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~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

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Archivi tag: mamma

poetella legge Franco Buffoni…

14 sabato Mag 2016

Posted by poetella in poesia

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Tag

Avrei fatto la fine di Turing, Corpus Domini, estate, Franco Buffoni, mamma, Ricordi, tre vestiti, videopoesia

(un video  di poetella)

 

Poi basta una mattina di vero sole

Aprendo le griglie della sala

Luccica al raggio la cima del pino

Ed è la luce del cinquantanove

Coi tre vestiti dell’estate

Pronti per il Corpus Domini

Uno da passeggio seta a fiori

Per la processione

Uno da sera in tinta unita, scuro

O bianco, uno da casa se veniva gente

 

 

Da “Avrei fatto la fine di Turing” di Franco Buffoni – DONZELLI POESIA – 2015

.

.

.

 

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La bambina guardava…

22 lunedì Feb 2016

Posted by poetella in poesia

≈ 9 commenti

Tag

autostima, bellezza, mamma, que serà serà

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(foto della mamma di poetella)

.

La bambina guardava la mamma Bella mamma, bella bella!
Coi capelli rossi come un’aureola di fuoco attorno alla neve della pelle, bella mamma col vestitino di piquè rosa pesco senza maniche e i sandaletti bianchi coi tacchi e lei a sua sorella Non ti mettere i sandaletti di mamma che li rovini! Piccoli piedi, mezzo sandalo vuoto, Non ti mettere la vestaglia di mamma di taffetà che ci fai le macchie. E quella, macchè!
Bella bella mamma, la più bella di tutte le mamme di tutte le compagnette, così smunte, così tutte uguali, così banali, così poco eleganti, col fazzoletto in testa, bella bella mamma professoressa e la tua?
La mia fa le scale.
Che vuol dire fa le scale?
Bella bella mamma che le scale le faceva al piano con la vestaglia di raso celeste lunga fino a terra e tutte onde, come un mare attorno allo scoglio, attorno alle barchette, come un mare attorno alle pantofoline di raso col pon pon.
Bella bella mamma che cantava Que serà, serà e tutta la casa tintinnava di note e voce, di voce e note, gli argenti, le porcellane, la luce rosata del tramonto, tutto che tintinnava attorno e il resto del mondo in silenzio, il resto del mondo immobile, il resto del mondo incantato. E papà incantato a bearsi con la faccia di uno che E’ mia!
E io come sono, papà?
E mai Sei bella come mamma. Mai una volta Anche tu.
Poi, per fortuna, qualcun altro, sì.

Anzi, di più.
…
…
…

(by poetella)

.

 

 

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Loro avevano visto nei…

06 mercoledì Gen 2016

Posted by poetella in poesia

≈ 15 commenti

Tag

da piccole, giocattoli, la Befana, mamma, Ricordi

51770(foto dal web)

 

 

Loro avevano visto nei giorni passati pezzettini di velluto, un bottone a terra, quella striscetta di pizzo sotto la gamba del tavolo, subito raccolta da mamma bella, capelli rossi sulla schiena che brillavano e ondeggiavano come chiome d’edera in autunno.
Loro avevano visto quel mettere via velocemente nella scatola dei lavoretti chissà che, furtivamente. Con fare misterioso e un po’ complice. No, niente, niente. Non c’è niente da vedere… solo pezze. diceva mamma bella e metteva via, nel ripiano alto dell’armadio. Inaccessibile. Neanche con la sedia ci si arrivava.

Loro avevano visto la striscia della luce accesa giorni e giorni filtrare come una compagnia sotto la porta della cameretta fino a quando si chiudevano gli occhi… ma…

Ma la mattina, la mattina prestissimo, quella mattina del 6 di gennaio erano entrate in cucina come due fantasmini, nelle vestagliette di lana rossa e…

Ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!

Sul tappeto di ciniglia con le odalische che aveva portato zia Lisetta da Tripoli c’era un trionfo di meraviglie!
Un armadio in miniatura aperto, con le stampelline di legno e appeso tutto un corredo per le due bamboline dell’anno scorso, ché nuove non s’erano potute comprare e l’armadio era dono della befana delle Ferrovie…

Ma nell’armadio! Due cappottini di velluto marrone a coste col bottone d’oro a chiudere e il collettino di pelliccia, tutto preciso, tutto perfetto… e due vestitini di organza verdolina (ma non era lo stesso colore dei loro vestitini che aveva cucito la mamma l’estate?) con le maniche a palloncino bordate di pizzo… e due pigiamini rossi a pallini, proprio la misura delle bamboline… e poi sottanine, calzette e mutandine… due maglioncini blu e due gonnelline a pieghe scozzesi e anche le scarpette di pelle bianche. Che poi la mamma non aveva dei guanti proprio di quel colore?
C’erano anche i cappellini di lana e due sciarpette, che era freddo, un inverno freddissimo… aveva pure nevicato!
Ma i cuori erano bollenti, scaldati da quella festa di Befana, che mai una più bella,

da giocarci a leva e metti tutto l’anno!
…
…
…

(by poetella)

da piccole

(le”bambine e mamma bella”)

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vecchie storie…

07 giovedì Mag 2015

Posted by poetella in poesia

≈ 30 commenti

Tag

bambini, mamma, ricordi d'infanzia, sorelle

da piccole

(poetella, la mamma e la sorellina…)

.

Bambine! si va in centro! aveva detto mamma, bella bella, col vestito rosa di piquet, stretto in vita, sottile la vita di mamma, le braccia nude piene di lentiggini.

La gonna svolazzava larga e gonfia ad ogni passo, sbruffo di  petali di peonie, mentre prendeva i due vestitini uguali verde acqua per le gemelle. Disegnati, tagliati e cuciti e provati in pochi giorni. A scuola finita. Anche per lei.

Giugno si slargava pieno di vacanze. E di sole. E di attese.

 

In centro. Bello. Le compagnette delle gemelle dicevano Ieri so’ andata a Roma e loro Ma non stiamo a Roma?

Ma la mamma no. Lei diceva in centro. La mamma sapeva bene tutte le parole. Sapeva tutto e sapeva insegnarlo. La mamma era bella bella.

 

E ora in centro a passeggiare coi vestitini nuovi e mamma tutta luce e magari pure il gelato e stare ben attente a non sbrodolarsi. Attente attente.

Tanto Tata si sbrodolava sicuro. Lei no. Lei era una brava bambina. Se lo voleva far dire spesso, per crederci. Una brava bambina composta, che non si sbrodola. Tata non era brava. Le faceva i dispetti. E diceva sempre Brutta lenticchiosa, se vedeva che la sua bambola era più stropicciata e ciondolosa e sporca e allora Brutta lenticchiosa a lei, per vendicarsi.

E lei piangeva  piano e non si faceva vedere da mamma, che se no mamma prendeva la cucchiarella di legno e giù a spezzargliela sulle gambe a Tata.

E poi Quando viene papà il resto, diceva. Che pizzicava di più quella frase che le strisciate di cucchiarella stampate sulle gambe.

 

E allora lei non diceva niente a mamma di Brutta lenticchiosa. Se ne stava a pensare che le lentiggini, come mamma, solo lei. Pure se i capelli erano neri. Ma le lentiggini, come mamma, solo lei. E poi piangeva piano piano, in cameretta, senza farsi vedere, sommessa come un sobbollire di minestrone. Di lenticchie. E aspettava. Aspettava che Tata. Ma quella mai. Mai a dire scusa.

No. Non era una brava bambina. Per niente era una brava bambina. Tanto si sbrodolava sicuro col gelato, se mamma lo comprava. Sicuro.

 

Vi devo raccontare una bella cosa, aveva detto mamma sul tram che traballava sferragliando tra le casone alte alte, verso la Bellezza. Tata coi piedi di qua e di là della ruota dello snodo, che si faceva trascinare e sballottare ad ogni curva e rideva e rideva e mamma a dire Sssshhhhhhhhh! Buona. Buona un po’. Vieni qui. Buona. Zitta.

Figurati! Buona Tata! Quando mai! E lei si teneva salda, eroica, vedi come sto buona pensava. E che fatica su per i polsi. Ma lei contrastava. Contrastava la vita che voleva farla cadere. Forte contrastava i sobbalzi. E le paure.

 

Arrivate. Spalancata la piazza della stazione Termini. Immensa di luce di giugno, di gente, di macchine e autobus. D’estate e di vacanza.

Camminavano tutt’e tre, le gemelle con le scarpette bianche ben pulite col bianchetto e mamma cantava   

Que Sera, Sera,
Whatever will be, will be
The future’s not ours, to see
Que Sera, Sera
What will be, will be

Bella mamma, coi capelli rossi come un incendio sulla schiena.

Sediamoci lì, aveva detto.

Una panchina sotto i platani. A terra un chiacchiericcio di piccioni. E loro, buone, scarpette, borsetta, guantini bianchi, il gelo del marmo sotto le coscette nude. I piedi penzoloni.

Vi voglio dire bene bene una cosa, aveva detto mamma, con un’aria magica. Misteriosa.

Siete grandi, ormai. Vi voglio dire come nascono i bambini. Va bene? Volete?

 

E loro Sì. Insieme. D’accordo, adesso.

Tutt’e due Sì, con la testa. In attesa.

…

…

…

(by poetella)

 

Que serà serà – Connie Francis

.

.

 

 

 

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