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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

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Archivi tag: mariangela gualtieri

non c’è scatto in cielo…

20 giovedì Ott 2016

Posted by poetella in poesia

≈ Commenti disabilitati su non c’è scatto in cielo…

Tag

cielo, libertà, mariangela gualtieri, poesia, video poesia

poetella legge Mariangela Gualtieri

Non c’è scatto nel cielo.
Solo il fulmine ha spigoli e fuoco.
Solo il fulmine viaggia nervoso.
Ma guarda ora che pace.
A me pare di averlo percorso tutto a volo,
questo azzurro che si dispiega pacato.
Mi pare un luogo che conosco.
Che è stato di me.
E lo è ancora.
Se guardo entra
nella radice
dà da bere al mio
alimenta il mio fuoco.
,
Mariangela Gualtieri

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poetella legge Mariangela Gualtieri- non c’è scatto nel cielo

23 giovedì Giu 2016

Posted by poetella in poesia

≈ 6 commenti

Tag

mariangela gualtieri, non c'è scatto nel cielo, video poesia

buona visione e buon ascolto da

poetella

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poetella legge…Mariangela Gualtieri…

09 mercoledì Mar 2016

Posted by poetella in poesia

≈ 10 commenti

Tag

bellezza, Il monologo del non so, mariangela gualtieri

 

Io non so se questa mia vita sta spianata su un
buco vuoto. Non so se il silenzio che indago
é intrecciato alla mia sostanza molle.
Io non so se quello che cerco e ho cercato e
cercherò, non so se quello che cerco
é un insulto a quel vuoto.
Non so se questo fatto di non avere
un paio d’ali sia premio o castigo,
io non so se la polveriera
della mia inquietudine sia un trono
su cui mi siedo minacciato, se la fuga che
a scatti regolari mi pungola, se quel
puerile sogno di fuga sia uno sgambetto
d’angelo, d’un buffone d’angelo che
mi vuole inciampare.
Io non so se l’amore sia una guerra o una
tregua, non so se l’abbandono d’amore
sia una legge che la vita cuce fino al
ricamo finale. Io non so
che farmene di questi nemici che premono,
non so che farmene oggi di questo oggi
e me lo ciondolo fra le dita perplesse,
non so parlare di quello che
è sentito nel profondo me, non so parlarlo
quell’essere che é qui presente fra le vite degli
altri.
Io non so spiegarmi l’imperturbabilità
di Dio, e non mi spiego di non udire il
suo grave lamento, il suo urlo di collera o
d’amore, e non so vederlo che sono in cecità
ma vorrei sentirlo almeno piangere come piango io
guardando le facce indolorate, guardando le
facce con grave malattia terrestre,
io non so invocarlo né bestemmiarlo che
è troppo nella sottrazione e troppo
astratto per i miei chili umani.
Io non so forse non voglio
consegnarmi negli uffici del mondo,
e stare buono nelle sale d’aspetto della
vita. Io non so nient’altro
che la vita e molte nuvole intorno che
me la confondono me la confondono e non
so cosa aspetto, cosa sto aspettando in questo
sporgermi al tempo che viene. Io non so
e vorrei, vorrei, non so stare
fuori misura, fuori misura umana,
fuori da questa taglia finita.
Io non so perché guardando l’acqua del mare
mi salta in petto una gioia di figlio con la
madre. Non so se questa uscita mia in un secolo
a caso, se questo essere qui a casaccio,
io non so spiegarmi questa malattia
all’attacco del mondo, non so guarire
questa malattia che indolora e vorrei
sistemare ogni cosa, in un sogno puerile di
tregua, in un’arcadia anche retorica,
in un dormire abbracciato dei
guerrieri che si innamorano.
Io non ho capito e dovrei,
non ho capito il mondo della
vita, io non ho capito la legge sottostante
e non ho da fare la consegna a
questi cuccioli che aspettano, che esigono
da me l’aver capito.
Io non so la canzone
che spensiera e non so soccorrervi
non so pur volendolo
con quella forza di cagna
che dà il latte, non so soccorrervi nel vostro
sbando, io non so farvi da balsamo
io non so mettervi nel coraggio essenziale,
nello slancio, nel palpito.
Il mio Graal l’ho ritrovato e perso cento
volte.
[…]
Io non so se la bellezza è questa accademia di
centimetri, se la bellezza, la bellezza è questa
carnevalesca decadenza di saltimbanchi,
io non mi spiego la crocifissione
della grazia, e non mi spiego perchè
mi trovo in questo covo rivoltato
in questa fossa con gli orchi attuali
in questo lato barbarico della specie,
e non so perchè stando a occidente non si
ode quell’alleluia delle cose.
Io non so se in questa schiena
senza ali ci son grandi pianure da cui fare
il decollo, se in questa spina dorsale
ci sono istruzioni
per la manovra di decollo, se sono io la freccia
di questo arco della schiena, se sono io
arco e freccia, non so in quale mano
non mano o zampa di Dio mi stanno
torchiando, e sottoponendo al duro
allenamento dei dolori terrestri.
Io non so se la solitudine, se quello
strazio chiamato solitudine, se quell’andare
via dei corpi cari, se quel restare soli
dei vivi, io non so se quel lamento della
solitudine, se quel portarci via le facce
se quel loro sparire
di facce che avevamo dentro il respiro, non so
se il dono sia questo portarci via le
carezze, questa slacciatura.
E’ poco il poco che so e di questo
poco io chiedo perdono. Io chiedo
perdono per quello che so, perdono io chiedo
per tutto quello che so.

(tratto da Parsifal, in Fuoco centrale e altre poesie per il teatro-Maringela Gualtieri)

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poetella legge Mariangela Gualtieri

10 lunedì Ago 2015

Posted by poetella in poesia

≈ 17 commenti

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Bestia di gioia, mariangela gualtieri

.

Un secolo di polveri pesa

sopra le nostre palpebre

calcinacci nella camere

del cuore. Appesa è

la leggenda

che ripete il suo no

detto controcorrente, non deponiamo

le altezze al primo mercante,

non abbassiamo il pilotaggio

dell’astronave.

 

Questa sfolgoranza in noi preme

per combustare in fuoco. Essiccare

in diamante. Quanta vastità

dentro l’umano

e il lieve involucro del corpo

è un aggregato intorno al suono

che ci chiamò.

 

Lo sento ora con una precisione

di parole che metto qui per te.

Dirti questa visione semplice.

Nessun metraggio ci contiene

nessun confine di sponda

nessun nome è bastante

in nessuna foto noi veniamo

nessuna telecamera riprende per intero

questo essere nostro che slegato si estende

tutto impastato di infinità.

 

La gioia si condensa

in particelle legate, si fa sfera rotante

e firmamento, si getta

nella vita danzante

senza perire, senza esaurire

immutata, intoccata, seducente.

Conduce a sé e il morire dei corpi non è

che l’entrare fuori misura.

Senza chili, senza metri, senza

particelle. Alleluiare

 

 

da “BESTIA DI GIOIA” di Mariangela Gualtieri

 

Einaudi- 2010

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Mariangela!

13 venerdì Mar 2015

Posted by poetella in poesia

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mariangela gualtieri

 

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poetella legge Mariangela Gualtieri

22 domenica Feb 2015

Posted by poetella in poesia

≈ 6 commenti

Tag

bellezza, mariangela gualtieri, video

 

Un secolo di polveri pesa

sopra le nostre palpebre

calcinacci nella camere

del cuore. Appesa è

la leggenda

che ripete il suo no

detto controcorrente, non deponiamo

le altezze al primo mercante,

non abbassiamo il pilotaggio

dell’astronave.

 

Questa sfolgoranza in noi preme

per combustare in fuoco. Essiccare

in diamante. Quanta vastità

dentro l’umano

e il lieve involucro del corpo

è un aggregato intorno al suono

che ci chiamò.

 

Lo sento ora con una precisione

di parole che metto qui per te.

Dirti questa visione semplice.

Nessun metraggio ci contiene

nessun confine di sponda

nessun nome è bastante

in nessuna foto noi veniamo

nessuna telecamera riprende per intero

questo essere nostro che slegato si estende

tutto impastato di infinità.

 

La gioia si condensa

in particelle legate, si fa sfera rotante

e firmamento, si getta

nella vita danzante

senza perire, senza esaurire

immutata, intoccata, seducente.

Conduce a sé e il morire dei corpi non è

che l’entrare fuori misura.

Senza chili, senza metri, senza

particelle. Alleluiare

 

 

da “BESTIA DI GIOIA” di Mariangela Gualtieri

 

Einaudi- 2010

 

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poetella legge il monologo del non so- di M. Gualtieri

16 venerdì Gen 2015

Posted by poetella in poesia

≈ 9 commenti

Tag

mariangela gualtieri, poesia, video

 

Io non so se questa mia vita sta spianata su un
buco vuoto. Non so se il silenzio che indago
è intrecciato alla mia sostanza molle.
Io non so se quello che cerco e ho cercato e
cercherò, non so se quello che cerco
è un insulto a quel vuoto.
Non so se questo fatto di non avere
un paio d’ali sia premio o castigo,
io non so se la polveriera
della mia inquietudine sia un trono
su cui mi siedo minacciato, se la fuga che
a scatti regolari mi pungola, se quel
puerile sogno di fuga sia uno sgambetto
d’angelo, d’un buffone d’angelo che
mi vuole inciampare.

.
Io non so se l’amore sia una guerra o una tregua,
non so se l’abbandono d’amore
sia una legge che la vita cuce fino al
ricamo finale. Io non so
che farmene di questi nemici che premono,
non so che farmene oggi di questo oggi
e me lo ciondolo fra le dita perplesse,
non so parlare quello che
è sentito nel profondo me, non so parlarlo
quell’essere che è qui presente fra le vite degli
altri.

.
Io non so spiegarmi l’imperturbabilità
di Dio, e non mi spiego di non udire il
suo grave lamento, il suo urlo di collera o
d’amore, e non so vederlo che sono in cecità
ma vorrei sentirlo almeno piangere come piango io
guardando le facce indolorate, guardando le
facce con grave malattia terrestre,
io non so invocarlo né bestemmiarlo che
è troppo nella sottrazione e troppo
astratto per i miei chili umani.

.
Io non so forse non voglio
consegnarmi negli uffici del mondo,
e stare buono nelle sale d’aspetto della
vita. Io non so nient’altro
che la vita e molte nuvole intorno che
me la confondono me la confondono e non
so cosa aspetto, cosa sto aspettando in questo
sporgermi al tempo che viene. Io non so
e vorrei, vorrei, non so stare
fuori misura, fuori misura umana,
fuori da questa taglia finita.

.
Io non so perché guardando l’acqua del mare
mi salta in petto una gioia di figlio con la
madre. Non so se questa uscita mia in un secolo
a caso, se questo essere qui a casaccio,
io non so spiegarmi questa malattia
all’attacco del mondo, non so guarire
questa malattia che indolora e vorrei
sistemare ogni cosa, in un sogno puerile di
tregua, in un’arcadia anche retorica,
in un dormire abbracciato dei guerrieri
che si innamorano.

.
Io non ho capito e dovrei,
non ho capito il mondo della
vita, io non ho capito la legge sottostante
e non ho da fare la consegna a
questi cuccioli che aspettano, che esigono
da me l’aver capito.
Io non so la canzone
che spensiera e non so soccorrervi
non so pur volendolo
con quella forza di cagna
che dà il latte, non so soccorrervi nel vostro
sbando, io non so farvi da balsamo
io non so mettervi nel coraggio essenziale,
nello slancio, nel palpito.

.
Il mio Graal l’ho ritrovato e perso cento
volte.

.
Io non so se la bellezza è questa accademia di
centimetri, se la bellezza, la bellezza è questa
carnevalesca decadenza di saltimbanchi,
io non mi spiego la crocifissione
della grazia, e non mi spiego perché
mi trovo qui, in questo covo rivoltato
in questa fossa con gli orchi attuali
in questo lato barbarico della specie,
e non so perché stando ad occidente non si
ode quell’alleluia delle cose.
Io non so se in questa schiena
senza ali ci son grandi pianure da cui fare
il decollo, se in questa spina dorsale
ci sono istruzioni
per la manovra di decollo, se sono io la freccia
di questo arco della schiena, se sono io
arco e freccia, non so in quale mano
non mano o zampa di Dio mi stanno
torchiando, e sottoponendo al duro
allenamento dei dolori terrestri.

.
Io non so se la solitudine, se quello
strazio chiamato solitudine, se quell’andare
via dei corpi cari, se quel restare soli
dei vivi, io non so se quel lamento della
solitudine, se quel portarci via le facce
se quel loro sparire
di facce che avevamo dentro il respiro, non so
se il dono sia questo portarci via le
carezze, questa slacciatura.
È poco il poco che so e di questo
poco io chiedo perdono. Io chiedo
perdono per quello che so, perdono io chiedo
per tutto quello che so.

.
Mariangela Gualtieri
da “Fuoco centrale e altre poesie per il teatro”, Einaudi Editore, 2003
.

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poetella ….

06 sabato Dic 2014

Posted by poetella in poesia

≈ 14 commenti

Tag

mariangela gualtieri, poetella legge la Gualtieri, video di poetella

 

e scusatela se è quasi privo di immagini ‘sto video…

ma è per via che di notte, si sa

è tutto da immaginare

e tutto

non si può inserire nei video.

Quindi, se non è tutto

è niente! (poetella è così)

qui il testo

La capra sul fondo di me
non vuole dormire.
Cammina per i miei greppi
solleva quel buio e ne scopre
ancora. Più fondo.

Al centro di me
una bestiola accucciata si sveglia
e respira il silenzio che nel giorno
è mancato. Respira. A suo modo
canta. Resta attonita dentro
cucita nel fasciame buio del sange
rivestita del buio palpitante dei boschi notturni.
Sanguinante. Infante. La parte più viva
sta sveglia e pilota. Solleva il corpo
dal letto. Lo accuccia nella camera accanto
per terra. E canta. Dentro. Una felicità
sconosciuta. Un canto d’eternità
spaventoso e immenso. E’ ignota
la sua volontà. Da che strana vita
si erge quel suo stare sveglia
da che lontananza si accende.
Non è bestia nera ma piccola
bestia di luce che sta nella vita
un po’ stretta per lei.

(da “Bestie di gioia”- Einaudi 2010)

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Mariangela Gualtieri…adorata

14 mercoledì Mag 2014

Posted by poetella in Mariangela Gualtieri

≈ 10 commenti

Tag

mariangela gualtieri

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oggi avevo voglia della…

16 mercoledì Apr 2014

Posted by poetella in amore che salva, Mariangela Gualtieri, poesia, poetella legge i classici

≈ 19 commenti

Tag

amore, bellezza, mariangela gualtieri, poesia

Gualtieri!

e dunque, riposto…

A Cesare

 

“Tu sei il mio migliore amico

il più alto guru

e il mio signore sovrano

(rito nuziale indù:recitativo della sposa)

qui la voce di poetella

Un capocannoniere non è abbastanza

per me.

Ci vuole il tuo cuore tempestato

il tuo cuore di marinaio

scapestrato, e la tua radio ricevente

che mi porta per i mari del mondo

fino alla Cina fino a tutto

l’oriente che lo sai, è il mio punto

d’appoggio principale.

 

Io non so districarmi fra quel tuo essere

bussola e uragano

e dal mio silenzio ti chiamo

a salvarmi col tuo magnetismo terrestre

a salvarmi a legarmi

quando il fondale mostra

i turchesi e mi chiama.

 

Tu allora vieni indicando

una scia di delfini

mi metti in mano il pane

che getterò sull’acqua

issi la randa e il fiocco

e inseguiamo la gioia

con un sole alle spalle

e un sole avanti

che ancora non vediamo.

 

 

Mariangela Gualtieri

SENZA POLVERE SENZA PESO

Einaudi – 2006

.

 

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poetella legge Mariangela Gualtieri (3)

07 venerdì Set 2012

Posted by poetella in Debussy, Mariangela Gualtieri, poesia

≈ 7 commenti

Tag

mariangela gualtieri

Mariangela Gualtieri

 

ascolta poetella

La capra sul fondo di me
non vuole dormire.
Cammina per i miei greppi
solleva quel buio e ne scopre
ancora. Più fondo.

Al centro di me
una bestiola accucciata si sveglia
e respira il silenzio che nel giorno
è mancato. Respira. A suo modo
canta. Resta attonita dentro
cucita nel fasciame buio del sange
rivestita del buio palpitante dei boschi notturni.
Sanguinante. Infante. La parte più viva
sta sveglia e pilota. Solleva il corpo
dal letto. Lo accuccia nella camera accanto
per terra. E canta. Dentro. Una felicità
sconosciuta. Un canto d’eternità
spaventoso e immenso. E’ ignota
la sua volontà. Da che strana vita
si erge quel suo stare sveglia
da che lontananza si accende.
Non è bestia nera ma piccola
bestia di luce che sta nella vita
un po’ stretta per lei.

(da “Bestie di gioia”- Einaudi 2010)

.

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poetella legge Mariangela Gualtieri

16 mercoledì Mag 2012

Posted by poetella in Mariangela Gualtieri, poesia

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mariangela gualtieri

Ascolta poetella

Un secolo di polveri pesa

sopra le nostre palpebre

calcinacci nella camere

del cuore. Appesa è

la leggenda

che ripete il suo no

detto controcorrente, non deponiamo

le altezze al primo mercante,

non abbassiamo il pilotaggio

dell’astronave.

 

Questa sfolgoranza in noi preme

per combustare in fuoco. Essiccare

in diamante. Quanta vastità

dentro l’umano

e il lieve involucro del corpo

è un aggregato intorno al suono

che ci chiamò.

 

Lo sento ora con una precisione

di parole che metto qui per te.

Dirti questa visione semplice.

Nessun metraggio ci contiene

nessun confine di sponda

nessun nome è bastante

in nessuna foto noi veniamo

nessuna telecamera riprende per intero

questo essere nostro che slegato si estende

tutto impastato di infinità.

 

La gioia si condensa

in particelle legate, si fa sfera rotante

e firmamento, si getta

nella vita danzante

senza perire, senza esaurire

immutata, intoccata, seducente.

Conduce a sé e il morire dei corpi non è

che l’entrare fuori misura.

Senza chili, senza metri, senza

particelle. Alleluiare

 

 

da “BESTIA DI GIOIA” di Mariangela Gualtieri

 

Einaudi- 2010

 

 

 

 

 

 

.

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