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questa primavera…
m’incendia!
E tu… Ah!
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e questo brano, poi…. io divento matta!
,
Sibelius – Romance Opus 24 No.9
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10 giovedì Apr 2014
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questa primavera…
m’incendia!
E tu… Ah!
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e questo brano, poi…. io divento matta!
,
Sibelius – Romance Opus 24 No.9
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09 mercoledì Apr 2014
Posted amore che salva, assenza prersenza, poesia, primavera
inMa guarda un po’ com’è strano questo
mio scintillio in petto
e il cielo è grigio, oggi
le margherite coi petali chiusi
come una preghiera
e anche i fiori del nespolo
sbiaditi. Un ricordo troppo lontano, forse. Consumato.
E tu, tu che mi sei squarcio di cielo
sostituto di primavera ora che lei se ne sta
distante assente malata di pioggia
mi sei prato di quel verde
trasparente contro un sole
che sorride come una faccina
sorride di questa mia vicenda d’amore
che intiepidisce i giorni
Di quest’amore che c’è sempre
nubi o non nubi
fiori o non fiori
e pioggia e vento
e sole.
C’è sempre
senza bisogno di ma e di se.
…
…
…
(by poetella)
06 domenica Apr 2014
Tag
amore, attesa, bellezza, fotografia, la primavera, poesia, video
e buona primavera!
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03 giovedì Apr 2014
Tag
(però… non sentite qusi mai! uffa!)
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Quel ciuffo di margherite ancora chiuse
Stanno dormendo! Pensavo da piccola e aspettavo.
Mai riuscita a vederne il risveglio.
E sì che tutto pare svegliarsi
in questi giorni d’aprile
e non so se è perché
partecipo anch’io a questo
movimento perenne
ma camminare m’è quasi
una danza e la tua voce mi dice il tempo
e i passi e l’andatura.
Mi guida e mi canta.
…
…
…
(by poetella)
01 martedì Apr 2014
Tag
amore, amore vero, bellezza, crescere, fotografia, gioia, poesia, serenità, ti amo
E tu mi traduci in una lingua
nuova quello che era il mio dolore
tu lo distendi piano
piano sul banco
di scolaretta attenta
indichi e guidi
ti guardo e imparo l’uguale e il disuguale
che tirano su il mondo.
Tu che decifri e dai senso
tu che m’insegni come c’insegnano i colori
e i canti e le luci tremolanti
sulla corteccia del pino
lei che sale
sale su verso l’azzurro
e mormora: vedi?
È ancora primavera, dai! Adesso.
…
…
…
(by poetella)
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28 venerdì Feb 2014
Tag
Dunque, vediamo un po’.
Può, la via Tiburtina, di mattina presto, riservare, siamo in periferia, verso l’estremo confine della città, dicevo, può riservare anche solo un minuscolo sobbalzo di emozione, una piccola “o”, con magari anche un’h muta, ma che caratterizzi di quella inconfondibile aria di stupore il tutto. (tutto, poi…due letterine…)
Insomma, dicevo, a guardare e camminare su via Tiburtina, sicuramente una squallida via, specie in periferia, verso il dissolversi labile della città, (che poi, anche in centro, non è che la cosa cambi, su via Tiburtina)
può, stavo dicendo, questa benedetta via Tiburtina concederci, generosa, pietosa, un sobbalzo di gratitudine a guardare quell’impensabile, imprevedibile, certamente portatore di una scheggia di felicità, di un seme di felicità, un germoglio di felicità, quell’allegro, stupefatto, inaspettato tremito di gioioso turbamento di fronte al manifestarsi precoce di una inarrestabile primavera spolverata sui petali del pruno (?), o mandorlo (?) o pesco, insomma, non so che albero fosse, ma, non so mai il nome degli alberi, devo averlo detto più volte, e cosa cambia, anche questa scarsa conoscenza come può incidere sulla percezione della bellezza che…
Tirando le somme, può il guardare e il meravigliarsi di questa bellezza su via Tiburtina essere motivato da un prurito di felicità per tutto il corpo solo al pensiero che noi, mercoledì…
Mah! Chi lo sa. Comunque
…
…
…
(by poetella)
E niente musica (contento Inteso?) Ché non serve
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25 martedì Feb 2014
Posted amore?, aspettiamo la primavera, attesa, felicità, foto di poetella, innamorata pazza, J.S:Bach, musica, pazienza, poesia, primavera, storia d'amore
inTag
amore, attesa, bella da morire, bellezza, dimmi, gioia, J.S.Bach, poesia, serenità, sto bene, ti amo Belladonna
Va bene, dai, appendiamola lì questa voglia
di te senza cornice e senza vetro copriamola bene
con un pannetto
gabbietta di canarino
lasciamola lì a dormire buona buona calma
calma sogni belli.
Stiamocene zitti zitti, adesso
le pantofole ai piedi
vestaglia a quadretti camminiamo piano piano
piano piano aspettiamo
spegniamo la luce
ché tanto si farà giorno. Prima o poi. No?
Sì, dico, in fondo non mi piaceva come mi stavano i capelli, oggi.
E domani sarebbero stati peggio.
Magari la settimana prossima mi staranno meglio.
E poi magari riesco a perdere un chiletto di troppo, in una settimana.
E, ancora, magari a te viene più voglia di vedermi
A me, no, che, per quanto mi riguarda, ce n’ho già abbastanza.
Intanto ho una settimana o forse di più, per pensare che hai scritto quella bella cosa.
Quella frasetta stupenda.
Che mica l’hai detta “durante”.
O prima, magari, mentre…
L’hai detta così. A freddo, diciamo.
E che tu, se dici una cosa, la pensi. E anche se la scrivi.
Ché scrivi così poco, tu.
Non sei un venditore di parole. Tu.
E allora non devo avere paura che, se non scrivi, è perché non ti importa più niente di me.
Ché non è possibile.
Non mi devo mettere a pensare s’è dimenticato.
Ha qualcos’altro di più bello a cui pensare.
S’è stufato.
Annoiato.
Ho fatto il mio tempo.
Sto diventando vecchia.
No. Non ci devo pensare, ancora. C’è tempo. Vero?
A quando sarà. Ché io, intanto, sono felice.
…
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(by poetella)
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16 domenica Feb 2014
Posted cosa sarà di noi?, diario, la memoria, pace, primavera, quasi racconti, ricordi, speranza, vecchiaia
in.
La tavola, dice. No, non mi ricordo.
Non lo so mica dove prendevamo la tavola. Camminano.
Aria proprio di primavera. Giacchetta rossa, lei. Camicia, pantaloni.
Lui maglione a collo alto, giacca. Se mi fai prendere freddo vedi, dice. E sorride.
Sorriso stampato, oggi.
Ma dove la prendevamo la tavola? Boh. I cuscinetti a sfera, quelli sì. Ce li dava il ferramenta. Compravamo. I soldi?
Cercavamo le bottiglie, te l’ho raccontato? dice. (difficile non le abbia raccontato qualcosa, in quarant’anni.)
Cercavamo bottiglie. Di vetro, sì. Le portavamo al supermercato. Tutte sporche. Quelli sorridevano e ci davano i soldi. (‘sta cosa delle bottiglie, in effetti. Forse sì, gliel’aveva raccontata. O forse no)
Mica tutte. Certe non (sposta un ramo di platano che gli dondola davanti) non andavano bene. Mica tutte. Quelle dell’acqua minerale, sì. Quelle della coca cola. Quelle delle birre, mi pare di sì. Quelle dell’aranciata, no.
Come dove? Le prendevamo dove le trovavamo. Nelle aiuole. Accanto ai bidoni della spazzatura. Fuori dei portoni. Tutte sporche. Tutte pasticciate. Piene di terra. ‘no schifo!
Raccoglievamo e portavamo al supermercato, dice. E quelli ci davano qualche soldo. Bastavano per comprare i cuscinetti a sfera.
Pure i giornaletti. Il ferramenta si prendeva i giornaletti e ci dava i cuscinetti.
Sorride. E snocciola nell’aria tiepida ricordi. Che galleggiano come farfallette.
C’è un venticello grato. Quasi una speranza. Una possibilità. Parrebbe.
Ogni tanto le prende la mano. Per attraversare. Poi continua a tenerla.
Chissà perché.
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(by poetella)
11 martedì Feb 2014
Tag
amore, astrologia, bellezza, cercando certezze, che sarà di noi?, fotografia, paura, pazienza, saggezza, serenità
(foto di poetella)
Perché stiamo lì a scavare…
Perché non ci rassegniamo alla pochezza delle nostre conoscenze?
Alla penombra delle certezze?alla loro labilità?
A questo limbo opaco dove si brancola e barcolla continuando a proseguire come giocattolini caricati al massimo. Che sanno, comunque, che la carica…
Beh, finiamola lì.
Perché ci creiamo problemucci con piccinerie che dovremmo invece guardare con sufficienza, indulgenza, magari. Dondolando un po’ il capo con un impercettibile sorriso benevolo.
Tipo quello delle mamme che guardano fiere le marachelle dei loro piccoli.
Ti vuoi attirare problemi più grossi? Dice lei. Se non impari coi piccoli, arrivano i grossi!
Mi sa che ha ragione.
Che poi, noi, mica abbiamo subito orrori, torture, prigionie, deportazioni, noi, al massimo qualche sberla di papà, da ragazzine…
Ma sì, una volta, tre chilometri di spiaggia, di pomeriggio, a sberle. Ma che sarà mai!
Mica siamo stati sotterrati con solo la testa di fuori e le mani legate per non poter scavare…
Mica ci hanno provato con le scariche elettriche. O pestato.
O appeso a testa in giù, con una corda alle caviglie.
E ce n’è dell’altro. Ce n’è, ce n’è…
E allora, via!
Ma che saranno mai i nostri problumucci!
Animo!
Poi, una cosa è certa: i transiti planetari, per loro peculiarità, transitano.
E pure noi. Dunque, buon viaggio!
Che poi, tra poco, è primavera.
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(by poetella)
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23 martedì Apr 2013
Posted amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, Bellezza che salva, emozione, felicità, foto di poetella, pioggia, poesia, primavera
in
Sarà perché è mattina presto e piove piano e la strada è seta cruda, liscia, scorrevole, appena sfocata come una vecchia foto d’inizio secolo. Scorso. Devo imparare a dire scorso.
Devo imparare a tollerare il tempo che passa. Farmene una ragione.
Sarà che, di lato, nel cantiere abbandonato sulla Tiburtina,su un cumulo di terra rossa è sbucato un fiorellino viola, forse nella notte, così viola, così viola che pare dica Guardami, guardami, guardami!
Ok, ti guardo.
Sarà che le suole di gomma anatomiche, ergonomiche, delle mie scarpette da pioggia mi spingono in alto, parecchio in alto, forse troppo in alto, si sente profumo di nuvole,
sarà che è appena passato un ragazzo che spinge una carrozzina, con dentro, sotto al cellophane,
ci tremolano le gocce, una bimbetta che sembra un regalo, lei col ciuccio appeso al collo, un lecca lecca in mano e una bomboletta di pezza coi capelli rossi spiaccicata sulla pancia, lei con una manina rosea e grassoccia che la tiene forte. Tesoro da conservare e sentire che c’è.
Sarà che è passato, silenzioso come un gatto, il camion dei pompieri con la lucina lampeggiante, allegra come quelle delle giostre, e la scala ripiegata. E sembra un giocattolo.
Tic tac, come piove!
Giochiamo? ci mettiamo a giocare, anche se sono le sette e il lavoro aspetta?
Ci mettiamo a cantare tutti insieme?
Sarà per questo tic e tac intermittente delle gocce sull’ombrello rosso, o sarà perché l’ombrello è rosso e sotto la trama dell’acqua anche i pensieri sono rossi, stamattina, fruscianti come taftà,
sarà magari questo mio mescolare al canto del cielo quella tua voce che poco fa mi regalava il buongiorno. Buongiorno, buon giorno ragazzaccio! Voce d’allodola, di passero, di pettirosso.
Sarà che prendo certe piccole cose sempre piuttosto sul serio
non lo so che sarà. Però è bello.
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(by poetella)
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18 giovedì Apr 2013
Posted amore?, dolore che guarisce, empatia, foto di poetella, malattia, pazienza, primavera
inTag
(foto di poetella)
Pare così fuori luogo, oggi, tutta questa primavera.
Tutti questi colori, troppi colori, che poi magari a guardarli ci si consola, ci si dovrebbe consolare, ci dovremmo far bastare questa puntuale sinfonia che copre, che vela, che spiazza, che spazza via tutti i malumori, le solitudini, il dolore.
Il dolore! Che, come si fa a tollerare l’idea che esista, come si fa a tollerare la sofferenza di chi ami.
O anche di chi non ami. Di chi non conosci. Di chi non conoscerai mai.
Come si fa a non sentire la bestia che si rivolta e morde e si ribella e graffia e grida.
Con quel rosa, attorno, quel rosso, quel viola, quel lilla che sparano allegria dalle grate del vivaio, scellerate. Fuori dalle crepe dei muri, sulle aiuole sconsiderate alle fermate dell’auto.
Che ci fanno trasalire per un attimo, anche solo per un attimo, che mica è poco, no? Questi colori sfacciati, questi colori monelli freschi e giovani e ciarlieri.
Il giallo delle margherite, così perentorio, che se ne frega delle corsie d’ospedale, delle flebo che stillano speranze o disperazione. Anestesia di lunghe, troppo lunghe attese.
E tutti questi alberi che oscillano e ninnano gemme e dicono Aspetta!
Aspetta, amore mio, che passa. Passa. Vedrai che passa. Tutto passa. Lo sappiamo, no?
Ho tirato su un monumento di vetro all’attesa.
Ci vedo attraverso.
Faccio croci sul calendario e me le tolgo dal cuore.
Ogni giorno una.
Ogni giorno una in più.
E una in meno, certo.
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(by poetella)
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14 domenica Apr 2013
Posted foto di poetella, primavera
in08 lunedì Apr 2013
Posted amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, felicità, foto di poetella, J.S:Bach, poesia, primavera
in(foto di poetella)
C’è da fare. C’è sempre tanto da fare per tenere la terra in piano,
livellare la linea dell’orizzonte e tenere il cielo ben posizionato.
Cercare poi uno spazio tra le nubi e ficcarci un richiamo d’amore.
Che tu lo sai che vuol dire camminare, vento in faccia, ripetendo il tuo nome, lo sai?
tante volte, mille volte, mille e mille volte fino a che pare che anche i muri lo sappiano
l’asfalto della strada, i cartelloni con i visi che sorridono, rassicuranti
quattro letterine dolci dolci
anche i ciuffetti d’erba che s’ostinano a crescere tra le crepe dei giorni
E anche le margherite e quei fiorellini rosa, e quelli viola-che viola impossibile!-
sembra che pure loro le sappiano e le ripetano, muovendosi piano. Nel vento.
Camminare e pensare che tra poco, noi…
Che poi non è poco. Non è mai poco.
È troppo anche il minuto in ascensore, pensa te, ma tra poco, diciamo tra poco noi…
E comunque…
Comunque, dicevo, se per caso, che ne so, le buche, gli ulivi, la mamma, la pioggia, il sole, la neve o che cavolo ne so, ci impedissero di vederci, questa settimana, o la prossima, o l’altra ancora
il solo fatto di aspettarti, di aspettare i tuoi occhi malandrini di ragazzo scapigliato, le tue labbra, i tuoi baci, che quanto mi piace il tuo modo di baciarmi, così selvaggio, così scalmanato, come se ogni volta fosse l’ultimo bacio, come se si fosse a un passo dalla fine del mondo, dal principio di un mondo nuovo,
il solo fatto di aspettare quel momento magico, da cuore che si ferma, neanche gli angeli respirano e tantomeno io, quel momento infinito in cui varco la soglia della tua porta e tu sei lì, col capo un po’ inclinato e quel sorriso, quel sorriso più bello di tutti i sorrisi del mondo, no, non esagero. Adesso non esagero, tu sei lì e mi abbracci… tu sei lì che mi aspettavi come io aspettavo te…
il solo fatto di avere quella luce di attesa che mi brilla nei pensieri e mi da forza, energia come fosse una centrale atomica piantata al centro del cuore…
già basta.
Ecco.
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(by poetella)
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05 venerdì Apr 2013
(foto di poetella)
Ho visto sui rami del pruno, oggi
mille e mille desideri farsi fiore
e un piccolo merlo incuriosito
macchietta di nero e arancio appena tremante
All’oggetto della mail – ti amo- hai scritto
che sarebbe bastato già quello
a tessere questa luce bianca cha adesso viene.
Invece è anche primavera
…
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(by poetella)
FELIX MENDELSSOHN – BARTHOLDY – Spring song.
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16 sabato Mar 2013
Posted amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, attesa, desideri..., foto di poetella, pazienza, poesia, primavera, speranza
in
Facevo cose, oggi, faccenduole, poi guardavo fuori.
Strano come mi stia a cuore lo schiarirsi del cielo
in questi giorni.
E sì che me ne sto da un po’ in questa scatola senza fretta, senza
scarpe da infilare o togliere, senza cappotto.
E la borsa è nell’armadio, con la carta dentro
le chiavi sul ripiano della libreria
ho persino bruciato dei rametti di rosmarino sul gas
così, per farmi attorno profumo di legna, di camino ma il cielo
il cielo lo guardo con trepidazione
con allarme sfibrante di schiusa di uova, inconsapevole si corrusca e si distende
gioca, lui. Che ne sa.
Che ne sa della pena dei contadini che invocano pazienza
(Asciuga il campo, prepara la terra!)
rassegnati alla speranza, le braccia le mani gli occhi
che ne sa dell’allegria per il vento che spazza le nubi di marzo
promette tepore in arrivo e gemme e poi fiori e poi frutti.
Non ci si placa la sete, la fame, intanto. La voglia.
Maledette primavere, bella che sei! hai detto
sempre in attesa, ancora. Sempre. Noi.
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(by poetella)
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19 sabato Mag 2012
18 venerdì Mag 2012
(foto di poetella)
Ma tu, tu
– anche se –
tu, per quella parete
di gelsomino in fiore
[visto? Mai fiorito così]
che mi sale davanti
come il monte Ararat
e per le rose
superbe, sprigionate rose
che schiamazzano colori e odori
nel meccanismo accelerato di questa mia
imbizzarrita primavera
per come batte il suo cuore
di ragazza che va sposa
per come è grosso il suo fiato
di primule e malva e margherite
e già papaveri e spighe e acacie
tu, per questo
per tutto questo scellerato canto
fabbrica di bellezza
per tutto questo, tu
e per i voli, le grida che finiranno
ma ora no, pilotano la gioia
tu giurami, giurami, giurami
che mai
mai finirà questo mio amarti
festoso e gentile e terribile e scapestrato. Mai.
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(by poetella)
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12 sabato Mag 2012
Posted Bellezza che salva, Bellezza della natura, emozione, foto di poetella, primavera
in11 venerdì Mag 2012
Posted Bellezza che salva, foto di poetella, primavera
in10 giovedì Mag 2012
03 giovedì Mag 2012
25 mercoledì Apr 2012
(foto di poetella)
Se c’è una legge in cielo
se c’è una legge che pilota
quei capricci di nubi e quelle
forme che si schiudono gaie
e si spandono pei campi e per l’aria
e gli alberi e gli occhi e i pensieri
se c’è una legge che trascina
e convince il rinnovato inizio
di questa giostra volante
nel nero più nero dei punteggiati cieli
disabitati o no fruscianti di stelle
Se c’è una legge trascritta nel cuore pulsante
della terra, nel mio
quella legge invoco, adesso
che scacci paura e dubbiose certezze
che sorrida e consoli
e incoraggi
– a starle a dar retta –
incoraggi come mano che guida
come bocca che dice Ce la fai, ce la fai
come sguardo e sorriso
braccia aperte che aspettano
passetto passetto
quel cammino verso la luce
anche nel buio pesto. Che finisce.
…
…
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(by poetella)
22 domenica Apr 2012
Posted Bellezza che salva, emozione, foto di poetella, poesia, primavera
in15 domenica Apr 2012
Posted Bellezza che salva, Bellezza della natura, emozione, foto di poetella, primavera
in07 sabato Apr 2012
Posted amore clandestino, amore?, assenza prersenza, atmosfere magice, felicità, poesia, primavera
in
foto di poetella
Camminavo, stamattina.
Tutto fiorito.
Qualche nuvola vaporosa.
Niente mal di stomaco. Niente mal di testa. Niente fretta.
E tu che, Tu, tu, ah, tu! Tu sei superiore ad ogni fantasia che possa mai fare su di te, avevi detto, bisbigliandomi sul collo, tra i capelli.
Due giorni fa. Quasi tre.
Ancora in testa, quella frase. Prepotentemente.
Potevo sentirne il suono, il fruscio. Il calore addosso.
Deliziosamente ancora in testa, musicante.
Sai? sei il creatore delle mie euforie.
Perdurano anche nel sonno.
Complice, indiscutibilmente complice questa primavera.
Suppongo.
Dovrò fare molta attenzione a non…
…
…
…
(by poetella)
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03 martedì Apr 2012
Tag
Foto di poetella
Mezzo bicchiere di vino rosso
e penso ripenso che
credo,
credo proprio non sia buona cosa
quello stupirsi del lilla dei glicini
quel quasi adorare la loro mollezza
il languore
quel quasi desiderare di strapparli tutti
e portarseli al petto e portarseli
in braccio
alle labbra, al naso, accarezzare
tremare di quell’abbandono
di quel vacillare nel vento.
Credo non sia un bene
quel volerli quasi mangiare
sostanza sicuro magica
nutrimento di cellule e fantasia.
Credo non sia un bene
quello stare poi ad occhi in su
come di fronte all’altare
e poi sobbalzare stupiti
davanti al ranuncolo
rosso rosso
che prima non c’era. No. E adesso sì
…
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…
(by poetella)
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27 martedì Mar 2012
foto di poetella
Come tutto mi canta
semplice, vigoroso
soffia fiato da maestro
tutto bello armonizzato accordato
un po’ disordinato scapigliato
impastato
di luce
al mio dentro musicante
di laudi di grazie di kyrie eleison
[… anche tu, m’hai detto. Anche tu]
Come si danno la mano
una via l’altra una via l’altra
a cerchio i colori le gemme gli strascichi di odori
di suoni di luci sfamano i pensieri
queste peripezie delle nubi
bianche come spose e la festa
la festa è tutta vicina. Di più.
Mi vapora primavera di gioia espansa.
Ficcata in petto coccarda d’amore
Quest’amore a germinare
radicare
dilagare
toccando svegliando
scuotendo. Svelando-si
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(by poetella)
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23 venerdì Mar 2012
(foto di poetella)
Queste mattine così terse
così promesse di covature e schiuse
così cominciamenti di cinguettii
crepitii nel tepore
stupori di gemme fessurate
e tremanti
Queste mattine di poco vento rosato
queste mattine inginocchiate
a pregare non so
pregare il seme il coraggio il filo d’erba
flesso
il fiore la zolla svelata e smossa.
Queste mattine imbellettate del pensiero
dei fiori, ansante amante
e ronzii insistenti
e richiami e cicalecci di bimbi
in cortile
voci squillanti di fontana delle grazie.
Come faccio
come si fa
come si può ruminare tristezza
Starsene zitti e fermi e duri
come rami secchi d’inverno.
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(by poetella)
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19 lunedì Mar 2012
Nel libricino della primavera
a segnalibro
il ramo di pruno selvatico
rosa
nel bianco
dice un innesto di qualche anno fa
nel giardino stupito
a ridere, ridere un colore di fiori
sfacciatelli tra i fratelli modesti e semplici
e bianchi.
E se ne stanno quieti
sfidando il mondo
e le geometrie prefissate
Quieti e forti
di sé, invitti.
Ignorati, credo, dai più.
Tutti assieme, i bianchi e i rosa
I bianchi e i rosa
eque proporzioni. Capriccioso colore.
Comune linfa
Comune tronco
Comune destino.
Irrinunciata identità
sdraiati sulla primavera
senza baruffe
dolci come una tela di Hokusay
senza cadute di fede o vessilli
Netti e splendenti
i bianchi e i rosa. Accanto
a farmi – farci bello il mondo
…
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…
(by poetella)
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16 venerdì Mar 2012
Cerchiamo una porta
stamattina
tra i rosa verdi imbrillantati
e l’azzurro
Quest’azzurro disteso
senza peccati, sì e senza ombre
d’antiche
rinunce
Cerchiamo una porta e buttiamole fuori
Scomposizioni di aspettative
stracci, brandelli di E poi?
E dopo?
E allora?
Attese da baco muto
Spunteranno mai le ali?
Ci si staccherà?
Staccherà
sorvolando la carne
Sorvolando carne – avido sangue
Solo respiro nel sole
come l’uccellino che prima era Ingrid
la bambina che camminò sul pane.
Senza risposta.
…
…
…
(by poetella)
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