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34 anni fa…
19 martedì Apr 2022
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in19 martedì Apr 2022
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20 domenica Mar 2022
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inChi potrebbe negarlo?
Stiamo come sospesi
S’aspetta.
E ci si vorrebbe arrampicare su lievi salite verso l’azzurro, la pace.
E si vorrebbe dimenticare
C’è un vento così forte! Reggeranno i ciclamini?
Ho accarezzato il gatto dei vicini, oggi. Morbido morbido, s’era perso su per le scale
E noi?
Dov’è che ci siamo persi?
Intanto il tempo scivola piano
e lontano una musica suona.
Finché dura, s’ascolti.
…
…
…
(by poetella)
04 sabato Dic 2021
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inEra stata a lungo quella mattina
dietro i vetri un po’ appannati dal sonno
della casa
disperatamente cercando
un qualsiasi segno al quale attaccare la residua
flebile – inconsistenza di nuvola, direi –
speranza.
Che so, un raggio particolare
un suono un volo un canto ma
non c’è gente che canta in balcone alle sette di mattina
a due giorni dalla fine dell’anno.
E, tirando le somme, era pervenuta ad una
consapevolezza tangibile:
nello sforzo dell’ascolto
nella tensione dell’attesa
sicuramente le si era formata un’ennesima piccola ruga
ai lati della bocca
o degli occhi
o del cuore
e nessuna crema miracolosa l’avrebbe cancellata mai
né nessun bacio. Ormai più.
…
…
…
(by poetella)
ok, sono vecchi versi, ma...
29 lunedì Nov 2021
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attesa, attesa di qualcosa che piace, cambiamenti, capelli, non ci sono più le cose di una volta, remare contro, rematori, sorella
Pare che finalmente, – dice Sarai contenta, no? insomma pare che finalmente, e non si sa per quanto, fino a quando, se per molto, per poco, per così così,
ok, dicevo pare che finalmente, dopo qualche minuscolo tentativo mal riuscito, si sa che ci sono forze che remano contro, remano male, i rematori sono sicuramente disavvezzi a grandi manovre, non ci sono più i rematori di una volta (ma che c’è più di una volta? Anche i capelli non sono più quelli di una volta. Pure quelli di mia sorella che erano una favola! Che si doveva fare due treccioline con quelli dietro la nuca per poi legarle attorno alla testa e avere una chioma quasi normale. )
Uffa, lo sapevo, sono andata fuori tema.
Ma oggi si può andare solo fuori tema che fuori casa, meglio no.
Ok, basta. Dicevo pare che finalmente (sia ringraziato il cielo o chi per lui. Ma sì, mi sa che è proprio una questione di cielo)
Ah, ma allora dillo che non lo vuoi dire!
Beh, lo dico.
Lo dico?
Sì, sì, lo dico:
pare che finalmente sia arrivato l’inverno!
Alleluia!
…
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…
(by poetella)
21 martedì Set 2021
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in17 giovedì Giu 2021
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inTanto sta per aprirsi un’altra rosa.
E anche il plumbago ha il primo fiorellino. Ci sarà una fioritura strepitosa. Sono sicura.
Come sono sicura che potrebbe essere anche un buon segno questo.
Io parlo con le piante, le carezzo, le coccolo, le sgrido pure se fanno le cattive. E loro mi assecondano.
E mi danno risposte. Certo.
Siamo tutti collegati. Com’è la storia del battito d’ali della farfalla?
Ecco.
E dunque, il plumbago farà più fiori, vedo i boccioli, molti più fiori delle scorso anno.
Come se si fosse liberato di non so quale peso.
Come se potesse finalmente esprimersi. Espandersi. Conquistare il cielo.
La notte si sdraierà su quel piccolo fiore e sul boccio di rosa.
Chissà cosa troverà il giorno?
E io?
Aspettiamo…
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(by poetella)
04 venerdì Nov 2016
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in(foto di poetella)
… come il rosso che macchia il cielo all’alba o al tramonto
(e pensare che una cosa è l’alba, un’altra il tramonto )
e come si fa, come si fa a provare la stessa dolcezza, a provare
la stessa meraviglia, lo stesso infocato stupore, gli stessi trasalimenti
come si fa a cogliere gli stessi sfondi di sfavillante bellezza
gli stessi densi silenzi o le stesse trepide, languide note
come si fa a lasciarsi cogliere dallo stesso senso di attonita attesa
ché, si sa, un conto è aspettare il giorno
tutt’altro la notte.
…
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(by poetella)
11 domenica Set 2016
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(un video di poetella)
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Senti qui. Sembrava un soldino
d’argento quel sole, stamattina
Tutte le cose sotto un velo di sposa
Le cose buone buone
Tenui, le cose, silenziose
Fasciate d’oblio
Nascoste
Buone buone, riservate
Cose garbate e dense
Suggeriscimi che tutto permane
dietro il tuo fiato bianco
Le case, i cedri, il cipresso
Questo mio aspettare
Suggeriscimi che è solo vapore
un vezzo, un gioco a nascondersi
Un attimo di stasi nella grazia
Ha mani delicate
abbracci, questa nebbia
Ha tenerezze.
Una coperta sulla pasta lievita
teneramente in crescita
Crescita morbida questa mia voglia di te
che mi si gonfia in petto
Nel calore, poi, sarà pane
sostanza/fragranza/ nutrimento
Dammi calore. Sarò pane e tu bocca.
Sarai pane ed io bocca. Necessari. Non sprecheremo nulla.
…
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(by poetella)
01 giovedì Set 2016
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inquesto incommensurabile amore
che m’ha regalato momenti di gioia pura
e un infinito dolore che ancora mi fa viva.
e adesso il video
e i versi, scritti quando ero felice
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Sono tutta parole e parole
filigrana d’accenti
cantilena lenta lenta di respiri
da tenere e rilasciare
Sono tutta una lingua antica
una lingua dolce appena nata
deciframi
studiami
traduci
comprendi
i passaggi più oscuri
comprendi i non detti
i segreti smaniosi
comprendi i sussurri i canti
Ritrova la chiave del tutto
È canto poetico è verso è rima
Leggimi. Scorri col dito su ogni parola
Scorri con gli occhi su ogni puntino
letterina
virgolina.
Tienimi sulle gambe dei sogni
Leggi e rileggi l’inizio e la fine
Fa da padrone
Il mio libro è tuo.
Leggi il durante il quando il quanto
leggi il come, il come vuoi tu
Ché sì, a te. Sempre sì. Stregati, adesso.
Assorbimi in ogni silenzio/buio/ fiato che manca
Fiato che torna sospiro
Sfogliami fino a notte e oltre
oltre la notte e tutte le albe
E imparami. Impara i passaggi più belli
Insegnami i versi più arditi
Fino all’ultimo accento.
Fino all’ultimo punto.
Poi posa il libro sul petto e riposa.
Lascialo – lasciami lì. Dormiamo, adesso.
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(by poetella)
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17 mercoledì Ago 2016
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in(foto di poetella)
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…………………………………………………………….. Sai che pensavo, amore mio?
mentre l’arietta fresca delle sette di mattina trafficava tra i piccoli fiori
del plumbago e in cielo una coperta di nubi stagnava come ovatta bagnata
dopo tanto azzurro troppo azzurro, basta azzurro! quasi a placare con quel grigio
quasi a cancellare, a scolorire, a favorire l’oblio, non trovi che il grigio sia il colore dell’oblio?
Dunque seguitiamo.
…………………………………………………. Dicevo: sai che pensavo, amore mio?
mentre spiavo la pianta delle rose, quella grande, così stanca di caldo, così
prosciugata di forze, languente quasi di sonno, di voglia di ristoro che poi ma da dove
ma quando, per quanto ancora? Si cambi ritmo, carina, adesso. Ci si spieghi.
…………………………………………….Ma sì, dicevo: sai che pensavo, amore mio?
analizzando le mie forze bruciate da troppo rimpiangere, troppo rimescolare
troppo sparpagliare speranze, troppo aspettare risposte negate, insomma
………………………………………….. ecco: pensavo che in teoria dovrebbe essere
arrivata l’ora di farla finita
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(by poetella)
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23 lunedì Mag 2016
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in………………. Sto qui ad aspettare che passi, passi e, Dio, come va lento questo tempo! ora che non si fanno più croci sul calendario, ora che quella fatta è così lontana, una pagina buttata via, buttati via questi miei giorni, questi mesi, questi anni con addosso una scolorita maschera di sorriso e sotto uno sgorgare di lacrime, come lacrime calde queste ore che sgocciolano dall’orologio fermo a quel giorno senza tempo scritto in rosso sulla pelle, quel giorno in cui per l’ultima volta tutti gli angeli in coro hanno cantato
Gloria! E tu cantavi me…
…
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(by poetella)
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24 domenica Apr 2016
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in13 domenica Dic 2015
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Per esempio stare a guardare
le nuvole addensarsi rosa in questo
cielo di dicembre a tratti un volo
poi la raffica sinfonica degli stormi
poi più niente.
Per esempio stare ad aspettare chissà che
e che accada in cielo
ché in terra ormai ci si aspetta poco
qualche macchina solitaria sulla Tiburtina
in una domenica pomeriggio e la gola in fiamme
per non parlare del cuore.
Eppure siamo assetati d’improvviso
la bocca asciutta come fosse agosto
senza una goccia di pioggia.
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(by poetella)
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20 venerdì Nov 2015
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(foto di poetella)
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Sta pesante oggi il cielo
sta greve sul volo del merlo
schiaccia le ali impasta
nubi e sospiri e s’aspetta
s’aspetta lo scroscio – vieni!
che alleggerisca il petto
che sfiati la sacca d’ombra che inzuppi
e lavi e levi
e liberi il respiro gli occhi le mani
innalzi sciolga. Sublimi
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(by poetella)
(foto rielaborata di poetella)
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09 lunedì Nov 2015
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in(foto di poetella)
…ti parlerò delle attese.
Ho veduto la pianura, durante l’estate, attendere;
attendere un po’ di pioggia.
La polvere delle strade s’era fatta troppo leggera,
e ogni soffio la sollevava.
Non era più nemmeno un desiderio;
era un’inquietudine;
ma non è forse inquietudine ogni desiderio, dico io? E non è desiderio ogni inquietudine? Cosa m’impedisce di starmene buona come una gatta al caldo, con gli occhi socchiusi e le unghie ritratte, morbida morbida senza aspettare carezze alla gola o sul tondo della testa, senza aspettare richiami a voce o a gesti, pesante e tiepida e immobile, senza vibrazioni, senza pretese.
Cosa m’impedisce di gustare la preziosità del niente, fare tesoro del niente come un immenso forziere dimenticato da corsari frettolosi e generosi e sconosciuti, pieno di perle e fogli bianchi e pagine immense con minuscole lettere col cuore di fuoco o magari d’acqua. O di vento. O di sole.
Ho visto il cielo fremere d’attesa per l’alba.
Ad una ad una le stelle scolorivano.
I prati erano madidi di rugiada;
l’aria non aveva che glaciali carezze.
Parve per qualche tempo che, indistinta, la vita
volesse indugiare nel sonno,
e il mio capo ancora affaticato si colmava di torpore.
Salii fino al margine del bosco;
mi sedetti;
tutti gli animali ripresero festosi il loro lavoro
nella certezza del giorno imminente,
e il mistero della vita ricominciò a diffondersi tra foglia e foglia.
– poi si fece giorno.
C’è meraviglia, sospensione di dolore, respiro estremamente lento per non smuovere l’aria che sembrerebbe carica di promesse che non sì ha diritto di pretendere, c’è ineffabile stupore in qualunque attesa, che tutta la pace, tutta la calma, tutte le certezze del mondo non potrebbero mai regalare.
Siamo un tempo in levare, noi.
Noi no. Noi non possiamo vivere come una foglia di platano che segue la danza dei suoi colori, verde cupo, più chiaro, giallo, rossastro. Violetto, ocra…e pluf…via nel vento.
No. Noi no. Noi viviamo i lunghissimi tempi dell’attesa come se fossero attimi incatenati uno all’altro, filari di stelle filanti, quelle che facevamo da piccoli in attesa delle feste di carnevale. Ognuno, ogni attimo di un colore.
Ognuno, ogni attimo a legare.
Ognuno, ogni attimo a proseguire.
Mille vibrazioni piene. La conta cantata del tempo
Poi, tanto, si farà giorno…
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(by poetella)
I brani in grassetto tratti da
“I nutrimenti terrestri” di Andrè Gide.
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–
07 lunedì Set 2015
Posted poesia
in(foto di poetella)
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Domandarsi cosa vive sotto sotto
cosa continua a brigare a muoversi
a respirare a correre a tessere legami.
Domandarsi e nessuna certezza
nessuna avvisaglia niente avvistamenti
solo ondeggiare di foglioline
in superficie
tremolii trasalimenti di vento
qualche piccolo fiore. Sassi.
Mai sollevare da terra un grosso sasso – nonna insegnava –
chissà cosa ci trovi sotto.
Che c’è sotto sotto questo mio
mezzo sorriso – figuriamoci se andarlo
a cercare –
Che sia mezzo, poi, non dovrebbe essere già molto?
Che basti.
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(by poetella)
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02 domenica Ago 2015
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in01 sabato Ago 2015
Posted poesia
in(foto dal web)
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Tuttavia confessiamocelo si fa
qualcosa e s’aspetta che
da quello scocchi qualcos’altro.
E poi qualcos’altro.
S’aspetta.
Che avvenga come quando stelline di capodanno
stelline una dopo l’altra
una dopo l’altra accese
una con l’altra
si scambino
minuscole scintille d’amore.
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(by poetella)
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24 mercoledì Giu 2015
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13 mercoledì Mag 2015
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(foto di poetella)
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Tutto un trillare oltre la vasistas aperta.
Ora, ecco, cinque, sei note
ora un’unica, diversa
ripetuta tremolante come un gorgoglio d’acqua. Sovrapposta a quelle.
E s’aggiunge un altro scintillio sonoro, Acuto. perentorio.
Ignoro la provenienza di questo concerto.
I suoi singoli musici.
Ognuno il suo discorso d’amore intrecciato ai rami.
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Attendono risposte mentre io
in allerta
scruto il domani
come raggio filtrato tra il verde
ancora verde dei miei giorni
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(by poetella)
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20 lunedì Apr 2015
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(foto di poetella)
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Come se una mano invisibile, eppure ne sentiamo il tocco, lo sentiamo preciso, deciso, saldo, come se una mano invisibile ci guidasse al sorriso.
Verso quella radura distesa, dolcemente assolata di prima mattina, fresca d’aria dalla montagna, dove non c’è più posto, né ci sarà più possibile collocazione del dolore.
Dove tutto ci scorrerà accanto solo come molteplicità di colori, di profumi, di note.
Di invito alla gioia.
E dunque è l’ora!
Ci si metta in cammino. È giorno. Ormai da un po’.
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(by poetella)
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26 giovedì Mar 2015
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in(foto di poetella)
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Possiamo dunque abituarci a questa nuova nuance
d’azzurro? A questa voce sconosciuta
al nuovo delle parole antiche ritrovate
ripetute aspettate assorbite
come acqua di pioggia dopo l’afa.
Del deserto.
Possiamo dunque abituarci a sentirci Dea
su un altare straniero con altri fiori
altre luci altre preghiere?
Altri miracoli.
Miracolosa primavera che stani l’inverno
e lo scalzi via
con quelle tue mani di terra e di sangue
che torna a fluire. Impetuoso e gaio.
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(by poetella)
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25 mercoledì Mar 2015
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in(foto di poetella)
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Dunque, vedi come ricomincia tutto di nuovo?
E sì che la giornata, apparentemente, grigia.
Sgocciolio di pioggia già per tutta la durata della notte.
Al mattino presto i sottovasi colmi d’acqua
la testa colma di presupposti.
Ci si penserà più tardi. Ora fuori!
E la strada lucida lucida col riflesso dei fari a farla palpitare
e intanto sorridere camminando veloce, l’ombrello aperto
riflessi di rosso nell’aver qualcosa da aspettare.
Quello il segreto.
Anche la musica in cuffia
più gradevole del solito. Pensa!
[comunque non cominciamo a farci illusioni, carina.
No, no! Hai imparato, vero? Sarà vero?]
Eppure, camminare come volando.
Tutto sta ricominciando.
Strano che sia esattamente come quella volta.
Dicono che sette sia un numero Karmico.
Sette giorni, sette mesi, anche sette anni.
Già. Sette anni.
Stavolta, settantasette volte sette più saggia. Giuro.
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(by poetella)
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23 lunedì Mar 2015
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in(foto di poetella)
La primavera che s’infila tra i passi, stamattina. Accelerare per tenere il ritmo della viola. Tralla – lalalla – la la la la là- Mi viene da sorridere, pensa te!
La primavera ha bussato ed è entrata. Gentile, lei. Portando doni.
Che stupore ogni volta che.
Non ci si abitua mai all’emozione, schiaffatelo in testa. E ce n’è da… ce n’è.
Sarebbe singolare abituarsi, no?
Dunque. Procediamo.
Che poi io lo so che non è solo in questo concerto di fiori. Anche il primo papavero, stamattina.
Non è solo in questo slargo di cielo. O nei voli.
È anche, chi l’avrebbe detto? in quei due grandi occhi scuri, sguardo schietto, pagina miniata di sottili, misteriose meraviglie. Tutte da scoprire. Si ricomincia l’avventura?
Quei due grandi occhi scuri che da un po’…
Anche stanotte, per dire, in sogno…
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(by poetella)
(beh, la formattazione è un po’ scadente, ma sono a scuola, in un’ora di buco, con un pc giurassico… sorry!)
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20 venerdì Mar 2015
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Quel giorno che il bosco
ammutolito. Immobilizzato. Niente più, neanche un fruscio. Possibile? Quel giorno che tutta una nebbia forte, improvvisa, un’ombra diffusa. L’aria che si raffreddava velocemente. Come si fosse lasciata aperta la porta dell’Ade e da lì, spifferi. Gelo.
Quel giorno che le felci, i mirtilli, le fragole, tutto ingoiato dall’ombra. L’Angelo sterminatore che si sdraiava sul mondo. Zitti! Tutti zitti!
Tutti i voli fermi. Mille e mille zampette dei minuscoli signori dei tronchi, mille e mille alette dei leggeri abitanti dell’aria profumata, fermi. Bloccati in un’allerta di attesa.
La luce negata. La luce velata. La luce imprigionata da un sortilegio malefico e affascinante.
Il sole d’agosto rapito da un demone. Il sole dell’11 agosto 1999.
Poi l’Angelo del Bene sorrise.
E tutto tornò come prima.
Ed io l’aspetto.
So che tornerà. E con lui la luce.
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(by poetella)
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09 lunedì Feb 2015
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(un video di poetella)
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Non che si voglia necessariamente stare a cercare similitudini. Una canna di fiume. Il suo elastico ondeggiare. La sua elegante cedevolezza e quella spinta capricciosa e testarda verso il cielo.
Ci sentiremmo così, dunque?
Sicuramente ci si avvia ad una consapevole morbidezza. Ad una placida condiscendenza.
Questo è un fatto. Fluire. Lasciare che l’umido, morbido pennello del tempo passi e ripassi sul dolore. Lo cancelli o semplicemente lo sfumi. O magari lo fissi. Gli impedisca di sbavare. D’espandersi.
Ci stiamo placando. Anche il vento, senti? che stanotte e anche stamattina…
Ecco. Finito.
C’ha lasciato ovviamente un’accelerazione del cuore.
Ma sarà stato poi il vento?
Continuiamo, più calmi, noi che perdemmo, ad aspettare, senza pentimento, un ritorno.
Impensabile convincersi di non ritrovare prima o poi quell’azzurro d’ occhi o la chiave di casa
costretti ad un eterno vagabondare senza pace.
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(by poetella)
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20 sabato Dic 2014
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E, comunque, che ne sappiamo noi?
Che limite invalicabile, col filo spinato e la corrente, ha la nostra ragione?
Dove può mai arrivare, anche se sempre abbondantemente, scrupolosamente, alacremente nutrita, la nostra conoscenza?
Io ci rinuncio.
Io non mi incaponisco più a voler capire. A volere dare nomi, cognomi, indirizzi.
A cercare spiegazioni, motivazioni, caselline per incasellare, cellette per imprigionare.
A cercar agganci. Verificare. Motivare.
Ci rinuncio.
No, non dico che, certo…
Non pontifico. Non catalogo. Non marchio. Ma sì, lo so, lo so che c’è qualcosa.
Le famose ali di farfalla. La rete di connessioni. C’è. Sicuramente. Ci deve essere
se io, io da quel giorno, da quel giorno sempre più lontano, lontano come ogni giorno passato, indimenticabile, come molti dei giorni passati, se io da quel giorno, ogni giorno, appena alzati gli occhi al cielo, uscendo di casa, o guardando fuori della finestra nei giorni in cui non esco,
o guardando in su rientrando stanca o meno stanca,
o alla stazione, in attesa di un treno,
o al ritorno in città dopo una breve vacanza con mia sorella, il mio Chirone guaritore,
se io, guardando il cielo vedo quel volo che mi slarga il cuore volteggiandomi davanti agli occhi, mentre ricordo quel tuo
– E’ possibile. Ho affidato la mia anima ad un gabbiano, tempo fa…-
E dunque…
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(by poetella)
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21 venerdì Nov 2014
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in(foto di poetella)
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Lasciamoci convincere dal cielo
che succede?distendiamoci
slarghiamo le pieghe di questo cuore
spianiamo
guardiamolo questo cielo
lasciamo, lasciamolo a placarci
a togliere spine e sassi
a schiarirci
le strade in petto
lasciamo che gli occhi s’impregnino
d’azzurro
si dissetino, gli occhi
trovi pace, trovi ristoro, ristoriamolo
quest’affanno che ci chiude
la gola ci scuote la terra ci taglia le ali
e taglia fame e sonno
e mette catene ai sogni.
Sleghiamoci. Guardiamo in su. C’è festa.
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(by poetella)
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06 lunedì Ott 2014
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in.
Stare a guardare il fiume.
Che altro?
Stare fermi a guardare il fiume che si muove
per te
te che stai immobile legata bloccata come sulla
cima gelata del ghiacciaio più alto
più antico serrato tra altri alti e antichi e scintillanti
ghiacciai
tutti soli
tutti monumenti di freddo
che ti consoli a saperti lì, la tua solitudine tra le solitudini
nella Bellezza del Mondo. Lontana.
Stare a guardare il fiume
lo scintillio mobile di minuscoli desideri
di luce
di minuscole vibrazioni di pensiero
tutte verso quel largo, lontano e accogliente
e desiderato inevitabilmente verso
inevitabilmente ancora e ancora
mare d’amore.
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(by poetella)
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05 domenica Ott 2014
Posted poesia
in(foto di poetella)
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qui la voce di poetella (che non ascoltate quasi mai…)
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Potrà bastare la Suite per violoncello n°1
chiedo, potrà bastare per tutto il giorno il ricordo
dopo quest’ascolto ripetuto come si ripete una battuta al piano
mille volte mille volte per farla entrare nelle mani
e nel cuore
– i tuoi occhi dove sono finiti? Potrei dimenticarli, sai?-
quel ronzio appassionato, quel richiamo accorato
quell’accorato
implorante ripetuto cercare la bellezza.
Potrà bastare la Suite per violoncello n°1
a tenere bene il respiro in petto
e non farlo scappare via verso dove verso chi
– Ma lo sai verso dove verso chi! Non fare la stupida, carina! –
Potrà bastare a tenere le mani in grembo
senza cercare attorno qualcosa che non c’è senza
cercare di ricostruirlo nella schiuma del latte
e poterselo bere e tenere in se
assorbirlo trasformarlo in
per sempre mio.
Proviamo.
…
…
…
(by poetella)
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