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(foto dal web)
Forse stiamo imparando
a mettere al giusto posto, a sapientemente orientare,
a catalogare con disciplina e protocollare, insomma ordinare bene tutte le minuscole pedine di questo domino infinito.
E se, saltuariamente, ce ne cade una, niente allarmismi. Si cerca e magari si raccoglie o si sostituisce. Placidi. Olimpici. Col sorriso degli dei.
Forse stiamo imparando
Ne riconosciamo la lieve, impercettibile diversità. A volte ne scorgiamo la chiarissima unicità.
Ma solo pedine. Pezzi da incastrare uno nell’altro. Nessuno di primaria importanza, ovviamente.
E tutti uniformemente importanti.
C’è forse una pedina più significativa, nel gioco? Una che sia chiave di volta?
La risposta più ovvia al quesito è Nessuna. O Tutte, meglio.
È il gioco che è insostituibile. Le mosse concatenate, quelle felici, rapide, facili, e quelle dell’ultimo momento, quando si credeva che.
Stiamo sicuramente imparando
Il procedere, lo snodarsi delle svariate possibilità, l’incastro. L’illuminazione geniale.
È il gioco che è insostituibile. L’avanzare senza grossi intoppi, vigili, coscienziosi e solerti, di mossa in mossa, fino al traguardo.
Che poi, il traguardo,
non sarà altro che la fine del gioco. E amen!
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(by poetella)
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