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Poetella's Blog

~ "questo sol m'arde e questo m'innamora"- Michelangelo

Poetella's Blog

Archivi tag: solitudine

Il silenzio del mondo adesso…

08 lunedì Ago 2022

Posted by poetella in poesia

≈ 7 commenti

Tag

niente da aspettare, sera, solitudine, vento

(foto di poetella)

Il silenzio del mondo adesso.

Che poi, guarda, bastano le finestre chiuse e tutto tace.

La sera tra poco si spalmerà sui vetri, tranquilla, rosata. Il vento non lo sento. Anche se c’è. Nessuna voce, nessuno scricchiolio. Solo i tasti del pc sotto le dita. Avessi delle finestre dentro, anche io. Potessi chiudere tutto e starmene un po’ in pace, come stanno in pace i fiori recisi nei vasi. Che ne sanno loro che presto…

Non sapere niente, come non  sanno niente le nuvole, vanno, vanno e prima o poi…

Prima o poi che non arriva mai.

Non arriva mai niente. Non arriva più niente. Neanche il fruscio di un’attesa.

Uno scricchiolio di carta argentata che sveste un cioccolatino.

Niente.

Ovvio. Non li compro. I cioccolatini, dico.

Sarà per via di questo.

…

…

…

(by poetella)

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A causa di questo enorme…

05 venerdì Ago 2022

Posted by poetella in poesia

≈ 16 commenti

Tag

amicizia, amore, malinconia, nostalgia, solitudine

(dal web, rielaborata)

A causa di questo enorme vuoto

– avevo un’amica tanto tempo fa

ora imprigionata nel buio

a causa di questo enorme vuoto

che niente colma

di questa voragine di fame inappagata

a causa del chiamare e chiamare

e nessuno risponde

avevo un amore un tempo

dov’è finito adesso?

occorrerebbe inventarsi, che so, un grosso coniglio bianco (Harvey?)

cos’era, un Pooka?

per scambiare due parole

magari qualche risatina.

Per ritrovarsi

poi salutarsi

poi ritrovarsi. Ancora.

…

…

…

(by poetella)

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Di questo oscillare …

10 mercoledì Feb 2016

Posted by poetella in poesia

≈ 10 commenti

Tag

calma, merlo, nuvole, Pensieri, solitudine, vento

10660170_10204068985317193_4091858066734810869_n

(foto di poetella)

.
.
…………………………….Di questo oscillare di rami, di questo dondolare
di tutti quegli aghetti pizzuti, spilli in cielo, di tutto questo cielo mare a rovescio e le grosse navi vaganti di vapore
……………………………..di questo soffiare, svaporare, spostarsi, andare, tornare, di tutti i cinguettii nascosti, dell’apparire del becco giallo del merlo e sparire e riapparire rami più su, a sorpresa, dei clacson lontani, dei motori lontani, del vento, delle voci e del silenzio,
…………………………….di questo contare le ore all’indietro, del fermarsi su un punto cavo, un vuoto, un perno, un picco e salire e poi affondare

ritornare al niente.
…
…
…

(by poetella)


–

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Ma noi, noi non siamo trapezisti, no?

08 martedì Set 2015

Posted by poetella in poesia

≈ 24 commenti

Tag

addii, amore, assenza, nostalgia, solitudine

(video di poetella)

.

Ma noi, noi non siamo trapezisti, no?

 

E poi, anche loro, loro quando lasciano la presa, loro lo sanno che c’è qualcos’altro da serrare,

da afferrare, a cui aggrapparsi per continuare ad oscillare in questa giostra che gira, gira, gira.

E poi si ferma.

Tengono saldo, loro, oscillano, poi lasciano.

E quel vortice di istanti, quel minuscolo groviglio di attimi liberi, quel sorvolare il mondo,

 i pensieri, i sogni, le attese, i progetti, le certezze,

quello spasimo d’eternità impercettibile,

anche se apparentemente infinito, finisce.

 

Ma noi, noi non siamo trapezisti, no?

 

Noi non siamo avvezzi a lasciare, neanche se vediamo la presa di qualcos’altro vicina.

La soppesiamo, la controlliamo.

Reggerà il peso, sarà salda, abbastanza flessibile?

Farà male alle mani?

E il materiale? Liscio e brillante come l’altro?

O ruvido, scolorito, arrugginito.

E se non ci si arrivasse?

Noi temiamo il vuoto, il baratro, il nulla.

Noi non riusciamo a lasciare un sogno, un vizio, un amore. Un riconoscimento. Un applauso.

Noi non riusciamo.

Ché noi, noi non siamo trapezisti, no?

 

Eppure sarebbe così straordinariamente bello, così straordinariamente utile, così straordinariamente divino

imparare, da soli,  a volare.

…

…

…

(by poetella)

.

.

.

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La signora aveva l’umore piuttosto…

17 martedì Mar 2015

Posted by poetella in poesia

≈ 19 commenti

Tag

fine di un amore, poesia, solitudine, tristezza, video

(un video di poetella)
.
La signora aveva l’umore piuttosto basso.
Tutto quel bagaglio che s’era portata dietro per affrontare
il lungo viaggio
tutte quelle sciarpe colorate
quelle carte, quelle matite da temperare e il temperino, no.
Tutti quei cappelli, lei che non portava mai cappelli.
E abiti lunghi per la sera, quando la sera, solitamente
crollava di sonno, viaggio o non viaggio.
E quelle scarpe, sette paia di scarpe dei sette colori
tacchi più di sette, pelle lucida, lei che per consuetudine portava
scarponcini bassi e comodi per camminare veloce
come una nuvola.

La signora pensava proprio di aver sbagliato la programmazione.
Di non aver portato il necessario per affrontare
questo viaggio faticoso verso la terra desolata della sua solitudine.
E s’era seduta sul ciglio della strada
su un povero resto di tronco tagliato secoli prima, la valigia a terra
le mani in grembo, a guardare la via.
Probabilmente piangeva.
E non passava nessuno. Nessuno.
Solo il vento, che soffiava continuo e sollevava la polvere
facendola volare scomposta come in un vecchio film western
tra una casa vuota e l’altra.

Sibilando.
…
…
…

(by poetella)

 

.

.

 

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cose oltremodo faticose…

18 domenica Gen 2015

Posted by poetella in poesia

≈ 25 commenti

Tag

cose faticose, e tu dove sei?, noia, resistere, solitudine

il piano(foto di poetella)

 

 

Ascoltare, dover per forza ascoltare, non potendo evitarlo, due sciocchini che parlano da ore di calcio, come fosse il bene ultimo dell’umanità. O il loro, per lo meno.

Desiderando e non potendo spegnere tutto ed ascoltare musica. Da soli.

 

Spolverare il pianoforte, dopo aver delicatamente, con attenzione da chirurgo tolto i due bustini di Samson, il piatto copia di Sevres, sempre Samson, metà ‘800, con una magistrale scena di battaglia, le due tazze Francia, 1830,  con relativo piattino, i candelieri d’argento, ancora Vienna, e ancora Vienna la scatolina, che delizia!, miniata dalle fate, il turco e la turca, Jacob Petit, la testina in biscuit di Sevres di un tal Leon Gambetta, pezzo grosso per essere stato ritratto dai modellatori  eccelsi della reale manifattura, la compostiera di Meissen a fiori sparsi, senza rompere niente.

 

Spazzolare con una spazzolina morbida imbevuta di acqua e ammoniaca, in posizione Cenerentola che lava i pavimenti, i tappeti, il Malayer, il Saruk, lo Shiraz, il piccolo Pechino dorato, il Bukara jomud, il Lilian rosa, i Kirman Laver, quello blu, quello chiaro, e gli altri no, basta, un’altra volta, pensando Che ti laurei a fare se poi…no?

 

Ascoltare per la decima? Undicesima?  Tredicesima volta, in pochi mesi di visitine pomeridiane bisettimanali, sempre la stessa storia. Papà che racconta di come ha conosciuto mamma, e di quella prima di mamma e di quelle dell’adolescenza, e Maria e Anna, e Concettina  e del giardino e della casa, tutte le volte, tutte le volte, ché della prigionia e di Zonderwater non parla più, adesso è il tempo delle fidanzate, tutte le volte e tu a rispondergli e intercalare  sì, sì, certo, gridando forte ché lui non ci sente più, non ci vede quasi più, il mondo attorno gli si è scolorito, ma i ricordi lontani no.

E pensare Io non ci voglio arrivare. Voglio morire prima.

 

Resistere alla tentazione di scrivere una mail, o mandare un sms, o che ne so, con la profonda consapevolezza che la famosa colomba, senza l’attrito dell’aria, non volerebbe certo meglio.

Anzi, non volerebbe affatto.

 

Resistere alla tentazione di mangiare tutte e quattro le pastarelle in frigo, tra cui un babà proprio ben fatto, da portare a papà.

 

Resistere alla tentazione di vestirsi e andarsene chissà dove, chissà per quanto (sempre?) chissà da chi. Con chi. Per chi.

 

Resistere alla tentazione di spaccare tutto, porcellane, quadri, mensole, gueridon, vetrinette piene zeppe, traboccanti, gorgoglianti di maledetti oggetti, stramaledetti oggetti affastellati, assiepati, classificati, catalogati. Amen!

 

 

Resistere. Senza lagnarsi.

Stoicamente. Orgogliosamente resistere. Faticosamente resistere. E…

…

…

…

(by poetella)

Suite bergamasque, for piano, L. 75- No. 1, Prelude. Claude Debussy

 

 

 

(ok, ok…è un ripost…ma è sempre valido!)

 

 

 

.

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Cos’è ti sono vicino?…

27 giovedì Mar 2014

Posted by poetella in addio, addio amica mia, anima, assenza prersenza, foto di poetella, poesia, solitudine

≈ 27 commenti

Tag

addio amica mia, non ti sento vicino, poesia, solitudine

solitudine(foto di poetella)

 

Cos’è ti sono vicino?
Che vuol dire ti sono vicino?
Ti sono vicino, hai detto.
per le strade, nelle piazze
nel chiuso delle case nel colore
delle cose, nel calore e nel freddo
e nel faticoso
dei passi, nei sospiri
nel pietoso petroso silenzio

che vuol dire ti sono vicino?
Rumore di pensieri che non sento
non avverto
non mangio non mi nutrono
l’anima, non mi cresce
e mi cresce d’assenza – di
vuoto che aspira che tira
su come una corda
dal nero del pozzo della mia
della nostra, della nostra infinita
infinita incurabile vischiosa solitudine.

E tu, anche tu, poi, piccola mia

non ci credo che voli. Adesso.
…
…
…

(by poetella)

Da Anonimo Veneziano-Adagio BWV 974
.

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…Sai come sto?

17 venerdì Gen 2014

Posted by poetella in poesia

≈ 23 commenti

Tag

amore, destino incerto, figli, mi manchi, solitudine, tristezza

luna  nubi

(foto  di poetella)

 

 

Sai come sto?

Riesci a vedermi?

Scrivo. A sinistra una ciotolina di porcellana gialla

con un bordino verde. Noccioline.

Mangio noccioline. E scrivo.

 

Magari non si dovrebbe fare così.

Dice, la scrittura è una cosa seria.

Impegno, concentrazione. Fatica. Ricerca affannosa

che non si deve sospettare. Ché tutto deve apparire naturale, sciolto. acqua e sapone di Marsiglia. Dice. Gleen Gould che suona.

Non me ne frega niente, adesso.

Voglio scrivere e mangiare noccioline. Sentire come crocchiano

sotto i denti.

 

Mangiare e non pensare all’aria

densa di solitudine

e malinconia

che mi si appiccica ai vestiti, mi cola sugli occhi

m’impasta la bocca.

 

E non pensare al figlio

che ieri era un bel bambino

e non sapeva fare niente.

E oggi è un uomo di quasi due metri.

e non sa fare niente lo stesso.

E mi chiede ancora il permesso di prendere

una fetta di ciambellone.

Almeno è educato. Almeno. Sarò servita a qualcosa, no?

 

No. Non ci voglio pensare.

Voglio scrivere, mangiare noccioline

dalla bella ciotolina  gialla col bordino verde

sai che mi piacciono gli oggetti belli, no?

Mangiare e pensare che fuori è notte

c’è una splendida luna piena piena

che non ha figli.

solo sorelle, lei. Luminose e tremanti.

Col loro spazio attorno, tanto spazio

col loro fulgido destino

segnato.

Con la loro morte

che non vedrò. E non saprò. E tu? dove sei.

…

…

…

(by poetella)

.

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è arrivato…

19 martedì Mar 2013

Posted by poetella in Antonio Moresco- La lucina, attesa, da leggere, foto di poetella, indipendenza, silenzio

≈ 16 commenti

Tag

Antomio Moresco -La lucina, da leggere, distacco, indipendenza, solitudine

 la lucina

non so…

lette alcune righe.

Lo stile non mi sembra particolarmente avvincente.

Ma potrei sbagliare.

In ogni caso il tema trattato mi sta particolarmente a cuore.

L’isolamento.

la solitudine pura,

per starsene, senza bisogno d’altro/i, in pace con se stessi e attorno le voci del mondo silente.

Vedremo.

Si comincia a leggere.

Poi dirò.

…

…

…

(by poetella)

(niente musica, va bene, Intesomale? Umh?)

.

.

.

.

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Ce ne stiamo tutti, se ne stanno tutti a guardarsi…

13 martedì Nov 2012

Posted by poetella in amore?, atmosfere magice, attesa, consapevolezza, desideri..., empatia, foto di poetella, le cose importanti, pensieri sparsi, poesia

≈ 17 commenti

Tag

empatia, il cielo, luce, paura, poesia, solitudine

(foto di poetella)

 

 

Ascolta poetella

 

 

Ce ne stiamo tutti, se ne stanno tutti a guardarsi

occhioni sgranati

a chiedere aiuto.

Tutti protesi a improbabili soluzioni

saltate giù  da un buco in cielo

o in su dal fondo d’un cassetto

 

Ce ne stiamo, se ne stanno tutti a cercarsi

mani avanti dita stese

 e chi mai arriverà prima

in questo budello scuro

con la luce che filtra dall’alto

o magari dal basso

 

e ci si muove a tentoni carponi strisciando

si cerca si chiama s’aspetta

si tira su col naso

 

s’aggiusta la coperta

 

E certe volte pare che sì

 

e certe altre che no.

…

…

…

(by poetella)

 

 

 

(ma io che ne so?)

 

 

 

.

 

 

 

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