassegnati alla speranza, le braccia le mani gli occhi

 

che ne sa dell’allegria per il vento che spazza le nubi di marzo

promette tepore in arrivo e gemme e poi fiori e poi frutti.

 

Non ci si placa la sete, la fame, intanto. La voglia.

 

Maledette primavere, bella che sei! hai detto

 

sempre in attesa, ancora. Sempre. Noi.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Ovviamente, non è perché c’è così tanto tempo…

14 giovedì Mar 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, attesa, biografia..., Cèline- Viagio al termine della notte, consapevolezza, crescere con l'amore, foto di poetella, J.S:Bach, malattia, pazienza, poesia

≈ 16 commenti

Tag

amore, attesa, J.S.Bach, musica, poesia, preludes, serenità

quadro mio(un olietto su tela di poetella)

 

 

 

Ovviamente, non è perché c’è così tanto tempo,

non è perché le ore si snodano lente e larghe, fiumi di pianura, scandite da filari di alberi e ombre

non è perché si vorrebbe il salto, la caduta libera, invece di questo rettilineo scorrere senza intoppi e incontri, questo sorridere alle nubi, oscurato il sole, ma presente.

 

Ovviamente, non è perché c’è così tanto tempo,

non basta questo motivo per andare a cercarsi i picchi di montagne innevate, le rapide, il ribollire d’onde. Si sta quieti.

Non si lanciano segnali di fumo e richiami d’aquila.

Non si cerca di tirarsi dietro fronde dalla riva, per muovere un po’ l’acqua.

 

C’è un tempo per lo schianto e un tempo per la quiete. Che lo si voglia o no.

S’impara a bastarci. Senza stare a chiedere soccorsi. Mai piaciute le persone che troppo chiedono.

Figuriamoci se…

 

Ovviamente, non è perché c’è così tanto tempo,

che stiamo ad implorare le tue parole e le labbra, le braccia, i tuoi occhi. Ce li teniamo in mente, gemme di grotta, e sappiamo la via. Conosciamo la mappa. Presto si riapriranno le chiuse.

 

E sarà cascata. Selvaggia.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

Preludes and Fugues transcription for piano (after_J._S._Bach)

 

 

 

 

 

 

.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

poetella non ha testa per scrivere….

01 venerdì Mar 2013

Posted by poetella in attesa, Chopin, foto di poetella, fotografia, musica, pazienza

≈ 9 commenti

Tag

andres segovia, attesa, chopin prelude, fotografia, luce, musica, paura, silenzio

in questi giorni…

dunque…

ariosoridotta

foto!

e musica…

Andres Segovia – Classical Guitar – Chopin Prelude

.

.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

E mentre riponeva l’ultima …

27 domenica Gen 2013

Posted by poetella in attesa, basta!, Bellezza che salva, consapevolezza, desideri..., dolore che guarisce, foto di poetella, indipendenza, le cose importanti, libertà, musica, nostalgia, notturno, pazienza, quasi racconti, sigaretta

≈ 20 commenti

Tag

Calcio, desiderio di libertà, israel kamakawiwoole, rabbia, televisori, voglia di scrivere

cucina di notte

(foto di poetella)

 

E mentre riponeva l’ultima pentola, l’ultimo coperchio, ben asciugati che se no le goccioline, il calcare, l’opacità triste e scialba, mentre asciugava con energia il lavello d’acciaio, controllando ombre ed eventuali malinconie residue, dandoci dentro per vincere la battaglia della lucentezza assoluta,

mentre s’asciugava le mani  sperando per l’ultima volta, in quella giornata con quei suoni, quelle parole da due televisori in due stanze diverse, e in una era lei e doveva stare la e non poteva volatilizzarsi, nebulizzarsi, scomparire, evaporare, con quei discorsi che le trapanavano le orecchie di scialberie totalmente estranee al suo pensare, al suo sentire, mentre pensava che tra poco, finalmente si sarebbe seduta, avrebbe acceso la sua sigaretta e si sarebbe isolata da tutto quel ciarlare di palloni, azioni, scuse, esaltate urla per esaltanti azioni impossibile, ma poi possibili,

quel domandare di quanti punti, che postazioni in classifica, quello è un venduto, quello non ci capisce niente, ma perché non lo cacciano, tutti quei discorsi, e non mi venite a rompere le scatole che ormai è successo, tutti quei discorsi, io dico semplicemente che il discorso è molto particolare (ma che discorso? Ma quali discorsi?)

mentre si isolava completamente, ci provava almeno, da tutto quello che aveva fatto, sistemato, preparato, archiviato, congelato, riposto, ripulito, controllato, da tutto quello che non aveva fatto e avrebbe voluto fare

aveva pensato

 

oggi, niente leggere, niente scrivere, niente musica,  niente niente

mentre pensava così  aspirando lenta il fumo saporito della sua sigaretta serale, aveva concluso, ok! rimediamo.

Adesso si scrive. Ecco.

…

…

…

(by poetella)

 

Over the Rainbow – Israel Kamakawiwoole.

 

 

 

 

 

 

 

 

.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

La pazienza. Rosa, la pazienza…(con …voce)

12 mercoledì Dic 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, attesa, Bellezza che salva, crescere con l'amore, foto di poetella, le cose importanti, pazienza, pensieri sparsi, poesia, saggezza

≈ 6 commenti

Tag

brahms lullaby, pazienza, poesia

SAM_0118_1

(foto di poetella)

 ascolta poetella

 

La pazienza. Rosa, la pazienza

Rosa grigio vaporoso. Lilla lieve.

Soffice e tiepida la pazienza non s’inceppa,

non stride, non stinge

la pazienza è durata è acqua chiara

 

è pannicello di lino

è sospiro di vento di sera d’estate

scaldino di braci sotto al tavolo grande

legno scuro di castagno

 

Regalo di un dio generoso e bonario

caramella di miele la pazienza

scaccia la tosse di contorti cattivi pensieri

consola rinsalda riscatta la dura fatica  di questo

 

titanico schianto di vivere.

…

…

…

(by poetella)

 

Brahms – Lullaby

 

 

 

 

 

 

 

.

Condividi:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Telegram (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
  • Clicca per condividere su Skype (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

23 febbraio 2021

20 marzo 2021

4 luglio 2021- fine

quanti hanno letto...

  • 256.674 visite dall'inizio

Meta

  • Registrati
  • Accedi
  • Flusso di pubblicazione
  • Feed dei commenti
  • WordPress.com

Enter your email address to follow this blog and receive notifications of new posts by email.

Unisciti a 1.777 altri iscritti

questo il mio primo libro…

pubblicato da  RUPE MUTEVOLE

e questo il mio secondo…

pubblicato da Progetto Cultura

il terzo. Vincitore del Premio Mangiaparole-Romanzi

vincitore del Premio Mangiaparole-Romanzi

il mio primo e.book

eccomi qui…

e chi volesse leggermi...
sarà gradito!

Commenti recenti

poetella su Ho da dire che…
sibillla5 NADIA ALBE… su Ho da dire che…
poetella su Ho da dire che…
sibillla5 NADIA ALBE… su Ho da dire che…
Elena Delle Selve su Ho da dire che…
poetella su Ho da dire che…
Elena Delle Selve su Ho da dire che…
poetella su Ho da dire che…
LUCI E OMBRE DI UN'A… su Ho da dire che…
poetella su Ho da dire che…
vengodalmare su Ho da dire che…
almerighi su Ho da dire che…
poetella su Ho da dire che…
almerighi su Ho da dire che…
Niki82 su A guardare fuori…

Articoli recenti

  • Ho da dire che…
  • Beh, posso dirlo…
  • come ci sta…
  • …
  • Pensavo…
  • E… dopo la pioggia…
  • Buongiorno bagnato…
  • alla nebbia…
  • Oh!
  • Ma questo cielo grigio…
gennaio: 2023
L M M G V S D
 1
2345678
9101112131415
16171819202122
23242526272829
3031  
« Nov    

Archivi

  • novembre 2022
  • ottobre 2022
  • settembre 2022
  • agosto 2022
  • luglio 2022
  • giugno 2022
  • Maggio 2022
  • aprile 2022
  • marzo 2022
  • febbraio 2022
  • gennaio 2022
  • dicembre 2021
  • novembre 2021
  • ottobre 2021
  • settembre 2021
  • agosto 2021
  • luglio 2021
  • giugno 2021
  • Maggio 2021
  • aprile 2021
  • marzo 2021
  • febbraio 2021
  • gennaio 2021
  • dicembre 2020
  • novembre 2020
  • ottobre 2020
  • settembre 2020
  • agosto 2020
  • luglio 2020
  • giugno 2020
  • Maggio 2020
  • aprile 2020
  • marzo 2020
  • febbraio 2020
  • gennaio 2020
  • dicembre 2019
  • novembre 2019
  • ottobre 2019
  • settembre 2019
  • agosto 2019
  • luglio 2019
  • giugno 2019
  • Maggio 2019
  • aprile 2019
  • marzo 2019
  • febbraio 2019
  • gennaio 2019
  • dicembre 2018
  • novembre 2018
  • ottobre 2018
  • settembre 2018
  • agosto 2018
  • luglio 2018
  • giugno 2018
  • Maggio 2018
  • aprile 2018
  • marzo 2018
  • febbraio 2018
  • gennaio 2018
  • dicembre 2017
  • dicembre 2016
  • novembre 2016
  • ottobre 2016
  • settembre 2016
  • agosto 2016
  • luglio 2016
  • giugno 2016
  • Maggio 2016
  • aprile 2016
  • marzo 2016
  • febbraio 2016
  • gennaio 2016
  • dicembre 2015
  • novembre 2015
  • ottobre 2015
  • settembre 2015
  • agosto 2015
  • luglio 2015
  • giugno 2015
  • Maggio 2015
  • aprile 2015
  • marzo 2015
  • febbraio 2015
  • gennaio 2015
  • dicembre 2014
  • novembre 2014
  • ottobre 2014
  • settembre 2014
  • agosto 2014
  • luglio 2014
  • giugno 2014
  • Maggio 2014
  • aprile 2014
  • marzo 2014
  • febbraio 2014
  • gennaio 2014
  • dicembre 2013
  • novembre 2013
  • ottobre 2013
  • settembre 2013
  • agosto 2013
  • luglio 2013
  • giugno 2013
  • Maggio 2013
  • aprile 2013
  • marzo 2013
  • febbraio 2013
  • gennaio 2013
  • dicembre 2012
  • novembre 2012
  • ottobre 2012
  • settembre 2012
  • agosto 2012
  • luglio 2012
  • giugno 2012
  • Maggio 2012
  • aprile 2012
  • marzo 2012
  • febbraio 2012
  • gennaio 2012
  • dicembre 2011
  • agosto 2010

Blog su WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • Poetella's Blog
    • Segui assieme ad altri 1.597 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Poetella's Blog
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...
 

    %d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: