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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

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Archivi tag: crescere

Dice: E’ Urano. Il transito di Urano…

26 venerdì Ago 2016

Posted by poetella in poesia

≈ 7 commenti

Tag

astrologia, consapevolezza, crescere, dolore, malattia, pianeti, terrempoto, Urano

artwork-mystery-symbols-symbolism-mystic-gravity-falls-fresh-hd-wallpaper.jpg(foto dal web)

 

 

Dice: E’ Urano. Il transito di Urano. Ogni sette anni. Circa. Urano è cambiamento.

Dice: Dobbiamo cambiare. Dobbiamo capire in cosa non siamo aderenti al nostro progetto.

La sto a sentire. Davanti alla tazza di caffè, al tavolino in balcone. È fresco. Si sta bene. La città è silenziosa. Ancora semideserta. Semiaddormentata. Solo la sua voce al telefono.

Dice: I pianeti ci insegnano. Ci indicano. Se non vogliamo capire con le buone usano le cattive.

Dice: Che ti pare perché mi sono ammalata? Perché non volevo capire. Che devo fare per farti capire, dice Urano? Ti faccio ammalare. E vediamo se capisci. Ho capito.

 

La sto a sentire. La sto sempre a sentire. Intanto penso a me. O cambi o ci penso io a farti cambiare. Già. Lo so bene. I pianeti ci guidano. Sto cominciando a convircermene.

Dice: Dobbiamo lasciare andare quello che non è nel nostro progetto evolutivo. Dobbiamo riconoscerlo e lasciarlo andare. Se non sono casini.

E se noi lo lasciamo andare e chi ci sta vicino no? Dico io.

Dice: Sono casini uguale. Siamo tutti collegati. Gli errori degli uni li pagano tutti.

…………………………………………………………………… Quindi?

Dice: Chi capisce si salva. Chi no, no. Tipo diluvio. Hai presente?

 

Bah… ci manca solo il diluvio, adesso. Ci manca.

…

…

…

 

(by poetella)

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E se io avessi detto…

23 martedì Feb 2016

Posted by poetella in poesia

≈ 12 commenti

Tag

autostima, crescere, liceo artistico, Liceo Classico, papà, sbagli

pianto...

(foto di poetella)
.
…………………………….. E se io avessi detto Ok, papà, come vuoi tu,
vado al Classico. Se avessi detto Ok, ok, come dici tu. Quello lì non è
giusto per me, papà, hai ragione, fuma troppo, è troppo magro, hai ragione tu, non capisco niente, neanche di me, soprattutto di me, e tu magari capisci, tu hai vissuto, tu lavoravi già a 16 anni, ti facevi 100 chilometri in bicicletta al giorno e poi la guerra, sei anni di prigionia e trapiantato in un’altra città, in un’altra nazione, tu capivi, tu sapevi cosa serviva per vivere bene, ma io? Io ti potevo cedere? Potevo coi miei sì, hai ragione, arrendermi all’evidenza che la ragione era tua e non mia? Pure una figlia comunista! Ma dai, papà, ma quale comunista! Ma i comunisti non esistono più!
Ma che ci troverai mai in quello lì? Ci trovavo che era il contrario di te. A naso all’aria ti volevo dimostrare che lui era meglio di te e anche io meglio di te, quindi. Che non me lo dicevi mai. Ma perché?

…………………………….. E se io avessi detto Ok, papà, come vuoi tu,
niente liceo Artistico, che E’ una scuola di pazzi e te sei già pazza di tuo, ma io non ero pazza, papà, tutta scena. Avrei solo voluto che una volta, una sola volta, m’avessi detto Che brava che sei! Che bella!
Che figlia straordinaria che c’ho! Una volta sola, papà. Mica tante altre. Una sola, piccola piccola.

Sai i casini che ci saremmo risparmiati. Ma ormai…
…
…
…

(by poetella)

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Ora dovremmo saperlo …

11 venerdì Dic 2015

Posted by poetella in poesia

≈ 16 commenti

Tag

amore, consapevolezza, crescere

 

20150727_104222(foto e rielaborazione di poetella)

.

Ora dovremmo saperlo
almeno immaginarlo ora
dovremmo avere quello slargo d’orizzonte vedere
quella linea lievemente curva di confine
tra reale e sogno ora
dovremmo aver imparato la via più nascosta
nebbiosa in salita su, su, verso il libero cielo
ora dovremmo aver capito
che un conto è questo
un conto è quello

che se è così non vuol certo dire
che.
Ora dovremmo essere cresciuti
sopravvissuti alla grande marea alle onde alte
di questi amori
inesorabilmente spariti

dall’inquadratura dei giorni
…
…
…

(by poetella)

.

.

 

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La signora giocava a…

03 giovedì Set 2015

Posted by poetella in poesia

≈ 9 commenti

Tag

amore, crescere, delusione, fine della speranza, fine di un amore

bimba(foto di poetella)

.

.
La signora giocava a chiedere voce alle ombre. Che non ne avevano.
La signora si rivolgeva allora ai fiori, ma dove? Ma quali? E le nuvole, le nuvole, poi. Così irrequiete. Sfuggenti. A chi, come mettersi in contatto con le risposte?
Gabbiani? Era un po’ che non ne vedeva.
Quei suoi dove sei restavano dondolanti in un vuoto d’aria. Come sangue rappreso.
Bolle di sapone, meglio. Qualcosa di inafferrabile, trasparente. Lieve. tuttavia incombente.
E tremendamente fragile.

Non era un gioco, diciamolo.
C’era poco da divertirsi. Non che la signora avesse mai insistito sull’aspetto ludico della cosa. Sbagliando, probabilmente. Chi sapeva più di lei, la signora immaginava di sì. Chi sapeva più di lei era da sempre in grado di giocarci su. Con disinvoltura. O di mettere via il giocattolo. A giochi finiti.

Era questo il punto.
Giochi finiti.
Vai a convincere un bambino che è ora di cena.
Specie se a cena c’è una minestra.

La signora era forse ancora una bambina?

Male. Molto male.
…
…
…

(by poetella)
Sonata for Oboe and Piano, Francis Poulenc. 1-Elégie

.
.
.

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Ma la luce intravista…

28 sabato Mar 2015

Posted by poetella in poesia

≈ 3 commenti

Tag

amore eterno, crescere, pensavo fosse amore invece..., poesia, serenità, speranza, viaggi

Ma la luce intravista, qual balenio fiammante
la luce intravista potremmo mai prenderla
per un faro?Una guida sicura? Il segno
inequivocabile da seguire, fidando?

O piuttosto sarà lo sfolgorio fatuo di un fuoco
d’artificio, attraente, sì, emozionante
raro e prezioso
radioso frammento tremante di stella
tuttavia
destinato, l’effimero
a scomparire sminuzzandosi in un canto
di minuscole fiammelle cadenti?

In ogni caso, benvenuta
benedetta la sua luce.
Ristoro dopo tanto buio.
Quasi si fosse tornati da un’Ade ctonio
fino a quel momento disperando

invocando un benefico ritorno in superficie.

…

…

…

(by poetella)

(video di poetella)

.

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Aver camminato…

01 lunedì Dic 2014

Posted by poetella in poesia

≈ 13 commenti

Tag

crescere, fine di un amore, fotografia, nostalgia, poesia, tristezza

10371959_10204571831288028_3826880015669402731_n(foto di poetella)

Clicca qui per ascoltare
.

Aver camminato davvero tanto
vento non vento freddo sudore
davvero tanto
strade di dubbio e certezza in vortici
mulinelli
aver accumulato e disperso
accumulato e disperso a manciate
come foglie in autunno chicchi di grano
polvere di sogni sgretolati e riplasmati
passo dopo passo. Ancora.

A volte non sapere nemmeno
se si sia trattato di moto rettilineo uniforme
verso l’orizzonte o un andare
in circolo, alla cieca. Labirintico.

Ché, dico, mi sono spostata o sono
ancora al punto di partenza
valigia in mano?

Venissi tu a portarmi ancora in volo
sulla tua schiena alata.

Ma non verrai. Dovrò cavarmela da me. Al solito.

…

…

…

(by poetella)

.

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Lasciamoci convincere…

21 venerdì Nov 2014

Posted by poetella in poesia

≈ 15 commenti

Tag

attesa, crescere, dolore che si placa, fine di un amore, fotografia, il cielo, speranza

tutto fermo

(foto di poetella)

Clicca per ascoltare (e clicca!)

.

Lasciamoci convincere dal cielo
che succede?distendiamoci
slarghiamo le pieghe di questo cuore
spianiamo

guardiamolo questo cielo
lasciamo, lasciamolo a placarci
a togliere spine e sassi
a schiarirci
le strade in petto
lasciamo che gli occhi s’impregnino
d’azzurro
si dissetino, gli occhi
trovi pace, trovi ristoro, ristoriamolo
quest’affanno che ci chiude
la gola ci scuote la terra ci taglia le ali
e taglia fame e sonno
e mette catene ai sogni.

Sleghiamoci. Guardiamo in su. C’è festa.
…
…
…

(by poetella)

 

 

.

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Leggo. Ogni tanto guardo …

16 domenica Nov 2014

Posted by poetella in poesia

≈ 8 commenti

Tag

amore, crescere, fine di un amore, fotografia, il cielo, leggere, musica, tristezza

leggo...(foto di poetella)

Qui per ascoltare poetella

.

.

Leggo. Ogni tanto guardo il cielo, pagina larga. Stendo il cuore. Vastità che accoglie.
Inseguo il galoppo di quel fiotto di nubi. Poi quelle più lente. Poi un volo. Che sparisce nel vano della finestra. Dove andrà mai? Dove se ne andranno mai tutti questi esserini liberi?
La sonata per oboe e piano di Poulenc nell’aria, il tic toc della pendola, fuori tempo.
Un po’prima, un po’ dopo.

Io nell’adesso. Tu in mente.
Tutte le bellezza, tutte le seduzioni addormentate sotto la coperta azzurra del tempo. Tutte le bellezze da parlare piano o tacere. Ché ora non è tempo. Zitta.
Leggi. Aspetta. Scrivi.

Un po’ vai avanti. Un po’ no.
…
…
…

(by poetella)

 

 

 

.

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Ed io continuerò a parlare con…

07 venerdì Nov 2014

Posted by poetella in poesia

≈ 4 commenti

Tag

amore eterno, crescere, fotografia, il cielo, poesia, serenità

IMG_3758(foto di poetella)

Clicca per ascoltare poetella

.

Ed io continuerò a parlare con te
il mio più caro maestro il mio amico
il mio saggio della montagna
montagna lontana come gli astri in cielo
e lontano il cielo, ma chi non lo vede?
Guardo sempre il cielo. A volte inciampo pure
per guardarlo

ed io parlerò sempre con te
come parlo alla mia amica morta
– sono ormai otto mesi, pensa! –
camminando o cucinando o sfogliando vecchi album
di fotografie dove non ci sei
oppure ripulendo i cassetti del cuore da
tutte le brutture del mondo
ti parlerò, ti parlerò senza aspettare risposte
continuerò a parlarti
senza cercare la tua voce
nel canto della pioggia
(era così dolce quella voce)
o nel suono di un clacson
(come mi faceva trasalire!)
oppure nel tic tac della pendola uno dopo l’altro
uno dopo l’altro
(suono che sai che ritorna)

Continuerò a parlarti e, lo sai?
se guardando il cielo dovessi vedere
un gabbiano che lo solca limpido come il pensiero dei giusti
saprò che la tua
nobile anima libera mi viene a salutare
mi indica la via.

Sarai il mio eterno spirito guida
…
…
…

(by poetella)

 

.

.

.

 

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E non ti aspetterò mentre …

24 venerdì Ott 2014

Posted by poetella in poesia

≈ 18 commenti

Tag

bastarsi, crescere, distacco, serenità

e non ti aspetterò(foto di poetella)

.

.
E non ti aspetterò mentre i continenti proseguiranno
la loro inarrestabile
deriva
e le foglie e le gemme e i fiori lentamente
molto lentamente cresceranno
e moriranno e cadranno, molli.

Non ti aspetterò più mentre il sole sparirà
dall’altra parte del palazzo
e io lo saprò, perché il cielo si tingerà dolcemente di rosa
e non ci sarà un volo a fluttuare nell’aria.
Né piccioni né cornacchie né
tantomeno gabbiani. Niente e silenzio.

No, non ti aspetterò mentre impercettibilmente
i miei capelli e le unghie cresceranno
ed io saprò che tanto poi taglierò
o ignorerò.

Sai, no, no, non ti aspetterò più
perché so che io non sono le tue unghie
né i tuoi capelli. Né la tua anima.
L’ho creduto, ma no. No.
Ognuno ha la sua.

Fortunatamente. Unica. Indivisibile. Insostituibile. Sua.
…
…
…

(by poetella)

.

.

.

 

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Che poi non è questo. Non è questo amore mio…

20 lunedì Ott 2014

Posted by poetella in poesia

≈ 10 commenti

Tag

amore, autostima, consapevolezza, crescere, fine di un amore, fotografia

1939716_10204298954426277_7069653128657534494_n(foto di poetella)

.
Che poi non è questo. Non è questo amore mio.
Non è la perdita, la fine. Quella era già scritta. Da sempre. Tutto finisce. Niente è per sempre. Anzi, troppo era già… no, troppo no. Troppo, mai.
Non è la perdita. È l’intollerabile crepa nell’immagine. La mia immagine. Che prima splendeva di luce propria.
Dico, e ora? Sono ancora lucente? Ancora l’isola felice? Ancora la nuvola, il gabbiano libero, ai tuoi occhi?
Non lo so più.
Né me lo dici. Taci.
Certo, si tratta di perseverare, di tenere duro, di non farsi tentare dalla fuga nelle parole, ci so fare con le parole io, lo sai. Sarebbe facile. No, niente domande, niente richieste. Niente suppliche.
Le suppliche.
Bella conquista, cara mia, tu che prima, anni fa, prima di lui, andavi elemosinando, assediavi, bombardavi di dimmi, dammi, ascoltami, chiamami, cercami. Tu che prima di lui eri una piagnucolosa che cercava di intenerire, di commuovere, di convincere. Ma che vuoi convincere?
O è o non è.
Guarda come sei riuscita ad incapsularti in un rigore quasi altero, in un silenzio che sbandiera autonomia, o per lo meno accettazione. Niente piedi pestati, niente strepiti. Niente capricci. Con lui.
Bella forza.
No, dico, bella dimostrazione di forza. Brava!

E se l’immagine s’è inquinata ai tuoi occhi, ai miei occhi la mia immagine splende.
Anche questo, amore mio, grazie a te. Anche se fuori c’è la nebbia.

Ecco.
…
…
…

(by poetella)
Monteverdi – Toccata – Orfeo
.

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Sono le pause tra un dolore e…

16 giovedì Ott 2014

Posted by poetella in poesia

≈ 15 commenti

Tag

amore, claude debussy, crescere, fotografia, luce, serenità, speranza

IMG_4235(foto di poetella)

Qui per ascoltare poetella

.
Sono le pause tra un dolore e l’altro, sono quelle, la loro durata, la frequenza del loro intrufolarsi tra un respiro accelerato e quella fitta continua all’altezza del diaframma che, sarà cosa? Stomaco? Fegato? Cuore?
Cuore. Dove? Quanto? Fino a quando?

Sono le pause quiete tra un dolore e l’altro, al termine di un’intollerabile successione d’accartocciamenti dell’anima, foglio d’alluminio lucente un attimo prima di lanciarlo rabbiosamente nel contenitore, diligentemente, per la raccolta del metallo.

Sono quelle, sono le pause adesso piuttosto frequenti tra un dolore e l’altro
Pettine che sbroglia i capelli
Caramella che interrompe il digiuno
Finestra spalancata e fuori tutta l’aria viziata ammalata di marcio, di stantio, di fermo.
Di vecchio.

Sono le pause tra un dolore e l’altro e il loro ripetersi sempre più ravvicinato, benedette!
che cominciano a farmi sospettare di poter sperare che forse.

O forse no. Non so. Ma intanto.
…
…
…

(by poetella)

 

 

 

.

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Questo mio stare tuttavia come…

23 martedì Set 2014

Posted by poetella in poesia

≈ 3 commenti

Tag

amore, bellezza, crescere, fotografia, gioia, il cielo, musica, ti amo

SAM_1181(foto di poetella)

Questo mio stare tuttavia come di vedetta
a sorvegliarmi i pensieri spiare la luce
che mi viene da dentro
prendere spunto dagli schiaffi
del vento
e dunque assestare il passo
e Bach aiuta, eccome se aiuta! a bruciare cataste di foglie
cataste di vecchie storie di vecchie
foto. Che lo vedi? non mi somigliano più. Espressione troppo dubbiosa
o troppo fiduciosa. Guarda adesso i miei occhi.
Altra roba. Vero?

Osservami, controllo il pendio della strada
in salita senza più scivolare senza
indietreggiare.

Camminiamo affiancati su due scie di cometa
amico mio, alti, lontani
oltre le vette le valli e i traffici meschini dei giorni.

E m’affido al tempo
al chiaro del cielo e a te, il più amato maestro
e a questa me che da dentro mi chiama
per nome e sorride.

E intanto cresce. Ancora e ancora. E ancora.
…
…
…

(by poetella)

Tzvi Erez plays Bach_ Prelude 1 in C Major BWV 846 

 

 

.

.

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No, non scriverò…

10 giovedì Lug 2014

Posted by poetella in amore?, desiderio, farfalle, libertà, lontananza, scrivere a...

≈ 29 commenti

Tag

amore, attesa, crescere, fotografia, nostalgia, silenzio

cassetti(foto di poetella)

 

qui se volessi ascoltare  poetella

(che davvero è tutta ‘n’altra cosa!)

 

 

 

No, non scriverò, ti dicevo

per fare crescere il fuoco, soffiarci su e custodirlo.

Senza dispersione.

Ma lo sai, no?

Lo sai che sono sempre miniera di dubbi, soffio sulla cenere e si scompiglia tutto.

Lo sai come sono, no?

Bene o male, fatta bene o male, non so.

Tanto per cambiare.

Non so mai.

Ma no, non scriverò, ti dicevo

ché a stare troppo serrati, accostati, collegati, si perdono i confini.

Si frantuma l’essenza.

Poi, diciamolo, chi mai ha voglia di cercare qualcosa che già sta lì, nel cassetto grande,

quello che si apre bene, non s’incastra, scorre via come il tempo.

 A  che serve cercare. Apri, prendi. Richiudi.

 

E invece no. Io no.  Noi no.

Dunque no, non scriverò.

E non perché così tu. O forse sì, vallo a sapere.

Non lo voglio sapere.

Comunque no. Credo di no.

Magari per non, sì, lo sai? sai tutto tu, vero?

per non stare sempre lì, davanti ai tuoi pensieri, forzandoli. Per intrusione.

Un inserimento meccanico non richiesto.

Una mosca che entra dalla finestra e non riesce più a uscire.

Non mi piacciono le mosche. Mi piacciono le farfalle.

Quelle che non le prendi mai e magari ti si posano su un dito, così, perché va a loro.

E tu lo tieni fermo per non farle scappare via. Belle vero?

Come le tue farfalle, ti ricordi?

Io sì. Tanto tempo fa, eppure…

 

Comunque, tornando alla questione

no, non scriverò, ti dicevo. Cercami tu.

 

Anche se certe volte mi prende una gran paura d’evaporare,

sfumare via, dissolvermi del tutto  dal tuo mondo e, peggio,

vederti svanire dal mio.

Al calore di tutte le distrazioni del vivere.

 

Sì, sì, certo, lo so. Lo so. Non lo credi possibile.

Ma va’ a sapere. Hai visto mai?

…

…

…

(by poetella)

 

 

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beh…questo è l’ultimo. Credo.

28 sabato Giu 2014

Posted by poetella in amore?, centellinare, consapevolezza, desiderio, foto di poetella

≈ 4 commenti

Tag

amore, attesa, bellezza, crescere, desiderio, far durare la voglia, fotografia, poesia

IMG_4402

(foto di poetella)

E sentitela, cavolo!cliccate qui!

Senza paragone
come dissolvere i desideri le pretese le attese
con un sicuro mestiere imparato
imparata l’arte di centellinare
come si centellina il libro che più ti prende e ancora una pagina
e ancora una. E poi no.
Lasciatele lì.
Che resti quel seme di desiderio che

senza paragone!
come le ultime gocce del tuo profumo preferito
oggi non lo metto. Domani? No.
E neanche dopodomani. Che

senza paragone
come tuffarsi nelle più ardite fantasie
così sarà quel giorno profumato ancora di

Senza paragone
avere sempre questo
spago d’oro che mi tira mi attira mi sazia mi strazia
di te.

E tu, maestro che sorridi e fai sì.
…
…
…

(by poetella)

 

 

Fauré Berceuse for violin and piano

 

.

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Ho appreso l’arte …

15 domenica Giu 2014

Posted by poetella in amore?, astri, consapevolezza, crescere, maestri, poesia

≈ 8 commenti

Tag

amore, bellezza, crescere, fotografia, poesia, serenità, ti amo

img_4874

(foto di poetella)

qui puoi ascoltare poetella

 

 

Ho appreso l’arte del fermare

l’arte del trattenere e rilasciare

scavalcare il fosso

tenermi la freccia in petto

aprire la finestra cambiare aria

vedere nella notte.

 

E me ne sto a guardare adesso questa cosa mia

ribaltamento del mio dentro

di terra scura

Ci sono incontri d’astri

che snebbiano il cielo

altri te più alti

che portano su, in cordata

 

Ribaltamento del mio dentro

di terra umida. Bene. Guardiamo

questo germinare, seme e seme dentro seme

e radici e fusto e foglie

sui rami spalancati alla luce

 

E tu! Ah tu, fiato

del mio campo

mio sapiente cultore

mia stagione dell’aratura

e della semina, della cura e raccolta

e del morso

 

Tu che m’hai fatto pianeta fertile

moto perpetuo

rotazione e rivoluzione

attorno alla chiara gioia

guarda, specchiati in me. E brilla!

…

…

…

(by poetella)

 

(9.05.2012… quando avevo tempo per scrivere!)

 

 

 

 

.

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Si sono tutte aperte…

21 mercoledì Mag 2014

Posted by poetella in amore?, anima, aspettando la vecchiaia, Bellezza, consapevolezza, cosa sarà di noi?, crescere, fine di un amore, fiori, fiori di poetella, foto di poetella, fotografia, i miei fiori, la memoria, lasciamovolareilpalloncino, malinconia, mi manchi, nostalgia, paura di non amore, peonie, ricordi

≈ 17 commenti

Tag

amore, crescere, fine di un amore, fiori, fotografia, nostalgia, ti ricordi, vecchiaia

10262120_10203220025653732_8304946550249745405_n(foto di poetella).

.

 
Si sono tutte aperte. Tutte e tre.
A una stanno cominciando a cadere dei petali. Bianchi. Sottili. Sembrano riccioli di burro.
Mi ricordano, per lo meno, riccioli di burro. Come quelli che trovavo, e mi parevano magici, non da mangiare, non da distruggere spalmandoli sul panino caldo, quelli che trovavo nella vaschetta di cristallo rettangolare con gli angoli stondati e il cucchiaino a paletta d’argento accanto a quelle altre tonde, ciotoline con dentro marmellate di vari colori. Tre, mi pare. o due. Non ricordo bene. Ricordo solo che mi piaceva più di tutte quella rosso chiaro.
Mamma diceva, tutta bella, tutti i capelli rossi lunghi, tutta elegante nel suo prendisole di piquè rosa, al tavolo della prima colazione dell’albergo, al mare, mamma diceva che quella era di fragole. La mia preferita. Ancora adesso. Mangia e non ti sporcare.
E allora avevo quattro anni.
Pare che i gusti io non li cambi molto di frequente.

Anche le peonie mi sono sempre piaciute. Ne avevo una di organza applicata sulla camiciola verde menta, a quattro anni, all’albergo al mare.
E mi piaceva da matti.
La toccavo per essere sicura di non perderla. Sicura. Sempre.
Le peonie hanno una bellezza dolente. Ci senti dentro tutta la malinconia della fine.
Ci senti dentro una musica d’oboe. Fonda. Struggente.
Un profumo d’oblio.
Una sta perdendo i petali. Destino.
Quando saranno sfiorite ne comprerò altre.
Loro, posso ricomprarle.
Almeno per qualche altra settimana.

Poi, non più.
…
…
…

(by poetella)

 

Oblivion (Piazzolla)

 
.

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Bene. Dobbiamo prepararci…

21 mercoledì Mag 2014

Posted by poetella in aspettando la vecchiaia, oggi non gira, poesia

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Tag

amico ritrovato, anima, crescere, fine di un amore, fiori, fotografia, poesia, vecchiaia

10307382_10203212378062547_8657158712343624452_n(foto di poetella)

.

.
Bene. Dobbiamo prepararci
tenere a posto tutte le cose continuare
costantemente ad imparare la strada tenerla
bella pulita sgombrata da residui di tracciati già scritti
previsti prevedibili sbocchi di svolte
improvvise
improvvise cadute di tensione
sbarramenti alle nostre residue nuove emozioni
tenere gli occhi belli aperti e la bocca
pronta predisposta a fare oh! Oh!
col libricino dei ricordi a portata di mano
benedetti! Da aggiornare. Via via.

Dobbiamo immagazzinare la luce e l’aria
e il calore e il colore o magari il tepore
e l’allegria e la gioia, sì, la gioia di qua e di là
nei fiori? Si faccia esperto giardinaggio
si studi. Si scatenino passioni spassionate per quadri
e vite d’altri nelle pagine e pagine ammonticchiate
nella memoria e nelle librerie
o negli occhi neri d’oriente dell’amico ritrovato (caro!)
nel miagolio affettuoso del gatto adottato
dal condominio
nel profumo di gelsomino e di peperoni arrostiti
ché l’amore…

ché, stella stellina
la notte s’avvicina
la fiamma traballa
la mucca è nella stalla…

no. Questo non c’entra proprio niente, adesso.
Noi si guarda avanti. Noi.

Verso l’aurora.
…
…
…

(by poetella)

 Rachmaninov – Elegia in MI bemolle minore – Op.3 No. 1

 

 

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Dov’è finita quella…

06 martedì Mag 2014

Posted by poetella in 6 maggio, amore?, anniversario, foto di poetella, poesia

≈ 19 commenti

Tag

amore, anima, crescere, fotografia, gioia, poesia, sesto anniversario, ti amo

laluce-verso-il-sole

(foto di poetella)

A te
mio specchio magico
mio maestro
mia fiaccola sulla via
mia via
mio tutto

buon anniversario. E…

 

Dov’è finita quella me
quella me di allora
riposta in qualche vecchio album
messa via da non guardare
non più
talmente poca cosa
quella me di allora
talmente leggera in balia
talmente attaccata allacciata
abbarbicata bloccata

aveva paura
quella me di allora
prima di, prima, prima
prima di trovare il calco
del suo esistere
e aderire
ogni fibra ogni cellula
molecola atomo
puntolino infinitesimo di sé.

Aderire
guscio che trattiene protegge
fa crescere

melodiosamente. Indisturbata. Amando.
…
…
…
(by poetella)

 

 
Brian Eno – Deep Blue

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A guardare un po’ indietro…

15 martedì Apr 2014

Posted by poetella in acacia fiorita, amore che salva, crescere, fiducia, foto di poetella, poesia, sogni nei cassetti, superarsi

≈ 17 commenti

Tag

amore, bellezza, com'ero sciocchina!, crescere, fotografia, il cielo, poesia

20140415_074635(foto di poetella)

.

.
A guardare un po’ indietro
e vedere una me più
piccola
vacillante sul bordo
titubante in cima e in fondo
confusa rinchiusa dentro
un cassetto in mezzo a cianfrusaglie
minuzzaglie. E ben piegati
riposti sogni.

A vederla traballante, le mani avanti
a cercare appigli a parare colpi
paura di sbucciarsi le ginocchia
spellarsi il cuore
a vederla e sorridere un po’.

Guardala
lì
com’era! E poi?

E poi?
E poi c’è adesso.

Pavimento lucido di basalto
e l’acacia fiorita
direzione sicura mani in tasca sotto
un cielo sgombro.

Oppure no. E poi, tu.
…
…
…

(by poetella)

 

 

Liszt – La Campanella

 
.

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E tu mi traduci in una…

01 martedì Apr 2014

Posted by poetella in amore che salva, anima, atmosfere magice, Bellezza che salva, Bellezza della natura, consapevolezza, cose consolanti, crescere con l'amore, dolore che guarisce, emozione, empatia, Foscolo, innamorata pazza, la forza dell'amore, la giusta importanza, maestro, poesia, primavera, serenità

≈ 16 commenti

Tag

amore, amore vero, bellezza, crescere, fotografia, gioia, poesia, serenità, ti amo

20140401_110159(foto di poetella)

Qui la voce di poetella

E tu mi traduci in una lingua
nuova quello che era il mio dolore
tu lo distendi piano
piano sul banco
di scolaretta attenta
indichi e guidi
ti guardo e imparo l’uguale e il disuguale
che tirano su il mondo.

Tu che decifri e dai senso
tu che m’insegni come c’insegnano i colori
e i canti e le luci tremolanti
sulla corteccia del pino
lei che sale
sale su verso l’azzurro
e mormora: vedi?

È ancora primavera, dai! Adesso.
…
…
…

(by poetella)

 
.

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‘n accidenti…(ri-post)

31 lunedì Mar 2014

Posted by poetella in addio amica mia, amiche, amore?, anima, crescere con l'amore, foto di poetella

≈ 25 commenti

Tag

amore, consapevolezza, crescere, distacco, fumo, vecchiaia

nuvoletta(foto di poetella)

ascolta poetella

 

 

Il distacco. ‘n accidenti proprio. Imparare il distacco. Andare verso il distacco. Guadagnare il distacco (s’accende una sigaretta. Aspira fondo, la testa un po’ indietro, poi butta fuori tutto il fumo).  Quale cacchio di distacco? Siamo umani, no? Bipedi (guarda sua sorella, che tace). Camminiamo. Vogliamo il duro sotto i piedi. Ci serve.

 

Altro che distacco. Visto mai uno che cammina per aria? Come gli amanti o le mucche di Chagall? Visto mai? (sua sorella non parla. La guarda. Non fuma)

 

Io mi sarei proprio scocciata di tutte queste stronzate sul distacco. Sul lascia che sia. Sul vivi l’adesso. Ma sì, cavolo, sì che lo vivo l’adesso. Come no? Mica mi serve che me lo ricordino. Che me lo consiglino. L’adesso si vive sempre. Finché si vive(la guarda. Quella, zitta. La guarda, fuma e parla). C’è qualcuno che non lo vive, l’adesso? Ti risulta?

 

È che vogliamo sapere. Vogliamo controllare. Vogliamo qualche drittina su quanto durerà quest’adesso. Sia che si voglia che finisca, sia che continui, ‘sto cavolo di adesso.

(e la sorella zitta, buona, beve il tè e guarda una farfalletta che svolacchia sui gerani)

 

Ma sì, sì, sì, sì! Certo che si vivrebbe meglio. Meglio, a non avere bisogno di programmare, pronosticare, o magari solo prevedere, con un piccolissimo margine di dubbio.  Senza andare a cercare conferme da tutte le parti. Meglio, si vivrebbe. Senza cercare nei fondi del caffè o nei rametti di millefoglie.

 

Ma come fai? Come cazzo fai? Balle, il distacco. Balle.

Vaglielo a dire a  quelli che gli è crollata la casa, la vita addosso. Vaglielo a dire a loro, il distacco.

O vienimene a parlare tra un po’.

Quando sarò vecchia. E lui non ci sarà più.

 

Sai che risate.

…

…

…

(by poetella)

 

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Dice, se c’è la ferita…

20 giovedì Mar 2014

Posted by poetella in amore che salva, amore?, crescere con l'amore, forza, foto di poetella, poesia

≈ 19 commenti

Tag

amore, andiamo avanti, consapevolezza, crescere, ferita, poesia, serenità

nubi bianche nere(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

Dice, se c’è la ferita, allora si può cercare di guarirla.

E la ferita c’è sempre, dice.

Dobbiamo riconoscerla, dice.

 

Io conosco le mie ferite. Quelle fonde.

Quelle chiuse alla meno peggio, ché allora non si potevano curare.

Ero troppo piccola e avevo paura. Le cure pizzicano.

Quindi tappavo tutto. E andavo avanti.

 

Quando si cresce, quando si cresce davvero, allora è un’altra questione.

Le scopri, ci fai prendere aria.

Raschi via tutto quello che ci si è incastrato sopra.

E cominci la cura.

Pizzica, certo. Ma la vedi guarire giorno per giorno.

Bella soddisfazione.

 

C’è poi c’è anche un altro fatto. Ci vuole un dottore.

Uno bravo. Uno di cui ti fidi.

Ché da soli mica ce se la fa.

Uno che non sia pietoso. Che ti scortichi bene bene. Tagli, disinfetti.

 

E ci vuole la voglia di guarire.

Quella soprattutto.

 

Stiamo lavorando proprio bene io e il mio dottore.

A volte neanche lo sa, lui, che mi sta curando. O forse sì.

Non è questo il punto.

Il punto è che vado avanti.

Serena e fiduciosa.

E la pelle si ricostruisce, come diceva quello? più bella e splendente che pria.

 

Ecco fatto.

…

…

…

(by poetella)

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mi domandavo, oggi…

11 martedì Mar 2014

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, Bellezza, biografia..., bisogno d'amore, paura della solitudine, sorelle gemelle

≈ 10 commenti

Tag

amore, bellezza, crescere, dedicato a mia sorella, la solitudine ci fa paura?, Ricordi, sono nata 15 minuti prima di lei, sorelle gemelle

feti-gemelli(foto dal web)

qui la voce di poetella

Quando sarà cominciato?

Che poi, chiederselo. A che serve? Risposte negate. Impossibilitate  conoscenze. Troppo stretto, un pertugio con la lucina in fondo, lo spazio del sapere. Comunque, camminare e domandarsi. Camminare e tentare di rispondersi. Non si cammina mai troppo, non trovate?

Dunque, anche stamattina. E chi se ne frega del traffico. Io vado a piedi. La Tiburtina, guardala là, di mattina.

Però ci sono i pini, le acacie, i piccoli ciuffi di papaveri  da guardare. Le nuvole. Ma che stavo dicendo?   Ah, ecco, quando sarà cominciato. Da dove questa fame, questa voracità d’amore, di riconoscimenti, di attenzioni, di approvazioni, d’attestazioni scritte e cantate di merito. Di sfide, di superamenti. Da quando? Forse da quella prima volta? 

Da quel misterioso, angoscioso senso di perdita, d’inspiegabile privazione (e cosa avrà provato la bambina senza le parole per dirselo, per chiarirselo) senza più quel bum bum bum di piccolo qualcosa veloce che scandiva l’annacquato, fluido tempo in duetto con quell’altro bum bum bum più lento, più calmo, più mutevole nel buio di strani riflessi (bluastri? Rossastri?) e trasparenze, prima che le idee, idee, prima che le parole, parole, prima che i colori, i suoni, l’accecante molteplicità delle forme.

Prima che la conoscenza, l’esperienza, gli sbagli.

Forse sarà stato quel sentirsi tutto quel vuoto attorno, addosso, tutto quello spazio fresco, era settembre, che lei lo sapesse o no e non lo sapeva, non sapeva ancora niente, o forse sì, ma non sa adesso cosa sapesse, senza più quel qualcosa appiccicato alla vita, all’essere, che si muoveva, pulsava, piccoli suoni, piccoli contatti, aderenze. (sicurezze?)                                                                                                          Senza più quel qualcosa senza nome, senza volto, senza forma se non quella percepita come un resto di sé oltre quell’elastico velo, con quel piccolo bum bum bum,

e poi un qualcosa, un evento, un accadimento nuovo, spintoni, strattoni, rumori, dolore e poi più niente. No, niente. Diverso.  Forte. Sconosciuto.

Sarà stato quel terribile quarto d’ora, quanto? Dieci minuti, dice un quarto d’ora. Dice

– C’è n’è un’altra, signora bella. E la donna

– Un’altra? Perché una è già? Posso avere un goccetto di Cognac, Madre? E la suora

– Ma veramente non saprei. Posso, dottore? e il dottore

– Ma sì. Ce l’abbiamo, no? Glielo dia.

Quel quarto d’ora nel vuoto duro senza voce, senza  quasi respiro, in attesa, quasi morta. In attesa che un altro pianto, il pianto di quell’altra cosa, quel prolungamento strappato, quel pianto di anche lei. Finalmente nel mondo.

E poi piangere insieme.  Di nuovo.

Sarà stato quello a…?

Si può mai fare niente per cancellare, filtrare, comprendere, accettare, assimilare, reinterpretare quel primo quarto d’ora? Si riempirà mai quella mia solitudine infinita di quel primo quarto d’ora per la prima e non ultima volta  senza te, sorella mia?   

E comunque, cambiando discorso e destinatario del pensiero…

Quante volte hai pensato a me, oggi, tu, amore mio, visto che domani… noi…

…

…

…

(by poetella)

Brahms  Lullaby

 

 

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Immaginami tra vent’anni…

31 venerdì Gen 2014

Posted by poetella in amore?, Bellezza, cosa sarà di noi?, crescere con l'amore, foto di poetella, la forza dell'amore, pace, poesia, vecchiaia

≈ 18 commenti

Tag

amore, anima, bellezza, crescere, fotografia, poesia, vecchiaia

immaginami(foto di poetella)

 

Qui la voce di poetella

 

 

 

Immaginami tra vent’anni, puoi? E poi

raccontami il sorriso che vedrai, dimmi

dimmi che sarà come il santino sulla mensola

con la lucina davanti

 

Dimmi che sarà copia di quello

che m’allaga il viso quando

mi guardi, adesso, che ancora mi fai

bella e tua

Ancora mi fai ragazza, ogni volta

E ogni volta sposa.

…

…

…

(by poetella)

.

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Le cose stanno così…

28 martedì Gen 2014

Posted by poetella in amore?, anima, assenza prersenza, atmosfere magice, Bellezza, Bellezza che salva, cosa sarà di noi?, fedeltà, felicità, foto di poetella, indipendenza, innamorata pazza, la forza dell'amore, libertà, morire d'amore, poesia

≈ 12 commenti

Tag

amore, amore vero, bellezza, crescere, passione, sto bene, ti amo

isola

(foto di poetella)

.

Lo so bene. Ormai conosco tutti i percorsi. L’andata e il ritorno.

Il crescere e il calare. E quel galleggiare come di foglia sull’acqua. Come di ramo spezzato.

Di barchetta di carta. Via. Per la corrente.

Conosco l’evoluzione del percorso. I picchi. Le cadute.

 

Lo so come vanno le cose.

Quel senso di ubriachezza sazia.  Di luce. Di abbaglio. Di spossatezza infinita.

Il passo lento. Che tanto, dove devo mai correre, dopo? Quell’andare tra mille gambe su per le scale della metro. Salire, scendere. Con le labbra che bruciano per i troppi baci.

Camminare da sonnambula.

 

So come mi lascio scivolare addosso il suono dei battiti cardiaci dell’orologio, il vento delle cose da fare. La pioggia della noia.

So come, per un po’, la prima settimana, diciamo? sarà tutto un ricordare, un intrecciare scene e scenette, fino a consumarle come foto troppo stropicciate, prese e rimesse via, riprese e rimesse via, fino a vederle quasi evaporare, scolorare, sbriciolare.

E i miei pallidi richiami d’amore, magari. Ogni tanto.

Messaggini. Qualche mail. Qualche foto.

Cinguettii di colibrì, ogni tanto.

Ché non mi piace fare troppo fracasso. Preferisco sparire come una nebbia. Te l’ho detto, no? La tua isola si vela di nebbia, adesso. E sparisce. Per un po’.

 

Le isole che si rispettino non devono essere troppo grandi. Troppo affollate. Troppo note.

Meglio se non se ne conosce l’esatta collocazione sulla mappa. Meglio trovarsele davanti all’improvviso, all’alzarsi della nebbia.

Ti piace questo gioco. Anche a me.

 

Poi, in fondo, la mappa ce l’hai.

 

La prima settimana scorrerà via così. Poi comincerà la discesa. Giù, giù, giù, un pozzo nero.

Rocce sedimentarie, basalti, rocce metamorfiche, giù, giù, giù, graniti, ossidiane, verso il centro della nostalgia.

Un buco nero fondo come il più fondo dei pozzi petroliferi.  E anche di più. Oltre 6.000 kilometri.

Fino al centro della terra, infocato d’amore.

La seconda settimana sarà così.

E niente cinguettii, niente richiami di colibrì. Silenzio.

 

Infine, magari, ci sarà ancora un’altra settimana. (ma sì, che ne sai? hai detto, non si può mai dire!)

E sarà quieta. Lo so. Di una calma distratta. Noncurante. Volutamente scordarella.

E libri, e musica e faccende. E viaggi e incontri. E magari pure scontri. No! Non con te. Mai con te. Mai più con te.

Nebbia fitta attorno all’isola.

 

Niente vento. Niente pesca di perle.

Silenzio.

 

Fino a che si vedrà all’orizzonte la vela della tua nave.

Senza  fil di fumo, che quello non è mai stato di buon auspicio.

 

E l’isola uscirà dalla nebbia. Ci sarà vento forte. Gran turbinio di rami. Gran movimento d’onde.

Profumo di terra.

 

Ti accoglierà nella sua baia, l’isola,  tiepida di sole.

…

…

…

(by poetella)

.

.

.Bach – Cello Suite No.1 -Prelude

.

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Quando cammino per …

22 mercoledì Gen 2014

Posted by poetella in amore?, Bellezza che salva, Bellezza della natura, dolore che guarisce, foto di poetella, poesia, serenità, speranza, vecchiaia

≈ 21 commenti

Tag

amore, Andres Gide, crescere, fotografia, giovinezza e vecchiaia, poesia, speriamo bene...

SAM_1008

(foto di poetella)

 

 qui la voce di poetella

Quando cammino per giardini

proprio non posso fare a meno di pensare a Gide.

A quelli che ha  raccontato così amorevolmente

a quei fruscii che uscivano dalle pagine

quei verdi cupi e rossi e gialli in autunno

e i rosa e i viola, e i carminio e i verdolini chiari in primavera

e gli abbagli tra i rami in estate

e il vento fresco le panche di pietra

e i neri in inverno e gli uccelli e i silenzi

e gli zampilli di fontane e lo scricchiolio delle foglie.

 

Me li gusto di più, i giardini, pensando a Gide.

A quando m’ha riportato alla vita, tanti anni fa

coi suoi Nutrimenti terrestri

pagina dopo pagina mi cancellava il dolore

 

pagina dopo pagina mi tirava la manica

col suo guardare affamato

col suo sentire di malato che guarisce.

E io con lui.

 

Anche ieri, passeggiavo e ci pensavo.

E quando ho visto quelle due anziane signore

sulla panchina, che ridevano! Ridevano di cuore

tutte eleganti, coi cappellini e le borsette intonate alle scarpe

i capelli in ordine e non c’era neanche vento

e i foulard scintillanti nel sole del pomeriggio

ridevano e mangiavano pastarelle. Ognuna la sua.

Ridevano, mangiavano e chiacchieravano

chissà di che? Magari d’amore? Ma no, dai!

Beh,  allora, mentre me ne andavo a passo lento tra quei verdi profumati

nella pausa pranzo col mio panino da finire prima della sigaretta

la prima della giornata, eh!

allora, guarda un po’, ho pensato

Vedi? C’è sempre tempo per ridere.

 

Non ti spaventare dell’inverno che avanza, cara mia.

…

…

…

(by poetella)

FELIX MENDELSSOHN – BARTHOLDY – Spring song

 

 

 

 

 

 

.

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Fortunatamente deve esserci …

02 giovedì Gen 2014

Posted by poetella in amore?, anima, assenza prersenza, Bellezza che salva, consapevolezza, cosa sarà di noi?, cose consolanti, foto di poetella, innamorata pazza, la forza dell'amore, le cose importanti, libertà, non ne posso più, poesia, saggezza, serenità

≈ 33 commenti

Tag

amore, attesa, bellezza, chi se ne frega, crescere, fotografia, gioia, poesia, tanto io..., ti amo

20131206_082254(foto di poetella)

 

 

 

Fortunatamente deve esserci  un folletto

uno spiritello, che ne so, uno gnometto invisibile

grosso come un moscerino, magari

che abita nella mia casa

tra questi mobili antichi, questi quadri e porcellane e mensole

e avori e legni scolpiti e dorati e bronzi e damaschi e lampassi

e sete e pizzi e lazzi, no, lazzi no

in questi ottanta scarsi metri quadri

con l’armadio piccolo e la soffitta col cambio di stagione

e niente libreria seria

 

ci deve essere qualcuno simpatico e buffo

e impunito e imprevedibile e dispettoso e burlone

nascosto

se ogni tanto, ma proprio ogni tanto

mi  scappa da ridere

e non lo so neppure io perché.

 

Ma no, dai! Lo so. Lo so, eccome se lo so.

…

…

…

(by poetella)

 

 

A Whiter Shade Of Pale – Procol Harum

 

 

 

 

 

.

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Ma no, mio caro, no…

04 lunedì Feb 2013

Posted by poetella in amore?, assenza prersenza, consapevolezza, crescere con l'amore, foto di poetella, le cose importanti, musica, poesia

≈ 19 commenti

Tag

amore, amore vero, anima, crescere, poesia, ti amo, tuoi occhi

l'isolaridotta

(foto di poetella)

 

 

Ma no, mio caro, no.
Non penso che. Oppure sì, forse sì, lasciamelo confessare.

Vedi, che tu sia stato per me spinta, traino alla crescita,

sofferta, faticosa eppure fortemente voluta, determinata aspirazione

allo scendere a picco dentro il mio dentro e metterci luce,

riconoscere, selezionare, scegliere consapevolmente


che tu sia stato specchio che ingrandisce l’immagine fino al più piccolo poro

intriso d’amore per te, tra l’altro, saturo, impreziosito d’amore per te è un fatto.
È indiscusso. È plateale. Di dominio pubblico.
Credo.

Ma io, per te?
Pare che si dovesse essere, noi due, cammino karmico uno per l’altro.
Strada di luce, sentiero nella notte guidato dalle lucciole.
Mano che indica la via. Uno per l’altro.

Era scritto.
Lontano, sì, in alto in alto.

Lontano, inaccessibile dalla coscienza addormentata, ma…

Lontano, dove i miei occhi, i miei poveri occhi miopi non sarebbero riusciti a vedere
E forse neanche i tuoi, i tuoi splendidi occhi, larghi, luminosi occhi freschi di frescura d’acqua pulita, occhi di golfo riparato ai venti, a volte. E a volte no.

Occhi di musica, di canto. Occhi di danza. Occhi da guardarci dentro tutte le sorprese, gli incanti.

Tutti i desideri di tutte le vite. Sette, otto. mille
i tuoi occhi che vedono e vedono benissimo da lontano


(ok, da vicino cominciano ad avere qualche problema, ma solo da un po’)

Era scritto oltre le nubi, oltre l’atmosfera che respiriamo a fatica,
oltre l’accecante luce del sole e lo sconfinato buio dello sconfinato universo.
Oltre tutto quello che si muove o che sta fermo nel nulla , se un nulla c’è mai.

Lo so che era scritto. Qualche briciola è arrivata fino a me. Spruzzi di luce.
Ho percepito chiaramente l’essenza, il sapore del messaggio.
Io e te c’eravamo utili.
Ci dovevamo essere utili. Ci saremmo stati utili.
Per crescere.
Ed io sono cresciuta, infatti.


Ma tu? Tu? Dimmi che anche tu, dai.


…
…
…

(by poetella)

 

ChetBaker-Over The Rainbow

 

 

 

 

 

 

 

 

.

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Ricordava benissimo come da …

29 martedì Gen 2013

Posted by poetella in attesa, biografia..., consapevolezza, crescere con l'amore, empatia, foto mie..., le cose importanti, padri e figli, pensieri sparsi, poesia, quasi racconti

≈ 30 commenti

Tag

crescere, femmina, Ricordi, toccarsi

IMG_2253

(poetella piccola)

 

Ascolta poetella

 

 

Ricordava benissimo come da bambina non tollerasse la vicinanza di altri corpi.

Foss’anche sua madre. Sua nonna, sua zia. Suo padre.

Il gatto.

Un’insofferenza. Uno sgusciar via al sospetto di un probabile contatto.

Si scostava, si contraeva cercando di ridursi di volume.

Pensava piano piano. Quasi non respirava.

 

Seduta composta su un divanetto, o nel vagone di un treno, quei vecchi treni con gli scompartimenti chiusi, lei piccola che poteva occupare anche mezzo posto, seduta si rimpiccioliva.

Scostava le mani, le gambe, le cosce. Sedeva più in  là, al limite dello spazio residuo.

Si vergognava. Vergogna o schifo?

 

Avrebbe voluto un limpido, incolmabile distacco.

Distacco.

Sterilizzazione dell’aria frapposta.

 

E vedeva cuginetti, cuginette strofinarsi addosso a nonni, zii, spalmarsi baci e braccia e gambe.

Invidiava? Difficile, adesso, dirlo. Forse.

 

Ma niente. Lei, sempre lontana. Imprendibile.

Non  sapeva, non sapeva proprio se le sarebbe piaciuto un abbraccio.

Inoltre non aveva proprio avuto modo di verificarlo.

Sua madre non l’aveva mai abbracciata. Eravate due, diceva per scusarsi. Non potevo abbracciare tutte e due. Perché no, poi?

Suo padre, non ne parliamo nemmeno.

Forse, se avesse avuto il tanto desiderato maschio, forse. O forse no. Neanche lui.

E sua nonna, sua nonna! I bambini non si abbracciano ché se no si viziano.

 

Con sua sorella faceva a botte. Da femmina, ovvio. E raramente.

Una tirata di capelli, una spinta.

Un altrettanto raro schiaffo.

Sfioramenti.

 

Il primo contatto a quattordici anni. Un ragazzo, alla sua prima festa. Ballando.

Una strana sensazione. Una voglia di serrare, fermare, trattenere. Scoprire. Trasalire.

Le era piaciuto.

Forse anche più che ai suoi cuginetti e cuginette.

Aveva scoperto di avere fame. Di corpi.

A quattordici anni.

 

Conseguenza inevitabile del prolungato digiuno. Forse.

 

Che poi, come si dice? L’appetito vien mangiando. No?

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

 

 

 

 

.

 

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