Fatto un sogno, cavolo, stanotte.
Racconto? Sì, sì, è pronto il caffè. Ora lo porto. E racconto.
E va in cucina. Un fantasmino in camicia da notte fino ai piedi. Di batista. Bianca. È ancora estate troppo calda, fuori.
Insomma, dice, mentre torna con il vassoietto e due tazzine fumanti. Lo posa sul comodino, si siede sul letto. Insomma, tutti ragazzacci.
Mi sa che per il mal di testa e il naso chiuso. Mi strozzavano. Che cavolo ridi! Ma come bravi! Carino. Parecchio carino. Fa la faccetta quasi offesa. Imbronciata. Lui le spettina i capelli.
Insomma, aprivo, fermo! la porta ché avevano suonato e dallo spioncino mi pareva Sandra e invece sbucano ‘ste tre, quattro bestie e uno m’afferra al collo e mi strangola. Cavolo! Soffocavo!
Mi sono svegliata tutta spaventata, che ho pensato meno male! Un sogno. Ma mi sono subito messa le gocce. E lo so che fanno male. Uffa! Che potevo soffocare? Che dici? Ecco.
Beh, dopo un po’ mi riaddormento, sì, sì, russavi della grossa. Mi riaddormento e risogno.
Sempre bestioni che volevano entrare in casa a rubare. Chissà cosa, che manco il televisore moderno c’abbiamo. Quello che pare un cinema. E le anticaglie i ladri non ci capiscono!
Sicuro per quella pubblicità dell’antifurto sonoro, ieri, in tele.
Allora ti gridavo, sì, sì, c’eri pure tu, ti gridavo Chiama la polizia! E tu, Mica lo so che numero c’ha la polizia! E io che pensavo non sa mai fare niente, cazzo!
E sì, pure in sogno. Fermo, dai. Fermo! Bevi il caffè, buono che si fa tardi.
Poi va in cucina col vassoio. Ancora parla.
Che poi, ‘sti sogni. Che ne so, tu no? Tu non sei agitato? Preoccupato? Io sì. Tutto così precario. Che ci farai co’ ‘ste porcellane, ‘sti tappeti polverosi, ‘sti quadri. Tra un po’ qui…
La crisi. Ma ci si solleverà mai? Intanto lava le tazzine e parla.
Ma no, non parlavo di noi. Noi siamo fortunati. Stiamo tranquilli.
Almeno per ora. Ma i piccoli? I giovani? Che macello.
Parla e carica la lavatrice. Si rimette a posto il mollettone. Guarda i fiori, in balcone. Sorride. poi sospira.
Certe volte, lo sai?penso al libro di McCarthy. Come chi cazzo è? leggere mai, sa’! Poi te ne ho parlato. Ok, ok, non ti ricordi. Pure il film c’hanno fatto. Tu, solo calcio, sa’?
Insomma, scenari apocalittici. Crudeltà. Fame. Freddo. Povertà assoluta. Gli oggetti che non servono più, i superflui, certo. Serve solo sapersi difendere. Una lotta preistorica per la sopravvivenza. Chi ce la fa, ce la fa. E chi no, no. Dici di no? Che non va a finire così?
Speriamo. Speriamo proprio.
Bah, vado a fare la doccia, va’. Meglio.
Eh? Ma come dopo. Ok. Dopo…
…
…
…
(by poetella)