
questa frase su instagram.
Beh, direi che dovrei ragionarci su.
E lo farò.
A più tardi amici di Wp…
13 lunedì Giu 2022
Posted poesia
inquesta frase su instagram.
Beh, direi che dovrei ragionarci su.
E lo farò.
A più tardi amici di Wp…
05 domenica Giu 2022
Posted poesia
inMa sì, ieri era gialla. Oggi sta diventando tutta rosa.
Tutto cambia, tutto si trasforma.
È inutile irrigidirsi attorno a pensieri inutili.
A ricordi morti.
Assecondare i transiti.
Non opporsi.
Questo è saggezza.
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(by poetella)
11 martedì Feb 2014
Tag
amore, astrologia, bellezza, cercando certezze, che sarà di noi?, fotografia, paura, pazienza, saggezza, serenità
(foto di poetella)
Perché stiamo lì a scavare…
Perché non ci rassegniamo alla pochezza delle nostre conoscenze?
Alla penombra delle certezze?alla loro labilità?
A questo limbo opaco dove si brancola e barcolla continuando a proseguire come giocattolini caricati al massimo. Che sanno, comunque, che la carica…
Beh, finiamola lì.
Perché ci creiamo problemucci con piccinerie che dovremmo invece guardare con sufficienza, indulgenza, magari. Dondolando un po’ il capo con un impercettibile sorriso benevolo.
Tipo quello delle mamme che guardano fiere le marachelle dei loro piccoli.
Ti vuoi attirare problemi più grossi? Dice lei. Se non impari coi piccoli, arrivano i grossi!
Mi sa che ha ragione.
Che poi, noi, mica abbiamo subito orrori, torture, prigionie, deportazioni, noi, al massimo qualche sberla di papà, da ragazzine…
Ma sì, una volta, tre chilometri di spiaggia, di pomeriggio, a sberle. Ma che sarà mai!
Mica siamo stati sotterrati con solo la testa di fuori e le mani legate per non poter scavare…
Mica ci hanno provato con le scariche elettriche. O pestato.
O appeso a testa in giù, con una corda alle caviglie.
E ce n’è dell’altro. Ce n’è, ce n’è…
E allora, via!
Ma che saranno mai i nostri problumucci!
Animo!
Poi, una cosa è certa: i transiti planetari, per loro peculiarità, transitano.
E pure noi. Dunque, buon viaggio!
Che poi, tra poco, è primavera.
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(by poetella)
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03 lunedì Dic 2012
(foto e…ciambellone di poetella!)
Dice nonno Allora?
Allora gli ho dato un calcio. E una spinta
A Marco? Dice nonno
A Marco.
E Chiaretta è tutta rossa in faccia. Più della felpa. Più del collant.
Più della bandana. Tutta rossa quando dice Marco, piano, e guarda di lato, come se di lato fosse più facile guardare. Ché vanno via le rabbie e le vergogne. Di lato.
E perché? Dice nonno.
Perché m’ha preso il mollettone. E rideva.
Giustizia.
No, Chiarè. Mica è giustizia, questa. Dice nonno calmo. E accarezza Gattomatto. Che gli sta sulle gambe.
Sì. Lui il mollettone e io lo spingo. E se cade, rido.
Gattomatto sta buono e sonnecchia sotto le coccole di nonno.
Non ha niente da aspettare. Niente da chiedere. Niente da rivendicare.
Ronfa.
Chiaretta prende una fetta di ciambellone e ci affonda i denti. Come mordesse Marco. O lo baciasse. Forse.
Questa non è giustizia, Chiarè. È vendetta.
Lui mi fa i dispetti. Mi difendo. Giustizia.
Nonno fa piano no, con la testa. Come un vento leggero. Come un’onda a riva. Dolce.
Non ci si difende così, Chiarè. Hai ripreso il mollettone?
No. Però mi sono sfogata.
Chiaretta, il ciambellone nella destra, si arrotola i riccioli attorno al dito.
E un morso. Accovacciata sul divano rosso. Affonda i denti nel ciambellone. Rabbiosa. Quasi finito. La rabbia no.
Mica è passata la rabbia.
Lo vedi? Dice nonno. Mica t’è passata. Non è giustizia. È vendetta. Voglia di vendicarti. Lascia l’amaro. Non si fa così. Si sorride. Si perdona. Si cerca di capire. Tu cerchi?
M’ha fatto arrabbiare, dice Chiara.
I giusti cercano di capire. Tu lo fai? I giusti sono anche saggi. Dice nonno.
E intanto le fa una carezza. E una a Gattomatto, che socchiude gli occhi, si stira e posa una zampina sulle gambe di Chiara.
Lei pensa. Capire. Mica è facile, nonno. Te lo dico io che non è facile. Pensa.
E io sono piccola. Mica è facile, nonno. C’è tanto da aspettare per capire.
Nonno sorride e aspetta. E ha un modo bello di sorridere. Lui che sa.
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(by poetella)
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01 giovedì Nov 2012
(foto di poetella)
Che poi, lo sai, no? Ti parlo continuamente.
Penso tu lo sappia.
Anche se noi, beh, noi quando mai riusciremo a sapere davvero quanto, quanto di noi, per quanto, quando, come. Noi non sappiamo.
Noi. Io, comunque.
Che tu, non so perché, mi dai l’idea di saperla lunga. La luce chiara della saggezza.
Ma va a capire, poi.
E comunque, sai, anche se
e in fondo lo sai, no? ti parlo continuamente
il mio è adesso un discorso pacato, finalmente.
Niente più esclamativi. Niente puntini. Poche virgole. Frasette brevi e chiare. Scorrevoli.
Cronachette garbate di un quotidiano al passo. Niente mille metri pista dritta.
Direi quasi un trotto leggero. Di carrozzella per le strade di Roma, col cielo nuvolo e poco vento. Che tanto Roma è bella sempre.
Il lungo cammino dell’educandato mi pare giunto al suo culmine.
La novizia ha messo in una cesta i giocattoli, anche quelli più amati, via in soffitta.
Quando li ritroverà, sicuramente sorriderà.
Entrata a occhi sgranati nella sua nuova realtà, ci si sistema comoda. Magari un po’ guardinga, ancora. Ma comoda.
Sai, anche guardare il piano cottura della cucina a gas tutto scintillante può dare le sue piccole soddisfazioni, che credi… L’Archetipo di Estia insegna.
E andiamo avanti, allora
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(by poetella)
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